Onorevole Bertinotti, nonostante la disponibilità del governo ad una aperta e franca discussione con le parti, quella industriale e quella sindacale, senza condizioni aprioristiche da ambo le parti, il segretario della Cgil si dimostra irragionevolmente irremovibile considerando l'art. 18 intoccabile, pena la falsa perdita del diritto alla libertà dei lavoratori, in quanto detto articolo non viene cancellato, se non come lo è attualmente a danno dei dipendenti delle cooperative e dei dipendenti dei sindacati. Senza preoccuparsi dell'alto costo economico per il paese, e per la perdita di salario dei lavoratori, anche di chi è costretto a non prestare servizio per la chiusura forzata di fabbriche, ministeri, uffici pubblici, scuole e banche, né tenendo nel debito conto la disponibilità al dialogo di tutti gli altri sindacati, la Cgil si avvia ad altri scioperi generali. E Bertinotti va oltre, raccogliendo firme per l'astensione dell'art. 18 a tutte le imprese, anche le più piccole, che chiuderanno, licenziando i dipendenti. Questa è la difesa dei diritti dei lavoratori, che rende un favore, intenzionalmente o meno, alla sinistra perdente, di dare una spallata al governo Berlusconi, non avendo un decente programma da contrapporre validamente a quello dell'esecutivo. Ma la maggioranza eletta del popolo andrà avanti con le riforme, sostenuta dai suoi elettori, il consenso dei quali è in costante aumento.
Franco Scriattoli via e-mail