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  1. #11
    SENATORE di POL
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    Mah....questi parlano di "patti scellerati" di "traditori di classe" e altri linguaggi da Terza Internazionale Stalinista (ai tempi del "socialfascismo") e poi.......credo che Luciano Lama (che riformista lo era sul serio anche se...."comunista") si stia rivoltando nella tomba.

    Saluti liberali

  2. #12
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    a me sinceramente non piace proprio che adesso la maggioranza (e non solo) si sprechi in elogi a più non posso verso scajola: dignità, grande atto di responsabilità, senso dello stato....ma siamo matti? le dimissioni avvenute erano doverose e dovute , e a lui bisogna solo riconoscere di avere avuto un minimo di decenza per metterle in pratica....dopodiché...basta! se fosse un uomo responsabile, con grande senso dello stato ecc. ecc. non avrebbe detto quello che ha detto! qui si dimenticano troppo spesso i fatti,credo. io dico che, anche e soprattutto tra membri dello stesso gruppo, che sia esso governo o coalizione parlamentare, bisognerebbe sempre riconoscere chi sbaglia e agire di conseguenza senza ricorrere a ridicoli elogi e commitati: ha sbagliato, si deve dimettere!

  3. #13
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    Predefinito Il dibattito alla Camera - Intervento dell'on. Alessandro Cè (Lega Nord)



    Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, abbiamo apprezzato le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che condividiamo, in particolare, per la stima espressa nei confronti dell'opera encomiabile svolta dal professor Biagi.
    È doveroso, tuttavia, orientare il nostro dibattito alla luce dei fatti realmente avvenuti negli ultimi mesi. L'omicidio Biagi è maturato in un clima di scontro sociale fortemente voluto da parte dell'opposizione e da alcuni sindacati, in particolare dalla CGIL. La piazza è stata utilizzata da queste forze politiche e sindacali, non solo come passaggio democratico e di visibilità dell'opposizione, ma, in molte occasioni, anche come strumento aggressivo per dare una spallata al Governo e alla maggioranza, democraticamente eletti il 13 maggio dello scorso anno.
    Con riferimento alle tematiche del lavoro, è indubbio che la CGIL, in particolare, strenuamente sostenuta dalla sinistra e da gran parte dell'Ulivo, abbia operato sul territorio, in maniera provocatoria, attraverso un'azione massiccia di volantinaggio e di sistematica disinformazione nelle fabbriche sulle reali conseguenze delle proposte di modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, avanzate dal Governo.
    Falsificando la verità, si è seminato odio tra i lavoratori, sostenendo che le modifiche proposte dal Governo avrebbero tolto diritti ai lavoratori ed introdotto il licenziamento anche per coloro che, già oggi, hanno un contratto a tempo indeterminato. Si è cioè attribuito un effetto fortemente negativo e reazionario ad un intervento del Governo che, se pur perfettibile, ha come finalità quella di dare un futuro più garantito ai lavoratori stessi, di assicurare loro maggiori diritti, di ampliare e rendere dinamici gli ammortizzatori sociali e di porre le piccole e medie imprese nella condizione di potersi irrobustire per resistere, migliorando la loro competitività, agli effetti negativi della globalizzazione.
    Al contrario di quanto affermano pubblicamente, queste forze politiche (e forza politica, ormai, è da considerarsi, a tutti gli effetti, la CGIL) mirano ad una sottrazione dei diritti a danno dei lavoratori. Da un lato, mantenendo oltremodo rigido il mercato di lavoro nelle pubbliche e medie imprese, non si garantisce il futuro alle nuove generazioni, relegandole, sempre di più, a tipologie di lavoro assolutamente precarie e prive di qualsiasi tutela o diritto. Onorevole D'Alema, sono da considerarsi incluse in queste categorie alcune forme di lavoro interinale che sono vere proprie forme di caporalato introdotte ex lege, guarda caso, proprio dal Governo D'Alema. Dall'altro, opponendosi con forza alla legge Bossi Fini sull'immigrazione, si vogliono porre le condizioni per calmierare i salari, contrapponendo i lavoratori extracomunitari ai lavori italiani. Un esubero di disoccupati stranieri in condizioni di indigenza e di minorità psicologica e sociale non può che produrre quest'effetto. In questo scenario, s'inserisce l'omicidio del professor Biagi ed oggi rispuntano le lettere e le e-mail del cattedratico dalle quali si evince con chiarezza che il suo schema mentale era perfettamente in sintonia con le riforme volute dall'attuale Governo.
    L'obiettivo politico di chi ha tessuto questa trama sembra essere duplice: dare una nuova spallata al Governo e mettere fuori gioco Cofferati nella corsa alla leadership della sinistra. Anche se rivolgendoci al Governo chiediamo di poter sapere, non sappiamo se, dietro questo nuovo tentativo di destabilizzazione, ordiscano apparati o poteri più o meno occulti oppure frange sociali a servizio di interessi ed obiettivi politici. Sappiamo per certo che, in quelle lettere ed e-mail, il professor Biagi mostrava le sue paure e descriveva l'ostracismo, spinto fino alla criminalizzazione, al quale era sottoposto.
    Risulta oggettivamente chiaro che il professor Biagi veniva indicato come traditore dalle frange più estreme della sinistra e del sindacalismo rivoluzionario, per il solo fatto di essersi schierato a favore delle riforme come il suo predecessore D'Antona.
    Non c'è il minimo dubbio che Scajola ha sbagliato nei confronti della memoria del professor Biagi e nei confronti della sua famiglia: il suo comportamento è inescusabile sotto il profilo umano e della valutazione professionale del professore; ogni scusa alla famiglia, anche se apprezzata, è sicuramente insufficiente e tardiva. Nella sua imperdonabile leggerezza, Scajola dice, però - quasi fosse il riflesso di un ambiente ministeriale legato al passato che ancora lo condiziona - le stesse cose che, da molto tempo, gran parte dell'opposizione andava dicendo.
    Da un punto di vista prettamente politico, avremmo preferito che Scajola restasse al suo posto, perché rischiamo di assistere ad un inaccettabile paradosso: Cofferati e la sinistra, che hanno creato indirettamente, anche se non volutamente, le condizioni favorevoli al risorgere di un'elevatissima tensione sociale, vorrebbero beneficiare di un effetto catartico scaricando la colpa di quanto è accaduto sull'attuale maggioranza e sull'attuale Governo! La sottovalutazione del problema delle scorte, che pure, in una certa misura, c'è stata, non può in alcun modo essere messa sullo stesso piano delle gravi responsabilità politiche appartenenti alla frange più estreme dell'opposizione e del sindacato (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
    A lei, ministro Pisanu, augurandole buon lavoro, la Lega nord Padania chiede esaustive informazioni su quanto sta avvenendo oggi nel nostro paese e segnali di cambiamento della struttura burocratica del ministero. Alla magistratura, la Lega nord Padania imputa un'azione lenta ed inadeguata rispetto alla gravità degli accadimenti. In questo paese, ancora una volta, purtroppo, sembra esistere un oscuro filo conduttore che collega le vicende più torbide della storia italiana, a partire dall'omicidio del presidente Moro.
    Forse, è venuto il momento, per il bene della democrazia e del paese, di recidere in modo netto questo filo.
    Da un punto di vista politico, l'unico modo per uscire da questo clima è quello di attuare subito le riforme: occorre approvare subito, quindi, in modo definitivo, la nuova legge sull'immigrazione; occorre riformare rapidamente il mercato del lavoro, affinché i giovani possano avere sicurezza per il loro futuro; occorre dare un iter veloce alla devoluzione, per smantellare i residui centri di potere che ostacolano il realizzarsi, nelle istituzioni, della sovranità popolare.
    Onorevoli colleghi, ciò è quanto andava detto, specialmente all'opposizione, per fare giustizia della pesante strumentalizzazione agitata dalle sinistre e per onorare degnamente la memoria del professor Biagi. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza nazionale).

  4. #14
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    Scajola è stato, dopo Bianco, il peggior ministro degli interni che un paese rispettabile abbia mai avuto nei millenni di civiltà!!!!!!! Il governo Berlusconi mostra proprio nell'ordine e nella sicurezza pubblica (uno dei cavalli di battaglia) il tallone d'Achille di un'azione politica, che non decolla se non in campo internazione, dove va detto si sono fatte cose ammirevoli.

