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    Predefinito Padre Rifan nominato vescovo coadiutore

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo Coadiutore dell’Amministrazione Apostolica personale "San Giovanni Maria Vianney" in Campos (Brasile) il Rev.do Fernando Arêas Rifan, Vicario Generale della medesima Amministrazione Apostolica, assegnandogli la sede titolare di Cedamusa.

    Rev.do Fernando Arêas Rifan

    Il Rev.do Rifan è nato il 25 ottobre 1950 a São Fidelis, nella diocesi di Campos; dopo aver concluso gli studi elementari nel Seminario minore diocesano "Maria Imaculada" ha frequentato i corsi di filosofia e teologia, dal 1968 al 1974, nel Seminario Maggiore di Campos.

    È stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1974 e quindi ha svolto i seguenti incarichi: segretario del vescovo diocesano (1975-1976); consultore diocesano (1975-1982); parroco della Parrocchia di "Nossa Senhora do Rosário", nella città di Campos (1976-1986); direttore e professore del collegio "Três Pastorinhos" a Campos (1983-2002); rappresentante dell’Unione sacerdotale "São João Maria Vianney" nelle trattative con la Santa Sede per l’accoglienza nella piena comunione ecclesiale (2001). Attualmente è Vicario Generale dell’Amministrazione Apostolica Personale.

  2. #2
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    Predefinito DISCORSO DI S.E.R. MONSIGNOR PIVARUNAS SULLA CADUTA DI CAMPOS

    CARI AMICI,

    SE UNA PARTE ( PER ORA MINORITARIA) DELLA FRATERNITà "CORRE" VERSO L'ACCORDO CON GIOVANNI PAOLO II, MOLTI ALTRI PUNTANO I PIEDI E RIFIUTANO LA TRATTATIVA (SPECIALMENTE L'ECCELLENZA WILLIAMSON) ALL'INTERNO DELLA FSPX. ANCHE MOLTI ALTRI ISTITUTI E CONGREGAZIONI RELIGIOSE, NATE PER OPPORSI ALLE "RIFORME" DEL "VATICANO II" E ALLA "NUOVA MESSA", BIASIMANO FORTEMENTE QUESTE TRATTATIVE (IN ITALIA SPICCA L'ISTITUTO MATER BONI CONSILII). TRA COLORO CHE CRITICANO FORTEMENTE L'ACCORDO C'è ANCHE SUA ECCELLENZA PIVARUNAS, SUPERIORE DELLA CONGREGAZIONE DI MARIA REGINA IMMACOLATA, CONSACRATO VESCOVO A SOLI 33 ANNI NEL 1991 DA S.E.R. MONSIGNOR CARMONA. IN QUESTO SUO SCRITTO, ALL'INDOMANI DELLA "CADUTA DI CAMPOS", SUA ECCELLENZA CON ARGOMENTAZIONI SEMPLICI MA EFFICACI, MOSTRA ALCUNE AMBIGUITà DOTTRINALI CHE HANNO PORTATO QUELLA PARTE DI FRATERNITà CHE FACEVA RIFERIMENTO A MONSIGNOR DE CASTRO MAYER, A SCEGLIERE LA VIA DI ACCORDO SNATURANTE E ESIZIALE. INFATTI OGNI CATTOLICO INTEGRALE SA BENE CHE LO SCOPO PRINCIPALE DELLA BATTAGLIA PER LA SANTA MESSA NON è QUELLO DI OTTENERE PER ALCUNI LA POSSIBILITà DI "FARE L'ESPERIENZA DELLA TRADIZIONE". LO SCOPO PRINCIPALE è QUELLO (BEN PIù DIFFICILE) DI RIUSCIRE AD IMPEDIRE A TUTTI GLI ALTRI DI FARE L'ESPERIENZA DEL MODERNISMO (VEDASI LA "messa montiniana" E LA "catechesi" POSTCONCILIARE).
    UN CARO SALUTO A LEPANTO (GRAZIE PER I TUOI POST SEMPRE INFORMATI) E A TUTTI


    GUELFO NERO



    "Illogica Posizione Teologica della Fraternità S. Pio X"
    di S.E.R. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI

