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    Predefinito «L’islam non può integrarsi. Siamo vicini allo scontro»

    Baget Bozzo: assurda la legge sulla libertà religiosa, loro non danno diritti
    di Alessandro Morelli

    L’impossibile rapporto tra Islam e cultura occidentale, questo l’argomento che ha appassionato il numeroso pubblico del convegno, organizzato dalla Lega Nord di Lodi, sul “Perché no alla moschea”.
    In particolare, durante gli interventi dei relatori, tre sono stati i temi che maggiormente hanno colpito gli spettatori: “i musulmani arrivano in occidente come conquistatori”, “il Corano impone la guerra santa contro gli infedeli” e “gli immigrati con una cultura completamente differente dalla nostra non cercano e non vogliono l’integrazione”.
    L’intervento che più ha appassionato i partecipanti è stato quello di don Gianni Baget Bozzo, che ha spiegato quanto il pericolo islamico sia forte per il Belpaese e per la società occidentale tutta, semplicemente perché la cultura basata sul Corano non può accettare l’integrazione in un mondo più democratico: «Purtroppo in Italia non si sa cos’è l’Islam ma, peggio, non si sa neppure che differenza c’è tra il nostro Dio ed il loro. Cristo ama l’uomo, si lega a lui con un patto, fino a dargli dei diritti. Il massimo - ha affermato Don Baget Bozzo - si raggiunge con Dio che si fa uomo. La cultura occidentale, basandosi su queste relazioni, si è evoluta come l’unica al mondo nella quale il singolo vale ben più del gruppo. Da noi, quindi, la persona umana diventa il massimo valore, e proprio per questo i diritti civili e umani sono riconosciti come universali». Secondo il sacerdote nel Corano invece: «Dio comanda, tratta le sue creature come se fossero nulla» inoltre nel testo sacro islamico: «manca la dualità. Mentre il Vangelo è frutto del dialogo tra Gesù e i suoi Apostoli, nel Corano Maometto è una “macchina da scrivere” umana, tanto che il testo diventa la parola di Dio, facendo diventare la religione musulmana fideista, non dando cioè ai fedeli alcuna possibilità di interpretazione delle parole scritte dal profeta».
    Il culto islamico, inoltre: «Ha fermato la sua evoluzione nel dodicesimo secolo, quando si è interrotta una esegesi coranica, una filosofia che permetteva lo studio dei testi sacri».
    Proprio dall’interruzione degli studi viene la fine dell’evoluzione del culto, praticamente i musulmani di oggi sono molto simili a quelli del 1100. Dopo aver chiarito le massime differenze teologiche tra i grandi culti Baget Bozzo ha elogiato la Lega e l’onorevole Polledri, presente in sala, per l’opposizione data in Parlamento alla proposta di legge sulla libertà religiosa che, secondo il sacerdote: «non è assolutamente applicabile all’Islam: secondo la cultura araba, tutti gli uomini nascono musulmani, ma poi a causa di vizi e perversioni si convertono ad altri culti. Il Corano però ha il diritto di rivendicarli e nel caso in cui non ci riuscisse la pena può essere anche la morte. Proprio questo - continua don Gianni - è il punto su cui si basa l’assurdità della proposta di legge: la libertà religiosa in Italia è sancita dalla Costituzione e quindi come si può ammettere che un culto che non lascia alcuna libertà religiosa usufruisca di diritti che non concede?».
    Il prete ha poi fatto una chiara analisi dei processi che hanno portato all’acuirsi del terrorismo fino all’escalation degli attentati dell’11 settembre: «i leader musulmani hanno tentato di assimilare la nostra cultura, creando partiti e “democrazie” ispirate a quelle occidentali lasciando un profondo controllo religioso, questo, ad esempio, è stato l’esperimento iraniano, che però, come possiamo vedere, sta miseramente fallendo. Così - ha affermato ancora don Gianni - si è passati ad un altro sistema per cercare di islamizzare il mondo: utilizzare la violenza pura, iniziata in Algeria, dove vengono colpiti gli infedeli ma, addirittura, si puniscono anche i musulmani rei di non venerare Allah nel modo adeguato. Da tutto questo - continua il sacerdote - nasce la casta eletta, i kamikaze che colpiscono i simboli vulnerabili della sofisticata società da abbattere. Per fare tutto questo, per creare Al Qaida, però, servono islamici “europeizzati” che si infiltrino e conoscano coloro i quali devono eliminare. Finalmente tutti cominciano a capirlo e il fatto che gli Usa abbiano abbandonato Arafat e la Palestina dimostra che l’ultima posizione filo-musulmana è caduta e che lo scontro tra civiltà è sempre più vicino».
    In seguito Baget Bozzo è tornato sul tema della giornata, la contestatissima moschea di Lodi: «Se la comunità islamica costruisse con i propri soldi un edificio di culto non ci sarebbero problemi - ha affermato il sacerdote - il fatto però, che il Comune praticamente doni il terreno, è un precedente che deve far riflettere. La nostra battaglia deve essere per la difesa della laicità dello Stato di fronte ad una religione che si oppone radicalmente a questo valore».
