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    brescianofobo
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    Predefinito Un'altra notte di terrore in Padania: i vandali padanogeni stanno spaccando tutto.

    AIUTO! SPACCANO VETRINE, INCENDIANO CASSONETTI, LANCIANO SASSI DAI CAVALCAVIA. I PADANOGENI STANNO IMPAZZENDO

    I lassisti al governo muti come pesci. Hanno cose più importranti da fare.

    Beninteso, io non sono un razzista padanofobo. Conosco anche molti padani che lavorano di giorno e dormono di notte. A loro va il mio rispetto.

    MA I PADANOGENI CHE NON FANNO UN KAZZO DALLA MATTINA ALLA SERA E DI NOTTE SI DIVERTONO A SPACCARE SU TUTTO LI PRENDEREI A CALCI NEL SEDERE E LI MANDEREI A ROMA, A CASA DI BOSSI.

    PERCHE' NON SE LI TIENE A CASA SUA E LI LASCIA QUI A NOI?

    E' PER QUESTO CHE E' SCAPPATO DALLA PADANIA?

    <body bgcolor=white text=black link=blue vlink=purple alink=red><table border=1><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=5><B>Raid vandalico contro le cabine<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>I vetri dei telefoni pubblici mandati in frantumi a sassate<br> La zona del parco Parri nel mirino dei teppisti notturni<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><br> s. ro.<br> </FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> VIGEVANO. Il parco Parri e le zone circostanti ancora nel mirino dei vandali: l'altra notte sono state distrutte le due cabine telefoniche sul piazzale della fiera e lungo il naviglio. Da poco risistemato, il polmone verde del centro di Vigevano deve pagare ancora una volta lo scotto dei raid notturni. Contro il ripetersi degli atti vandalici le forze dell'ordine hanno aumentato la sorveglianza.<br> Il raid è stato compiuto con ogni probabilità nelle prime ore del mattino. I vandali hanno mandato in fratumi tutti i vetri delle cabine rendendole di fatto inutilizzabili ma non si sono accaniti sugli apparecchi. Questa circostanza, sommata al fatto che attorno alle cabine distrutte non siano state trovate spranghe o altri oggetti contundenti, lascia supporre che i vandali abbiano utilizzato dei sassi oppure delle biglie d'acciaio lanciate con una fionda. I vigili urbani, avvisati in mattinata dai residenti, stanno comunque tentando di accertare la dinamica dell'episodio per individuare i responsabili. Se dovessere essere scoperti, richiano una denuncia per danneggiamenti e anche di dover risarcire il danno causato alla compagnia telefonica che gestisce le cabine pubbliche. Resta il fatto che il parco Parri e le zone circostanti sono ancora nel mirino di vandali e teppisti che, nel corso degli ultimi mesi, hanno causato danni per diverse migliaia di euro. Pochi mesi fa a pagare lo scotto furono le panchine, appena installate all'interno del parco, divelte probabilmente con paranchini o piedi di porco. L'episodio più grave, tuttavia, resta quello dell'inquinamento del laghetto che risale allo scorso mese di settembre. In quel caso non furono semplici vandali ad agire, ma qualcuno intenzionato a smaltire abusivamente oli da officina che, al contrario avrebbe dovuto consegnare ai consorzi obbligatori di smaltimento.<br></FONT></td></tr><tr><td width=977><h1><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica">Giornale del Popolo</FONT></h1><p><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica">Edizione del 26/06/2002</FONT></p><p><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica"><B>Mendrisiotto</B></FONT></p><p><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica"><I>Il Municipio di Morbio sporge denuncia contro ignoti e sensibilizza le famiglie</I></FONT></p><h2><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica">Vandalismi: «Ora basta!»</FONT></h2><p><FONT face="Rockwell-Light, Arial, Helvetica">Lo scenario che si è presentato non è tanto peggiore rispetto agli altri episodi di vandalismo che negli ultimi anni si sono verificati a Morbio Inferiore. Ma il Municipio ha deciso di informare l'opinione pubblica inviando alla stampa la descrizione di quanto capitato corredata da diverse foto che riproduciamo a lato. Lo scopo? Sensibilizzare genitori e figli al problema. Le strutture danneggiate sono di tutti e - questa volta - ad avere la peggio sono stati anche degli alberi.<br> «Come spesso accaduto negli scorsi anni, l'arrivo delle vacanze scolastiche ha coinciso negli scorsi giorni con il verificarsi di diversi atti di vandalismo compiuti da gruppi di giovani a danno di strutture pubbliche di proprietà del Comune». Questa la premessa cui la Cancelleria del Comune fa seguire una descrizione più dettagliata: «Le bravate compiute da gruppi di giovani, dopo che nel passato si erano rivolte a WC, cartelli stradali, specchi stradali, tombini, lampioni, lampioni, cestini, ecc., si sono ora accanite su due piante ed un gioco a molla del parco giochi presso il campo sportivo. Lo scenario del giorno dopo non è diverso da quello di decine di altri episodi simili: bottiglie rotte, resti di “additivi” per il fumo, disordine e, come detto, qualcosa di rotto». Come normalmente avviene in questi casi, il Municipio ha sporto denuncia contro ignoti.<br> Complessivamente negli scorsi anni il Comune ha già speso oltre 40 mila franchi per porre rimedio ai danni provocati da vandalismi. Attraverso questa comunicazione agli organi di informazione e le relative fotografie, l'Esecutivo desidera perciò sensibilizzare i genitori e la popolazione tutta su questa problematica, nella convinzione che solamente con l'impegno di tutti i cittadini nella prevenzione e nella tempestiva denuncia di questo genere di episodi sarà possibile preservare da inutili danneggiamenti delle infrastrutture che sono, in definitiva, proprietà di tutti. Parlarne, prendere coscienza e magari anche scoprire chi compie tali danni, potrebbe porre un freno agli episodi dei «soliti ignoti».<br> (pz)</FONT></p></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=5><B>Piscina, vandali nella notte<br> causano danni per 2 mila euro</B><br> </FONT><br> <FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> Vandali notturni hanno colpito ancora all’impiamto base di Codroipo. Questa volta è stata presa di mira la piscina comunale e la sua recintazione.<br> Inoltre sono stati imbrattati con scritte varie i muri esterni del complesso natatorio. Il danno si aggira sui 2mila (circa 4 milioni delle vecchie lire).<br> I responsabili della gestione della struttura hanno denunciato l’episodio alla locale stazione dei carabinieri. I danni maggiori sono stati arrecati al recinto che è stato completamente divelto e che si dovrà sostituire integralmente. All’ingresso dell'impianto, usando uno spray, gli ignoti autori della bravata hanno tracciato delle scritte senza senso. L’impianto base è diventato il luogo più colpito da questi vandalismi. Nella scorsa stagione estiva addirittura un gruppo di ragazzini è stato sorpreso a compiere atti di vandalismo, facendo scattare l’allarme con l’intervento dei carabinieri. Dieci di loro furono accompagnati in caserma e sottoposti a interrogatorio. Alla fine due furono denunciati e la mano dei tutori dell’ordine non fu pesante perchè nella gran parte dei casi si trattava di minorenni. Ma ci sono altri episodi che hanno movimentato la cronaca nel passato. Va ricordato quando degli studenti furono sorpresi mentre imbrattavano le strutture. Le autorità scolastiche, d’ac- cordo con l’amministrazione civica, allora diretta dal sindaco Giancarlo Tonutti, li indusse a ripulire quello che avevano sporcato. Per altri atti si rimase impotenti in quanto i malitenzionati agirono di notte, quando nessuno li vedeva e così, indisturbati, hanno più di una volta demolito la recinzione dell’impianto, costringendo il Comune ha cambiarla completamente con una più alta.<br> <br></FONT></td></tr><tr><td width=977><p align=justify><FONT face=Verdana size=2><B>Porlezza<br> Danneggiato dai vandali, sarà riparato a cura della Provincia, ma nessuno sa quando<br> Il battello-spazzino non va<br> È ancora in secca, fuori uso a tempo indeterminato</B></FONT></p><table cellspacing=6 border=0><tbody><tr><td valign=top><img hspace=3 src=http://194.184.61.77/PolComo/20020626/immagini/CO2606_LAGO01_F01.jpg align=top border=0></td><td valign=top><FONT face=verdana size=1>Il battello-spazzino di Porlezza “ormeggiato” nell’erba. Danneggiato dai vandali, sembra abbandonato al suo destino. Ma l’Amministrazione provinciale smentisce foto Selva</FONT></td></tr></tbody></table><p align=justify><FONT face=verdana size=1>PORLEZZA L’unico battello spazzino del Ceresio è da tempo in secca in uno spazio comunale, in uno stato di apparente abbandono. L'annotazione diventa spunto di perplessità e interrogativi per i proprietari di barche che frequentano le acque locali. In un bacino caratterizzato da scarso ricambio di acqua, il natante è stato previsto negli anni scorsi dall'Amministrazione provinciale con una duplice funzione, ecologica e turistica: come mai, con l'estate ufficialmente avviata, non è ancora attivo e si presenta addirittura in uno stato che ne preclude un recupero immediato? «I vandali sono arrivati anche lì - denuncia il sindaco del paese, Gerardo Scappatura -. Dopo diverse strutture pubbliche comunali, anche il battello spazzino è stato preso di mira da anonimi col vizio della distruzione fine a se stessa. Anche l'Amministrazione provinciale ne ha preso atto, riservandosi di valutare il da farsi». Come dire che non è chiaro quando mai il battello potra tornare in funzione, peraltro quantomai necessaria. Qualcuno arriva addirittura ad insinuare che la situazione attuale di inutilizzo possa