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Discussione: Giustizia spagnola

  1. #21
    memoria storica di PoL
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    Predefinito io son sempre serio...

    originally posted by XT:

    ...opperbacco!...vedo che l'acume invece a te non manca!...

    P.S. ma hai scritto il post seriamente o scherzavi?...


    caro amico
    io sono sempre serio, tanto che per dimostrarti questo e per rendere a tutti comprensibile il messaggio al quale hai fatto riferimento, ti riporto l'immmagine che originariamente stava al punto dei ******, e che il nostro ragioniere, sulla cui distrazione voglio questa volta contare, ha ritenuto bene di 'segare'...

    stammi bene!...



    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

  2. #22
    decerebrato consapevole
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    Predefinito Re: io son sempre serio...

    Grazie, adesso mi e' chiaro il tutto.

    Quaaaasaaar, Dove sei?

  3. #23
    memoria storica di PoL
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    Predefinito ecco le ultime novità nelle vicende 'spagnole' di Berlusconi...

    cari amici
    ecco un articolo apparso pochi giorni fa sul Corriere della Sera...

    Anticipando un poco il contenuto la tesi portata avanti dell'emerito pagliaccio qui sotto rappresentato sarebbe la seguente:

    Per capi di governo come Fidel Castro ed altri, la cui colpevolezza in crimini come tortura, genocidio e terrorismo oramai è stata accertata, immunità e impunibilità rappresentano sacrosanti diritti, per il capo di governo italiano, la cui colpevolezza in un crimine come l'evasione fiscale è ancora tutta da dimostrare, no...

    buona lettura!...



    Corriere della sera 1 luglio 2002

    Iniziativa contro i magistrati madrileni, contestata la collaborazione con il pool milanese: 'Inusuale la velocità con cui sono stato incriminato'

    Il premier: in Spagna prigioniero di un’indagine perenne

    Appello di Berlusconi alla Corte costituzionale sul caso Telecinco: archiviate l’inchiesta come avete fatto con Fidel Castro