    A Don Gianni ha fatto eco l’onorevole leghista, Andrea Gibelli, che ha ricordato il caso avvenuto a Cremona, dove la comunità islamica, ha creato una scuola coranica clandestina per evitare che i ragazzi immigrati frequentassero le scuole pubbliche italiane: «La loro intenzione, purtroppo, era quella di insegnare ai bambini solo la lingua araba. Per evitare l’integrazione dei giovani nella nostra società. È necessario far capire a tutti che le nostre regole valgono anche per chi arriva come ospite ma, ancora di più, dobbiamo chiederci: a quanta della nostra cultura siamo disposti a rinunciare per accogliere chi è totalmente differente da noi?». L’onorevole del Carroccio ha inoltre rilanciato il tema del crocefisso nei luoghi pubblici: «troppo spesso non ci poniamo il problema che il simbolo della cristianità sia appeso o meno ai muri di scuole o ospedali, perché si pensa superficialmente che non sia una fattore importante. Questo è un grave errore, perché il crocefisso non rappresenta solo la Chiesa, ma tutta la nostra cultura, formata in oltre 2mila anni di storia, chiediamoci allora: possiamo rinunciarvi per non dar fastidio a degli ospiti?»
    Il consigliere regionale leghista, Davide Boni, ha invece annunciato che il Carroccio seguirà con attenzione una legge che è in discussione nell’ente lombardo per finanziare la costruzioni di nuovi templi: «È chiaro - ha affermato Boni - che la norma andrà ad avvantaggiare tutte quelle religioni che hanno firmato una Intesa con lo Stato. Le comunità islamiche non potranno quindi usufruire degli aiuti finanziari, perché non possono trovare un accordo con gli enti statali».
    Il “caso moschea” ha fatto aprire gli occhi ai lodigiani che hanno capito che: «La Lega è l’unico movimento che ha un contatto e da voce alla gente», ha affermato durante l’incontro il segretario provinciale lodigiano, Mauro Rossi. Il fatto poi che tra il pubblico i militanti non fossero molti dimostra che qualcosa si muove nell’opinione pubblica cittadina. «La dimostrazione che quella dell’amministrazione di sinistra è una scelta che risponde ad un vero e proprio disegno viene dal fatto che la comunità musulmana della zona - ha continuato Rossi - non ha mai chiesto il terreno offertole, e non si ancora per quale ragione la giunta l’abbia invece proposta. Il fatto poi che il referendum consultivo da noi portato avanti non sia stato ammesso rende evidente la paura del sindaco di confrontarsi con i cittadini». A conclusione dei lavori è intervenuto il giornalista de La Padania, Gianluca Savoini, che ha ricordato: «Non esiste un diritto all’immigrazione, ma è evidente che a livello internazionale esiste un piano orchestrato che ci porterà presumibilmente allo scontro tra civiltà. Per evitare tutto ciò dobbiamo fare un passo alla volta, dai più “piccoli” come combattere la moschea di Lodi ai più macroscopici come la legge Bossi-Fini».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    A Siena la giunta Ds vuole costruirlo a spese della cittadinanza
    «Il Centro Islamico se lo paghino loro»
    Siena
    «Ci aspettavamo che, prima o poi, il Sindaco Spinelli tirasse fuori, a cose magari quasi fatte (con i consiglieri comunali della Cdl bravi a far finta di nulla), la vicenda del Centro Culturale Islamico». Così la Lega Nord Toscana commenta in una nota le iniziative della giunta Ds di Siena. «Come avevamo immaginato - si legge in una nota - entro la fine dell’estate inizieranno la gare d’appalto per la realizzazione di un nuovo Centro Culturale Islamico. Non sarà, sì, una Moschea, ma i “contro”, a nostro giudizio, sono molti. Sulla necessità della costruzione di un nuovo Centro dovuto alla ristrettezza dei locali dell’attuale abbiamo insormontabili dubbi». «Dato che il numero di persone che lo frequentano, l’attuale struttura è da considerarsi più che sufficiente - prosegue la nota - Che fine hanno fatto i “proclami” del Sindaco e dei Ds, i quali affermano che quest’opera sarebbe stata finanziata con i capitali privati forniti dalla comunità islamica locale? Adesso, invece, si parla di comodato d’uso gratuito e, addirittura, di gara di appalto per l’assegnazione dei lavori». «Questo terreno, di certo, a nostro giudizio, poteva essere utilizzato per costruirvi qualcosa di diverso e di più utile per tutta l’intera comunità cittadina e non solo per gli islamici - si legge ancora - Tutto era già stato previsto nella delibera del 27 marzo, ma “qualcuno” ha voluto continuare a nascondere i veri progetti dell’Amministrazione: i cittadini, alla fine, dovranno, come ha sempre sostenuto la Lega, pagare di tasca loro un’opera che servirà veramente a pochissimi musulmani». «Siamo sicuri che la realizzazione di una nuova e più ampia struttura favorirà l’afflusso di un maggior numero di immigrati extracomunitari, soprattutto clandestini nel nostro territorio - conclude la nota - Invitiamo, pertanto, tutti i partiti della Cdl riunirsi, nel più breve tempo possibile per costituire un comitato di studio che presenti alla popolazione, a metà agosto, il testo del referendum consultivo sulla delibera del 27 marzo 2001 con la quale veniva prevista la realizzazione (con esplicito finanziamento a carico della Comunità locale...) del nuovo Centro Culturale Islamico».
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

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