    Ora, dopo uno scolapasta, un altro servo di partito al ministero più importante..... mah!!!! Certo che le sta provando tutte, il governo, per non farsi rivotare, e nonostante le tante promesse, non solo non è riuscito a cambiare le cose in fatto di ordine pubblico, ma sta pure "organizzando" il terrorismo mussulmano..... vedete quello che ha proposto in Commissione Affari Costituzionali! UNA VERGOGNA!

    Dirmi schifato è poco! E' pensare che avevo votato e fatto votare CDL! Ma come si dice: Errare umanun est, perseverare autem diabolicum!!!
    "

  5. #15
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    Predefinito Dibattio alla Camera - Intervento dell'On. Marco Follini (Udc)



    Il Governo sa di poter contare, nell'azione di contrasto al terrorismo, sulla solidarietà leale e convinta di tutti noi. La ribadisco qui come un dovere perfino ovvio e come un impegno e ci tengo a ribadirla, perché questo è il tema che abbiamo davanti.
    Credo anche che la lotta al terrorismo richiami l'esigenza di una solidarietà più larga, che deve coinvolgere l'opposizione e che unisca tutto il paese sotto il segno di una comune responsabilità a difendere ed a sapere, di volta in volta, ritrovare le ragioni fondamentali della nostra identità di paese civile, pacifico e rispettoso di tutti.
    L'omicidio di Biagi, e prima ancora quello di D'Antona, ci hanno ricordato che sopra quella identità, sopra quella idea del paese che abbiamo in comune, pende sempre qualche minaccia che non è mai bene trascurare. Sono tornati, alla mente di molti di noi, i ricordi degli «anni di piombo» e sono tornati ad affacciarsi nelle nostre coscienze i dubbi, gli interrogativi e le angosce che, venti, trent'anni fa, hanno attraversato almeno due generazioni di italiani.
    Chiediamo oggi - come ci chiedemmo allora - se siamo riusciti a fare del nostro meglio per garantire la sicurezza dei cittadini e dei potenziali bersagli dell'offensiva terrorista e ci chiediamo oggi - come ci chiedemmo allora - quali sono le misure che possiamo adottare, le politiche che possiamo costruire per debellare i nemici della nostra convivenza.
    Il terrorismo di oggi è assai diverso da quello di quegli anni; non ha intorno a sé quell'area di consenso, di sinistra fascinazione che aveva allora. Non vi è più la zona «grigia» ed ambigua di quella parte, piccola ma significativa, del nostro paese, che all'epoca diceva di non stare né con lo Stato né con le Brigate rosse. In compenso, questo terrorismo può confidare su uno scenario internazionale per qualche aspetto più drammatico e turbolento del passato e ciò lo rende oltremodo insidioso.
    Ma soprattutto la sorpresa e lo sgomento che ci ha preso nel vedere riaffiorare fantasmi, che ci piaceva immaginare sepolti lontano da noi, ci ammonisce sul fatto che in questo campo le insidie non meritano di essere mai, mai, mai sottovalutate. Un paese è forte per le domande, anche aspre, che sa rivolgersi, ma è forte ancora di più per le risposte di cui è capace. Noi siamo qui, in una sede parlamentare, a cercare di dare le nostre risposte e di rendere quelle risposte utili - se ci riesce - per la sicurezza dei cittadini.
    Credo che contro il terrorismo dobbiamo avere fiducia, prima di tutto, nelle risorse di professionalità e di dedizione che le forze dell'ordine assicurano al nostro paese. Ci tengo a dare atto al Governo di avere costantemente coltivato e fatto crescere - per quanto era in lui - queste risorse. Ma credo anche che dobbiamo riuscire a coltivare ed a far crescere tra di noi la risorsa preziosa di una comune responsabilità nella difesa dello Stato e della nostra convivenza democratica.
    Comune responsabilità vuol dire che possiamo essere divisi in Parlamento, divisi nelle piazze e sulle piazze, ma che siamo uniti, tutti assieme, contro le pallottole. Anche io vorrei ricordare all'onorevole D'Alema che la democrazia sono le istituzioni e non è la piazza né i girotondi (Applausi dei deputati del gruppo UDC (CCD-CDU) e di deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale). Comune responsabilità vuole dire che siamo capaci di distinguere tra il nostro antagonismo politico, che resta vivo, ed il nostro sentimento condiviso per le istituzioni. Comune responsabilità vuole dire saper trovare una misura nel confronto delle opinioni, che non trasformi le nostre idee e le nostre differenze in una sorta di randello più utile per colpire gli avversari, che per rappresentare, convincere e mettere al sicuro i cittadini.