    MILANO
    - Silvio Berlusconi allarga alla Spagna la sua battaglia legale contro i magistrati ‘persecutori’. Con un’iniziativa che ha pochi precedenti, il capo del governo italiano si è appellato al Tribunal Constitucional di Madrid per chiedere l’archiviazione dell’inchiesta su Telecinco, la tv privata controllata dal gruppo Fininvest che è sotto accusa per presunti falsi in bilancio e frodi fiscali. Nel ricorso ai giudici costituzionali, gli avvocati iberici di Berlusconi denunciano ‘sicure connivenze’ tra il pm Carlos Castresana e il giudice istruttore Balthazar Garzon [famoso nel mondo per la sua indagine sull’ex dittatore cileno Pinochet], accusandoli di aver agito ‘su istanza del procuratore milanese Borrelli’. Nell’atto della difesa il leader di Forza Italia viene definito ‘prigioniero di un’istruttoria giudiziaria permanente’ che ‘ha la gravissima conseguenza di turbare il capo di un governo straniero nell’esercizio di una carica per cui è stato eletto democraticamente’. Berlusconi inoltre lamenta una disparità di trattamento rispetto ad altri leader stranieri, in particolare ‘Fidel Castro, l’ex re del Marocco e l’ex dittatore africano Obiang Nguema’, ai quali il giudice Garzon avrebbe concesso la stessa ‘immunità’ che a lui è stata invece 'negata per la prima volta in 200 anni di storia’.
    La controffensiva legale di Berlusconi in Spagna è stata rivelata dall’autorevole quotidiano El Mundo . Nel testo oggi in edicola si legge che il ricorso [una richiesta di ‘amparo’, che equivale alla nostra immunità] è stato presentato giovedì scorso, ma non è stato reso pubblico probabilmente perchè deve ancora superare il giudizio preliminare di ‘ammissibilità’, che di regola è molto severo.
    L’appello degli avvocati Horario Oliva e Gonzalo Rodríguez-Mourullo propone tesi che ricordano le censure rivolte ai pm e ai giudici di Mani Pulite: anche in Italia, su istanza di Berlusconi, toccherà alla Corte costituzionale decidere se esistano ‘legittimi sospetti’ sui processi di Milano per corruzione giudiziaria. L’istanza al Tribunal Constitucional parte proprio dall’affermazione di una presunta ‘connivenza certa’ tra pm italiani e giudici spagnoli ‘per aprire e per tener vivo’ il procedimento su Telecinco. Berlusconi contesta ‘l’inusuale rapidità’ dell’inchiesta spagnola e ipotizza una ‘comunicazione diversa da quella scritta e formale tra pm e giudice’, il cui legame sarebbe «pubblico e notorio». Secondo il leader di Forza Italia, l’intera indagine su Telecinco sarebbe in realtà ‘nata in Italia su impulso di magistrati che hanno perseguito Berlusconi senza alcun risultato’ e sarebbe stata ‘trapiantata in Spagna utilizzando argomenti artificiosi’ con ‘evidente manipolazione delle regole del diritto’.
    Al centro dell’inchiesta spagnola c’è il presunto utilizzo di una serie di società off-shore, che avrebbe consentito al gruppo Berlusconi di evadere le tasse nell’acquisto di diritti televisivi e di mascherare attraverso prestanome il controllo di una quota azionaria superiore a quella consentita dalla legge spagnola. Accuse analoghe erano state rivolte dai pm milanesi nelle inchieste su Telepiù e soprattutto su All Iberian, la presunta tesoreria estera off-shore della Fininvest, per cui è in corso un processo per falso in bilancio che però è messo in dubbio dalla nuova legge del 2001.
    L’inchiesta spagnola su Telecinco è stata aperta nel 1997 ed è sostanzialmente chiusa. In ottobre il giudice Garzon ha respinto la richiesta di archiviare le accuse e ha invece deciso di mantenere il processo ‘in sospeso’, chiedendo all’Italia di decidere se togliere l’immunità a Berlusconi, per sbloccare il giudizio in Spagna, oppure aprire un dibattimento nel nostro Paese sugli stessi fatti.
    I giudici costituzionali spagnoli nel 1999 avevano respinto un precedente ricorso di Berlusconi, legato però alla sua carica di eurodeputato, spiegando che ‘non ha rilevanza costituzionale’. Ora Berlusconi si appella al ruolo internazionale di primo ministro e chiede l’archiviazione citando i casi di Fidel Castro e di altri capi di governo stranieri che fecero annullare inchieste spagnole addirittura per ‘genocidio, terrorismo e sequestro di persona’. Secondo la difesa, l’immunità di Berlusconi dovrebbe estendersi anche a tutti gli altri imputati, ‘per evitare il rischio di una specie di condanna in contumacia’, non ammessa dalle leggi spagnole.

    Paolo Biondani


    --------------

    Nobis ardua

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  4. #24
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    Predefinito intervista di Berlusconi a [i]El Mundo[/i]...

    Ecco a voi, tratta da ilNuovo.it, alcuni brani dell'intervista rilasciata dal premier Silvio Berlusconi al giornale spagnolo El Mundo...

    buona lettura!...



    domenica 21 Luglio 2002, 209

    Berlusconi: 'non sono di destra'

    ROMA
    - Berlusconi in salsa spagnola. In un'intervista al quotidiano El Mundo, il presidente del Consiglio parla a 360 gradi delle cose lo legano in qualche modo alla penisola iberica e le sorprese non mancano. Alle domande del giornalista il premier spiega che sono due le cose che si dicono di lui in Spagna che non gli piacciono. 'La prima - spiega- è che si pensi che io sono un rappresentante di un partito di destra o di estrema destra. Io sono un moderato'. La seconda, ha proseguito, 'è che si dice che sono stato eletto grazie alle mie televisioni'.