    La notizia che colpisce, della recente riconciliazione del gruppo tradizionale di Campos, in Brasile (la Unione Sacerdotale S. Giovanni
    M.Vianney, già fondata da S.E. Mons. Antonio de Castro Mayer) con
    la "Chiesa Conciliare" del Vaticano II, non dovrebbe essere una
    sorpresa per nessuno.
    Il vescovo e i preti di questa società, proprio come i loro precedenti consociati, la Fraternità Sacerdotale S. Pio X, hanno mantenuto una posizione teologica incoerente per così tanti anni che la loro presente decisione di ritornare alla "Chiesa modernista" rappresenta in definitiva il decorso logico della loro illogica posizione.
    Il 18 gennaio 2002, S.E. Mons. Licinio Rangel, il vescovo della Unione Sacerdotale S. Giovanni M. Vianney, dopo tanti anni trascorsi in difesa della Messa Latina Tridentina e della vera Fede Cattolica, ha concluso un compromesso con la gerarchia modernista ed ha emanato la seguente dichiarazione: "Noi riconosciamo il Concilio Vaticano Secondo come uno dei Concilii Ecumenici della Chiesa Cattolica, accettandolo alla luce della Sacra Tradizione... Riconosciamo la validità del Novus Ordo Missae promulgato da Papa Paolo VI dovunque sia celebrato correttamente e con l'intenzione di offrire il vero Sacrificio della S. Messa. Riconosciamo il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, insieme con tutti i suoi poteri e prerogative, promettendogli obbedienza filiale ed offrendo
    le nostre preghiere per lui."
    Effettuata una tale pubblica dichiarazione, Mons. Rangel e i preti della Unione Sacerdotale S. Giovanni M. Vianney dovrebbero chiedersi come differisca oggi la situazione della Chiesa Conciliare rispetto a ciò che era allorquando il loro fondatore, il defunto Mons. Castro Mayer, originalmente prese posizione a sostegno della vera Messa e della vera Fede, in opposizione al Novus Ordo Missae e ai falsi insegnamenti del Vaticano II sull'ecumenismo e la libertà religiosa. La presente situazione della "Chiesa Conciliare" è infatti di gran lunga peggiore oggi di quel che era allora. Se il Novus Ordo Missae è una messa valida e il Concilio Vaticano II fu un concilio legittimo, allora la loro posizione a sostegno della tradizione per tutti questi anni è stata tenuta per niente.
    Essi infatti avrebbero potuto benissimo aver fatto parte della "nuova
    Chiesa ecumenica" del Vaticano II fin dall'inizio.
    Non meno spiacevole e non meno sorprendente è il fatto che Mons. Bernard Fellay, superiore della Fraternità S. Pio X, fosse in comunicazione con la "Chiesa Conciliare" un anno fa, ma abbia nondimeno interrotto il dialogo. Pertanto, quando anche la Fraternità S. Pio X seguisse l'Unione S. Giovanni M. Vianney, si riconciliasse con i modernisti (in effetti "concludesse un compromesso" è un termine più appropriato) della "Chiesa Conciliare", e diventasse un altro "pisello nel baccello" di questa falsa "Chiesa ecumenista", ciò avverrebbe del pari senza alcuna sorpresa. E come potrebbe essere altrimenti? Mentre i membri della Fraternità S. Pio X, nel loro tentativo di mantenere la vera Messa e la Fede Cattolica tradizionale, devono opporsi alla "messa" del Novus Ordo ed al falso ecumenismo e alla libertà religiosa del Concilio Vaticano II, erroneamente sostengono che Giovanni Paolo II è il loro papa, anche se non sono per nulla canonicamente approvati da costui e non hanno con esso assolutamente alcuna connessione giurisdizionale. Infatti malgrado tutte le loro affermazioni in cui riconoscono Giovanni Paolo II come vero papa, essi, in realtà, mediante la loro pubblica disobbedienza nei suoi riguardi lo disattendono completamente, in quanto amministrano i sacramenti senza aver ricevuto da lui, che riconoscono come papa, alcuna missione canonica ed alcuna