    Temo che alcune volte vi sia la tentazione di andare al di là di quella misura. C'è oggi nella polemica politica - riflettiamo tutti perché si tratta di un problema di tutti - una ricerca un po' cinematografica di effetti speciali, che tende a trasformarci, tutti, nei giustizieri dei nostri antagonisti.
    Riusciamo ad essere Rambo gli uni contro gli altri, mentre i nostri veri nemici sono là fuori, nella giungla del terrorismo, pronti ad utilizzare ogni nostra divisione su questo terreno come un'arma puntata contro di noi (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC (CCD-CDU)). Se abbiamo un dovere verso Marco Biagi, un dovere verso Massimo D'Antona, un dovere verso tutte le persone che il terrorismo ha colpito in questi anni, è di non spargere altro sale sulle ferite, di non spargervi il sale di polemiche troppo di parte.
    Occorre riconoscere da parte di tutti, io credo, che non c'è stata alcuna trascuratezza, alcuna negligenza sul fronte dell'impegno del Governo e delle forze dell'ordine contro il terrorismo e con la stessa onestà intellettuale occorre riconoscere che non c'è stata e non c'è alcuna ambiguità, alcuna vaga contiguità tra la durezza delle lotte politiche e sociali condotte dall'opposizione e la spirale di violenza che il terrorismo vorrebbe innescare. Gli assassini di Marco Biagi non fanno parte oggi di uno scolorito album di famiglia: non c'è un filo, neppure esile ed astratto, teorico, che li leghi al movimento sindacale per come lo abbiamo conosciuto. Noi siamo tra quanti contrastano le opinioni sindacali e tanto più le opinioni politiche di Sergio Cofferati - ho visto che ha trovato stasera, nell'onorevole Rutelli, un avvocato imprevisto -, ma continuiamo a dire che la demonizzazione di un antagonista non fa parte del costume politico a cui vogliamo ispirarci.
    Da parte nostra e per le stesse ragioni, vorremmo vedere un'opposizione che non utilizzasse le difficoltà delle indagini per polemizzare contro il Governo e, per le stesse ragioni, vorremmo che Sergio Cofferati riconoscesse che non c'è nulla di limaccioso, nulla di torbido, di inquietante nelle proposte che il Governo ha avanzato per la riforma del mercato del lavoro. Non è in gioco la civiltà degli uni contro la barbarie degli altri: siamo tutti, noi e voi, dentro i confini della civiltà, della democrazia e della legge e dobbiamo sapere che, fuori da quella civiltà, stanno i terroristi, non gli avversari politici.
    Maggioranza e opposizione non possono dimenticare che il nostro paese venne a capo della lunga stagione degli anni di piombo perché fummo capaci di parlarci e di capirci, anche
    se eravamo divisi dal filo spinato di una durissima controversia politica e ideologica. Quel filo spinato non c'è più ed è bene che sia così. Ma stiamo attenti ad evitare che ora si sfilacci il filo comune che lega le forze politiche allo stesso destino istituzionale. Noi oggi dobbiamo riprendere la tessitura di quel filo, se vogliamo rendere efficace e forte la nostra risposta al terrorismo che, di tanto in tanto, ci annuncia che non ci farà vivere in pace.
    Signor Presidente, lei ha ricordato oggi la figura di Biagi. Lo ha fatto con parole umane e giuste e credo che tutto il Parlamento si riconosca in quelle parole. Altre parole, molto diverse, sono state sbiadite da un gesto responsabile che fa onore all'onorevole Scajola che lo ha compiuto (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU) e di Forza Italia). Sono stato, siamo stati tra quanti quel gesto lo hanno discretamente, ma fermamente sollecitato. A maggior ragione, voglio dare atto all'onorevole Scajola di avere svolto con capacità, efficienza e dedizione la sua opera di ministro dell'interno e di aver lasciato quell'incarico con un comportamento improntato a grande rispetto delle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU), di Forza Italia e di Alleanza nazionale).
    La sfida di un terrorismo episodico, ma temibile, isolato ma, purtroppo, non in disarmo, richiede a tutti noi di ritrovare fino in fondo le motivazioni ideali del nostro impegno pubblico. Sono convinto, da parte mia, che il Governo saprà affrontare con questo spirito la sfida che il paese ha davanti a sé (Applausi dei deputati dei gruppi dell'UDC (CCD-CDU), di Forza Italia, di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania - Molte congratulazioni).