    Riguardo al caso Telecinco puntualizza: 'Non c'è nessuna frode fiscale. Il giudice Garzon è politicizzato. In Spagna io ho fatto poche cose. Sono stato solo una volta in un consiglio di amministrazione - spiega Berlusconi - Tutti i rapporti con l'amministrazione pubblica o le aziende li tenevano i soci spagnoli. Io ero un socio di Once che si è sempre comportata correttamente'.

    'Questa vendita della pubblicità di cui si stanno occupando i giudici è di una semplicità estrema - prosegue il presidente del Consiglio. Noi avevamo tra i soci Anaya che a un certo punto ha detto di voler vendere. A quel punto è entrato in scena De La Rosa come acquirente e ha preso contatti con la Once. Poichè non riuscivano a trovare un accordo sul prezzo, De La Rosa ha accettato di ricevere pubblicità gratis per le proprie imprese come una parte del prezzo'.

    'E' la Once che ha comprato da Anaya e ha venduto a Javier de la Rosa. A me non è stato chiesto niente. L'unica cosa che ho fatto è stato dare un ok telefonico quando mi hanno chiesto un parere sulla possibilità di dare questo pacchetto pubblicitario a De La Rosa. E per questo mi è stato fatto un danno politico incredibile'. 'Insisto: non c'è stata nessuna frode fiscale. Garzon è politicizzato perché sono i giudici italiani che gli hanno mandato la documentazione. L'inchiesta Telecinco è iniziata sotto la spinta dei procuratori di Milano'.

    Quanto ai suoi rapporti con Madrid nell'intervista a El Mundo, Berlusconi ribadisce la grande amicizia che lo lega al premier spagnolo Josè Maria Aznar. Nessun commento però all'annuncio fatto dal primo ministro spagnolo di volersi ritirare alla fine del mandato. 'Non giudico le decisioni di altri e meno che mai quelle di
    un amico' si limita a dire. 'Credo - prosegue - che Aznar abbia lavorato molte bene e che il suo mandato abbia visto una vitalità della Spagna che ammiro profondamente. Mantenendo i legami con il passato la Spagna ha saputo modernizzarsi e credo che Aznar abbia saputo fare tutte ciò che era necessario per il Paese'.

    Infine un commento al matrimonio della figlia di Aznar, Ana, con Alejandro Agag, cui Berlusconi fara da testimone insieme al primo ministro britannico Tony Blair. 'Sarà una festa della famiglia liberale' preannuncia.


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    Nobis ardua

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  5. #25
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    Predefinito Dal famoso melodramma di Leoncavallo...



    ridi pagliaccio!...

    Senza commenti [assolutamente non necessari] da ilNuovo.it...

    buona lettura!...

    mercoledì 16 Ottobre 2002, 9:16

    Processate Berlusconi per Telecinco!...

    ROMA - Silvio Berlusconi va processato per l'affare Telecinco. Questa la sentenza emessa nel giugno scorso dell'Audencia Nacional e del Tribunale supremo spagnolo e interpretata oggi alla lettera dal governo conservatore di José Maria Aznar. Che, di fatto, dà l'ordine di seguire l'ordine costituzionale sulla divisione dei poteri. I trentadue faldoni mandati dal giudice spagnolo Baltasar Garzòn Real, come anticipa il quotidiano La Repubblica, sono già arrivati a Roma. E il ministro della Giustizia Roberto Castelli sta già preparando le contromosse per rispondere alle accuse. In pratica, si richiede al governo italiano di procedere, attraverso la Procura della Repubblica di Roma, nei confronti del proprio Presidente del Consiglio e dei suoi ex collaboratori della Fininvest, in merito alla violazione della legge antitrust, falso in bilancio, evasione fiscale e frode. Tutti 'reati commessi in Spagna dal 1989 al 1997'.


