Il seguente tema - pubblicato integralmente dal quotidiano La Padania - è stato svolto da Eleonora Ateri, 15 anni, di Parabiago (Milano), che frequenta l’Itis "Cannizzaro" di Rho (Milano).
(...) Cara Oriana, quanto ti ammiro! Lo sai che per quel tuo capolavoro pubblicato il 29 settembre sul Corriere della Sera ti sei meritata tante critiche (...) Ti hanno erroneamente dato della razzista, ma se oggi con la parola "razzista" si intende una persona che vuole difendere la storia del proprio paese, la libertà della propria famiglia e del proprio popolo, be’, sai cosa ti dico? Che sono orgogliosa di essere razzista (nel senso appena citato).
(...) Qui l’importante è dire quello che gli altri vogliono che tu dica. Altrimenti ciao, quella è la porta, esci dal mondo. E allora? Preferisco diventare un’asociale piuttosto che adattarmi. Evola disse: "Data una società e una civiltà come le attuali, nell’asociale, nel ribelle, in colui che non si adatta, è in via di principio da vedervi l’uomo sano" (...) Tra vent’anni, se la situazione non migliora, a scuola non si leggeranno più le opere di Dante, di Leopardi e Carducci, ma un bel Corano, tutte con il chador, tutti col tappetino appresso.
Ho ragione o no, Oriana?