  6. #16
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    Sara contento berlusconi cosi

  7. #17
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    Atto di irresponsabilità.
    Un Ministro degli Interni non si dimette per un libero commento.
    Avrebbe dovuto pensare a lavorare.
    E a fottersene di chi vuole cambiare ministri ogni sei mesi solo per mascherare che i procuratori non sanno indagare e che la PS è divenuta una accozzaglia di mafie para-sindacali.

  8. #18
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    Xcm814: evidentemente quando hai votato e fatto votare Cdl qualcuno ti aveva pagato per farlo.....non riuscivi ad arrivare con la tua testolina a scegliere da solo.....il fatto che non ci sei arrivato è confermato quando lasci intendere che non sei arrivato a capire cosa veramente il governo Berlusconi ha fatto.....forse (e ne hai tutto il diritto) non condividi la Bossi-Fini....forse non condividi i patti firmati da Scajola con gli altri paesi per il rimpatrio....forse non condividi il fatto che i reati sono nettamente diminuiti....o forse non condividi il fatto che il rimpatrio di migliaia di clandestini si sia triplicato...............forse non condivi tutto ciò......secondo me non è che non lo condividi.....tu manco le sai queste cose...........caro mio ti coniglio di startene a casa alle prossime elezioni.....o se vuoi votare non avvicinarti neanche al simbolo della CDl.....te lo consiglio.....e ti suggerisco anche di non iniziare una discussione di politica con qualcuno.....faresti una figura di......una brutta figura!

  9. #19
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    Predefinito Questo valeva allora e...

    ...la sinistra sà che vale tutt'ora.


    “ Mi permetta di rinnovarle un consiglio, che le sto dando non solo da giurista e da politico, ma anche da avvocato. Se vuole adottare una vera linea di difesa dai giudici che, in modo insinuante, cercano di legittimarla, affermi essere sua intenzione dimettersi, se condannato, richiamando il fatto che le sue dimissioni porterebbero di necessità allo scioglimento delle Camere e alle elezioni, atti che il presidente della Repubblica non potrebbe rifiutare di compiere”.

    Questo si legge in una lunga lettera aperta che l’ex Presidente Francesco Cossiga inviata a Berlusconi la settimana scorsa.
    E aggiunge: “Se lei, Silvio Berlusconi, cessa di essere Presidente del Consiglio dei ministri, e se le sue dimissioni, respinte dal Presidente della Repubblica, le ottengono di nuovo la fiducia delle Camere sulla dichiarata intenzione di volere lo scioglimento e le elezioni, alle elezioni necessariamente si andrebbe, e lei e la sua parte politica avreste la possibilità di cavalcarle sul tema ‘sovranità del ‘popolo’ oppure ‘sovranità dei pubblici ministeri’ e di stravincerle, chiudendo lei per sempre la sua partita con la magistratura militante”.

    Per i pochi “tonti” e i tanti in malafede, è meglio precisare che “la condanna” alla quale si riferisce Cossiga è quella chiaramente “preannunciata” al processo milanese Sme-Ariosto, eventuale condanna di primo grado.
    Da sottolineare anche che in questa lettera traspare la “vecchia antipatia” tra l’ex Capo di Stato e il presente, la sfiducia verso Ciampi. Cossiga prevede che Ciampi copierebbe Scalfaro.
    “Un’eventuale condanna del presidente del Consiglio”, prevede Cossiga,”aprirebbe inevitabilmente lo scontro frontale fra Berlusconi e il Presidente della Repubblica”.

