Rullano i tanburi di guerra negli USA,ove si dà oramai per scontata l'offensiva statunitense anti-Saddam,quella definitiva;è mio personale convincimento,che un simile evento potrebbe scatenare una serie lunga ed imprevedibile di nefaste conseguenze per i già fragili equilibri internazionali.
Innanzitutto,le Forze Armate irachene sono ben diverse dalle milizie talebane,più numerose e meglio equipaggiate.
Il "fronte interno":per riuscire davvero nel loro intento,gli USA dovrebbero poter disporre di una nuova Alleanza del Nord,ossia una coalizione di forze nazionali anti-regime,che però al momento sembra assai difficile costituire,viste le caratteristiche delle stesse (i ribelli khomeynisti sciiti al sud,nella regione di Bassora,le fazioni armate di Massud Barzani e Jalal Talabani,acerrimi rivali,al nord).
Il sostegno internazionale:il regime saudita guarda a questa ipotesi come il fumo degli occhi,temendo che l'ennesimo focolaio di guerra in M.O. infiammi le piazze sino a rovesciarlo (quindi appare certo che non concederà all'USAF le basi presenti sul "sacro suolo islamico"),l'Iran avrebbe tutto l'interesse a fomentare una successiva insurrezione dei ribelli dello SCIRI (Supremo Consiglio Islamico per la Rivoluzione in Irak) nel sud del Paese,per annettersi la regione,ricchissima di riserve petrolifere e già al centro di un'aspra contesa militare,tra il 1980 ed il 1988,solo la Turchia potrebbe concedere l'uso della base di Incirlik,bisognosa com'è di uscire dalla grave crisi economica con gli aiuti internazionali.
(Neppure il Kuwait,formalmente un Emirato,e quindi attento al montare della propaganda fondamentalista,potrebbe avallare una simile operazione:oltretutto,dimostrando notevole "fiuto",Saddam ha permesso ad un suo emissario di abbracciare la delegazione kuwaitiana durante il recente summit della Lega Araba a Beirut,in segno di riappacificazione).
Infine,certo che la posta in gioco sia la sua stessa sopravvivenza politica e personale,questa volta il raìss di Baghdad non esiterebbe ad impiegare ogni mezzo a sua disposizione:ivi compresi ordigni chimici e batteriologici montati su quei missili balistici a medio raggio di cui,per il tramite della Corea del Nord,egli all'oggi dovrebbe poter disporre,per lanciare un massiccio e prolungato bombardamento sulle città israeliane.
Orbene,il Premier Sharon non resterebbe certo a guardare:e l'intero Medio Oriente verrebbe investito da un incendio dalle proporzioni - e dalle conseguenze - incalcolabili.