essere la conseguenza di una presa d'atto degli elevati costi di gestione del mezzo, ma da Villa Saporiti arriva una smentita puntuale e categorica: «Il battello spazzino è in secca per semplice necessità di manutenzione - spiega il geometra Gianni Sala , tecnico del Settore ecologia -. E' stato oggetto di atti di vandalismo, che ne hanno ritardato la messa in acqua». Preso di mira nello spazio messo a disposizione dal Comune di Porlezza per la stagione invernale, il battello ha subito la distruzione dei comandi, compresi i manometri, dispositivi fondamentali per la funzione di anfibio. E' questo, in definitiva, il motivo per cui l'imbarcazione non è potuta ancora scendere in acqua per svolgere la sua preziosa funzione. A quando la riattivazione? In Amministrazione provinciale si limitano a dire che le opportune riparazioni verranno effettuate al più presto, ma un pronostico anche approssimativo non lo azzarda nessuno. Gianpiero Riva</FONT><br></p></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=5><B>Aumentano gli atti vandalici<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Negozianti bersagliati: un altro segnale preoccupante<br> </B></FONT><br> <FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> È dal 1999 che la Confcommercio cerca di studiare in tutta Italia l’evolversi della criminalità. Grazie alla massa di dati raccolti sono state chiaramente individuate le categorie più a rischio: tabaccherie, distributori di carburanti e gioiellerie. Sono questi i commercianti che più di tutti subiscono furti e rapine. In Friuli la situazione non cambia. Nella nostra provincia, però, diventa più difficile inquadrare i fenomeni dal punto di vista statistico, dato che i commercianti non rispondono ai questionari che la Confcommercio invia puntualmente per cercare di monitorare le attività criminali. Su 6.500 commercianti contattati soltanto 43 hanno risposto, in forma rigorosamente anonima. Il presidente provinciale dell’Ascom Claudio Ferri ha già interpretato questo silenzio, affermando che i commercianti hanno paura delle possibili ritorsioni degli usurai. E questa impressione del presidente sembra in qualche modo confermata anche dai pochi dati in possesso dell’Ascom e soprattutto dal confronto con i numeri degli scorsi anni. Dal 1999 a oggi si registra infatti un considerevole aumento degli atti vandalici ai danni dei negozianti. Tutto ciò potrebbe significare che sempre più spesso avvengono intimidazioni nei confronti dei commercianti. Nel 1999 aveva subìto atti vandalici il 12,5% dei commercianti che avevano risposto al questionario. Nel 2000 la percentuale è salita al 37,5%; nel 2001 il dato è arrivato al 50%. Nel primo trimestre di quest’anno siamo già al 12,5%.<br> Sempre secondo i dati statistici in possesso della Confcommercio, risulta che a livello nazionale il 40% degli operatori commerciali è stato vittima, almeno una volta, di racket e usura.<br> Dato che a livello locale il sondaggio ha avuto una risposta così limitata, l’Ascom si è ripromessa di intraprendere un’ulteriore indagine conoscitiva in ambiti mandamentali, in modo da comprendere più da vicino la diffusione territoriale del fenomeno.</FONT></td></tr><tr><td width=977><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr><td bgcolor=#000099><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B><FONT color=#ffffff>MERANO</FONT></B></FONT></td></tr></tbody></table><table cellspacing=0 cellpadding=8 width=100% border=0><tbody><tr><td><table cellspacing=2 cellpadding=0 width=25% align=right border=0><tbody><tr><td>&nbsp;</td></tr><tr><td><FONT face="Arial, Helvetica, sans-serif" size=1><img src=http://www.altoadige.quotidianiespresso.it/altoadige/arch_26/bolzano/merano/am102_01.jpg><br> Curiosi sotto i Portici inferiori davanti ai cristalli infranti della vetrina del negozio di scarpe<br></FONT></td></tr></tbody></table><div align=left><FONT face="Arial, Helvetica, sans-serif" size=2><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Manda in frantumi vetrina di scarpe sotto i Portici<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Giovane venostanto ubriaco se la prende col negozio di Helmut Wielander<br> </B></FONT><br> <FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> MERANO. Vetrina in frantumi, ieri notte, sotto i Portici inferiori. Quella del negozio di calzature e borse di Helmut Wielander.<br> Era passata da poco la mezzanotte quando la tranquillità del centro storico è stata interrotta dal fragore del cristallo che andava in mille pezzi. L'autore è stato ritrovato, poco dopo, ubriaco fradicio e sanguinante, in Via Cassa di Risparmio. Si tratta del 28enne di Laces T.U. che è stato denunciato per tentato furto aggravato.<br> Il rapido intervento dei vigilantes della Ronda Atesina e dei carabinieri della stazione di Scena ha evitato che trenta paia di scarpe di lusso, per un valore di oltre quattromila euro, prendesse il volo.<br> Sconsolato davanti al disastro il titolare dell'esercizio commerciale che solo al mattino ha appreso della spaccata. Il conto del vetraio andrà a carico della compagnia assicurativa con la quale ha sottoscritto una polizza contro gli atti vandalici, ma nessuno rimborserà il valore di alcune paia di scarpe che sotto la pioggia di taglienti frammenti di cristallo hanno subito danni irreparabili.<br> Oggetto di indagine anche il periodo che ha preceduto l'atto vandalico. A quanto pare T.U. sarebbe stato selvaggiamente picchiato da mani ignote.<br> <br></FONT></FONT></div></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>CARTURA<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Vandali nell'azienda dell'artigiano Ravenna<br> Un escavatore è stato distrutto dalle fiamme<br> </B></FONT><br> <FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> CARTURA. Quando è arrivato nell'officina ha trovato la macchina operatrice che ancora fumava. Durante la notte qualcuno era entrato nel cortile della ditta e aveva cosparso di liquido infiammabile l'escavatore, che da tempo era in riparazione, e aveva appiccato il fuoco.<br> Si tratta probabilmente di un gesto vandalico, in quanto Roberto Ravenna, cinquantaseienne artigiano di Cartura, non ha mai ricevuto minacce né richieste estorsive. Il mezzo, comunque, è stato posto sotto sequestro, e i carabinieri di Conselve stanno effettuando indagini.<br> La macchina operatrice è di proprietà di un imprenditore edile, che da tempo l'aveva portata in riparazione nell'officina meccanica di Ravenna, che si trova in viale dell'Industria, a Cartura. Essendo il lavoro troppo costoso, non era mai stato portato a termine. Così l'escavatore era rimasto parcheggiato nel cortile. Ora sono arrivati gli incendiari, che l'hanno danneggiato definitivamente.<br> Le fiamme, infatti, hanno completamente distrutto la cabina dei comandi e la ruota posteriore destra, provocando un danno di circa tremila euro, coperto da assicurazione.<br> L'incendio si è verificato nella notte tra domenica e lunedì, e non ha avuto testimoni. L'artigiano se n'è accorto la mattina dopo, quando si è recato al lavoro, e ha trovato il mezzo che ancora fumava. Ha chiamato i vigili del fuoco, che hanno spento completamente il rogo.<br> Non ci sono dubbi, comunque, sull'origine dolosa, in quanto la macchina operatrice aveva ormai la batteria scarica, quindi incompatibile con un corto circuito.<br></FONT></td></tr><tr><td width=977><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr><td valign=center align=left width=5%></td><td valign=center align=left width=40%><table bordercolor=#000000 height=30 cellspacing=0 width=188 bgcolor=#018339 border=2 celpadding=5><tbody><tr><td valign=center align=middle><SPAN class=a13><FONT color=#ffffff><B>CREMA</B></FONT></SPAN></td></tr></tbody></table></td><td valign=center align=left width=55%><SPAN class=a14>Edizione del 26/06/2002</SPAN></td></tr></tbody></table><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr><td valign=center align=left width=5%>&nbsp;</td><td valign=top align=left width=95%><SPAN class=v10><br> <br></SPAN><p align=justify><SPAN class=a14><I>Verde in città. Numerose le oasi di pace ma tenute male</I><br> <br> </SPAN><SPAN class=a20><B>Porta Serio, vandali in azione Parco Bonaldi, erba troppo alta</B><br> <br> </SPAN><SPAN class=a16>di Dario Dolci Sono oasi di pace e di refrigerio, punto di incontro per pensionati, casalinghe, mamme e bambini. Durante la bella stagione sono presi d’assalto, al punto che le panchine non bastano mai. Se i frequentatori abbondano, tuttavia, non mancano neppure i problemi, che gli stessi cittadini segnalano con un pizzico di fastidio. Le critiche maggiori arrivano dai giardini di Porta Serio, seguiti da quelli del Parco Bonaldi, Campo di Marte, Parco Chiappa e via Pavese.<br> Le panchine e le aiuole solitamente ben curate, le ampie zone d’ombra ed il ruscello che li attraversa fanno dei giardini di Porta Serio un luogo molto frequentato ed accogliente. Tuttavia, dal fossato vengono spesso ‘pescate’ decine di bottiglie di vetro vuote, che i soliti maleducati gettano in acqua anzichè negli appositi contenitori. Capita che ogni tanto vengano a galla anche posacenere sottratti al vicino pub e, come è accaduto la scorsa settimana, batterie d’auto. Gli ‘Amici del Serio’ lamentano atti vandalici a danno dei lampioni e della cabina telefonica e soprattutto razzie di anatre. La scorsa settimana si è inoltre verificata una carenza d’acqua nel ruscello, che ha messo in forse l’esistenza dei pesci. Come se ciò non bastasse, c’è chi preleva l’acqua attraverso una pompa idrovora per annaffiare il proprio orto e giardino. Al Parco Bonaldi si chiedono invece tagli d’erba più frequenti, mentre in via Pavese è il via vai d’auto (e gas di scarico) che vanno al centro commerciale a creare fastidi. In tutti i parchi, comunque, domina una richiesta: quella di panchine nuove, pulite e in numero maggiore rispetto alle attuali.