Il sogno di una destra che conti
I conservatori meritano una cultura che li rappresenti
Per rendersi conto di quanto Berlusconi nulla abbia dato, e un poco abbia perfino tolto, alla cultura di destra basta dimenticare per un attimo la situazione politica in cui ci troviamo e provare a sognare. Sognare partendo, però, da un dato concreto: la presenza, in Italia, di almeno la metà della popolazione che non si considera "di sinistra".
Inizieremo il nostro sogno immaginando che, tra la metà degli italiani avversi alle politiche di segno progressista, circa un terzo di essa si considera senza vergogna "di destra". "Destra" intesa non insenso prettamente fascista, ma conservatrice o nazionale che dir si voglia. Distinta comunque dal restante blocco liberal-moderato.
Poichè questa destra esiste, ha voce e dunque bisogno di rappresentanza, nel nostro sogno una rete Rai è sua. Considerato che la rete ammiraglia è storicamente democristiana e il terzo canale comunista, ci accontenteremo di Rai Due. Nella nostra Rai Due di destra il TG non è affidato a Mauro Mazza, ma ad un direttore più cazzuto e partigiano come quelli di Rai Tre. Anche i giornalisti che vi lavorano devono essere dei "nostri", così come accade a Telekabul, e al pari di essi devono avere competenza in materia e il sacro fuoco della missione culturale.
La nostra Rai Due di destra dovrebbe essere affidata ad un Freccero di destra (anche nei sogni è difficile trovarlo, lo so) che immagini un palinsesto per palati raffinati di destra e che faccia uscir fuori quel caleidoscopio di umori, immagini e parole che la nostra area si porta dietro da decenni in cerca di qualcuno che finalmente li rappresenti.
A tal fine servirebbero dei programmi destinati a diventare dei cult per lo spettatore di destra: dall'intrattenimento intelligente alla fiction al talk show. Nel nostro sogno il talk show di destra è affidato ad un anchor man di chiara fama di destra (senza barba, però, che altrimenti ci ricorda Socci), Marco Travaglio (proprio lui, in quanto nel nostro sogno Berlusconi non c'è) e una bella stangona di destra che sappia parlare oltrechè sculettare.
Da Rai due passiamo alla carta stampata. Nel nostro sogno l'elettore di destra non ha dimenticato il gusto di comprare il quotidiano e nella fattispecie un quotidiano che sia autorevole, non appiattito verso il partito di riferimento, ma che anzi lo incalzi in ossequio a quelli che sono gli ideali della destra e nei quali il lettore di destra ama identificarvisi. Questo quotidiano dovrebbe essere diretto dalla maggiore firma della destra nazionale e aperto ad una schiera di commentatori di alto livello. Dovrebbe privilegiare la politica sulla cronaca e dare ampio spazio alla cultura e alla storia, con contributi d'area senza pennaruli dell'altra sponda.
Questo quotidiano ha un magazine di approfondimento, sempre di destra, ma più aperto all'attualità e allo spettacolo.
Sempre in edicola, nel nostro sogno, la destra può contare su un settimanale politico d'assalto, dove vengono dibattuti i temi di rilevanza nazionale ed internazionale, senza perdersi in frivolezze tipo "cosa andrà di moda quest'estate" oppure "i nuovi gusti degli italiani". Questo è un settimanale politico, che non dimentica di essere serio pur non essendo serioso. Il suo giornale rivale è L'Espresso. Nel nostro sogno Panorama, invece, non c'è: ha dovuto chiudere per mancanza di lettori.
Meno in vista, ma presente in tutte le edicole cittadine, anche una pubblicazione mensile di cultura politica. Si tratta di una rivista di alto livello, con contributi internazionali, che si proponga di elaborare idee a vantaggio di chi la politica la fa e la segue.
Nel nostro sogno non può mancare la narrativa, l'arte, lo spettacolo e lo sport. In ognuno di questi settori ci accontenteremmo di annotare la presenza attiva di qualche compagno d'armi. Niente occupazione militare, ma una presenza questa sì che la pretenderemmo.
Il nostro sogno si chiude, infine, con la visione di una destra legittimata, onorata, discussa come è ovvio che sia, ma mai svillaneggiata; sulla quale non gravi alcun conflitto d'interesse ed in cui il fenomeno dell'adulazione è sconosciuto. Nel nostro sogno Emilio Fede per continuare a lavorare ha dovuto infatti riscriversi al PSI.
Florian