Con una fantasiosa regia, con una delle sue proverbiali sceneggiate, Clemente Mastella è riuscito ieri a trasformare in caso politico un divorzio dalla Margherita che si era consumato diversi mesi fa. Il leader dell´Udeur ha riunito ieri il Consiglio nazionale del suo partito e prima dell´inizio dei lavori, ha creato il clima «giusto» facendo preparare dai suoi alcuni cartelli: «Rutelli hai mai sentito di parlare di correttezza?», «Rutelli giù le mani dai soldi che ci spettano». Per una volta il democristiano Mastella ha attinto alla tradizione «protestataria» dei radicali e, una volta incuriositi i cronisti con quei cartelli, il segretario dell´Uduer ha parlato e ha annunciato: «L´Udeur uscirà dai gruppi parlamentari della Margherita e aderirà al Gruppo Misto», anche se «continuerà a far parte dell´Ulivo», «purché ci consentano un ruolo politico e purché la leadership non resti nelle mani di Rutelli». In realtà già da mesi Mastella ha rotto i ponti con la Margherita, tanto è vero che l´Udeur nell´ aprile scorso non ha partecipato al congresso costituente di Parma che ha sancito la fusione in un nuovo partito di Ppi, Democratici e Rinnovamento italiano. Dunque Margherita e Udeur sono entità distinte, in conflitto tra loro, come ha confermato tra gli altri il caso di Reggio Calabria, dove il partito di Mastella si è schierato a favore del candidato-sindaco di An. L´unico connettivo che tiene uniti i due partiti è il gruppo parlamentare. Connettivo non indifferente perché è proprio attraverso i gruppi parlamentari che passa il finanziamento pubblico ai partiti. Da tempo è in corso una lite giudiziaria tra Margherita e Udeur per la spartizione dei fondi. Ieri mattina, dal Cn del suo partito, Mastella l´ha rilanciata: «In base ad un accordo sottoscritto davanti al notaio, esisteva un accordo perché il 20% della quota del finanziamento pubblico andasse all´Udeur. Quell´accordo non è stato rispettato da Rutelli e a noi spettano 2 miliardi di vecchie lire!». Il parlamentino dell´Udeur è ancora in corso quando arriva la replica della Margherita: è tutto falso, Mastella ha già avuto 3 miliardi e 200 milioni e a conferma di quanto sostenuto, il partito di Rutelli allega i relativi bonifici bancari. Ma Mastella non demorde: «Quei soldi non bastano! Ci spettava di più e l´Udeur chiederà alla presidenza di Camera e Senato di bloccare i fondi a favore della Margherita!». Sembrava finita e invece dalla Margherita arrivava una contro-replica: «Il Tribunale ha già respinto il ricorso dell´Udeur sul preteso mancato versamento» ritenendo che la quota spettante alla Margherita «sia stata regolarmente erogata».
Uno scambio duro che però si è inasprito in serata, quando da parte della Margherita è arrivata una richiesta inattesa: caro Mastella a questo punto devi dimetterti da vice-presidente della Camera visto che sei stato eletto in "quota" Margherita. Il primo affondo lo lanciava Renzo Lusetti, vecchio amico di Mastella nella sinistra dc di fede demitiana, ma poi arrivava una nota di Pierluigi Castagnetti, presidente dei deputati della Margherita: «Sono amareggiato e sorpreso. Mi auguro soltanto che non si rimetta in cammino quella carovana di parlamentari transumanti che segnò già la vita della precedente legislatura». E poi l´avvertimento: «Mi attendo dai colleghi dell´Udeur un gesto di coerenza, soprattutto da parte di coloro che ricoprono incarichi istituzionali per conto della Margherita». Il riferimento è certamente a Mastella, ma non soltanto a lui: «Ci sono colleghi - ha tenuto a precisare Castagnetti - che hanno incarichi nelle commissioni parlamentari in rappresentanza della Margherita». Con Mastella, che in pochi mesi è stato lasciato da molti dei suoi parlamentari - a cominciare da Enzo Carra e dagli ex ministri Salvatore Cardinale e Agazio Loiero - sono rimasti sei deputati e cinque senatori, tra cui anche un senatore di Forza Italia, Alfredo D´Ambrosio, passato con Mastella in corso di legislatura.
f. m.
da "La Stampa"