</SPAN></p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td width=977><p align=justify><FONT face=Verdana size=2><B>Nel comasco<br> Blitz antidroga: anche un lecchese tra i 17 arrestatida lunedi’ prossimo<br> Lavori in corso in via Sassi, lungolago apertolecco<br> Di nuovo allarme nella zona dei Cappuccini: vetri rotti, graffiti e partite notturne<br> Viale Turati, il ritorno dei vandali<br> «Incatenate» persino le panchine per evitare che spariscano</B></FONT></p><p align=justify><FONT face=verdana size=1>Lecco Ormai lo hanno preso di mira e per chi ci vive non c’è proprio pace. Complice l’estate che allunga le notti, tornano i vandali in viale Turati e ricominciano sfasciare veri, lasciare graffiti sui muri e improvvisare rumorosissime partite notturne di pallone. «Se giocano di giorno, lo fanno in mezzo alla strada - racconta il presidente del Cdz 2 Ivan Mauri -, mettendo a repentaglio la loro sicurezza e quella degli altri. Mi domando cosa insegnino loro i genitori». Di sicuro non a spaccare le panchine o le cabine del telefono e a lasciare in giro cartacce e rifiuti, come invece fanno soprattutto nella zona intorno alla chiesa dei Frati Cappuccini. servizi a pagina 13 valmadrera C’è anche un valmadrerese, Antonio Zingri, nella super banda scoperta dalla Mobile di Como. L’uomo è stato arrestato con altre 16 persone. Veri professionisti di estorsioni, droga e armi. La banda è stata sgominata risalendo la pista di intercettazioni telefoniche e episodi intimidatori verificatisi in provincia di Como. La gang aveva anche agganci stranieri e importava cocaina dal Sudamerica e armi dall’Europa. Ferrari a pagina 5 servizio a pagina 11</FONT></p></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Curiosità in via B. Maggiori<br> </B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Bicicletta appesa<br> ad un lampione<br> in centro città<br> </B></FONT><br> <FONT face=Arial color=#000000 size=2><br> BRESSANONE. Anche gli atti vandalici più disparati possono risultare esilaranti alla vista di passanti e delle forze dell'ordine. Un esempio lampante viene dalla bicicletta che sponsorizza la ditta «Sportler», chiusa con il luchetto in piazza Santo Spirito ed appesa nella notte su un lampione di via Bastioni Maggiori alla vista di tutti. (fdv)<br></FONT></td></tr><tr><td width=977><table><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr bgcolor=#a7c5c5><td valign=bottom height=21><img height=13 src=http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/imgtestata/bologna_nomecitta.gif border=0></td><td align=right bgcolor=#a7c5c5>&nbsp;</td></tr><tr><td height=10></td><td valign=top align=right>&nbsp;</td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td height=10></td></tr><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=95% align=center border=0><tbody><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% align=center border=0><tbody><tr><td class=titoloCC0000 valign=top>Il 'monumentale' nel mirino dei ladri</td></tr><tr><td class=height5 valign=top>&nbsp;</td></tr><tr><td class=justify valign=top>Risale a quasi dieci anni fa la polemica contro il degrado del cimitero monumentale della Certosa, gioiello arichitettonico e, forse per questo, bersaglio di vandali e ladri. Più o meno 'specializzati'. Cinque dei venti stemmi gentilizi in marmo risalenti al XVIII secolo e rubati negli ultimi quattro anni sono stati recuperati nel corso di una brillante operazione dei carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Bologna. All'appello però ne mancano ancora una quindicina: alcuni potrebbero già essere nelle case private, comprati in mercatini o negozi di tutta Italia. Quasi tutti gli stemmi sono stati 'staccati' dalle tombe anche a colpi di piccone, come se il simbolo violato non valesse assolutamente nulla. Ma dal cimitero monumentale bolognese non sono spariti solo 'pezzi' di valore. Nel mirino dei soliti ignoti è finito davvero di tutto: lampade votive, lapidi, vasi di ogni genere e materiale, fiori, portafotografie e persino urne funerarie con ossa vecchie di anche cento anni. La rivolta dei bolognesi per lo stato di degrado della Certosa è iniziata in modo plateale nel 1995 con le prime denunce, formali e informali, e le prime richieste di maggiori controlli, anche attraverso le telecamere. A partire da quell'anno si sono suggeuite comunque una serie di razzie e di violazioni tanto assurde quanto inquietanti da parte di persone che non conoscono la parola rispetto di un luogo come un cimitero.<br> ba. m.<br></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></table></td></tr><tr><td width=977><table><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr bgcolor=#a7c5c5><td valign=bottom height=21><img height=13 src=http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/imgtestata/reggio_emilia_nomecitta.gif border=0></td><td align=right bgcolor=#a7c5c5>&nbsp;</td></tr><tr><td height=10></td><td valign=top align=right>&nbsp;</td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td height=10></td></tr><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=95% align=center border=0><tbody><tr><td><table cellspacing=0 cellpadding=0 width=100% align=center border=0><tbody><tr><td class=titoloCC0000 valign=top>Gualtieri Denunciato 20enne<br> per incendio di cassonetti</td></tr><tr><td class=height5 valign=top>&nbsp;</td></tr><tr><td class=justify valign=top>GUALTIERI – Un ventenne modenese di Pavullo è stato denunciato con l'accusa di danneggiamento: avrebbe incendiato cassonetti dei rifiuti, sulla Statale 63 a Santa Vittoria di Gualtieri. Grazie al numero di targa di un'auto notato da un passante, i carabinieri del paese sono risaliti ai presunti vandali, di cui uno già denunciato. Pare che se la siano presa con i cassonetti in un momento d'ira per aver trovato chiuse tutte le discoteche della zona.<br></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></table></td></tr><tr><td width=977><table><tr valign=top><td><table cellspacing=3 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr valign=top><td align=left width=100%><div id=titolo2><b><font size="4">Il caso, un lettore denuncia</font></b></div><br><div id=titolo4><b><font size="4">In pieno giorno, un sasso lanciato dal cavalcavia dell'A8, tra Castellanza e Busto Arsizio, ha sfondato il parabrezza dell'auto. La polstrada: &quot;Che dirle, non è stato il primo, non sarà l'ultimo...&quot;.</font></b></div></td><td><b><font size="4">&nbsp;</font></b></td></tr><tr><td><img height=10 src=http://www.ilnuovo.it/img/spacer.gif width=10></td><td valign=bottom align=right><div id=corsivo></div></td></tr></tbody></table></td></tr><tr valign=top><td><table cellspacing=3 cellpadding=0 width=100% border=0><tbody><tr valign=top><td><p><FONT face=Arial>&nbsp;</FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Spett. Redazione de &quot;Il Nuovo&quot;,</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN></SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Vi scrivo per informarvi che nonostante i controlli delle forze dell'ordine, le reti alte tre metri e l'informazione di stampa e televisioni, c'è ancora qualcuno che attenta alla vita degli automobilisti.</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal></p><table cellspacing=1 cellpadding=1 width=100% border=0><tbody><tr><td><img src=http://www.ilnuovo.it/nuovo/images/129/sassi_a8_120x145.jpg></td><td><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Le foto che vi allego le ho scattate questa mattina e sono relative alla mia automobile presa di mira dal lancio di un sasso dal cavalcavia nel pomeriggio di ieri (alle 14 e 30 circa). Fortunatamente non ho subito gravi ferite.</SPAN></td></tr></tbody></table><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Ho subito denunciato il fatto al comando della Polizia Stradale di Busto ArsizioAl momento della denuncia il sasso era ancora incastrato nel parabrezza.</SPAN></FONT><p class=MsoNormal></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Vi chiedo cortesemente due cose:</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">1) Comunicare il fatto accadutomi così da poter avvisare tutti gli automobilisti del pericolo che possono correre percorrendo il tratto di strada della A8 tra Castellanza e Busto Arsizio.</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">2) Sensibilizzare le forze dell'ordine in quanto, al momento della mia denuncia, la loro unica preoccupazione è stata quella di sapere se ero assicurato contro gli atti vandalici... non si sono resi conto che ho rischiato la pelle? Hanno avuto la sfrontatezza di dirmi che sono al corrente del problema e che non sono stato il primo... ma le pattuglie dove sono? ... sull'autostrada con l'autovelox a fare soldi con quelli che superano di 5 o 10 chilometri orari il limite di velocità....</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN lang=IT style="mso-ansi-language: IT">Certo del fatto che darete spazio a questa mia brutta esperienza, colgo l'occasione per farvi i miei saluti</SPAN></FONT></p><p class=MsoNormal><FONT face=Arial><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: Arial; mso-ansi-language: EN-GB; mso-bidi-font-size: 10.0pt; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-language: EN-US; mso-bidi-language: AR-SA">T. Parravicini</SPAN></FONT></p></td></tr></tbody></table></td></tr></table></td></tr></table><p>&nbsp;</p></body>

