Cari amici,
visto l'impegno che ha sempre contraddistinto la sinistra democratica sulla questione dei diritti umani, non possiamo che salutare con l'esultanza la creazione della Corte Penale Internazionale. È angustiante però registrare l'alterigia e la vanagloria degli Stati Uniti d'America, di Israele e dell'India, paesi democratici (gli U.S.A. si fregiano finanche di essere la più antica democrazia del globo, mentre l'Unione Indiana è quella con la maggior popolazione) che si pongono in maniera polemica verso il nuovo Tribunale, con la non rassicurante compagnia di regime autoritari (o quasi) come la Cina, il Pakistan e la Russia. Mi piacerebbe sondare le vostre opinioni. Laici saluti,
ANTONIO MATASSO
Movimento "Repubblicani Europei" - Sicilia
Coordinatore del Comitato Regionale Siciliano per il Partito Socialista Riformista - PSE
matasso@psi2000.it
Da "Televideo Rai":
NASCE DOMANI LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE
Nasce domani all'Aia il Tribunale Penale Internazionale (Cpi), l'organismo istituito dal Trattato di Roma del 1998 che si occuperà di perseguire i crimini di guerra, quelli contro l'umanità e il genocidio.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel diritto internazionale. I 74 Paesi che hanno ratificato il trattato, rinunceranno infatti a una quota di sovranità per cederla a un super - tribunale che agirà a livello mondiale in base al principio della sussidiarietà.
Il Tribunale comincerà a funzionare nel 2003, dopo la nomina dei 18 giudici, del presidente e del procuratore capo.
TRIBUNALE PENALE, USA CONTRO IL PROGETTO
La nascita del Tribunale Penale internazionale è accompagnata anche da molte polemiche. Alcuni Paesi, come Usa, Russia, Cina, India, Pakistan e Israele non hanno ratificato il trattato.
In particolare gli Stati Uniti si oppongono al progetto, perché temono che i propri soldati impegnati in missioni all'estero possano essere messi sotto processo dal Tribunale dell'Aia.
Gli Usa hanno addirittura minacciato di ritirare i propri soldati dalla missione in Bosnia e di non partecipare più ad altre missioni di "peacekeeping" se il Consiglio di sicurezza Onu non garantirà loro una sorta di immunità.