Il ministro delle Comunicazioni chiede alla Rai di ritirarlo
Gasparri: il «Mameli» di Elisa è una vergogna
«Fratelli d'Italia non può essere eseguito in una specie di versione rock, anche se lei è una brava cantante»
ROMA - Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri è
Elisa al «Pavarotti and Friends 2002» del 28 maggio a Modena (Luigi Vasini/AP)
indignato per l'esecuzione in stile gospel di «Fratelli d'Italia» cantato da Elisa e impiegato dalla Rai come sigla introduttiva alle partite della Nazionale italiana al Mondiale. «L'inno nazionale cantato da Elisa è una vergogna, anche se lei è una bravissima cantante», ha detto il ministro parlando con i giornalisti a margine della presentazione di un francobollo dedicato ai militari italiani impegnati nelle missioni di pace all'estero. «L'inno è l'inno e non può essere proposto in una specie di versione rock», tuona Gasparri. «Ci sono state varie interpretazioni da parte di maestri d'orchestra,
Il ministro Gasparri a «Porta a porta» del 27 maggio (Baroncini/Omega)
che sono apprezzabili. L’inno non deve essere toccato perché è un simbolo per tutti noi italiani. Quindi ritengo che la Rai faccia molto male a mandare in onda una versione rock che non ha niente a che fare con lo stile classico del nostro bellissimo inno. Credo che sarebbe bene evitare questa ennesima vergogna». Il ministro delle Comunicazioni rivolge dunque «un appello pubblico al presidente e al vertice della Rai: l'inno può essere interpretato in varie maniere, ma sempre nei canoni della sua classicità. Abbiamo già ascoltato varie esecuzioni dell'inno, ma sempre in un certo canone. Elisa è un'ottima cantante, canti le canzoni rock».
BALDASSARRE: DECIDERO' DOPO AVERLO ASCOLTATO - «L'Inno cantato da Elisa non l'ho ascoltato e prima di esprimere qualsiasi giudizio mi sembra giusto acoltarlo» ha replicato il presidente della Rai Antonio Baldassarre. La versione dell'inno eseguita da Elisa è andata in onda finora una sola volta, in
occasione della amichevole giocata dalla Nazionale italiana contro la Repubblica Ceca. Il caso dell'inno in «versione rock» richiama alla memoria precedenti illustri della storia del pop (a volte omaggi, a volte stravolgimenti volutamente irriverenti) degli inni nazionali come quelli famosi di Jimi Hendrix con l'inno degli Stati Uniti e dei Queen con quello inglese.
da corriere.it
Ahahaha allora, a parte l'atavica ignoranza di chi si "intende" di comunicazioni e poi non sa la differenza tra rock e gospel...ciò che più fa sorridere è la "sacralità" di cui viene artificosamente circondata la marcetta tricolorita, tra l'altro già pietosamente utilizzata in una sigletta per i mondiali a mò di jingle con bisteccone galeazzi e valletta seminuda che cantavano a squarciagola...che dire...degno inno, degno "stato"