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Discussione: La Libertà davvero?

  1. #1
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    Predefinito La Libertà davvero?

    La libertà di scelta è effettivamente libertà quando detta scelta non è costretta da proibizioni e da necessità?
    Mi spiego meglio:
    La libertà di esercitare una scelta non costretta, non è forse verificato dall'esercizio solo, piuttosto che dal fatto che tale esercizio è libero?

  2. #2
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    Predefinito

    Spiegati ancora meglio
    Se puoi facendo un esempio, please.

  3. #3
    Vivo all'estro
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    Predefinito

    ...Letto 7-8 volte.Analizzando frase per frase. ...:Capito.. NIENTE. ...ehm...Prova a dirlo con parole tue.

  4. #4
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    Predefinito Meglio...

    Avete ragione, cerco di spiegarmi meglio:
    Se, ad esempio, io compio un atto che non è proibito da nessuna morale o legge, la libertà di compierlo è dimostrata dall'effettiva liberità (perdonate il termine), dato che non ha costrizioni di sorta, o dal compiersi stesso dell'atto?

  5. #5
    Liberale
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    Predefinito

    Originally posted by Steppen
    ...Letto 7-8 volte.Analizzando frase per frase. ...:Capito.. NIENTE. ...ehm...Prova a dirlo con parole tue.
    Urge interpretazione autentica.

  6. #6
    Vivo all'estro
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    Predefinito

    Originally posted by albicocco
    con tutte le liberta' che volete chi vi salvera' da voi stessi?
    Ehm...e chi ha parlato di ...:"volere liberta' ", in questo post?...

  7. #7
    Araldo
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    Predefinito

    cosa penserà baruch dei Libertari se vi dimostrate così ottusi o pavidi?

    Personalmente quando parlo di Libertà mi riferisco ad una "condizione generale", che non può essere intesa limitatamente ad un singolo atto, tanto più se così scontato da non essere "proibito da nessuna morale o legge".

    A esempio io posso evadere il fisco (sono in molti a farlo a proprio rischio e pericolo...) ma non per questo sono in una "condizione di libertà" tale da non poter tranquillamente pagare le tasse.

    Viceversa, sempre ad esempio, un Magistrato è forse libero di far incarcerare un individuo, ma questa sua condizione di libertà, non rispettando una condizione generale di libertà (almeno verso l'individuo condannato) non è un vero atto di libertà.

    Steppen,
    forse nessuno aveva detto di "volere liberta' ", ma non puoi negare che la meta di un libertario sia appunto quello di "volere liberta' ". A meno che ti riferisci ai "palleo-libertari".

    Albicocco ebbene si... siamo destinati alla perdizione!

    E soprattutto ne abbiamo le palle piene di chi ci vorrebbe salvare.

  8. #8
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    Predefinito

    Originally posted by Renzo Audisio
    cosa penserà baruch dei Libertari se vi dimostrate così ottusi o pavidi?
    Macchè ottusi o pavidi: è che nessuno ha capito la domanda

  9. #9
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    Predefinito Ha ragione Ari, provo ulteriore spiegazione

    Premetto che sono daccodo col sig. Audisio quando dice che la libertà è una condizione generale, e che la mèta di un libertario si quella di volere libertà.

    Io facevo un discorso incentrato sul particolare che potrebbe comunque essere componente della suddetta condizione generale.
    Dunque:

    Mettiamo caso che io mi senta in possibilità di farmi uno spinello (esempio inflazionato, me ne rendo conto. Chiedo scusa), e me lo faccio. In questo caso la libertà dell'atto è esercitata dal fatto di sentirmi in libertà di farmi uno spinello. Difatti la legge che lo vieta genera di per sé le possibilità di seguire la legge stessa o di non seguirla, quindi la libertà viene esercitata nella volontà d'essere libero di farmi lo spinello. Infatti i radicali propugnano la liberazione delle droghe leggere, sebbene magari di spinelli non se ne siano mai fatti (non credo ).

    Mentre invece consideriamo un'azione non tutelata da leggi, come ad esempio lo era anni fa la circolazione di musica su internet. Il fatto di sentirsi in libertà di farla circolare non è effettivo esercizio di libertà, dato che non esistono possibilità ideali. La libertà era esercitata dal fatto materiale di far circolare musica oppure no.

    Quindi, dato che il libertario vuole libertà, come diceva Audisio, in che misura queste libertà sono schiave dell'atto di libertà?

  10. #10
    Araldo
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    Predefinito

    Scusa ARI6... non ho detto che siete ottusi, ma certamente lo sembrate o sembrate timorosi di dare una risposta, mi pare che baruch non stia scrivendo in arabo.

    baruch,
    non mi pare che sia la legge a generare la possibilità di seguirla o di non seguirla, tutt'altro!
    E' solo l'assenza di legge a determinare la reale libertà di compiere o non compiere l'atto.
    Io credo che molti per "sentirsi liberi", siano anzi costretti dalla legge (o dalla morale comune), a fare anche le cazzate più assurde per trasgredirla, costretti a fare cose che magari non avrebbero mai fatto.
    Come recita la canzone Eskimo di Guccini:
    "... noi non l'avevamo mai fatto
    e noi che non l'avremmo fatto mai
    quell'erba ci cresceva tutt'attorno
    per noi crescevan solo i nostri guai..."

    L'unica "colpa" che possono avere i libertari è quella di voler guastare implicitamente il gusto della trasgressione... ma francamente mi sembrerebbe un'accusa così sciocca ed ancora tutta da dimostrare.

    Mi sembra che tu confondi la trasgressione con la libertà.
    Davanti alla libertà, non ci sono atti buoni o cattivi, atti puri ed impuri... la mia libera scelta verrà effettuata solo tra "atti diversi" ed ovviamente cadrà su quelli che pare a me: che mi piaciono... che mi convengono... etc.

    Riguardo poi ai radicali, non per far da loro difensore d'ufficio (anzi!) non propugnano alcuna "liberazione", infatti loro parlano di "legalizzazione" di "regolamentazione"... quindi tutto l'opposto! Anche se poi la loro regolamentazione vuole essere "tollerante"... diciamo un paternalismo di manica larga, talvolta un paternalismo di buon senso... tutto qua, nulla di più.

    Per dare una risposta alla domanda finale, potrei dire che la libertà di un individuo singolo potrebbe essere interpretata come essere "schiavo di se stesso", ma mi sembra che tale modo di interpretare la libertà è insignificante (cioè una fesseria) dal momento che l'individuo è un "Unicum"...
    Infatti per schiavizzare servono almeno due entità: una che sottomette l'altra... ed un individuo essendo unico non può stare contemporaneamente sopra e sotto se stesso.

    Questa critica alla libertà dei libertari, è un sofisma, utile solo come strumento per capovolgere la logica, infatti attrubuendo alla costrizione il potere di rendere liberi... affermeremmo un controsenso falso ed assurdo, una antinomia assolutamente illogica, per il secondo principio aristotelico che non mi sembra il caso di andare a mettere in discussione ogni volta, altrimenti per ogni ragionamento dovremmo sempre "ripartire da Adamo ed Eva"...

    E' piuttosto vero che la legge (se applicata) costringendoci con la forza ad essere (per esempio) solidali, non solo ci impedisce di essere "egoisti" ma, imponendoci la solidarietà, ci limita anche nell'essere pienamente "altruisti", in modo "spontaneo" (che mi pare sia l'unico modo per poter praticare veramente l'altruismo).

    Io ARISONO...

 

 
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