  2. #2
    Estremista del Welfare
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    Predefinito

    Non vorrei che tu stessi però facendo discorsi razzisti Brunik, son convinto di no, conscendoti.

    Il fatto che il vandalismo sia così diffuso tra i giovani padanogeni non significa che si debba, facendo di tutta l'erba un fascio, condannare l'intera popolazione padanogena.

    Son sempre una minoranza.

    Certo è dura contenere la dilagante padanofobia, che monta insieme allo sdegno in risposta alla crescente delinquenza.

    La PADANOFOBIA è la risposta dei fessi ad un problema concreto.

    E chi vuole intendere intenda.

  3. #3
    Azzurro
    Ospite

    Predefinito Padania Satanica la preferita da Shaytan

    <center><B>Sondrio, fermate 3 minorenni
    per l'omicidio di suor Laura</B></center>




    --------------------------------------------------------------------------------
    SONDRIO - Forse il velo di mistero si sta facendo meno fitto. Forse l'assassino di suor Maria Laura, la religiosa uccisa con diciannove coltellate la notte tra il 6 e il 7 giugno scorso a Chiavenna (Sondrio), ha un volto. Il volto di tre ragazze normali, minorenni, fra i 16 e i 17 anni, due di Chiavenna ed una di un paesino vicino che, secondo la polizia, avrebbero attirato la religiosa per poi ucciderla con 19 coltellate senza nessun motivo valido.

    "Volevamo uccidere un religioso", questo avrebbero confessato le tre ragazze dopo un lungo interrogatorio. Un movente incomprensibile che, secondo alcune voci, non confermate dagli inquirenti, potrebbe avere dietro di sé solo due ipotesi: la noia oppure il satanismo. Ipotesi aberranti che però circolano nel tentativo di capire un delitto così assurdo.

    Dopo una settimana di silenzi gli investigatori hanno deciso di agire e fermare le tre giovani. Dopo un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Novate Mezzola le tre avrebbero ceduto e, dopo i dinieghi inziali, sarebbero crollate una dopo l'altra.

    Una di loro dovrebbe essere la ragazza che telefonò a suor Maria Laura dicendole che voleva parlarle perché dopo uno stupro era rimasta incinta. Una scusa ben pensata, un'esca alla quale la religiosa non poteva rimanere indifferente. E infatti suor Maria Laura andò al Parco delle Marmitte dei giganti dove era stato fissato l'appuntamento e lì trovò la morte.

    Alle tre ragazze gli iquirenti sono arrivati grazie ad alcune testimonianze. Nel corso delle indagini i carabinieri avevano saputo che la mattina precedente l'omicidio suor Maria Laura era stata vista passeggiare con le tre ragazzine sulla strada che porta al parco e che le tre amiche erano state viste in compagnia di un uomo su un auto. Inoltre il medico legale, durante l'autopsia, trovò sotto le unghie della religiosa una ciocca di capelli lunghi, come quelli di una delle sospette. Inoltre i carabinieri si sono affidati anche alle intercettazioni telefoniche ed ambientali utilizzando perfino sistemi satellitari. Elementi non tali da giustificare un arresto ma soltanto un fermo.

    "E' un fatto sconvolgente - ha commentato il legale di parte civile Michele Cervati di Colico - occorrerà studiare questo caso in maniera approfondita. Se esiste un movente, è tale che pochi lo avrebbero immaginato. Io stesso non mi sarei mai aspettato un movente di questo genere. Comunque si tratta di un gesto premeditato per colpire una religiosa". Secondo alcune voci non confermate ci sarebbero anche dei risvolti che farebbero pensare al satanismo: sembrerebbe, infatti, che oltre alla data dell'assassinio in cui compare due volte il 6, sui quaderni delle fermate siano stati trovati più di un riferimento alla macabra simbologia di riti esoterici.




    <center><B>Pedofilia e satanismo
    nell'opulenta bassa padana
    Messe nere e orge nei cimiteri
    con gli adulti travestiti da diavoli</B></center>



    --------------------------------------------------------------------------------
    MODENA - Ancora abusi sessuali sui bambini, e sempre nella stessa zona, l'opulenta bassa padana, tra Finale Emilia e Mirandola, dove nel luglio dell'anno scorso un'inchiesta aveva scoperto un giro di insospettabili pedoflili. Sette persone sono state arrestate questa mattina all'alba con l'accusa di violenza, abusi sessuali su minori e pratica di riti satanici, ma la polizia sospetta che il giro sia più ampio, e coinvolga una trentina di persone. Sarebbero dieci le piccole vittime delle violenze sessuali che duravano da oltre due anni, tutti bambini tra i sei e i dieci anni che ora sono stati affidati ad altre famiglie. I sette arrestati sono imparentati tra loro, e i piccoli in alcuni casi sono loro figli. Tra loro un settantenne e anche una donna e suo marito, genitori di uno dei bambini violentati.

    Secondo quanto hanno riferito i dirigenti della squadra mobile di Modena, che insieme agli uomini del commissariato di Mirandola hanno eseguito gli arresti, il nuovo giro di pedofili è stato individuato grazie ai racconti fatti dai bambini ai medici e agli psicologi della Usl di Mirandola. Le piccole vittime, pur non conoscendosi tra loro, hanno raccontato fatti molto simili. E le perizie mediche hanno confermato le versioni dei bambini. "Facevamo le cose che fanno i grandi", ha detto uno dei bambini. I loro racconti hanno svelato uno scenario di orge, violenze sessuali di ogni tipo, riti satanici, messe nere. Il tutto avveniva in case private, ma anche in alcuni cimiteri della zona, attorno alle tombe, con gli adulti spesso travestiti da diavoli. Sembra anche che le orge siano state riprese con una telecamera, molto probabilmente per produrre filmini da mettere nel mercato delle immagini pedofile.

    L'operazione di polizia di oggi è figlia diretta dall'inchiesta dell'anno scorso, quando venne scoperto, sempre nella stessa zona, un giro di pedofili. In quell'occasione finirono in carcere cinque persone, altri sedici furono indagati, furono sequestrate 240 videocassette pedo-pornografiche, con scene raccapriccianti che coinvolgevano bambini piccolissimi. L'indagine allora era partita grazie alla testimonianza di un bimbo di otto anni violentato dal padre e dal fratello e poi ceduto ad altri, in cui erano coinvolti personaggi ritenuti "insospettabili". Poi, alcuni mesi dopo, una delle persone sospettate, una madre accusata di aver accompagnato la figlia agli incontri con i pedofili, si era suicidata gettandosi dalla finestra della sua casa a Mirandola.

  4. #4
    Ospite

    Predefinito

    Perbacco, signor Brunik, d'ora in poi per venire in Padania sarà necessario farsi prima un'assicurazione.....

    Cordialità

  5. #5
    brescianofobo
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    Originally posted by Osservatore
    Perbacco, signor Brunik, d'ora in poi per venire in Padania sarà necessario farsi prima un'assicurazione.....

    Cordialità
    Si assicuri anche contro il rischio di rapina.

    Torme di padanogeni tossicodipendenti armati di taglierino stanno terrorizzando la Padania.

    E IL GOVERNO LASSISTA COSA FA?

