Mi sembra buona, equilibrata e giusta la legge sulla fecondazione approvata, sia pur fra tanti contrasti, dalla Camera. Essa lascia infatti il pieno dispiegamento degli interessi e dei diritti della coppia là dove non vengano in contrasto con interessi e diritti di terzi soggetti e ammette quindi la "fecondazione assistita" quando è, come si dice, "omologa", cioè quando sono utilizzati il seme o l'ovulo, o il seme e l'ovulo, della coppia stessa, per cui i genitori giuridici sono anche quelli naturali, e ricomprende, ovviamente, in questa possibilità le "coppie di fatto". Ma vieta la fecondazione assistita "eterologa", quando cioè il seme o l'ovulo provengono da soggetti estranei alla coppia. Non è questione qui di "Stato etico" o di "inamissibili limiti alla libertà di scelta degli individui" come hanno strillato molti progressisti e il trasversale "partito delle donne", ma d'altro e di qualcosa di squisitamente laico.
Ogni interesse, ogni diritto, ogni libertà trova infatti i suoi limiti negli interessi, nei diritti, nelle libertà altrui. Così l'interesse e la libertà di una donna e di un uomo di avere figli trova il suo limite nell'interesse del nascituro di avere, almeno in partenza, un padre e una madre perché ciò è fondamentale per la sua crescita e il suo equilibrio psichico. Invece con la fecondazione "eterologa" il nascituro ha più padri o più madri, o più padri e più madri, e magari la sua madre naturale è contemporanemente anche sua nonna o sua sorella.
Soprattutto le donne devono capire che il cosidetto diritto ad avere figli (ma quando mai in natura sono esistiti "diritti" del genere? Esistono legittime aspirazioni, che è cosa diversa) non è assoluto e incontra dei limiti nei diritti, meglio negli interessi del nascituro e che quando questi vengono sacrificati non si è di fronte a un "atto di amore", ma al suo esatto contrario che fa di un figlio semplicemente una questione di possesso e di status symbol. Vietando la fecondazione "eterologa" si impedisce anche quell'aberrazione, profondamente razzista, per cui uno può scegliersi le caratteristiche del figlio e averlo magari sordomuto se questo è il suo piacere, com'è avvenuto in America.
Il divieto della "eterologa" impedisce infine alle coppie omosessuali di avere figli. E anche questo è giusto. Ognuno ha il diritto di gestire la propria sessualità come meglio crede, ma se questa scelta lo mette in una condizione di oggettiva sterilità non può poi pretendere di bypassarla sacrificando i diritti altrui, o quelli del nascituro che ha diritto di avere, almeno in partenza, un padre e una madre e non due genitori omosessuali e un terzo etero che fa solo da prestatore, ma la cui figura e la cui genetica peseranno sempre sulla sua vita.
Quindi anche se approvata con l'apporto della stragrande maggioranza dei cattolici questa è una legge laica, laicissima. Ed è una legge giusta che si oppone al delirio di onnipotenza di chi, obnubilato dalle potenzialità della tecnologia, crede che avere figli sia un diritto e non, com'è sempre stato, una semplice possibilità
di Massimo Fini