Adieu Francia: un dramma mondiale

[Daniele (POL)]

La Danimarca vince 2-0 e il girone e va agli ottavi. Tomasson ancora a segno. Zidane in campo in precarie condizioni e anche due traverse sbarrano la strada ai transalpini che in 3 partite non hanno mai segnato.

Fine di un’epoca. Alla Francia serviva una vittoria con due gol di scarto contro la Danimarca per superare il turno, invece Trezeguet e compagni incassano la seconda sconfitta in tre partite e si congedano mestamente dal Mondiale, concluso all’insegna dei record negativi: i "Bleus" diventano la terza squadra campione del mondo in carica eliminata nella prima fase (primato assai poco ambito, centrato in precedenza dall’Italia nel 1950 e dal Brasile nel 1966) e soprattutto la prima a lasciare la compagnia senza lo straccio di una rete, a conferma di un fallimento totale che porterà inevitabilmente alla dimissioni del suo commissario tecnico Roger Lemerre.

Per la partita della disperazione, l’ex delfino di Aimé Jacquet si affida a Zidane che non è in perfette condizioni fisiche, ma accetta di buon grado di immolarsi alla causa. In tribuna, accanto allo squalificato Thierry Henry, l’ex capitano-portafortuna Laurent Blanc, ritiratosi dalla Nazionale ma non dal calcio, il cui bacio alla pelata di Barthez ha accompagnato tutte le vittorie dei transalpini da quattro anni a questa parte. Accanto al Pallone d’oro, si rivedono Wiltord (quello del gol all’Italia a tempo scaduto nella finale di Euro 2000) e l’ex rossonero Cristophe Dugarry, schierati come supporto

all’unica punta Trezeguet. In difesa l’infortunato Leboeuf è sostituito da Candela, con lo spostamento al centro di Thuram. Cambiamenti anche tra i danesi, con Morten Olsen che vara un prudente 4-5-1, con Jensen al posto di nonno Heintze (39 anni a settembre) come esterno sinistro difensivo, a centrocampo gli inserimenti di Poulsen e dell’udinese Jorgensen e il neo-milanista Tomasson (autore di tutte le reti danesi in questo Mondiale) unica punta.

Inizio nervoso e contratto dei campioni del mondo, che tentano di imprimere un gran ritmo ma rimangono invischiati nella ragnatela a metacampo predisposta da Olsen, con il mastino Tofting incaricato di pedinare Zidane e i due centrali Gravesen e Poulsen non in vena di concessioni. Uno dei più tesi è Dugarry, che rimedia l’ammonizione dopo otto minuti per un fallo di ostruzione.

La Francia le prova tutte per eludere il pressing danese, paradossalmente però crea il primo vero pericolo in contropiede, al 17’ quando Desailly intercetta un appoggio sbagliato di Tomasson ed apre sulla destra per Trezeguet: lo juventino scatta sulla destra, supera Henriksen che scivola al momento del contrasto ma pecca di egoismo, tentando la conclusione personale (finita tra le braccia di Sorensen) invece di servire il liberissimo Wiltord sulla sinistra.

Al 20’ si vede Zidane, che non riesce a trovare la coordinazione in area su un lancio lungo di Thuram, scivolando prima del tiro. La Danimarca però è come un cobra: da l’impressione di restare sulle sue, ma alla prima occasione il suo morso non perdona. Succede al 22’, quando un apparentemente innocuo di Tofting dalla trequarti si trasforma in un assist per Gravesen, che sbuca in area da sinistra eludendo il controllo di Candela (un’azione simile a quella che portò al pareggio della Croazia contro l’Italia, quando Olic si fece beffe di Materazzi) e supera Barthez di esterno destro, gettando nello sconforto i sempre più ex campioni del mondo.

