COMUNE DI ARZIGNANO (VI)
Quinto incontro interreligioso: accoglienza e regole condivise
Nei testi sacri di tutte le religioni, l’ospite è il volto di Dio: una ragione di più perché le distinte dimensioni spirituali concorrano a costruire insieme questa nostra città terrena con rispetto reciproco e solidarietà, contribuendo tutti alla cultura della legalità e della cittadinanza, e alla valorizzazione del territorio.
È questo il messaggio di fondo con cui il sindaco di Montecchio Maggiore, Maurizio Scalabrin e l’assessore Lorella Peretti a nome del sindaco di Arzignano, Stefano Fracasso, hanno inaugurato domenica 1 marzo 2009, in un polisportivo “G. Cosaro” ricolmo di gente, di musiche e allegria, il quinto incontro interreligioso, organizzato dai municipi delle due Città, con la collaborazione di Associazione Industriali, CNA della provincia di Vicenza, l’Associazione Cooperativa ‘81, il progetto “Mediazione civica Condominio Tre”, coordinato dall’Università degli Studi di Padova, con la partecipazione attiva di una serie di organizzazioni di cittadini provenienti da vari paesi.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di promuovere la reciproca conoscenza fra culture e appartenenze religiose diverse come la sikh, l’indù, la musulmana e la cristiana, tutte praticate sul nostro territorio. In un momento storico attraversato da crisi economica e da violente tensioni interrelazionali, un punto interrogativo inquieta gli organizzatori dell’evento: “Tutti gli uomini sono fratelli?”.
A questa domanda, ognuno risponde guardando non tanto alle rispettive lacune storiche quanto alle proprie origini ispirative, ai grandi testi sacri, i Libri Veda, il Corano, il Guru Grant Sahib, il Vangelo. Con umiltà, ognuno legge un proprio brano significativo su chi è l’ospite, e su come deve essere trattato, secondo gli insegnamenti divini. Con grazia e finezza, ognuno offre il segno dell’ospitalità: la stola rossa con righe gialle per i sikh, i datteri per i mussulmani, il pane per i cristiani. E tutti offrono un sorriso accogliente a tutti. “Ho il cuore pieno di gioia, e la gioia è una tromba”, cantano i World Gospel di Alessandra Pascali. La giornalista Cinzia Morgani presenta Soani, una splendida ragazza di origine bengalese, già perfettamente inserita nel nostro tessuto cittadino, che danza evocando sinuosità orientali sotto i castelli dei Montecchi e dei Capuleti. I sikh dal portamento ieratico fanno pulsare i ritmi della danza della felicità, e i cittadini ghanesi sussurrano i composti vocalizzi dei riti comunitari. Dalla pelle al cuore, irrompono gli scout di Montecchio, raccontando la loro esperienza in Puglia presso una comunità di accoglienza. «Occorre passare dalla pelle al cuore, guardarsi dentro e non solo guardarsi alle spalle», raccomanda mons. Dal Ferro, delegato del vescovo di Vicenza, mons. Nosiglia. «Il dialogo interreligioso», sottolinea il noto direttore dell’Istituto Rezzara, «va inteso non come ricerca dei punti comuni ma come stimolo a recuperare le dimensioni umane nell’aspetto della fede. Come ulteriore motivazione a vincere le paure politicamente strumentalizzate. A percorrere i sentieri del dialogo. A costruire insieme cittadinanza.» Ritornano i Gospel: «ho questa mia piccola luce; ho questo mio piccolo cuore per guardare il fiume». Ancora musica e girotondo di bambini, tutti alunni della vicina scuola elementare di Montecchio. Bandierine tricolori e del paese da dove sono partiti i genitori di alcuni.
Conclude l’Assessore Agostino Pilati: «La società del benessere non ci ha rubato il cuore, afferma. Conoscere la diversità non significa perdere la propria identità, quanto piuttosto rafforzarla, anche attraverso l’allargamento delle proprie conoscenze. La base di partenza è quella del rispetto reciproco, che significa anzitutto rispetto delle norme di convivenza civile. La strada del dialogo è l’unica percorribile se vogliamo che tutte le persone, pur con idee, tradizioni e religioni diverse, riescano davvero a vivere serenamente nelle nostre Città.»
Le religioni possono essere diverse ma tutte ci aiutano a rispondere all’inquietante interrogativo iniziale: siamo fratelli. Nel girotondo dei bambini, c’è il futuro multiculturale del territorio per la cui gestione occorre il concorso di tutti, sulla base di regole condivise di cittadinanza.
(di Azzurra Carpo)
Link: Arzignano (VI): incontro interreligioso. Invito alla recita di un Rosario di riparazione CHRISTUS REX