Da "Il Nuovo" (www.ilnuovo.it):
I LIBERAL DS DICONO NO A COFFERATI
Morando, Petruccioli e Turci rilanciano la federazione dell'Ulivo, propongono un fronte europeo socialista-popolare contro le destre, e bocciano le strategia della Cgil sull'articolo 18.
Nella foto, Enrico Morando, leader dei liberalsocialisti diessini.
ROMA - L'area 'Liberal' dei Ds guidata da Enrico Morando, Claudio Petruccioli e Lanfranco Turci, molto vicina alle posizioni di Giuliano Amato, rilancia con forza la ''Federazione dell'Ulivo'' immaginando un'unita' delle opposizioni costituita da ''tre cerchi concentrici'', dice no a referendum e iniziative popolari di Cgil e sinistra dell'Ulivo per estendere le tutele dell'art.18, considera ''necessario e politicamente realistico'' l'obbiettivo di dar vita in Europa a breve termine ad una ''Internazionale dei Democratici e dei Socialisti'' che superi gli steccati fra Pse, Eldr e quella parte del Ppe che è antagonista del centrodestra.
Nella sua relazione introduttiva all'assemblea dei Liberal a Roma, Morando traccia con chiarezza la linea della componente Ds. ''L'Internazionale dei Democratici e dei Socialisti - dice fra l'altro - non sarà dietro l'angolo ma è obbiettivo necessario e realistico. Bisogna dare atto alle forze progressiste italiane che stanno nel Ppe di essersi poste seriamente il problema della loro collocazione europea mentre non mi pare lo stesso impegno sia stato profuso dai socialisti italiani del Pse''.
Quanto all'Ulivo, Morando non nasconde ''il conflitto esploso al suo interno fra le diverse alternative per la ristrutturazione''. ''L'assetto che noi abbiamo in mente per il centrosinistra - spiega - è raffigurabile attraverso tre cerchi concentrici. Il primo è molto ampio: il 'comitato delle opposizioni a Berlusconi'' dal Prc all'Udeur: ''ne fanno parte - dice - tutti quelli che non stanno nel centrodestra''. Insomma, ''un comitato del no a Berlusconi'' oggi con l'obbiettivo di ''un'alleanza elettorale domani''.
Il secondo cerchio, ''più piccolo ma non di molto'' rispetto al primo, ''deve essere costituito da quelle forze che hanno raggiunto una piena intesa anche programmatica'' e che se il centrosinistra vincerà le prossime elezioni ''comporranno il governo''. Vi potranno partecipare anche quelle forze (come ad esempio potrebbero essere Udeur, Italia dei Valori, Pdci e Verdi) che ''oggi sono contrari a gruppi e portavoci parlamentari unici perché non disponibili a cedere quote di sovranità'' ma che sono pronte a sottoscrivere un programma di governo insieme, più difficilmente realizzabile anche con il Prc.
Il terzo e più piccolo cerchio, infine, è quello della ''Federazione dell'Ulivo'' in senso stretto (Ds, Margherita, Sdi) che si ponga come ''nucleo forte e coeso'' del ''centrosinistra allargato''. Un progetto per l'Ulivo, dunque, ''radicalmente alternativo'' alla 'Federazione delle Sinistre' cui puntano Pdci-sinistra Ds e forse anche i Verdi e che può interessare il Prc. Così come ad un Ulivo a due gambe ''Ds-Margherita'' che potrebbe profilarsi già nell'immediato ''se salterà la Convenzione nazionale entro l'anno''.
Proprio per questo i liberal lanciano l'idea di un referendum interno alla Quercia, che è previsto dallo statuto, attorno ''ad un semplice quesito volto ad impegnare i Ds nel lavoro di ristrutturazione dell'Ulivo''. E' la proposta che esce dall'assemblea, per sbloccare la situazione di stallo che sta consumando la coalizione e che vede Piero Fassino fermo di fronte alle ''due ipotesi'' che dividono anche la Quercia su come concepire la coalizione di centrosinistra.
Simmetricamente, Morando boccia come ''sbagliata e controproducente l'iniziativa Prc-Fiom-Cgil per estendere l'art.18, sostenuta dalle sinistre dell'Ulivo. Difendendo a spada tratta ''l'immediata presentazione del ddl unitario dell'Ulivo per la riforma degli ammortizzatori sociali e delle collaborazioni''. E non nascondendo la simpatia per il ''modello tedesco'' per la disciplina dei licenziamenti: scelga il giudice fra reintegro e indennizzo di chi perde il lavoro senza giusta causa.