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Discussione: Un Gioco Senza Regole

  1. #1
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    Predefinito Un Gioco Senza Regole

    Molti si chiedono quali costanti si possano dedurre dall'osservazione della storia. Vivendo sotto Stalin, un russo intelligente si sarà chiesto quale futuro aspettasse il proprio figlio. Il dittatore ovviamente non era eterno, anche se lo sembrava, ma il suo regime gli sarebbe sopravvissuto? E per quanto tempo? Col senno di poi chiunque gli potrebbe rispondere ma sul momento assolutamente nessuno avrebbe potuto farlo. E tuttavia la ricerca di costanti storiche è naturale ed inevitabile, come è inevitabile è chiedersi a volte che ne sarebbe della nostra vita se nostra moglie morisse in un incidente stradale.
    Storicamente nessuno ha previsto Gorbaciov. Ovviamente, qualcuno ha potuto dire che l’Unione Sovietica una volta o l'altra sarebbe crollata, ma questo non significa nulla: è come dire che una persona in buona salute una volta o l'altra morirà. Il vero profeta avrebbe dovuto dire alla morte di Stalin che il comunismo sarebbe morto nel 1989. E questo nessuno lo ha detto. Nessuno ha modo di sapere come vivrà il proprio figlio e come vivranno i propri nipoti. E nessuno può dirglielo. Perché nessuno lo sa o lo può sapere. La vita è un gioco senza regole in cui non sempre vince il migliore. Può vincere anche l'idiota del villaggio, se ha comprato il biglietto giusto della lotteria.
    Tutti ci chiediamo se i grandi avvenimenti producano gli uomini che li pilotano o se i grandi uomini pilotano e determinano i grandi avvenimenti della storia. E questo dubbio si combina con quello derivante dall’imprevedibilità del futuro. Lo stesso uomo di stato avrà certamente dei problemi al momento di interpretare la propria azione. Si dirà: 1) io ho una certa idea della storia e della situazione attuale; 2) ho una certa idea di quello che sarebbe bene per il mio paese in questo momento e in futuro; 3) è ovvio che farò quanto in mio potere per guidare il mio paese nella direzione giusta, ma non so né se sia veramente la direzione giusta né se la mia azione sarà determinante o insignificante. Soprattutto non so che direzione prenderà la storia. L'uomo di stato è come un marinaio, colto da una tempesta durante una notte senza luna, convinto di trovare un riparo in una certa direzione e che fa di tutto per andare in quella direzione ma non sa né che effetto avranno i suoi sforzi, né - con certezza - se siano nella direzione giusta. La mattina dopo potrebbe accorgersi di essersi salvato per fortuna, proprio perché i suoi sforzi non sono stati coronati da successo: ché in quel caso la nave sarebbe finita sugli scogli .
    La conclusione ultima è che, nella storia dei popoli come in quella degli individui, non ci sono certezze. Da individuo seguo i consigli del mio medico, da uomo di stato cerco di fare il bene del mio paese, ma non mi stupirei di apprendere che il mio medico mi ha ammazzato o che ho rovinato il mio paese cercando di salvarlo.

  2. #2
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    Eh si, la storia è davvero imprevedibile.
    L'unica cosa che possiamo fare è cercare di trarre insegnamenti dal passato, non ricommettendo certi errori.
    ULTRAS MODUS VIVENDI

  3. #3
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    Originally posted by Aug83
    Eh si, la storia è davvero imprevedibile.
    L'unica cosa che possiamo fare è cercare di trarre insegnamenti dal passato, non ricommettendo certi errori.
    E cercando di non commetterne altri più grossi...

  4. #4
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    la storia è ancor + complessa del movimento del clima, già quasi impossibile da determinare sui tempi medi e lunghi. E questo si deve al numero astronomico di fattori, in parte umani, in parte naturali, che intervengono per determinare il trascorrere del tempo storico.

    Fa l'uomo la storia o la storia fa l'uomo? domanda capitale e vecchissima. Direi che tutte e due le cose. Alcuni uomini hanno + influenza di altri, ma contano di + le collettività umane che i singoli uomini.

