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  1. #21
    SENATORE di POL
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    Originally posted by Patrizio
    Inutile chiedersi perché un libercolo privo di qualunque valore intellettuale debba ricevere pari importanza di un capolavoro di Goethe o debba superare l’attenzione riservata ad un’opera di Gadamer: trattasi della Religione Olocaustica, e l’opera in questione appartiene agli anni della formazione della Patristica di detta religione. Ed essendoci stati imposti, dalla cricca mondialista, gli Ebrei come “Profeta” della nuova cultura, non si può mettere in questione la parola di tale Sommo Profeta, ma solo assumerla fideisticamente, mettendo disciplinatamente da parte le proprie facoltà critiche.

    Eichmann è stato fatto fuori dall'entità banditesca sionista in quanto testimone troppo scomodo dei rapporti tra organizzazioni sioniste e nazionalsocialiste in merito all'emigrazione ebraica in terra di Palestina, una delle fasi della "Soluzione Finale" (ovvero dell'emigrazione degli ebrei fuori dall'Europa verso una loro patria).
    Il resto, la storiella ufficiale, è quella che devono bersi i goyim.
    E' noto che vi furono contatti fra il regime hitleriano e taluni sionisti, è persino vero che vi furono sionisti d'estrema destra in palestina....che sostennero la causa tedesca considerandola utile alla propria...
    Se Israele ha giustiziato un criminale nazista genocida per nascondere questi fatti.....non c'è riuscito.
    Se infine NazionalSocialismo e Sionismo avavano IN GENERALE e in modo STRATEGICO interessi e obiettivi così convergenti ...i neo-nazisti dovrebbero tutt'ora sostenere la causa sionista e favorire l'ingresso in Palestina di tutti gli ebrei delle nazioni europee o di stirpe indo-germana. Perchè avviene il contrario? Perchè i nazistoidi si uniscono ai marxisti-leninisti e agli islamisti nel fomentare l'odio "antisionista"?

    I crimini contro l'umanità commessi dai gerarchi nazionalsocialisti sono infami, indifendibili e la loro punizione è dovere morale di tutti gli Stati del mondo, ad iniziare ovviamente dallo Stato d'Israele, in quanto stato del popolo che i nazionalsocialisti volevano integralmente eliminare dall'Europa e poi dal mondo.

    Shalom!

  2. #22
    Paul Atreides
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    Originally posted by Pieffebi


    E' noto che vi furono contatti fra il regime hitleriano e taluni sionisti, è persino vero che vi furono sionisti d'estrema destra in palestina....che sostennero la causa tedesca considerandola utile alla propria...
    Se Israele ha giustiziato un criminale nazista genocida per nascondere questi fatti.....non c'è riuscito.
    Se infine NazionalSocialismo e Sionismo avavano IN GENERALE e in modo STRATEGICO interessi e obiettivi così convergenti ...


    RE: esatto. I principali: lotta all'assimilazionismo, etnonazionalismo, socialismo nazionale


    i neo-nazisti dovrebbero tutt'ora sostenere la causa sionista e favorire l'ingresso in Palestina di tutti gli ebrei delle nazioni europee o di stirpe indo-germana. Perchè avviene il contrario? Perchè i nazistoidi si uniscono ai marxisti-leninisti e agli islamisti nel fomentare l'odio "antisionista"?


    RE: e le eccezioni non le contiamo?

    I crimini contro l'umanità commessi dai gerarchi nazionalsocialisti sono infami, indifendibili e la loro punizione è dovere morale di tutti gli Stati del mondo, ad iniziare ovviamente dallo Stato d'Israele, in quanto stato del popolo che i nazionalsocialisti volevano integralmente eliminare dall'Europa e poi dal mondo.

    RE: ma allora qui davvero si fa finta di cadere dalle nuvole. Ma se questo fosse vero, l'Haavarah-abkommen, ossia l'immigrazione agevolata degli ebrei in Palestina, come lo si spiega? E questo è giusto un esempio...
    Cioè, i nazionalsocialisti volevano eliminare integralmente gli ebrei e intanto li facevano emigrare (in modo agevolato in Palestina, addirittura coattivamente in altri stati!). Mah!
    Shalom!

    Saluti

  3. #23
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    Dai Pippo, non fare tu quello caduto dal pero : è chiaro che vanno indagati i tempi , le modalità di contatto e la rappresentatività dei vari gruppi . Dire che , siccome c' erano alcuni obiettivi comuni [[beh, "comuni" è troppo, diciamo non "contrastanti"]fino ad una certa data, allora è chiaro che lo sterminio e la sua pianificazione non sono compatibili , è di un semplicismo offensivo.


