Da il Nuovo.
Maroni: "Gli immigrati potranno votare"
Cade un tabù leghista. Il ministro del welfare "apre" sul voto agli extracomunitari. Ma solo per le amministrative e non le politiche. "Ma bisognerà essere regolari e inseriti in un percorso di integrazione".
ROMA - Se non è una rivoluzione copernicana, poco ci manca. Un leghista - uno dei più importanti - dice chiaro e tondo: non è uno scandalo ipotizzare che gli immigrati un domani possano votare. Parola di Roberto Maroni, ministro del Welfare, che oggi alla Bocconi di Milano, parlando di "città multietnica" ha infranto un vero e proprio tabù per il popolo del Carroccio.
Anche se, immediatamente dopo aver lanciato il sasso, si è premurato di porre confini e paletti a una proposta che sicuramente farà discutere. Innanzitutto, ma questo è ovvio, gli immigrati che potranno varcare la soglia dei seggi elettorali dovranno essere regolari. Regolari, ben s'intende, come prevede la nuova legge Bossi-Fini che ha stretto notevolmente le maglie per ottenere il permesso di soggiorno.
Poi, aggiunge Maroni, non potranno votare per le elezioni politiche. E anche in questo caso si può ben capire la posizione del titolare di uno dei dicasteri più travagliati del momento: per votare per Camera e Senato c'è un requisito minimo, che è quello di essere cittadini italiani. Dove gli immigrati potranno invece esprimere democraticamente la propria preferenza politica sarà alle amministrative: potranno cioè difre la loro nella compunità di riferimento, quella che li ha accolti.
Il tutto all'interno, spiega ancora Maroni, "all'interno di un percorso di integrazione, con tutte le garanzie del caso''.
(21 GIUGNO 2002; ORE 178)
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Ormai non c'è limite al peggio.