Molti si chiedono quali costanti si possano dedurre dall'osservazione della storia. Vivendo sotto Stalin, un russo intelligente si sarà chiesto quale futuro aspettasse il proprio figlio. Il dittatore ovviamente non era eterno, anche se lo sembrava, ma il suo regime gli sarebbe sopravvissuto? E per quanto tempo? Col senno di poi chiunque gli potrebbe rispondere ma sul momento assolutamente nessuno avrebbe potuto farlo. E tuttavia la ricerca di costanti storiche è naturale ed inevitabile, come è inevitabile è chiedersi a volte che ne sarebbe della nostra vita se nostra moglie morisse in un incidente stradale.
Storicamente nessuno ha previsto Gorbaciov. Ovviamente, qualcuno ha potuto dire che l’Unione Sovietica una volta o l'altra sarebbe crollata, ma questo non significa nulla: è come dire che una persona in buona salute una volta o l'altra morirà. Il vero profeta avrebbe dovuto dire alla morte di Stalin che il comunismo sarebbe morto nel 1989. E questo nessuno lo ha detto. Nessuno ha modo di sapere come vivrà il proprio figlio e come vivranno i propri nipoti. E nessuno può dirglielo. Perché nessuno lo sa o lo può sapere. La vita è un gioco senza regole in cui non sempre vince il migliore. Può vincere anche l'idiota del villaggio, se ha comprato il biglietto giusto della lotteria.
Tutti ci chiediamo se i grandi avvenimenti producano gli uomini che li pilotano o se i grandi uomini pilotano e determinano i grandi avvenimenti della storia. E questo dubbio si combina con quello derivante dall’imprevedibilità del futuro. Lo stesso uomo di stato avrà certamente dei problemi al momento di interpretare la propria azione. Si dirà: 1) io ho una certa idea della storia e della situazione attuale; 2) ho una certa idea di quello che sarebbe bene per il mio paese in questo momento e in futuro; 3) è ovvio che farò quanto in mio potere per guidare il mio paese nella direzione giusta, ma non so né se sia veramente la direzione giusta né se la mia azione sarà determinante o insignificante. Soprattutto non so che direzione prenderà la storia. L'uomo di stato è come un marinaio, colto da una tempesta durante una notte senza luna, convinto di trovare un riparo in una certa direzione e che fa di tutto per andare in quella direzione ma non sa né che effetto avranno i suoi sforzi, né - con certezza - se siano nella direzione giusta. La mattina dopo potrebbe accorgersi di essersi salvato per fortuna, proprio perché i suoi sforzi non sono stati coronati da successo: ché in quel caso la nave sarebbe finita sugli scogli .
La conclusione ultima è che, nella storia dei popoli come in quella degli individui, non ci sono certezze. Da individuo seguo i consigli del mio medico, da uomo di stato cerco di fare il bene del mio paese, ma non mi stupirei di apprendere che il mio medico mi ha ammazzato o che ho rovinato il mio paese cercando di salvarlo.