Timida la risposta della squadra di Lemerre, sempre più Zidane-dipendente: al 25’ il fantasista prova a imbastire un contropiede, ma lo scatto non può essere quello dei tempi migliori e infatti viene raggiunto e superato dal recupero di Rommedahl. Alla mezz’ora Dugarry si libera di Poulsen sulla sinistra e mette al centro per Trezeguet, che di testa impegna a terra Sorensen. Ma appare chiaro che soltanto una prodezza del suo giocatore più rappresentativo potrebbe ridare fiato alle speranze dei francesi, ancora a secco di gol in questo Mondiale.

E al 37’ Zizou per poco non rompe il ghiaccio, quando ruba un pallone a Jorgensen sulla sinistra e da quasi trenta metri tenta un pallonetto liftato che si perde a pochi centimetri dall’incrocio dei pali alla sinistra del portiere.

Nel finale del primo tempo si rivede finalmente una manovra corale della Francia, che nel giro di un minuto (43’) porta alla conclusione prima Trezeguet e poi Wiltord: in entrambi i casi, Sorensen non si lascia sorprendere.

Nell’intervallo Morten Olsen lascia in panchina Jorgensen, decisamente non al massimo della forma (dal suo errore è nato l’unico lampo di Zidane nel primo tempo) rimpiazzandolo con Gronkjaer, uno dei migliori nella prima gara contro l’Uruguay. Rommedahl torna sulla destra, non cambia però l’assetto tattico.

La Francia si getta generosamente in avanti alla ricerca dell’impresa e dopo 6’ deve fare i conti anche con la sfortuna, manifestatasi sotto le spoglie di un incrocio dei pali che respinge il colpo di testa di Desailly, svettato in area su calcio d’angolo di Zidane. Lemerre opera il primo cambio al 9’, rimpiazzando il generoso ma estremamente confusionario Dugarry con Djbril Cissé, vice-capocannoniere dell’ultimo campionato francese, che prova subito a rendersi insidioso con un sinistro dalla distanza respinto dal muro danese.

Il suo ingresso regala nuova linfa a un attacco anemico, ma la retroguardia danese è sempre attentissima e al 18’, dopo un tiro di Zidane ribattuto ancora una volta, chiude molto bene un suo tentativo di triangolazione con Wiltord. E l’inevitabile sbilanciamento in avanti della Francia apre gli spazi ai contropiedi danesi, che a metà della ripresa avvelenano definitivamente il mondiale dei Bleus con un preciso traversone dalla sinistra di Gronkjaer per Tomasson, che di piatto destro in diagonale realizza il suo quarto gol a Corea & Giappone 2002 candidandosi al titolo di capocannoniere. Nell’azione il neo-milanista si libera irregolarmente di Marcel Desailly, nessuno dei francesi ha però la forza di protestare, a dimostrazione dell’ormai sopravvenuta rassegnazione. E’ il tripudio sugli spalti per i 600 "Roligans" provenienti dalla Danimarca, versione allegra e non violenta dei temutissimi hooligans.

Più con orgoglio che con convinzione, la Francia non rinuncia ad attaccare approfittando anche di un comprensibile rilassamento degli ormai qualificati scandinavi, ma è destino che i campioni del mondo vengano sistematicamente… bidonati all’appuntamento col gol: al 27’ un diagonale di Cissé mette in grande difficoltà Sorensen, che sfiora l’autorete; un minuto dopo Trezeguet colpisce la parte interna della traversa su passaggio di Wiltord.

Nel finale Lemerre da spazio anche al parmigiano Micoud e all’interista Djorkaeff, uno dei grandi protagonisti della vittoria di quattro anni fa. Polvere di stelle di una squadra che non c’è più, chiamata a una rifondazione tecnica che si presenta tutt’altro che facile.

Al pianto dei francesi si contrappone la gioia sfrenata dei danesi, per i quali le buone notizie arrivano anche da Suwon: la rimonta dell’Uruguay contro il Senegal regala loro il primo posto nel girone

Saluti Romani
Daniele - IRRIDUCIBILI

[ARI6]

Dovrà saltare qualche testa, in primis quella di Lemerre: non ci si può presentare con obesi alla Petit solo per gratitudine. Il poco coraggio è stato fatale ad una delle squadre con le individualità migliori del mondiale.