(Da un'intervista a Susan Sontag)
Dal suicidio dell’impero sovietico, l’impero americano ha fatto il possibile per inventarsi un nuovo nemico, che non poteva identificare in un paese, sempre troppo piccolo davanti alla superpotenza. Per essere credibile il nemico doveva essere transnazionale, tale da giustificare la presenza americana e delle basi americane in tutto il mondo. Così si scoprì la droga e si mise in moto la guerra alla droga. Poca cosa: non s’andava oltre la Colombia, le Filippine, l’Afghanistan. L’11 settembre è stato il più grande regalo a un gruppo di potere che si è riconosciuto nell’amministrazione Bush, un gruppo che stava all’estrema destra e che adesso si è ricollocato al centro, scalzando il centro di Clinton che sembra diventato l’estrema sinistra. La parola terrorista può funzionare come in passato funzionava la parola comunista. Ovunque, in qualsiasi angolo del pianeta, si possono nascondere cellule terroriste. Un nuovo attacco alimenterebbe quello che Bush suggerisce, cioè l’immagine di uno stato assediato, di un fortino circondato, e giustificherebbe la militarizzazione che protegge dall’attacco e che restringe gli spazi di ogni opposizione democratica, di ogni discussione. Quando, dopo l’11 settembre, scrissi un articolo invitando a riflettere sulle ragioni di quell’atto, perché - dicevo - non bisogna giustificare, ma si deve tentare di capire, venni insultata e qualcuno invitò persino le autorità a deportarmi. Deportarmi per aver scritto solo cose di buon senso e della minaccia di gente che usa la religione come un’arma ideologica. Il problema grave è quello di una modernità nostra che non funziona ovunque allo stesso modo e che per molti paesi è diventata un oltraggio. Credo che per paesi così il linguaggio della Jihad possa risultare assai attraente. Credo che una buona via per capire la loro antimodernità (e l’uso della religione) sia la condizione della donna. In compenso a chi sta contro piacciono le semplificazioni, che annullano i problemi o li classificano sotto una stessa voce, il nemico necessario. Ci sono libri che hanno fatto la loro fortuna semplificando l’attacco dell’11 settembre...
Faccia qualche nome, per capire...
Lei è gentile. Non mi chieda tanto.
Già, troppo chiasso...
In Europa vale di fronte all’immigrazione. In America è altra cosa, non ha lo stesso peso simbolico, perché l’America è un paese disegnato dall’immigrazione. Ma l’immigrazione in Europa è il fantasma di un pericolo, l’invenzione simbolica di un’emergenza che fugge la politica...
Un nemico per ESISTERE!