    <table border=1><tr><td width=977><table><TR><TD class=titoloCC0000 vAlign=top>Rubano in Posta, inseguiti e catturati</TD></TR><TR><TD class=height5 vAlign=top>&nbsp;</TD></TR><TR><TD class=justify vAlign=top><BR>BRESCIA — Catturati poco dopo la rapina. E' durata infatti solo qualche decina di chilometri la fuga di due rapinatori, che verso le 12 di ieri hanno razziato l'ufficio postale di Barghe in Valsabbia. Dopo essersi impossessati di circa 1000 euro. <BR>E' scattato immediatamente l'allarme e sulle tracce dei rapinatori si sono messi i carabinieri della compagnia di Salò. L'auto su cui viaggiavano è stata intercettata a Prevalle. Uno dei due è stato catturato immediatamente, l'altro dopo un breve inseguimento. Ma i rapinatori, oltre che in provincia sono entrati in azione anche in città. <BR>La squadra volante della Questura è dovuta infatti intervenire per due rapine compiute martedì sera e ieri, poco dopo il mezzogiorno a Brescia. Una donna è stata rapinata verso le dodici in un parco pubblico di via Gamba, una zona a circa un chilometro dal centro di Brescia. <BR>La vittima della rapina, una sessantunenne di Brescia era stata prima in banca, dove aveva prelevato circa 1700 euro e poi a pagare l'Ici in un vicino ufficio postale. I due rapinatori l'hanno aggredita, immobilizzandola, coprendole gli occhi e frugandole poi nella borsetta. Sono quindi riusciti a impossessarsi dei 500 euro rimasti alla donna, dell'orologio Rolex e a fuggire. <BR>Un' altra rapina, in questo caso con conseguenze più pesanti per la vittima, è stata messa a segno martedì sera in via Marsala a Brescia. <BR>La vittima è un cinquantenne di Erbusco, aggredito e rapinato dell'orologio. Ha riportato lesioni giudicate guaribili in una trentina di giorni. <BR></TD></TR><TR><TD class=px10" vAlign=top align=right><I>di Mario Pari</I></TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Rapina all'Ambroveneto di Arcade<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Due con pistola e taglierino<BR>il bottino è di 36 mila euro<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR>m.b., e.f.<BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>ARCADE. Hanno preso di mira la banca che si affaccia sulla piazza cittadina. In due, uno travisato da passamontagna, l'altro con indosso un paio di occhiali scuri, armati di pistola e taglierino, hanno fatto irruzione ieri alle 13 nella sede arcadese dell'Ambroveneto, in piazza Vittorio Emanuele III. I banditi sono poi fuggiti con un bottino di 36 mila euro a bordo di una Fiat Uno Nera.<BR>Ancora una volta un piccolo sportello bancario di periferia è stato preso di mira dai banditi. Incuranti del fatto che la sede arcadese di Ambroveneto si affaccia sulla trafficata piazza centrale, vicina a due bar molto frequentati, a due passi dalla chiesa, dal municipio, re e dall'incrocio stradale, i banditi si sono presentati alla bussola d'ingresso alle 13.00.<BR>Mancavano pochi minuti alla chiusura della banca per la pausa del pranzo e all'interno c'era ancora qualche cliente. I due, età fra i 30 e i 40 anni, erano armati di una piccola pistola e di un taglierino. Uno dei due aveva il volto nascosto da un passamontagna, l'altro invece indossava un paio di occhiali scuri, aveva un berretto calato sulla fronte ed il bavero della giacca alzato. Superata la bussola, i due hanno spianato la pistola e pronunciato la fatidica frase: «State calmi, è una rapina». In quel momento all'interno dell'ufficio c'erano 5 o 6 impiegati e un paio di clienti. Nessuno ha subito la minima violenza da parte dei rapinatori che, dall'accento, non hanno tradito una precisa provenienza geografica.<BR>Tutto si è svolto molto velocemente.<BR>I rapinatori hanno obbligato gli impiegati ad aprire la cassaforte e a farsi consegnare quanto vi era custodito: 36 mila euro, dollari americani e franchi svizzeri. Con il sacco pieno, i due banditi hanno indietreggiato fino all'uscita e sono fuggiti a bordo di un'auto. Gli investigatori ritengono che un terzo uomo, un complice li aspettasse all'esterno.<BR>La Fiat Uno nera con la quale hanno preso la via delle fuga, è stata ritrovata poco più tardi nei pressi di piazza Vittorio Emanuele III. Ovviamente dei due rapinatori non c'era più nemmeno l'ombra.<BR>Gli impiegati non hanno potuto far altro che avverire le gforze dell'ordine. Immediatamente i carabinieri - sono intervenuti gli uomini della stazione di Montebelluna - hanno raggiunto la banca per raccogliere le testimonianze.<BR>Subito dopo sono scattate le ricerche dei fuggitivi; le indagini sono in corso. <BR></FONT></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Rapinata la farmacia comunale<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Tossicomane ferisce una dipendente con il taglierino<BR>COLPO IN VIA RESIA<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>BOLZANO. Rapina ieri sera alla farmacia Comunale di via Resia. Un giovane sui 30 anni, alto un metro e settanta, capelli mossi, scuri e leggermente brizzolati, accento marcatamente meridionale, è entrato in farmacia quando c'era una sola una sola cliente, una donna incinta, ha aggirato il bancone ed ha estratto un taglierino puntandolo alla gola di un'assistente della dottoressa. Quindi, dopo essersi fatto aprire il registratore di cassa, ha arraffato alcune banconote di grosso taglio, una da 100 euro e tre da 50 euro. Prima di fuggire, vedendo la reazione della dottoressa, il malvivente ha vibrato un colpo con il taglierino ferendo un'assistente all'indice della mano destra. La donna è stata successivamente trasportata per le cure all'ospedale di Bolzano. Un testimone ha visto il malvivente correre verso ponte Resia, per darsi poi alla macchia nella zona delle passeggiate di via Genova.<BR>Il rapinatore (quasi sicuramente un tossicodipendente che poche ore prima aveva già visitato la farmacia per acquistare alcune siringhe di insulina ed un flacone di acqua distillata) è entrato in azione alle 18.31. In farmacia c'è una cliente, una donna incinta, la dottoressa Anna Subi e la sua assistente, Cristina Sgarbossa. Con un 'azione fulminea il malvivente ha aggirato il bancone e si è avvicinato alla Sgarbossa puntandole un taglierino alla gola. «Voglio i soldi», ha detto. Una volta aperta la cassa, il malvivente ha arraffato velocemente qualche banconota di grosso taglio, in tutto 250 euro. Sembrava che tutto fosse filato via liscio, quando forse un tentativo di reazione oppure un movimento brusco della dottoressa, ha provocato la reazione del malvivente che ha vibrato un colpo con il taglierino ferendo all'indice destro la Sgarbossa (le sono stati applicati cinque punti di sutura). Quindi è fuggito in direzione di ponte Resia sparendo nel nulla.<BR>Fino alla tarda serata di ieri la caccia al rapinatore da parte della polizia non ha dato esito. Sembra, comunque, che la polizia abbia già individuato il rapinatore: si tratterebbe di un tossicodipendente della zona, già noto ai dipendenti della farmacia.<BR><BR></FONT></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD class=titoloCC0000 vAlign=top>Il ladro d'auto finisce in bus<BR></TD></TR><TR><TD class=height5 vAlign=top>&nbsp;</TD></TR><TR><TD class=justify vAlign=top><BR>ROZZANO — Si era accostato un attimo con il suo taxi sulla via Pavese, che collega Pavia a Milano. Aveva pensato di fare un po' di spesa in uno dei negozi della via, dopo essere tornato da un trasporto di un cliente nel centro del capoluogo milanese. Ma lasciare per un momento la sua vettura incustodita, una Mercedes ultimo modello, è costato all'uomo, un 50enne di Zibido San Giacomo, al confine con Rozzano, un bello spavento. Quando è tornato, infatti, nella sua automobile stava armeggiando un altro individuo. <BR>Immediatamente il tassista ha capito che l'uomo, C.I., 44enne di Rozzano, stava tentando di rubargli la Mercedes. Ha quindi reagito d'istinto, entrando nella vettura, mentre il rapinatore, pluripregiudicato, provava invano a chiudersi all'interno. A questo punto, è iniziata una feroce colluttazione tra i due, con il tassista che ha aggredito il malvivente, obbligandolo infine, con l'aiuto del negoziante, che aveva assistito alla scena, a scendere dal mezzo. Una volta fuori dalla Mercedes, invece di scappare, C.I. ha estratto un coltello a serramanico, minacciando i due, che non si sono però persi d'animo. <BR>Afferrate due assi di legno, hanno iniziato a picchiare il rapinatore, che alla fine è fuggito, trovando scampo su un autobus di linea che si era fermato poco distante. La scena non è sfuggita ad un carabiniere in borghese, ad alcune decine di metri dalla fermata, che dopo una lunga corsa, ha cercato di fermare il rapinatore, che è riuscito però lo stesso a salire sull'autobus. Il militare dell'Arma si è messo allora alla guida della sua vettura, contattando poi la stazione dei carabinieri di Rozzano per informarli. <BR>Gli uomini di Rozzano sono subito intervenuti per arrestare il rapinatore. Questi, sapendo che la fermata successiva dell'autobus sarebbe stato il capolinea della metrotranvia «15», si sono quindi appostati nei dintorni. Una volta che l'uomo è sceso dal pullman, è stato arrestato dai militari. Ora, a suo carico c'è l'accusa di rapina a mano armata. Il tassista se l'è cavata con un grande spavento, riuscendo però con il suo coraggio a difendere la sua Mercedes. Ad aiutarlo nell'impresa anche il negoziante, che gli ha dato manforte, e il carabiniere in borghese, la cui attenzione è stata determinante per l'arresto.</TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD class=titoloCC0000 vAlign=top>Scatta il piano anti-rapine: trentenne in trappola dopo un furto in farmacia</TD></TR><TR><TD class=height5 vAlign=top>&nbsp;</TD></TR><TR><TD class=justify vAlign=top>LA SPEZIA — Il piano anti-rapine scattato ieri mattina in città, ha permesso alla polizia stradale di individuare e denunciare l'autore di un furto ai danni della farmacia «Farmaceutica spezzina» in via Prione 263 all'angolo con via dei Mille. <BR>Quando alle 10,45 è partito l'allarme, sembrava infatti che ci fosse stata una rapina ai danni della commessa da parte di un giovane che si era impossassato di circa 350 euro e poi era fuggito a bordo di una Wolksvagen Polo di colore nero, di cui era stato preso anche il numero della targa. <BR>Il realtà si trattava di un furto con destrezza, perché è stato appurato che l'individuo, un tossicodipendente, non era armato e non ha neppure usato violenza sulla donna. Ma le recenti rapine alle banche hanno spinto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Luigi Piscopo, ad intensificare i servizi di prevenzione delle forze dell'ordine. Per questo quando via radio si è diffuso l'allarme rapina, è stato tutto predisposto per fare in modo di bloccare il responsabile. <BR>F.L., trentenne residente nel quartiere Umbertino, aveva approfittato di un momento in cui all'interno della farmacia non c'era nessuno per sottrarre alcune banconote dalla cassa, quasi 350 euro. La commessa si trovava nel retro del negozio e ha fatto in tempo a vedere il giovane mentre si allontanava. La donna ha dato subito l'allarme e sul posto è intervenuta una pattuglia della squadra volante. Per fortuna alcuni testimoni avevano notato il giovane mentre si allontanava in fretta e furia dalla farmacia, salendo al volante di una Wolksvagen Polo nera che era parcheggiata nelle vicinanze. Hanno preso il numero di targa e lo hanno comunicato alla polizia. Da quel momento è scattata la caccia all'uomo, sulla base del piano antirapine al quale partecipano tutte le forze dell'ordine. Poco più di mezz'ora dopo, una pattuglia della squadra di polizia giudiziaria della polstrada ha avuto la fortuna di imbattersi nell'auto e l'ha seguita. Il trentenne stava andando a casa: aveva ancora in tasca i soldi rubati. Gli ispettori della polizia stradale hanno fermato F.L., che è stato poi riconosciuto dai testimoni, recuperato la refurtiva e denunciato il giovane per furto. <BR>Massimo Benedetti<BR></TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD class=titoloCC0000 vAlign=top>Rapina in banca con la minaccia del taglierino</TD></TR><TR><TD class=height5 vAlign=top>&nbsp;</TD></TR><TR><TD class=justify vAlign=top>TAVULLIA — Viso coperto da una calzamaglia, taglierino in mano e soprattutto tanta destrezza, tanta da far sì che nessuno dei presenti nell'altra stanza si sia accorto di nulla. Si è consumata così, nel primo pomeriggio di ieri, l'ennesima rapina ad una banca. Stavolta il colpo, si fa per dire visto che il bottino è di poche migliaia di euro, è stato messo a segno nella filiale di Padiglione della Banca di credito cooperativo di Gradara. Qui, poco dopo l'orario di apertura pomeridiana, un uomo è entrato e si è accostato al bancone, mostrando un taglierino all'impiegata e facendosi consegnare tutti i soldi presenti in cassa in quel momento: «Poche migliaia di euro, visto che non era giorno di pagamenti, tantomeno di grossi afflussi», spiega il direttore Luciano Ricci, il quale, come i due clienti con i quali stava parlando in una stanza vicina, non si è accorto di nulla: «E' accaduto tutto in un attimo, non abbiamo nemmeno fatto a tempo a dare l'allarme e il rapinatore non c'era già più». Ma serebbe il caso di usare il plurare. All'esterno della Banca, a fare da palo, c'era infatti un complice. Ma c'è chi ha visto abbastanza per mettere i carabinieri sulle tracce dei maviventi. Proprio di fronte alla banca c'è una tabaccheria molto frequentata specialmemente nei giorni in cui si gioca il Lotto e quello di ieri era uno di questi: diverse persone hanno notato i due allontanarsi a bordo di una Uno Bianca. <BR>Secondo le prime ipotesi non si tratterebbe di pesaresi: lo lascia capire l'accento usato dal rapinatore che è sembrato di fuori. «E' la prima rapina della mia vita e devo dire di essere rimasto sorpreso per l'abilità», confessa il direttore. Ma a giudicare dal bottino non deve trattarsi di professionisti di grosso calibro. <BR></TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><B><FONT face=Times color=#000000 size=3>Mercoledì 26 Giugno 2002<BR></FONT></B><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=595 border=0><TBODY><TR><TD height=7></TD><TD width=575 height=7><FONT color=#000000 size=2><IMG height=1 src=http://www.larena.it/img/BlackBox.gif width=120></FONT></TD></TR><TR><TD width=20></TD><TD><FONT face=Verdana color=#000000 size=2>Nella notte i banditi avevano segato un’inferriata sul retro degli uffici. A mezzogiorno sono piombati all’improvviso nei locali<BR></FONT></TD></TR><TR><TD width=20><A href="titles.htm"><IMG height=10 src=http://www.larena.it/img/RedBox.gif width=10 border=0></A></TD><TD><FONT face=Times color=#000000 size=4>Malviventi con mitraglietta e pistola rapinano le Poste di Borgo Nuovo<BR></FONT></TD></TR><TR><TD width=20></TD><TD><FONT face=Times color=#000000 size=3></FONT></TD></TR><TR><TD height=8></TD><TD height=8></TD></TR><TR><TD width=20></TD><TD><FONT face=Times size=3><I><BR></I><IP0><CF5><CP10><CW-6>di Elena Cardinali <QC><HR0,0.5,0,100><QC><BR><IP0><CP><CF><CW>&lt; EL-2&gt; Un lavoro <IP>da professionisti. Nella notte hanno segato l’inferriata ad una finestra sul retro degli uffici e nel bel mezzo della mattinata, armati di mitraglietta e pistola, sono piombati all’interno delle Poste, minacciando la direttrice e il personale per farsi consegnare quello che c’era in cassa, circa 12.000 euro, tra contanti e titoli di credito. Il blitz è scattato ieri poco prima di mezzogiorno, negli uffici postali di piazza Angelo Dall’Oca Bianca, il cuore di Borgo Nuovo. Protagonisti due malviventi dall’accento meridionale, con i volti coperti da foulards e cappelli, uno armato di mitraglietta e l’altro di pistola, che hanno agito in una manciata di minuti. Ottenuti i soldi, i due sono fuggiti, raggiungendo una Fiat Punto, che poco più tardi è stata trovata incendiata in via Marin Faliero, al Saval. <BR>Per il personale delle Poste e per alcuni clienti sono stati momenti di terrore. Proprio mentre era in corso la rapina, una giovane ha aperto la porta delle Poste e ha visto uno sconosciuto che puntava un’arma contro la testa della direttrice. La donna, terrorizzata, è scappata fuori prima che i banditi potessero bloccarla. Forse anche questo imprevisto ha indotto i malviventi a lasciare l’ufficio postale in tempi brevissimi. Appena fuggiti è scattato l’allarme al 113 e nella zona sono stati attivati numerosi servizi di controllo. <BR>I due rapinatori, tuttavia, avevano ben studiato la via di fuga. Prima di poter essere intercettati dalle pattuglie della polizia, sono riusciti a raggiungere via Marin Faliero, probabilmente impiegando non più di un paio di minuti, hanno avuto il tempo di cospargere la vettura con del liquido infiammabile e di appiccarle il fuoco. Il rogo è divampato in qualche istante, distruggendo completamente l’utilitaria e danneggiando seriamente anche una Rover che le stava parcheggiata a fianco. Sul posto, insieme alla polizia, sono intervenuti i vigili del fuoco, allertati da qualche abitante della zona che aveva notato l’auto in fiamme. Da successivi accertamenti la Punto è risultata rubata a Pescantina. <BR>Alle Poste di Borgo Nuovo hanno effettuato i rilievi gli specialisti della polizia scientifica, alla ricerca di qualche traccia lasciata dai rapinatori. Secondo gli investigatori i banditi che hanno agito ieri mattina erano persone esperte, forse componenti di una delle tante bande di pendolari del crimine che si spostano velocemente da una provincia all’altra tra un «colpo» e l’altro. L’utilizzo della mitraglietta, il fatto di aver segato l’inferriata e di aver incendiato l’auto della fuga sono elementi che fanno pensare a persone di collaudata esperienza negli assalti a Poste e banche. Gente probabilmente già nota alle cronache giudiziarie il cui «modus operandi» è ora al vaglio degli investigatori.<BR></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD width=380><FONT face=Arial color=#c60000 size=2>MODENA</FONT></TD><td></td></TR><TR><TD width=380><FONT face=Arial color=#000000 size=1>giovedì 27 giugno 2002, S. Cirillo d'Alessandria</FONT></TD><td></td></TR><TR><TD>&nbsp;</TD><TD>&nbsp;</TD></TR><TR><TD width=380><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Tossicodipendente ha tentato due rapine<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>«I soldi o ti pungo»<BR>cacciata dalle vittime<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>Caccia alla rapinatrice con siringa, ieri pomeriggio tra via del Pozzo e via Malmusi. Una ragazza, probabilmente tossicodipendente, ha tentato per due volte nel giro di un quarto d'ora di rapinare altrettante signore della borsetta mostrando loro una siringa. In entrambi i casi le donne hanno avuto la prontezza di spirito di invitare la ragazza a lasciar perdere e la rapinatrice ha desistito. Il primo episodio nei pressi dell'«hotel Fini», in via Emilia Est, la ragazza si è avvicinata ad una donna intimandole di consegnare la borsa. La signora ha replicato: «guarda che è vuota, non c'è nulla di buono, tantomeno soldi» e la giovane, titubante, se ne è andata lungo via del Pozzo.<BR>Il tempo di raggiungere via Malmusi e la scena si è ripetuta, ma in questo caso la giovane ha ricevuto come risposta alla sua minaccia l'invito ad allontanarsi e lei ha eseguito. Sulle sue tracce si messe le volanti della Polizia.