giurisdizione. Essi non hanno alcuna autorità o approvazione da Giovanni Paolo II per stabilire chiese e cappelle attraverso il mondo, né per dispensare i Sacramenti. Se la "Chiesa Conciliare" del "Vaticano II" è la Chiesa Cattolica (come ritengono), allora come possono non considersi degli scismatici? Questo è l'ultimo stadio della contraddizione: mentre sostengono un nominale riconoscimento di Giovanni Paolo II come papa, lo trascurano completamente, agendo senza la giurisdizione che dovrebbero ricevere da lui per poter esercitare le loro funzioni di vescovi e preti. Quale l'origine di questa posizione così teologicamente confusa? Riconoscono Giovanni Paolo II come papa e tuttavia non hanno con lui alcuna connessione giurisdizionale o canonica. Perchè la Fraternità S. Pio X è prigioniera di questo dilemma? La risposta va trovata nella tentennante posizione del suo fondatore, S.E.l'Arcivescovo Mons. Marcel Lefebvre. La considerazione di poche affermazioni pubbliche effettuate dal defunto Arcivescovo nel corso degli anni, evidenzia l'assenza di una chiara e coerente posizione teologica. E poichè tale posizione incoerente venne ereditata dalla Fraternità S. Pio X, essa sarà la ragione principale del loro eventuale compromesso e riconciliazione con la "Chiesa Conciliare". Il 29 giugno 1976, Mons. Lefebvre, in occasione della sospensione dall'amministrazione dei Sacramenti lanciatagli da Paolo VI affermava: "Siamo sospesi a divinis dalla Chiesa Conciliare e per la Chiesa Conciliare, alla quale non desideriamo appartenere. Quella Chiesa Conciliare è una Chiesa scismatica, perché rompe con la Chiesa
    Cattolica che è sempre stata. Ha i suoi nuovi dogmi, il suo nuovo
    sacerdozio, le sue nuove istituzioni, il suo nuovo culto, tutti già
    condannati dalla Chiesa in molti documenti, ufficiali e definitivi...
    "La Chiesa che afferma tali errori è ad un tempo scismatica ed
    eretica. Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella
    misura in cui Papa, vescovi, preti, o fedeli aderiscono a questa
    nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica" (Riflessioni
    sulla Sospensione "a divinis" di Mons. Marcel Lefebvre).
    E poi, pochi anni dopo, l'8 marzo 1980, l'Arcivescovo ricontrattava
    con la "Chiesa modernista" tramite una dichiarazione scritta a
    Giovanni Paolo II nella quale contraddiceva la sua posizione
    precedente, e affermava: "Santo Padre, per porre fine ad alcuni dubbi che circolano ora in Roma e in certi ambienti tradizionalisti in Europa e in America concernenti il mio atteggiamento e pensiero riguardo al Papa, al Concilio, e alla Messa del Novus Ordo, e temendo che questi dubbi raggiungano anche Vostra Santità, mi sia permesso di stabilire di nuovo ciò che ho sempre espresso... "Che concordo pienamente col giudizio di Vostra Santità sul Concilio Vaticano Secondo espresso il 6 novembre 1978, alla riunione del Sacro Collegio. Che il Concilio deve essere compreso alla luce di tutta la
    Santa Tradizione e sulla base del costante Magistero della Santa
    Chiesa. Riguardo alla Messa del Novus Ordo, nonostante tutte le
    riserve che si debbono avere su di essa, non ho mai detto che sia per
    se stessa invalida o eretica."Poco dopo questa affermazione, Mons. Lefebvre, in una lettera agli amici e benefattori americani datata 28 aprile 1983, assunse una posizione teologica di motivazioni intermedie con la quale affermava: "La Fraternità non dice che tutti i sacramenti secondo i nuovi riti post-conciliari siano invalidi, ma che a causa di cattive traduzioni, della mancanza di intenzione adeguata, e dei cambiamenti introdotti nella materia e nella forma, sta crescendo il numero dei sacramenti invalidi o dubbi". Ma attendiamo pochi anni, e di nuovo troviamo che Mons. Lefebvre,
