...L'idea talvolta affermata dinnanzi l'insufficientza di tali elemnti esplicativi è quella della RAZZA.
L'unità e la purità del sangue sarebbe alla base della vita e della forza di una Civiltà; la mescolanza del sangue sarebbe la causa iniziale della sua decadenza.
Ma anche questa è un'illusione: un'illusione, che inoltre abbassa l'idea di civiltà al piano naturalistico e biologico, poichè questo è il piano su cui oggi più o meno si concepisce la razza.
Razza, Sangue, purità ereditaria di sangue sono semplice MATERIA.
Sorge una civiltà in senso Vero, cioè Tradizionale, solo quando su questa materia agisce una forza d'ordine superiore, sovrannaturale e non più naturale: quella forza, cui corrisponde appunto una funzione PONTIFICALE, la componente del rito, il principio della spiritualità come base della differenziazione gerarchica.
All'origine di ogni vera civiltà sta un fatto DIVINO (ogni grande civiltà ha avuto in proprio il mito di fondatori divini): onde nessun fattore umano o naturalistico potrà render veramente conto di essa.
Ad un fatto dello stesso ordine, ma in senso opposto, degenerescente, si deve l'alterarsi ed il tramontare delle Civiltà.
Quando una razza ha perduto il contatto con ciò che solo ha e può fornire stabilità - col mondo dell'essere -; quando, dunque, in essa è decaduto anche quel che ne è l'elemento più sottile, ma - in pari tempo - più essenziale, cioè la RAZZA INTERIORE, la RAZZA DELLO SPIRITO, di fronte alla quale la razza del corpo e dell'anima sono solo manifestazioni e mezzi d'espressione(Vedi Sintesi di Dottrina della Razza, Hoepli, milano 1941, J. Evola) - gli organismi collettivi che essa ha formato, quale pur sia la loro grandezza e potenza, scendono fatalmente nel mondo della contingenza: sono alla mercè dell'Irrazionale, del mutevole, dello storico, di ciò che riceve dal basso e dall'esterno le sue condizioni.
Il sangue, la purità etnica sono elementi che anche nelle civiltà tradizionali hanno il loro valore: valore che, però, non è tale da permettere di usare per gli uomini i criteri pre cui il carattere del Puro Sangue decide perentoriamente per le qualità di un cane o di un cavallo - come ad un dipresso han fatto alcune ideologie razziste moderne.
Il fattore Sangue o Razza ha la sua importanza, perchè non è PSICOLOGICAMENTE - nel cervello e nelle opinioni del singolo - ma nelle stesse forze più profonde di vita che le tradizioni vivono ed agiscono quali energie tipiche formatrici.
Il sangue registra gli effetti di quest'azione, epperò offre, attraverso l'Eredità, una materia già affinata e preformata, tale che lungo le generazioni, realizzazioni simili a quelle originarie siano preparate e possano svilupparsi in modo naturale e quasi spontaneo.
E' su questa base - e su questa soltanto - che, come si vedrà, il Mondo Tradizionale spesso conobbe l'ereditarietà delle Caste e volle la legge endogamica.
Ma, per prendere la Tradizione appunto là dove il Regime delle Caste fu più rigoroso, nella stessa società Indo-Aria il semplice fatto della nascita, benchè necessario, non appariva sufficiente: occorreva che la qualità conferita virtualmente alla nascita venisse attualizzata dall'INIZIAZIONE e si è già accennato che nel MANAVADHARMASHASTRA si arriva ad affermare che, fino a quando non sia passato attraverso l'iniziazione o SECONDA NASCITA, lo stesso ARYA non è superiore al SHUDRA; che tre speciali differenziazioni del fuoco divino facevano da anima ai tre PISHTRA iranici gerarchicamente più alti, l'appartenenza ai quali era parimenti contrassegnata dall'iniziazione; e via dicendo.
Così anche in questi casi non bisogna perdere di vista la duplicità dei fattori, non bisogna mai confondere l'elemento formatore con l'elemento formato, la condizione col condizionato.
Sia le Caste superiori e le Aristocrazie tradizionali, sia - più in generale - le Civiltà e le Razze superiori (quelle che rispetto alle altre hanno la stessa posizione che le caste aventi una consacrazione hanno di fronte a quelle plebee, dei FIGLI DELLA TERRA)non si spiegano col sangue, ma attraverso il sangue, con qualcosa che va al di là del sangue stesso ed ha carattere METABIOLOGICO.
E quando questo QUALCOSA ha veramente potenza, quando esso costituisce il nucleo più profondo e saldo di una società tradizionale, allora una civiltà può mantenersi e riaffermarsi anche di fronte a mescolanze ed alterazioni etniche che non abbiano addirittura un carattere distruttivo, reagendo anzi sugli elementi eterogenei, formandoli, riducendoli a poco a poco al proprio tipo o ritrapiantandosi al titolo, per così dire, di una nuova unità esplosiva.
Anche nei tempi storici non mancano esempi del genere: CINA, GRECIA, ROMA, ISLAM.
Solo quando in una civiltà la sua radice generatrice dall'alto non è più viva, e la sua RAZZA DELLO SPIRITO è prostrata o spezzata, solo allora - parallelamente alla sua secolarizzazione ed umanizzazione - s'inizia il suo tramonto.
Ridottasi a tanto, le uniche forze su cui allora si può ancora contare sono quelle di un sangue che ancora porta con se atavicamente, per razza ed istinto, l'eco e l'impronta dell'elemento superiore dipartitosi: e solo a tale stregua, la tesi RAZZISTA della difesa della purità del sangue può avere una ragione d'essere - se non per impedire, almeno per ritardare l'esito fatale del processo di degenerescenza.
MA PREVENIRE QUEST'ESITO NON SI PUO', SENZA UN RISVEGLIO INTERNO.
RIVOLTA CONTRO IL MONDO MODERNO - JULIUS EVOLA