Boso sospeso per sei mesi
L´ex senatore silurato dal Consiglio federale
Il caso
Per le dichiarazioni contro Bertolini ed esponenti nazionali del partito. Obelix: «Sono solo invidie»
Di DANIELE BATTISTEL
Lui dice che nessuno gli ha ufficialmente comunicato nulla, ma la notizia era nell´aria e la conferma arriva dal segretario provinciale Denis Bertolini: il Consiglio federale della Lega Nord ha sospeso per sei mesi la tessera del partito a Enzo Erminio Boso.
La motivazione la spiega lo stesso Bertolini: «Boso ha tenuto dei comportamenti e ha fatto delle dichiarazioni lesive del buon nome della Lega, sia in Trentino che a livello nazionale». Che tra i due, o meglio, che tra il segretario e l´ala dei "duri e puri" della Lega (Boso e Divina su tutti) non scorresse buon sangue lo si sapeva. Già dai tempi del congresso.
Un inasprimento di posizioni che ha raggiunto il culmine con le dichiarazioni dell´ex senatore: "Bertolini è una serpe velenosa. Ha vinto il congresso con le menzogne».
E l´Obelix aveva pure acquistato una pagina de "l´Adige"per spiegare il suo pensiero. Tutte cose che al buon Bertolini non devono essere piaciute. Così, in un´infuocata seduta di metà maggio il direttivo provinciale aveva sospeso Boso per un mese. Ora arriva la "mazzata" del Consiglio federale che, letto il rapporto di Bertolini, e considerate certe dichiarazioni rilasciate dall´Enzo cacciatore in una trasmissione di Telelombardia («É un pezzo di m.» riferito al leghista lombardo Bernardelli) ha deciso per una punizione più severa.
«Non so nulla - attacca Boso -, e non mi interessa. É solo una cosa formale, non di Dna. Io resterò leghista fino alla morte, con o senza tessera». E continua: «Riconosco un solo capo, Umberto Bossi. Se Bertolini mi parla lo ascolto, ma penso non sia all´altezza di insegnarmi a fare politica. Per cui andrò avanti a modo mio». Boso non se la prende con Bossi, da cui dipende il Consiglio federale, né attacca direttamente alcun esponente leghista; ammette però che «gente come me, Divina, Fontan e Savoi danno fastidio a qualcuno dentro il partito». Li definisce «ignoranti e invidiosi perché ho comprato una pagina del giornale».
E Bertolini? «Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Evidentemente ha fatto delle cose che hanno danneggiato il movimento». Gli attacchi personali? «Certo, non fanno bene, soprattutto quando mi ha dato della viscida serpe».