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    Nobis ardua

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  6. #26
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    eh...che commenti dovremmo fare..che e' una VERGOGNA per L'ITALIA avere un presidente dle Consiglio un personaggio di infima statura come S.B...
    che, si crede aldisopra della legge?
    Antonio

  7. #27
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    Se l'amico tony e gli altrri voglion farsi due risate ecco l'articolo apparso oggi su Repubblica...



    ... Stanlio, sai cosa poteva farci di buono Garzon dei 32 fascicoloni che ha invece mandato a Roma??...


    La documentazione arriva a Roma. Contestati evasione fiscale, falso in bilancio, frode, violazione della legge antitrust.

    Telecinco, le carte di Garzon: '...Berlusconi va processato!...'

    Ma Castelli già sta studiando le contromosse

    di Carlo Bonini

    ROMA - Raccontano che, alla vista degli scatoloni, il trambusto abbia rianimato corridoi e segreterie particolari. Che da una ventina di giorni ne sia uscita travolta la routine dell'ufficio 'secondo' della direzione generale degli affari penali del ministero di grazia e giustizia e del suo direttore, Emma D'Ortona, responsabile della 'cooperazione internazionale'. Che, con circospezione, da metà settembre, agli ingombranti plichi sia stata trovata acconcia e ovattata sistemazione, impermeabile a sguardi curiosi. E per almeno quattro buoni motivi.

    Primo: il mittente di quei cartoni e dei trentadue faldoni in lingua madre che li appesantiscono, il giudice istruttore spagnolo Baltasar Garzòn Real

    Secondo: il loro contenuto, atti dell'inchiesta 'Telecinco'

    Terzo: l'oggetto di quelle carte istruttorie, Silvio Berlusconi, il fratello Paolo, Marcello Dell'Utri e una ventina di manager 'Fininvest'

    Quarto: il motivo di tanta e urgente attenzione, richiesta al governo italiano di procedere autonomamente, attraverso la Procura della Repubblica competente [in questo caso Roma], a carico del proprio presidente del consiglio e dei suoi ex collaboratori di azienda [Fininvest] per 'reati commessi in Spagna dal 1989 al 1997'

    Parliamo di violazione della legge antitrust, falso in bilancio, evasione fiscale, frode. Quel che non era mai accaduto e si riteneva potesse continuare a non accadere per calcolo politico e fair play diplomatico è dunque accaduto. Il governo conservatore spagnolo di José Maria Aznar, attraverso il proprio ministero degli esteri, scioglie ogni paventata ambiguità e, interpretando alla lettera il principio di divisione dei poteri, dà rapido corso all'obbligo costituzionale di adempiere tempestivamente alle sentenze pronunciate nel giugno scorso dall'Audiencia Nacional e dal Tribunale supremo che chiedono il processo di un premier 'amico' di un paese 'amico'. Mette in un angolo il governo italiano, accusandone formalmente il presidente del consiglio. Ripropone, macroscopicamente, il nodo del conflitto di interessi. Nella variante, assolutamente inedita, di un Presidente del Consiglio chiamato questa volta, attraverso il suo ministro di grazia e giustizia, a dare o meno corso ad un'azione penale di cui è diretto e principale destinatario per 'reati commessi all'estero' in danno di altro Paese.

    E, bene inteso, non nella veste di premier, ma di privato imprenditore. Diciamolo subito, la storia, per come Repubblica è in grado ricostruirla sulla base di quanto riferiscono quattro diverse e qualificate fonti, appare dall'esito verosimilmente segnato, anche se non ancora formalmente definito. Il ministro di grazia e giustizia Roberto Castelli e il direttore generale degli affari penali, Augusta Iannini, attendono a tutt'oggi di valutare lo spessore del lavoro di Emma D'Ortona, direttore dell'ufficio secondo.
    Dunque, la consistenza della sua 'istruttoria' [non ancora conclusa] necessaria a sostenere giuridicamente la restituzione a Madrid dei 32 faldoni dell'inchiesta Garzòn e a motivare il perché né Silvio Berlusconi, né nessun altro dei suoi coimputati conosceranno mai un processo 'Telecinco' in un'aula di giustizia italiana.