    Infine, affermo che è IMPOSSIBILE fare delle vere previsioni di medio e lungo termine -e non poche volte, anche nel termine breve- nel processo storico. Un esempìo lo avete già posto: nessuno aveva veramente previsto il crollo dell'URSS nel 1989-91. Portandoci indietro, pochi o nessuno ritenevano possible lo scoppio di una guerra continentale di proporzioni apocalittiche sino al 1914, anche se c'erano stati segnali d'allarme nel 1904 e nel 1908. E chi poteva prevedere la rivoluzione bolscevica prima del 1917?
    Il futuro è pieno, pienissimo di incognite e di sorprese. Anche per questo la storia è tanto interessante.

    saluti

  5. #5
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    Originally posted by Felix
    la storia è ancor + complessa del movimento del clima, già quasi impossibile da determinare sui tempi medi e lunghi. E questo si deve al numero astronomico di fattori, in parte umani, in parte naturali, che intervengono per determinare il trascorrere del tempo storico.

    Negare questo ragionamento è ciò che rende il pensiero di Marx sbagliato in partenza, tanto per fare un esempio.

    contano di + le collettività umane che i singoli uomini.

    E le collettività non sono forse insiemi di individui?

  6. #6
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    Originally posted by ARI6
    beh, direi che le collettività umane son + che semplici aggregati sommatori di individui. Hanno una loro personalità, sono un ente collettivo.

    E questo senza sminuire l'individualità, che pure influisce. Ma, per dirne una, possiamo forse dire che la storia d'Italia dal 1925 al 1943 è stata DETERMINATA dalla persona di Mussolini???! ovvio che no, anche se B. Mussolini ebbe un'influenza decisamente superiore a quella dell'italiano medio dell'epoca preso singolarmente. Ma questo italiano medio, preso invece insieme nella massa degli italiani, fu certamente un fattore storico + importante di Mussolini.

  7. #7
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    Originally posted by Felix


    beh, direi che le collettività umane son + che semplici aggregati sommatori di individui. Hanno una loro personalità, sono un ente collettivo.
    Di sicuro, ma in essi è sempre presente l'opera dei singoli individui. Si può discutere se questa sia o no condizionata (non necessariamente con la coercizione)da altri, ma di sicuro sempre di azioni individuali si tratta.

  8. #8
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    Originally posted by ARI6


    E cercando di non commetterne altri più grossi...
    Certo.
    ULTRAS MODUS VIVENDI

  9. #9
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    In breve (ritornerò con più tempo, perché il nuovo forum è molto interessante),
    credo sia stato dimenticato un fattore non da poco: la ciclicità e il senso determinato dal destino (nell'accezione cattolica: la Provvidenza), e, in ultima analisi, da Dio (per chi crede) - ma qui si entra già nella teologia (per non parlare della metafisica).
    Vi è, insomma, un insieme di fattori che non sono storicistici, o scientifici, ma tradizionali - e forse è per questo che la cultura accademica li ignora, visto che le discipline accademiche moderne sono tutte figlie della cultura umanistica, che - come dice la parola stessa - sposta e riduce tutto il baricentro delle cose all'uomo, togliendo di mezzo il trascendente.
    Forse, se si considerassero anche i suddetti fattori, molte cose "inspiegabili" acquisterebbero una chiarezza insospettata.

  10. #10
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    Originally posted by Patrizio
    In breve (ritornerò con più tempo, perché il nuovo forum è molto interessante),
    credo sia stato dimenticato un fattore non da poco: la ciclicità e il senso determinato dal destino (nell'accezione cattolica: la Provvidenza), e, in ultima analisi, da Dio (per chi crede) - ma qui si entra già nella teologia (per non parlare della metafisica).
    Vi è, insomma, un insieme di fattori che non sono storicistici, o scientifici, ma tradizionali - e forse è per questo che la cultura accademica li ignora, visto che le discipline accademiche moderne sono tutte figlie della cultura umanistica, che - come dice la parola stessa - sposta e riduce tutto il baricentro delle cose all'uomo, togliendo di mezzo il trascendente.
    Forse, se si considerassero anche i suddetti fattori, molte cose "inspiegabili" acquisterebbero una chiarezza insospettata.
    è una 'dimenticanza' obbligata, imposta dalle regole che si da la storiografia in quanto scienza. Cioè prescindere da qualsiasi fattore metafisico, non comprovabile ed osservabile empiricamente.
    La ciclicità si può ammettere -ed è accettata da alcuni storici sulla scia di Vico- come possibile descrizione del movimento storico. Il Destino in quanto motore della storia, no.
    O meglio, lo storico può credere nel Destino (o nella Provvidenza divina), ma non introdurre questa variabile nel suo lavoro di ricerca. Alla fine, è una questione di convenzioni e tradizioni di questo ramo particolare della scienza che chiamiamo storiografia.

 

 

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