    Qualche tempo fa sono andato alla presentazione della nuova edizione del "Libro della memoria" di Liliana Picciotto Fargion.

    Ti allego la presentazione dell' opera come comparsa sull' Indice dei libri:

    PICCIOTTO FARGION, LILIANA, Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall'Italia (1943-1945), Mursia, 1991
    recensione di Bruzzone, A.M., da L'Indice 1991, n.09

    La speciale natura de Il libro della memoria si manifesta fin dalla copertina: due volti guardano il potenziale lettore, quelli di una sorridente bambinetta e di un pensoso adolescente, che il sottotitolo segnala immediatamente come vittime del programma di sterminio nazista. Lo spesso volume è composto in prevalenza di elenchi, centinaia e centinaia di donne e uomini di ogni età condannati a morire (si apprenderà poi, leggendo, il loro numero esatto: 8.869, di cui 7.860 deceduti), ciascuno dei quali è ricordato da sette-otto brevi fitte righe: della persona menzionata vengono forniti il cognome, il nome, il luogo e la data di nascita, le generalità dei genitori e dell'eventuale coniuge, l'ultima residenza conosciuta, notizie sull'arresto e sul percorso e le tappe della prigionia, e infine, per i deportati, la specificazione del Lager destinazione estrema e il giorno della morte (nei rari casi di sopravvivenza, giorno e luogo della liberazione), e, per i deceduti in Italia in seguito alla persecuzione, le cause dirette della fine e il luogo e la data in cui essa si compì. Sovente in chiusura si legge, per i primi: "Uccisa/o all'arrivo ad Auschwitz", e per i secondi: "Morta/o in eccidio, per mano tedesca".
    Sentito come "appello delle vittime alla nostra memoria e, insieme, recupero della loro individualità violata", come "atto di pietà e di giustizia", pietra ferma posata a sottrarre inoppugnabilmente la verità dei fatti falsificazioni minimizzatrici, il libro è l'esito di una lunghissima fatica che ha inizio nel 1944, in Roma liberata, e prosegue più tardi a cura del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) di Milano, e dal 1979 sotto la direzione dell'autrice. Scopi e metodi del lavoro si precisano e si completano nel corso degli anni: da una prima compilazione di elenchi dei dispersi dettata dall'urgenza - e perciò ancora poco sollecita del vaglio delle fonti - all'accentuazione dell'aspetto storico-anagrafico, e infine all'approfondimento del carattere più strettamente storiografico per la ricostruzione dell'"elenco completo ed esatto delle vittime, col reperimento di tutti i possibili documenti probatori ad esso relativi".
    Enormi gli ostacoli pratici da superare, per la scarsità o la mancanza di documenti. La deportazione degli ebrei rientra infatti in un progetto di annientamento di un intero popolo che doveva restare segreto: "Pagina gloriosa", la definì Himmler, "che però non sarà scritta". Delle vittime sarebbero dunque state cancellate anche le tracce, e la cancellazione fu attuata su larga scala all'avvicinarsi degli eserciti alleati. Per gli ebrei italiani, distrutti gli archivi della sede locale della Gestapo (si trovavano a Verona), fu necessario ricercare indizi e vestigia in documenti anomali, sparsi e sperduti - un bigliettino indirizzato a persone amate e lasciato cadere dal convoglio in partenza affidandolo alla carità degli ignoti che l'avessero trovato, una firma graffita sul muro di una cella -, e contemporaneamente far raccontare ogni testimone, setacciare con pazienza infinita, in Italia e all'estero, archivi e altre sedi che contenessero superstiti prove e documenti ufficiali, come resoconti del censimento della popolazione ebraica ordinato nel 1938 dalle autorità italiane, registri-matricola di carceri, ordini di traduzione in campi di raccolta, copie di 'Transportlisten' dei convogli per Auschwitz, e finalmente confrontare e vagliare il tutto. Inevitabilmente, nonostante il tempo e gli sforzi impiegati, sono rimaste zone buie: si calcola che agli elenchi stilati manchino dalle 900 alle 1.100 persone, e inoltre all'interno di parecchie delle vite ritrovate si aprono i vuoti di dati non rinvenuti.
    Il settore della ricerca confluito negli elenchi compone la seconda parte del volume: parte centrale non tanto per la collocazione quanto per le sue dimensioni e per il senso e il valore che possiede. E anche la parte che distingue il libro italiano della memoria da altri "libri-monumento" pubblicati altrove. Tre elenchi la formano: il primo comprende gli ebrei, italiani ma anche stranieri, deportati dall'Italia; il secondo gli ebrei deportati dai possedimenti italiani delle isole Egee; il terzo gli ebrei morti in Italia a causa della persecuzione antiebraica. Gli elenchi sono preceduti da una guida in cui si spiegano i principi seguiti nella loro compilazione (si apprende così che non furono inseriti in essi gli ebrei morti in Italia combattendo nella Resistenza, mentre sono presenti i non ebrei che volontariamente, per legami di affetto, accompagnarono i perseguitati nella loro sorte) e si forniscono tutti gli elementi che concorrono a collocare le storie individuali nello spazio specifico in cui si svolsero. La prima parte espone invece la storia generale della ricerca e di come la deportazione era organizzata e si effettuava, e la terza la storia del progetto nazista di soluzione finale, quale fu messo in atto nell'Italia occupata. Illustrato l'atteggiamento della chiesa, ossia da un lato il sostanziale silenzio di Pio XII sulla deportazione di più di mille ebrei romani razziati il 16 ottobre 1943 (i deportati giunsero ad Auschwitz la notte del 22, rimasero un intero giorno nei vagoni sigillati e il 23 furono selezionati e avviati al gas in una percentuale dell'89 per cento) e dall'altro il generoso aiuto dato da gran parte del clero cattolico, si comprova che il governo italiano era informato fin dal 1942 del genocidio in corso all'est, e si documenta particolareggiatamente l'intrecciarsi dell'operato delle autorità tedesche e di quelle della Repubblica sociale: in questo quadro la legislazione fascista antiebraica del 1938 appare, rispetto allo sterminio, come l'inizio di un processo in crescendo ma unico.