    Epperò, anche e proprio per questo la storia merita di essere raccontata. Ricostruendo come la Spagna abbia scelto di investire del 'caso' l'Italia. Come, nei propri uffici, il ministero stia lavorando silente all'affare. Quali obiezioni frullino sulle scrivanie di chi si prepara a pronunciare il 'no' a Garzòn.
    Vediamo... la mossa della magistratura spagnola poggia su semplici assunti. Nella lettera di accompagnamento dei 32 faldoni istruttori recapitati al ministero di grazia e giustizia, Madrid richiama l'Italia agli impegni della 'Convenzione europea di assistenza giudiziaria' [se ne cita l'articolo 21]. Dunque, al reciproco patto di rimuovere ogni ostacolo che impedisca o comunque renda difficile la persecuzione di reati commessi nei paesi che quella convenzione hanno ratificato. Qualunque sia l'ostacolo, chiunque sia l'imputato.
    E' il caso della Spagna e dell'Italia. E' il caso di Silvio Berlusconi, oggi presidente del consiglio e ministro degli esteri, dunque non perseguibile dalla giustizia spagnola anche per reati a lui attribuiti in veste di privato imprenditore [caso 'Telecinco']. Ebbene, proprio in forza dei princìpi di quella convenzione, gli spagnoli indicano in una norma del codice penale italiano la chiave giuridica e politica del caso. L'articolo 9, terzo comma, del nostro codice penale riconosce al ministro di grazia e giustizia il potere discrezionale di rendere perseguibili nel nostro paese e su iniziativa della nostra magistratura reati commessi da cittadini italiani all'estero che risiedano in Italia. Strada agevolmente percorribile per Berlusconi - ragionano ancora gli spagnoli - alla luce di un'istruttoria già completata in Spagna [ecco i 32 faldoni in lingua originale] e di un regime italiano delle immunità che non impedisce di processare un parlamentare in carica. Si è detto come ad irretire le argomentazioni spagnole lavori da quattro settimane Emma D'Ortona. Un magistrato. Ed appare evidente come, nella scelta, il ministro Castelli tradisca l'intenzione dell'esecutivo di mantenere l'affare su un binario tecnico, girando largo da ogni implicazione politica e diplomatica.

    Ma certo una qualche risposta 'giuridicamente sostenibile' agli spagnoli andrà pur data. Risposta che all'osso - e per quanto è dato saperne oggi - così suona. Buona parte dei reati contestati dagli spagnoli hanno diversa disciplina in Italia. Impongono una querela di parte, non possono essere perseguiti d'ufficio. Dunque, a stare alla lettera del codice, il capo di imputazione spagnolo esce monco ad una prima verifica. Pone il ministro Castelli nella 'impossibilità', quand'anche volesse, di dare corso all'azione penale così come configurata da Garzòn.

    Ma c'è di più. A soccorrere Berlusconi, sarebbe un'unica - e verosimilmente 'decisiva' - norma: l'articolo 128 del codice penale, lì dove, al secondo comma, pone una condizione temporale perché si possa procedere nei confronti di un cittadino italiano per reati commessi all'estero: che non siano passati più di tre anni dai fatti che gli vengono addebitati. La fonte di Repubblica sorride
    [anche chi vi scrive ...] : '... tra il 1997, data dell'ultimo reato contestato dagli spagnoli a Berlusconi, e il 2002 ci sono 5 anni. Dunque, Berlusconi è salvo. Del resto, nel processo penale è sempre così. E' questione di tempo. A Milano, come a Madrid...'.

    [16 ottobre 2002]


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    Nobis ardua

  8. #28
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    mah...
    Antonio

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    originally posted by tony:

    ... mah!...




    ... chi dice mah... cuor contento non ha...

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    Nobis ardua

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  10. #30
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    beh....
    Antonio

 

 
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