Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Battaglia per il Proporzionale

    da "La Discussione"

    ROMA - Avvicinare la politica alla gente, favorire la valorizzazione della coalizione e, nello stesso tempo, anche la difesa dell’identità dei singoli partiti politici, nell’interesse dei cittadini e nel segno sempre di una politica intesa al servizio della gente. Questo l’obiettivo di fondo che ha unito alcuni parlamentari e non solo in uno schieramento “trasversale” che ha appoggiato la proposta per l’abolizione del maggioritario per le elezioni politiche in favore di una legge basata sul modello del “Tatarellum” in vigore per le regionali. Uniti per questo obiettivo sono in tanti e tra questi anche chi, come Raffaele Costa per esempio, hanno sempre creduto nel maggioritario ma che ora si sono “convertiti alla norma Pisicchio”. Gianfranco Rotondi, amministratore del Cdu e candidato alla segreteria nazionale dell’Udc ha inviato ai Presidenti dei gruppi parlamentari Volontè e D’Onofrio una lettera. «Gentili Presidenti - si legge nel documento - affido alla consueta disponibilità una richiesta di convocazione di una riunione congiunta dei gruppi Udc su un tema specifico: la riforma della legge elettorale per la Camera dei deputati in senso proporzionale e su modello di legge regionale. Una scelta proporzionalista - aggiunge Rotondi nel documento - è parte integrante dell’identità del futuro partito Udc». L’auspicio di Rotondi è dunque che la proposta diventi dell’Udc. «Aspettiamo - dice - che l’Udc si riunisca e vogliamo fare in modo che questa sia la nostra proposta politica e da questa dovrà nascere un fecondo dibattito». A spiegare bene i termini del progetto di legge interviene Pino Pisicchio, dell’Ulivo. «La proposta ricalca il sistema elettorale in vigore alla regione, con un sistema proporzionale ma con un forte premio di maggioranza per la coalizione vincente che io situo intorno al 12% con voto di preferenza e soglia di sbarramento al 4%, superabile se vi è il collegamento con la coalizione». Con queste parole Pisicchio illustra la proposta di tornare al proporzionale che ha avuto nei giorni scorsi un forte consenso negli ambienti politici. «Abbiamo voluto lanciare il sasso in uno stagno prendendo atto di un’assoluta imperfezione della legge elettorale - aggiunge Pisicchio - che da un lato ancora trascina il dramma dei 14 seggi ancora non assegnati, e dall’altro poi ha il grande elemento di sfavore di mettere tutte le scelte nelle mani degli oligarchi di partito. Cioè di quelli che designano le candidature senza tenere in considerazione la sensibilità che può avere il territorio rispetto a quelle candidature». Una proposta che, secondo Pisicchio e gli altri firmatari Antonio Di Pietro, Clemente Mastella (Udeur), Marco Rizzo (Pdci), Gianfranco Rotondi (Udc), Raffaele Costa (Fi) e Francesco Giordano (Prc) lascia intatte, da una parte, le identità di partito dall’altro poi valorizza anche le coalizioni, dando sostanziale aiuto alle maggioranza, così come avviene oggi alle Regioni. Lo strumento, dunque, si rivela particolarmente valido e utile soprattutto in un contesto in cui in Italia abbiamo otto sistemi elettorali in vigore. Salvo che nella legge per il Senato e per la Camera tutto il resto, tutte le altre sette formule hanno dentro un principio proporzionale. E quindi «non si capisce perchè poi non si prenda una decisione di uniformare - aggiunge Pisicchio - il sistema elettorale. Facendo una scelta che rimetta lo scettro nelle mani dei cittadini. Del resto anche i girotondi organizzati da Moretti sconfessano una classe dirigente, nella quale evidentemente non si riconosce. In questi ultimi anni - conclude Pisicchio - si è rotto il rapporto tra rappresentanza e consenso. Rapporto che noi vogliamo riportare in vita». La proposta ha convinto anche chi è sempre stato favorevole al maggioritario. «La norma mi sembra convincente - spiega Raffaele Costa, di Fi - soprattutto perchè questa forma ci consentirebbe di eliminare i grandi marchesati dei partiti a piazzare il loro uomo senza tenere conto del radicamento nel territorio del candidato. E quindi diventa una sorta di “finto uninominale”. Tanti sono gli elementi da considerare, ma è un modo per avvicinare i cittadini alla politica».

    Giulia Salvatori

  2. #2
    brescianofobo
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    Paura di perdere le prossime elezioni, eh?

    Chi è che parlava di "religione del maggioritario" una volta?

  3. #3
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    Noi ex dc siamo sempre stati per il proporzionale.

  4. #4
    brescianofobo
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    Originally posted by Lepanto
    Noi ex dc siamo sempre stati per il proporzionale.
    E come mai si è poi passati a furor di popolo al maggioritario?

    Mi ricordo benissimo che si diceva che il proporzionale allontanava i cittadini dalla politica.

    Ora dicono che li riavvicina.

    Tutte balle perchè sapete che con il maggioritario non avreste scampo la prossima volta.

  5. #5
    Nihil.
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    In effetti Berlusconi ha cambiato idea cinque volte cinque sul sistema elettorale [ora professa, ahimè, il culto del proporzionale]..
    L'ideale sarebbe il maggioritario britannico con partiti [non fronti!] contrapposti.
    Un passaggio intermedio di proporzionale con sbarramento alto [un 7% ad es.] e premio di maggioranza relativa [non assoluta, così evitando fronti] potrebbe avere gli stessi risultati.
    Parlamento per esprimere governabilità versus Parlamento come perfetta rappresentanza [per sgovernare nella più totale irresponsabilità].

    p.s. Lepanto, quali ex DC?! Uno come Casini, ad es., non è mai stato per il proporzionale.
    E comunque, ti piaccia o no, nel '93 c'è stato un referendum elettorale.

  6. #6
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    Il passaggio è avvenuto in un momento storico in cui gli ex dc erano stati messi all'angolo. I fautori della riforma elettorale furono i famosi "referendari" guidati da Mariotto Segni e appoggiati dal Pds di Occhetto.

  7. #7
    brescianofobo
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    Originally posted by Lepanto
    Il passaggio è avvenuto in un momento storico in cui gli ex dc erano stati messi all'angolo. I fautori della riforma elettorale furono i famosi "referendari" guidati da Mariotto Segni e appoggiati dal Pds di Occhetto.
    E come avevano votato gli ex- dc? Quanti parlamentari avevano? Come è andato il referendum?

  8. #8
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    Il referendum venne vinto dal "Sì". I rimasugli della Dc poterono fare ben poco per arginare i referendari di Segni e in generale l'ingovernabile, ma per certi versi giusta, voglia di rinnovamento che determinò insieme ad altri fattori la fine della prima repubblica. Il maggioritario è figlio di quella volontà di rinnovamento che ci fece approdare alla seconda repubblica. L'importante in quel periodo era cambiare, era abbattere il vecchio sistema e dunque, erroneamente, il proporzionale venne identificato come causa dei mali della democrazia italiana.

  9. #9
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    Predefinito Brunik

    Tu puoi portare tutti i razionali che vuoi, tanto hanno sempre ragione loro. Non te ne sei accorto?

  10. #10
    Azzurro
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    Maggioritario alla camera ma scheda unica e non doppia, niente scorporo e sbarramento al 5% per la quota proporzionale, il nome del premier indicato sulla scheda.

 

 

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