  4. #24
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    anche non negando le cifre dei morti quello che fa specie è che si vogliano presentare i deceduti di religione ebraica come "morti speciali", da commemorare con pompa ed onori, mentre si "dimenticano" allegramente molti milioni di esseri umani travolti dal turbine della guerra ma, sfortunatamente per loro, appartenenti ad altre religioni ed etnie.

  5. #25
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    Originally posted by Felix
    anche non negando le cifre dei morti quello che fa specie è che si vogliano presentare i deceduti di religione ebraica come "morti speciali", da commemorare con pompa ed onori, mentre si "dimenticano" allegramente molti milioni di esseri umani travolti dal turbine della guerra ma, sfortunatamente per loro, appartenenti ad altre religioni ed etnie.
    Ci sono elementi della Shoàh che la rendono un apax. [Molti grandi storici lo ritengono, almeno].

    Non sono "morti speciali". E' la morte che è stata " una morte speciale".

    b.

  6. #26
    Paul Atreides
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    X babar

    Io distinguo due aspetti

    Uno è rappresentato dalle affinità ideologiche tra sionismo e nazionalsocialismo. Ed è questa la cosa che m'interessa, di per sé (punto essenziale), approfondire particolarmente, a prescindere, quindi, dalla "quaestio" sull'olocausto

    L'altro è inserire la politica filosionista del nazionalsocialismo nella querelle olocaustica. E questo è un dato secondario, ossia è solo una tessera in un mosaico molto più vasto. In merito a questo secondo aspetto, la politica di emigrazione degli ebrei contrasta con l'idea dello sterminio meditato "ab initio" e per di più "integrale". E non a caso proprio questa indiscutibile politica (+ piano Madagascar ecc), ha fatto sì che la scuola "intenzionalista" perdesse sempre più terreno. Ora, la cosa potrà anche essere semplice (tu dici semplicistica) ma è così (al riguardo ti consiglio C. Browning, "Procedure finali", Einaudi, 2001).

    PS. "A latere" ti consiglio anche un libro che revisiona il presunto sterminio degli zingari. Trattasi di G. Lewy, "La persecuzione nazista degli zingari", Einaudi, 2002.

    Ciao

  7. #27
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    Originally posted by Felix
    quello che fa specie è che si vogliano presentare i deceduti di religione ebraica come "morti speciali", da commemorare con pompa ed onori, mentre si "dimenticano" allegramente molti milioni di esseri umani travolti dal turbine della guerra ma, sfortunatamente per loro, appartenenti ad altre religioni ed etnie.
    Come dire che la vittima di un omicidio volontario e premeditato e quella di un incidente stradale sono sullo stesso piano.