    giusto un anno prima della sua consacrazione di quattro vescovi per
    la Fraternità S. Pio X, in una Lettera ai Futuri Vescovi del 29
    agosto 1987, esprimeva quanto segue: "Miei cari amici, la Sede di Pietro e i posti di autorità in Roma essendo occupati da anticristi, la distruzione del Regno di Nostro Signore viene condotta rapidamente anche dentro il Suo Corpo Mistico quaggiù, specialmente attraverso la corruzione della Santa Messa che è sia la splendida espressione del trionfo di Nostro Signore sulla Croce (Regnavit a Ligno Deus) sia la sorgente dell'estensione del Suo regno sulle anime e sulle società." Ciononostante, il riferimento dell'Arcivescovo a "la Sede di Pietro e i posti di autorità in Roma essendo occupati da anticristi" non durava a lungo, perché nella sua lettera a Giovanni Paolo II del 2 giugno 1988, conclude: "Continueremo a pregare per la Roma moderna, infestata dal Modernismo, perché diventi ancora una volta la Roma Cattolica e riscopra la sua bimillenaria tradizione... "Vogliate accettare, Beatissimo Padre, l'espressione dei miei più rispettosi e filialmente devoti sentimenti in Gesù e Maria." Quanto evidente era il tentennare di Mons. Lefebvre! Un anno affermava che la "Chiesa Conciliare" era "scismatica ed eretica" e poi, pochi anni dopo, dichiarava che era la Chiesa Cattolica; un anno parlava de "la Sede di Pietro e i posti di autorità in Roma essendo occupati da anticristi," e l'anno immediatamente seguente si rivolgeva ll'occupante della Sede di Pietro come al "Beatissimo Padre." E la confusione continuò. Dopo la consacrazione dei quattro vescovi della Fraternità S. Pio X nel giugno del 1988, Stefano Paci, un giornalista di 30 Giorni (una rivista internazionale), realizzò un'intervista a Mons. Lefebvre, della quale il brano seguente è un estratto dall'edizione [ediz.in inglese 30 Days] di luglio/agosto 1988 del medesimo periodico: "PACI: E adesso, cosa prevede che sarà il futuro della Fraternità nelle sue relazioni con la Chiesa di Roma? LEFEBVRE: Spero che in pochi anni, quattro o cinque al più, Roma finirà per giungere ad un accordo con noi. "PACI: E se questo non accadesse? "LEFEBVRE: Roma resterebbe lontana dalla Tradizione. E sarebbe la fine della Chiesa. Poichè riconosco nel Papa il successore di Pietro, non sono uno che considera la Sede di Pietro vacante; non dico che questo Papa è un eretico. Ma le sue idee sono eretiche, e sono già state condannate dai precedenti pontefici, e conducono all'eresia. Vedendo come le autorità della Chiesa hano agito sin dal Concilio, sembra che lo Spirito Santo si sia preso una vacanza."
    Che posizione interessante! Affermava che Giovanni Paolo II "non è un
    eretico, ma le sue idee sono eretiche; e conducono all'eresia."
    Quando il cosiddetto "papa" invitò i capi delle varie false religioni
    del mondo ad Assisi affinchè invocassero i loro falsi dei per la pace
    nel mondo; o quando promulgò il Nuovo Codice di Diritto Canonico
    (1983) in cui si permette agli eretici e agli scismatici di ricevere
    la SS. Eucarestia (in certe circostanze, senza la loro riconciliazione con la Chiesa); o quando continua a imporre il Novus
    Ordo Missae e i falsi insegnamenti dell'ecumenismo e della libertà
    religiosa, "le sue idee sono eretiche" ma "egli non è un eretico"!?!
    Durante l'ultima elezione presidenziale [americana], venne impiegato
    il termine "matematica leggera" (fuzzy mathematics) per descrivere
    uno dei calcoli economici erronei del designato. Similmente, si
    potrebbe dire che la Fraternità S. Pio X ha una qual certa teologia "leggera" (fuzzy theology) quando si tratta della situazione
    della Chiesa, e questo purtroppo sarà proprio ciò che finirà per