<BR><BR></FONT></TD><td></td></TR></table></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD width=380><FONT face=Arial color=#000000 size=1>giovedì 27 giugno 2002, S. Cirillo d'Alessandria</FONT></TD><td></td></TR><TR><TD>&nbsp;</TD><TD>&nbsp;</TD></TR><TR><TD width=380><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Colpiti con il calcio della pistola<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Due vigilantes feriti<BR>dai rapinatori alle poste<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>BOLOGNA. Una rapina alle Poste in via Emilia Levante si è conclusa con il ferimento di due guardie giurate che avevano appena ritirato due sacchetti di denaro e che sono state malmenate col calcio della pistola. Uno dei due, 25 anni, è stato trasportato al S.Orsola, ma le sue condizioni (giudicate di media gravità al momento del trasporto), non destano eccessiva preoccupazione. Tre rapinatori, due dei quali sicuramente armati, sono entrati nella filiale postale mescolandosi tra i clienti e hanno atteso che i vigilantes ritirassero il denaro. A quel punto hanno aggredito le guardie giurate della 'Sicurbologna'. Poi, nel fuggire, hanno travolto una donna di 39 anni, trasportata in stato di choc all'ospedale. Testimoni avrebbero visto i rapinatori fuggire a bordo di una vettura gialla di piccole dimensioni. Ingente il bottino, 184 mila euro.<BR></FONT></TD><td></td></TR></table></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Banda del Rolex scatenata<BR>due rapine in due ore in città<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>Due colpi in due ore. La banda del Rolex ieri è tornata a colpire in città. Il primo bersaglio è stata una commerciante di 55 anni, Fabrizia Bonvicini. La titolare del negozio «La baita salumi e formaggi, moda e altro», è stata rapinata alle 18, nella bottega di piazza San Prospero. La donna, che era sola, stava telefonando quando è entrato un bandito che le ha strappato dal polso un Rolex Daytona, del valore di circa 5mila euro, ed è scappato a piedi. Il secondo bersaglio, alle 20, è stato l'avvocato Pasquale Granato, 50 anni, aggredito davanti alla sua villa da due persone in moto, che lo hanno aspettato nel parcheggio. I banditi lo hanno minacciato con una pistola e gli hanno strappato il Rolex d'oro dal polso, dopo averlo colpito al volto con un pugno.<BR>Anche se la tecnica adottata per le due rapine è stata diversa, secondo gli investigatori della squadra mobile della questura potrebbe trattarsi della stessa banda, che prima ha colpito in pieno centro e poi si è spostata in moto in via Tassoni, tra San Pellegrino e Canali. Nel secondo caso i due malviventi, che indossavano due caschi grigi ed erano in sella a una moto da strada di colore nero, non hanno esitato a estrarre una pistola per minacciare il professionista prima di strappargli l'orologio con la forza.<BR>Pasquale Granato ha poi inseguito i due malviventi al volante della sua auto, ma li ha persi di vista al semaforo della chiesa di San Pellegrino.<BR>Due ore prima, alle 18, la stessa sorte era toccata a Fabrizia Bonvicini che, sotto shock e con il polso dolorante, ha chiesto aiuto ad alcuni commercianti della zona che hanno dato l'allarme. L'ex titolare di Biba ha descritto il bandito come un giovane di circa 25 anni, basso, coi capelli biondi e riccioli. Nel negozio è entrato da solo ed è fuggito a piedi ma non è escluso che, poco lontano, potesse esserci un complice - forse lo stesso con il quale ha poi colpito in via Tassoni - che lo aspettava in sella a una moto.<BR>La banda del Rolex aveva già colpito a Reggio giovedì scorso davanti all'hotel Astoria, quando è stato rapinato del Rolex d'oro Ivan Paterlini, vice presidente della Pallacanestro Reggiana.<BR></FONT></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD align=middle colSpan=5><A name=titolo><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" size=3><I><B>Due banditi armati di pistola arraffano le buste paga</B></I><BR></FONT><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" size=4><B>Pisogne, rapinati 150mila euro in un’impresa edile</B><BR></FONT></A></TD></TR><TR><TD colSpan=5><BR></TD></TR><TR vAlign=top><TD>&nbsp;</TD><TD><A name=tabfoto></A><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=250 border=0><TBODY><TR vAlign=top><TD width=250><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" color=#2266cc size=2>Controlli dei carabinieri</FONT><P></P></TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=250 border=0><TBODY><TR vAlign=top><TD width=250><IMG src=http://www.giornaledibrescia.it/giornale/2002/06/26/18,VALCAMONICA_SEB/BRI18T2A.jpg width=250><BR></TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=250 border=0><TBODY><TR vAlign=top><TD width=250><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" color=#2266cc size=2>Camillo Golgi</FONT><P></P></TD></TR></TBODY></TABLE></TD><TD>&nbsp;&nbsp;</TD><TD align=justify><P><HR width=50% noShade SIZE=1><P><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" color=#000000 size=2>PISOGNE</FONT><P><HR width=50% noShade SIZE=1><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" color=#000000 size=2>&nbsp;</FONT><P><FONT face="Arial,Helvetica,sans serif" color=#000000 size=2>Rapina da brivido nella sede di un’impresa edile di Pisogne che ha fruttato circa 150 mila euro, poco meno di trecento milioni di vecchie lire. Ad una coppia di banditi che, armata di pistola, ha terrorizzato le tre impiegate dell’azienda (due sono state addirittura trattenute per il collo) per poi fuggire con le buste paga dei dipendenti. Facendo perdere ogni traccia, prima dell’arrivo dei carabinieri. È accaduto ieri pomeriggio, intorno alle 17, negli uffici dell’impresa «L’edile»&nbsp; allestiti in piazza Aldo Moro, cuore di Pisogne. Sull’assalto stanno ora indagando i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Breno ed i colleghi della locale stazione, gli stessi che pochi minuti dopo il colpo hanno istituito posti di blocco sulle principali arterie camuno-sebine nel tentativo di pizzicare i rapinatori. Che invece sembrano essere svaniti nel nulla, a bordo di una Fiat Uno di colore verde e con il non indifferente bottino fra le mani. <BR>&nbsp;Secondo una prima ricostruzione due uomini, con ogni probabilità di nazionalità italiana, sono riusciti a penetrare negli uffici dell’impresa camuna, facendosi aprire la porta con un semplice pretesto. Una volta nella sede della società edile, i due malviventi, dopo essersi parzialmente coperti il volto con un fazzoletto, hanno minacciato con le pistole le tre impiegate che a quell’ora stavano ancora lavorando dietro le scrivanie. Due di queste sono state subito immobilizzate, trattenute per il collo da un malvivente, mentre il complice costringeva la terza impiegata a consegnare le buste paga. Quelle che contenevano assegni e banconote destinate ai circa cento operai dell’impresa. Arraffato in tutta fretta il bottino, che secondo una prima stima ammonta a 150 mila euro, i due malviventi sono fuggiti a bordo di un’automobile, una Fiat Uno (con ogni probabilità rubata). Non si sa se sul veicolo sedesse un altro malvivente, magari un «palo», pronto a fuggire all’arrivo dei complici. Immediatamente le impiegate (che per fortuna non hanno riportato ferite), seppur in comprensibile stato di choc, hanno lanciato l’allarme. In pochi minuti in piazza Aldo Moro si sono precipitati i carabinieri, allertati dalla centrale operativa del 112, che dopo aver raccolto le testimonianze delle tre donne, hanno perlustrato la zona alla ricerca dei rapinatori. Si tratta di banditi sfrontati e determinati, che sono andati a colpo sicuro, portandosi via tutte le buste paga degli operai. Indagini a 360 gradi sono scattate immediatamente: i carabinieri stanno ora scavando fra la criminalità camuna, nella speranza di riuscire a risalire alla coppia di banditi entrati in azione a Pisogne; in pieno giorno e nella centralissima piazza Aldo Moro, rischiando pure di essere visti o addirittura bloccati.</FONT></P></TD><td></td></TR></table></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD class=titoloCC0000 vAlign=top>Ancora una rapina a Collesalvetti: tocca a Guasticce</TD></TR><TR><TD class=height5 vAlign=top>&nbsp;</TD></TR><TR><TD class=justify vAlign=top>COLLESALVETTI — I rapinatori sono tornati a colpire nel comune di Collesalvetti dove soltanto un paio di settimane fa era stata presa di mira la Cassa di Risparmi di Torretta. Il nuovo colpo è stato fatto a Guasticce, all'altra filiale della Cassa di Risparmi che si trova nei pressi della piazza: la rapina ha fruttato ai banditi 8000 euro. Ad entrare in banca alle 10,30 sono stati due uomini, volto scoperto, giovani, armati di trincetto: in banca c'erano una cliente, una donna incinta che si è molto spaventata, e tre dipendenti fra i quali anche uno che si trovava nella sede di Torretta Vecchia meno di due settimane fa durante l'altra rapina avvenuta il 14 giugno. «Se non aspettate almeno dieci minuti dal nostro allontanamento ritorniamo a trovarvi», avrebbero detto con aria minacciosa i malviventi mentre uscivano dalla banca. Fuori dalla banca un altro complice, che li aspettava su una Fiat Uno rubata a La Spezia e che, battendo i pugni sul vetro della banca, ha invitato gli altri a fare presto. Una volta in auto i malviventi si sono allontanati a grande velocità e hanno anche rischiato di investire una donna che stava andando a gettare la spazzatura nel cassonetto. Nei pressi di un agriturismo su una strada sterrata hanno abbandonato la Uno e hanno continuato la fuga su un'altra macchina. L'allarme alla centrale operativa dei carabinieri è arrivato poco prima delle 11: a Guasticce sono intervenuti i militari della stazione di Stagno, il reparto operativo del comando provinciale ed il personale della Metronotte.Poi è scattato il piano antirapina interforze.</TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=4><B>Rapinano prostitute<BR>In tre patteggiano<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>Tre giovani di Sassuolo (Modena), accusati di rapina e percosse a due prostitute slave, hanno ieri patteggiato un anno e quattro mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) davanti al gup Andrea Santucci.<BR>I tre imputati - Angelo Di Lena, 25 anni, e il 22enne Filippo Lucariello (assistiti dall'avvocato Andrea Baldrati) nonché il 21enne Vito Di Lena (difeso dal legale Helmut Bartolini) - erano stati arrestati il 3 settembre 2000 dai carabinieri dopo che avevano picchiato in via Vico due prostitute slave, lasciandole poi ai bordi della strada dopo aver preso le borsette contenenti l'incasso della serata (circa 600mila lire) e i loro telefonini. Con loro c'erano altri due ragazzi - poi scagionati - e il gruppo si era allontanato a bordo di un'Alfa Romeo 145. Ma le due donne rapinate hanno reagito allertando il 113. Una ricostruzione sempre contestata dai tre imputati: «Eravamo spaventati perché le prostitute si erano innervosite visto che non volevamo nessuna prestazione sessuale. E abbiamo reagito».<BR></FONT></td></tr><tr><td width=977><table><TR><TD vAlign=top><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=100% border=0 VAlign=Top><TBODY><TR><TD><FONT face=Verdana,Geneva,Helvetica size=3><B>Mercoledì, 26 Giugno 2002</B></FONT></TD></TR><TR><TD height=1></TD></TR></TBODY></TABLE></TD></TR><TR><TD vAlign=top width=100%><BR><CENTER><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=5 border=0><TBODY><TR><TD bgColor=#99ccff><FONT face=verdana color=#000000 size=2>NOVENTA Il gruppo d’opposizione Noventa Federalista critica l’Amministrazione per il preannunciato trasloco da Ponte di Brenta</FONT></TD></TR><TR><TD bgColor=#99ccff><FONT face=verdana color=#003366 size=5><B>I carabinieri se ne vanno, grido d'allarme</B></FONT></TD></TR><TR><TD bgColor=#99ccff><FONT face=verdana color=#000000 size=2><B>Ma il sindaco Paviola assicura: «Contatti con il comando, avremo una caserma qui in paese»</B></FONT></TD></TR><TR><TD bgColor=#ffffff><IMG height=10 src=http://www.gazzettino.it/images/x.gif></TD></TR><TR><TD><FONT face=verdana color=#000000 size=1>Noventa Padovana</FONT><P><FONT face=verdana color=#000000 size=1>I Carabinieri salutano e se ne vanno. Ed i cittadini rivieraschi si preoccupano, vivendo con l'incubo quotidiano di rapine e furti che sempre più spesso prendono di mira le loro abitazioni. Il già preannunciato trasloco dei Militi dall'Arma dalla caserma di Ponte dei Brenta al nuovo presidio operativo di via Rismondo, ha portato in consiglio comunale il grido d'allarme del Gruppo Noventa Federalista. Il consigliere d'opposizione del centro destra, Enrico Ingegneri, ha infatti incalzato il sindaco, Giuseppe Paviola, con una raffica di interrogativi. Diretti a conoscere quali misure saranno prese sul fronte della sicurezza. E soprattutto quali iniziative l'Amministrazione intenderà assumere per assicurare il controllo della Benemerita sul territorio. Il consigliere di An non ha lesinato toni sarcastici.</FONT><P><FONT face=verdana color=#000000 size=1>&quot;In un anno di governo - ha infatti osservato - l'attuale giunta non ha assunto alcuna iniziativa diretta a prevenire i disagi connessi alla prossima lontananza della caserma. Che faranno i cittadini vittime di rapine? Aspetteranno l'invio di qualche volante da via Rismondo? Possiamo ben aspettarci l'assenza di progetti al riguardo. L'esecutivo non ha inserito l'argomento della tutela del patrimonio fra i punti forti del proprio programma. Forse ignora che qualche esercente chiude i clienti all'interno del negozio per paura delle rapine&quot;</FONT><P><FONT face=verdana color=#000000 size=1>Ingegneri ha anche rimproverato l'immobilismo con il quale a suo parere si sarebbe mosso l'esecutivo. Tralasciando la possibilità di acquisire specifici finanziamenti elargiti dalla Regione a supporto di piani di sicurezza sul territorio. I toni allarmistici del consigliere del centro destra non hanno tuttavia turbato il primo cittadino.&quot;Non sarei così pessimista come il consigliere d'opposizione - ha detto Giuseppe Paviola - perchè in tutti questi mesi l'Amministrazione ha sempre considerato l'entità del problema senza smarrire i contatti con il Comando Provinciale dell'Arma e con la Prefettura. Posso quindi assicurare che Noventa sarà presto sede di una caserma dei Carabinieri. E che il presidio dell'Arma di via S. Marco, nonostante il prossimo trasloco di Militi a Padova, non sarà smobilitato del tutto. Diventerà la sede provvisoria della stazione del paese. Un'intesa, questa, che otterrà presto un impegno scritto da parte dell'Amministrazione&quot;.</FONT><P><FONT face=verdana color=#000000 size=1>Lucio Piva</FONT></P></TD></TR></TBODY></TABLE></CENTER></TD></TR></table></td></tr><tr><td width=977><P>Edizione del 27/06/2002</P><P><b>Mendrisiotto</b></P><H2>Col coltello a rapinare mamma e bambina</H2><P>Coltello in pugno per rapinare una mamma in bicicletta con la bambina di due anni. Agghiacciante episodio ieri mattina a Limido Comasco, sul confine tra la provincia lariana con quelle di Milano e Varese. Le lacrime della bambina non hanno fermato il rapinatore. L'aggressione è avvenuta poco dopo le 11 di ieri mattina lungo via San Giuseppe, non lontano dal centro del paese.<BR>Secondo quanto denunciato ai carabinieri della compagnia di Cantù, il malvivente è scappato con la borsetta della donna contenente il portafoglio (circa 150 euro) e i documenti. (pa)</P></td></tr><tr><td width=977><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Grave episodio ieri pomeriggio a Prata. I carabinieri di Pordenone sarebbero già sulle tracce dei malviventi <BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=5><B>Ghanese aggredita e rapinata in casa<BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><B>Nell’abitazione sono entrati due italiani. Le hanno puntato il coltello e rubato 350 euro <BR></B></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=1><BR></FONT><FONT face=Arial color=#000000 size=2><BR>di MANUELA BOSCHIAN<BR>Non conosce una parola né di italiano, né di inglese, ma alla fine è riuscita a farsi capire: «Sono stata rapinata in casa da due energumeni armati di coltello».<BR>Il grave episodio è successo nel primo pomeriggio di ieri a Prata, in un appartamento di via Gere occupato da una coppia di ghanesi. Vittima dell’aggressione, una donna di 36 anni, in quel momento sola in casa. La vicenda, proprio a causa delle difficoltà di comprensione della lingua, presenta ancora alcuni aspetti poco chiari, ma gli elementi chiave sono già in possesso dei carabinieri di Pordenone, che stanno seguendo il caso.<BR>Stando a quanto si è potuto sin qui ricostruire, erano circa le 14 quando, alla porta dell’appartamento, si sono presentati due uomini, poi descritti sommariamente come “stranieri, di corporatura robusta, piuttosto giovani”. Per la cronaca, alla voce “stranieri” corrispondono due italiani. Pare che i due abbiano pronunciato un nome e chiesto di vedere quella persona. Lo smarrimento della donna e, a quel punto, la certezza che fosse sola in casa li hanno quindi indotti all’azione. Spintonatala nell’ingresso, sono entrati nell’appartamento chiudendosi la porta alle spalle. Una volta dentro, uno dei due ha condotto di forza la donna in cucina, dove l’ha costretta al silenzio sotto la minaccia di un coltello. L’altro compare, nel frattempo, si è dato da fare nel resto dell’abitazione. Obiettivo: soldi. Messi a soqquadro cassetti, credenze e borse, alla fin fine ha trovato quello che cercavano, ovvero circa 350 euro in contanti. Paghi del bottino, se la sono quindi filata risparmiando alla poveretta ulteriori patimenti.<BR>Riavutasi dalla brutta avventura, la ghanese ha chiesto aiuto al proprio compagno, con il quale si è direttamente recata dai carabinieri di Pordenone. Il lasso di tempo trascorso tra il fatto e la segnalazione dello stesso ha purtroppo fatto perdere tempo prezioso. Nonostante ciò, gli elementi forniti dalla parte lesa e le strategie messe in atto dagli inquirenti starebbero già per dare risultati positivi.<BR>Una cosa, piuttosto, dà da pensare: il fatto che la donna non si sia rivolta ai numeri di pronto d’intervento e che abbia atteso il proprio compagno per farsi accompagnare dai carabinieri di Pordenone. Comportamenti che fanno ipotizzare che, probabilmente, molti cittadini extracomunitari ignorino come siano organizzate le forze dell’ordine sul territorio che li ospita e come, anche loro come tutti gli altri cittadini, possano essere debitamente tutelati. Se la donna rapinata ne fosse stata al corrente, forse avrebbe subito chiesto aiuto telefonando al 112 o al 113, oppure si sarebbe recata a segnalare l’episodio alla vicinissima stazione dei carabinieri competente per territorio, ovvero quella di Prata. La vicenda, a noi autoctoni, potrebbe rivelare un nuovo aspetto di cosa significhi vivere da extracomunitari: non solo fuori dalle proprie tradizioni, ma anche smarriti in caso di bisogno. <BR></FONT></td></tr></table>

  6. #6
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    Nonono!
    Guarda che io lavoro con dei padanogeni e trovo siano persone squisite.
    Certo, non si puo' negare che ormai la situazione sta diventando insostenibile, ma non si puo' fare di tutta l'erba un fascio.

    Essendo uno che ha bisogno di prove, ho invitato un mio collega padanogeno a giocare a scacchi con me.
    Alla mia proposta ha sbarrato gli occhi e ha balbettato qualcosa, ma glielo riproporro'.

    Io pero' di sera adesso comincio ad avere paura. Sapete com'e'...

 

 

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