  8. #28
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    X cristina:
    quando vorrai discutere con chi sostiene, in maniera corretta, le tesi revisionistiche, saremo contenti di avere anche te come interlocutrice.

    x babar:
    nessun attacco isterico. Come vedi sono e rimango calmissimo. Mi sa che preda dell'isteria lo è qualcun altro, qualcuno - per esempio - che ha esordito calunniando e insultando pesantemente (si veda l'inizio del thread).
    Per quanto riguarda il tuo libro sulla Negazione, come al solito si parla di tutte le negazioni tranne quella delle "camere a gas" e della tesi "Soluzione Finale=sterminio". E' inutile girarci attorno e filosofeggiare/moraleggiare. Esiste o no l'arma del delitto? E' sostenibile o no la tesi "Soluzione Finale=sterminio"? L'unica maniera di saperlo, è studiarlo. Non c'è "ma" che tenga.

    La vicenda di Eichmann, personaggio chiave della collaborazione hitlero-sionista per il piano nazionalista di non-assimilazione e separazione dei due popoli con l'emigrazione degli ebrei tedeschi in Palestina, contrasta fortemente - come ha bene rilevato Paul Atreides - con la tesi di cui sopra.
    E' giocoforza che la si studi.
    Io personalmente non ritengo di avere alcun "pregiudizio" o viziatura politica. Sono pronto ad ammettere qualunque brutalità commessa dal nazionalsocialismo. Ma ad avallare menzogne di parte, per il fatto che ormai sono acclamate come "la versione ufficiale (ed unica consentita)", questo non me lo puoi chiedere.

    Saluti.

  9. #29
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    Infatti i revisionisti non si sognano di negare che vi siano state persecuzioni ai danni degli ebrei, o che, nelle intenzioni del governo nazionalsocialista, la Germania dovesse diventare judenfrei... In virtù di solidissime argomentazioni di ordine fisico, chimico, demografico, ecc. sosteniamo, invece, che:

    1) Non esiste uno straccio di prova che il Terzo Reich perseguisse l'obiettivo dello sterminio sistematico degli ebrei. Al contrario, esistono fior di documenti che dimostrano come l'intento della Germania (in perfetta collaborazione con i gruppi sionisti...) fosse, da tempo, l'allontanamento degli ebrei dall'Europa, per consentire loro la fondazione dello stato di Israele (questo il significato dell'espressione Die Endlösung der Judenfrage, erroneamente intesa come "sterminio di massa"). Non a caso, i campi di concentramento erano gestiti dagli stessi ebrei concentrati (i "Kapo" = Kameraden Polizei).

    2) Non esiste uno straccio di prova che, a tale scopo, fossero usate le "camere a gas", delle quali, vista la loro struttura (provate a paragonarla con quella delle vere camere a gas americane...), non si comprende, anzi, quali potesse essere il funzionamento, per uno scopo diverso dalla disinfestazione.
    In altre parole, in una "camera a gas" tedesca non sarebbe stato possibile gasare nessuno senza:

    a) ammazzare anche quelli che stavano fuori, visto che non erano locali a chiusura ermetica;

    b) saltare in aria, visto che si utilizzava (in dosi massicce, secondo i dogmi degli sterminazionisti...) un gas altamente tossico ed esplosivo come lo Zyklon B. Pensa che ci fu un periodo in cui gli USA volevano eliminare le loro camere a gas (autentiche, e sicurissime a paragone di "quelle" tedesche), perché ritenute troppo pericolose per i boia!
    Eppure in certi "documenti" si legge che, subito dopo le "gasazioni", i soldatacci nazisti entravano e, a mani nude e con la sigaretta accesa (sic!), trascinavano via i cadaveri...
    Fosse vera una cosa del genere, oltre a sei milioni di ebrei sarebbero morti, nei campi, almeno diciotto milioni di tedeschi...

    La prima cosa in una indagine per omicidio è trovare l'arma del delitto, ma non mi parte che gli storici sterminazionisti l'abbiano mai trovata... forse nella loro fantasia perversa.

    Per essere ancora più chiaro, questa è la foto della porta della camera a gas (vera) che funzionava presso il penitenziario di Baltimora (USA)...



    E queste sono le foto delle porte di entrata e di uscita della presunta camera a gas di Auschwitz... Sono di legno (di cui una con il vetro...) e con fili elettrici che passano accanto... Ogni ulteriore commento è superfluo...

    2010:

  10. #30
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    Originally posted by Ichthys
    In virtù di solidissime argomentazioni di ordine chimico,
    Il rapporto leuchter ? Buahahah


    Originally posted by Ichthys

    demografico
    Buahahahhh

    Niente di nuovo sul fronte occidentale. Prosegue implacabile l' artamanizzazione di questo forum.

    Due palle

    b.

 

 
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