Per il segretario del Prc, Fausto Bertinotti, il risultato elettorale di ieri, non è un fatto che accade per caso. Tutt'altro. «E' diventato pienamente evidente nel secondo turno delle elezioni amministrative - sottolinea infatti Bertinotti - ciò che si era già manifestato nel primo. L'influenza del movimento e il contrasto esplicito e radicale contro l'ondata di destra si sono accentuati. E' di queste settimane - continua - un aumento dello scontro fra le opposizioni e il governo su temi centrali quali l'immigrazione. E' di queste settimane l'intensificazione dell'iniziativa sindacale sull'articolo 18. C'è stata, inoltre, una più chiara unità per la conquista del governo locale fra Rifondazione comunista e centro sinistra». Un passaggio importante da cui trarre una serie di indicazioni: «La lezione - conclude quindi il segretario del Prc - è chiara a chiunque voglia guardare la situazione italiana senza pregiudizi: la maggiore radicalità nei contenuti e l'unità delle opposizioni possono produrre risultati positivi, possono scalfire l'egemonia del governo di centro destra».
Liberazione 11 giugno 2002
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Ci andrei piano con tutto questo entusiasmo. Sarebbe bello che si fosse verificata un' inversione di rotta. Ma è proprio così? I numeri sono questi: 14 capoluoghi alla sinistra (12 nelle precedenti) e 13 al polo, quindi due di meno rispetto ai 15 che aveva.
Ma poi, se osserviamo i dati dei comuni con più di 15mila abitanti, il Polo passa da 53 a 76 comuni, mentre il centrosinistra che ne governava 97 scende a 74.
Prima del voto, infine, il centrosinistra aveva 5 province, adesso ne ha 4, viceversa il polo passa da 5 a 6. Allora dov'è tutto questo gran divario tra le due coalizioni?
Naturalmente si parla di inversione di tendenza in riferimento alle politiche del 2001.
R.