    condurli ad una riconciliazione con la "Chiesa Conciliare".
    [...] Negli ultimi mesi, la Fraternità S. Pio X è stata, nelle sue
    pubblicazioni, decisamente di durezza adamantina contro i sedevacantisti; tuttavia, il defunto Arcivescovo Mons. Lefebvre, loro
    fondatore e padre spirituale, un tempo tenne la stessa posizione dei
    sedevacantisti: "Questa Chiesa Conciliare è, pertanto, non cattolica. Nella misura in cui Papa, vescovi, preti, o fedeli aderiscono a questa nuova Chiesa, essi si separano dalla Chiesa Cattolica."
    E, in aggiunta a S.E. Mons. Lefebvre, S.E. Mons. Castro Mayer in una
    intervista rilasciata al Jornal da Tarde affermava: "La Chiesa che aderisce formalmente e totalmente al Vaticano II con le sue eresie non è, né potrebbe essere, la Chiesa di Gesù Cristo. Per appartenere alla Chiesa Cattolica, alla Chiesa di Gesù Cristo, é necessario avere la Fede, cioè, non mettere in dubbio o negare alcun articolo della Rivelazione. Orbene, la Chiesa del Vaticano II accetta dottrine che sono eretiche, come abbiamo visto" (The Roman Catholic, agosto 1985). Come può la Fraternità S. Pio X rifiutare di sottomettersi all'autorità di Giovanni Paolo II che riconosce come papa? Il Codice di Diritto Canonico (canone 1325) definisce lo scismatico come uno che rifiuta di sottomettersi all'autorità del Sovrano Pontefice. Dato che essi non hanno da costui alcuna giurisdizione, nè missione canonica, e, come dato di fatto, i loro vescovi sono stati da lui scomunicati, come possono onestamente non riconoscere la realtà della loro posizione? Se Giovanni Paolo II è il papa, come la Fraternità. S. Pio X apertamente professa, allora come possono evitare di considerare se stessi altri che come scismatici? Quanto al futuro della Chiesa Cattolica, esso è interamente nelle mani di Dio; tuttavia, è una implicita negazione della infallibilità della Chiesa il pretendere che la "Chiesa Conciliare" sia ancora in qualche modo la Chiesa Cattolica. Il defunto Arcivescovo Mons. Lefebvre errò nella sua intervista del 1988 al periodico 30 Giorni quando rispose: "Vedendo come le autorità della Chiesa hano agito sin dal Concilio, sembra che lo Spirito Santo si sia preso una vacanza."
    No, lo Spirito Santo dimora con la Chiesa per sempre e non verrà mai
    meno alla Chiesa. Per questa ragione la Chiesa Cattolica ha insegnato
    infallibilmente al Primo Concilio Vaticano nel 1870: "Perché i Padri del Quarto Concilio di Constantinopoli seguendo da vicino le orme dei loro predecessori, fecero questa solenne professione: 'La prima condizione della salvezza è di mantenere la norma della vera fede. Poiché è impossibile che le parole di Nostro Signore Gesù Cristo, che disse: "Tu sei Pietro, e su questa pietra costruirò la mia Chiesa" (Matt. 16:18), non siano verificate. E la loro verità è stata provata dal corso della storia, perché nella Sede Apostolica la religione cattolica è sempre stata conservata esente da macchia, e i suoi insegnamenti mantenuti santi... "Senza dubbio, fu questa dottrina apostolica che tennero tutti i Padri e i santi Dottori ortodossi riverirono e seguirono. Perché compresero pienamente che questa Sede di S. Pietro resta sempre intatta da qualsiasi errore, secondo la divina promessa di Nostro Signore e Salvatore fatta al principe dei Suoi discepoli: 'Ho pregato per te, affinchè la tua fede non venga meno; e tu, quando ti sarai convertito, conferma i tuoi fratelli' (Luca 222)." Piaccia a S. Giuseppe, patrono della Chiesa Universale, padre putativo del Figlio di Dio e casto guardiano della SS. Vergine, di intercedere per la nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica!


    In Christo Jesu et Maria Immaculata,

    + Mark A. Pivarunas, CMRI

 

 

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