    Che cosa accadrebbe allora?
    La Seconda Repubblica farebbe, come teme Cossiga, la fine della prima?

    saluti

  10. #20
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    www.corriere.it :

    " Nell’ora più difficile un filo con D’Alema


    I n una giornata drammatica, tra le dimissioni di Scajola e il discorso di Berlusconi, due elementi prevalgono sugli altri. Il primo riguarda il modo con cui la maggioranza ha voluto chiudere il caso. Lo ha fatto con una nomina bene accolta dal Parlamento, quella di Giuseppe Pisanu, e con il previsto appello del presidente del Consiglio alla comune lotta contro il terrorismo. Berlusconi ha oscillato nel suo intervento tra questo appello, diciamo così, di natura istituzionale e l’attacco a Cofferati e alla Cgil come fomentatori di un «clima esasperato» . Non era del tutto chiaro, a questo punto, se il premier fosse più interessato a cercare l’unità morale contro il terrorismo, oppure a richiamare l’attenzione sulle presunte responsabilità della Cgil e del suo leader, sulla falsariga delle lettere di Marco Biagi («Cofferati mi criminalizza...»). Ne è derivata l’impressione di una tesi ambivalente, comunque non svolta fino in fondo.
    Per un verso Berlusconi ha lanciato una serie di messaggi polemici verso Cofferati, offrendo ai gruppi di opposizione il destro per protestare in maniera veemente. Al tempo stesso, tuttavia, si è affrettato a mettere in chiaro che il governo rifiuta di considerare il sindacato coinvolto a vario titolo nell’omicidio («un’autentica sciocchezza, una cinica strumentalizzazione») .
    Con ciò lasciando intuire la difficoltà di maneggiare una materia così scottante, che tocca la «linea d’ombra» tra massimalismo, terrorismo, riformismo. E sfiorando un tema esplosivo, ma indefinito, come l’humus nel quale è maturato il disegno criminale di Bologna.
    E’ come se Berlusconi avesse tentato una sintesi tra le due anime che convivono nella Casa delle Libertà . Ma nel richiamare la necessità di un’unità d’azione contro i nuovi brigatisti è apparso più efficace il centrista Follini, che difatti ha usato toni di rispetto verso la Cgil. Mentre nell’accendere i riflettori su Cofferati «seminatore d’odio» è stato più persuasivo l’oratore leghista, Cè, che ovviamente non è interessato alla comprensione della sinistra.
    Comunque sia, la prudente ambivalenza di Berlusconi è servita a qualcosa. Intanto gli ha permesso di mascherare in qualche modo la difficoltà e l’imbarazzo del momento. Ma soprattutto il presidente del Consiglio è riuscito a recapitare un certo messaggio agli oppositori. Va notato - ed è il secondo punto della giornata - che la nomina di Pisanu al Viminale è vista da una parte almeno della sinistra come un’occasione per ottenere qualcosa nel gioco delle influenze.
    C osì va inteso il riferimento di D’Alema all’urgenza di novità negli «apparati investigativi», fino alla proposta di una commissione d’inchiesta sul terrorismo. Proposta subito apprezzata da Berlusconi. «Se ci sarà un salto di qualità, l’opposizione darà il suo contributo», dice il presidente della Quercia. E si capisce che lui più di ogni altro ha accolto l’invito a non dividersi sul terrorismo. Un gesto che sarà gradito al Quirinale e che restituisce a D’Alema il ruolo di interlocutore del governo in un’ora difficile. Una sfumatura colta dal «correntone» diessino e dalla Cgil, non a caso pronti a segnalare la freddezza di D’Alema nel difendere Cofferati .
    D’altra parte, Rutelli ha chiesto la diffusione del rapporto Sorge sulle scorte. La stessa richiesta è venuta da Giordano, dopo che il partito di Bertinotti aveva reclamato la sostituzione di De Gennaro come capo della polizia. Una convergenza di qualche interesse . Come se si volesse preparare il terreno alla nomina di un nuovo capo della polizia. Nomina alla quale l’opposizione non vuole restare estranea. Il rapporto Sorge è un po’ il cardine dell’operazione. E l’unità invocata potrebbe ruotare intorno a questo punto.
    di STEFANO FOLLI
    "


    Cordiali saluti

 

 
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