Nessuno conosce la religione vichinga?
Nessuno conosce la religione vichinga?
Cristianesimo sanguinario
di Sotirios Fotios Drokalos
La caduta del mondo politeista greco-romano e l'avvento dell'era cristiana rappresentano uno degli eventi più sconvolgenti e determinanti della storia globale. Questo periodo storico rimane però di solito ignoto al pubblico e trascurato negli ambienti specialistici, mentre tutte le teorie e ideologie politiche moderne, oltre a quelle filosofiche e sociali, accettano in minore o maggiore grado la versione dei fatti cristiana per quanto riguarda la transizione dal paganesimo al cristianesimo. Questo libro, di impostazione critica radicalmente controcorrente, vuole dunque colmare un vuoto nella bibliografia, presentando in modo scientifico e utile alla ricerca specialistica, ma allo stesso tempo sintetico e accessibile al lettore semplice, la cruda e scomoda per la società moderna e i suoi fondamenti spirituali realtà storica. Quella della devastazione sanguinaria e genocida subita dalle culture, religioni e nazioni dell'area greco-romana, affinché il cristianesimo venisse affermato e imposto.
Ananda K. Coomaraswamy, un autore imprescindibile.
Francesco Dominici
«In ultima analisi, il rito, come ad esempio quello dell’antico Sacrificio Vedico, è un procedimento interiore, di cui le forme esterne sono soltanto un supporto, indispensabile per coloro che stanno ancora percorrendo il cammino e ancora non ne sono giunti al termine, ma superfluo per coloro che ne hanno già raggiunto la fine, e che, per quanto possano ancora essere nel mondo, non sono più del mondo. Nel frattempo, non esiste pericolo o ostacolo maggiore dell’iconoclastia prematura di coloro che ancora confondono la propria esistenza con il proprio essere, e che ancora non hanno “conosciuto il Sé”; questi sono la stragrande maggioranza, e per loro il tempio e tutte le sue raffigurazioni servono da indicazioni lungo il cammino».
Ananda K. Coomaraswamy
Il grande brivido
"Non accatasto legna a sacrifici;
È nel mio interno che accendo la fiamma...
Il mio cuore è l'ardente focolare,
l'io che ho domato è la bruciante fiamma".
Il Buddha a un brahmano adoratore del fuoco:
https://www.facebook.com/photo.php…
Sandro Consolato28 aprile 2018
Il 28 aprile nell'antico calendario romano cadevano i Floralia, festa dedicata alla dea Flora. Nell'aprile del 2003 dedicai il numero della rivista da me curata a Flora. Un numero con contributi molto interessanti.
la Dimora dei Saggiiamani senza tempo ..
...Era come se si fossero già conosciuti, cresciuti insieme, fratelli in un mondo che aveva in programma il loro periodico rincontrarsi; ad entrambi piaceva l'idea di appartenere ad una architettura divina, il cui disegno prevedeva il ritrovarsi in vite successive: sacerdoti nell'antico Egitto, eretici alchimisti nel medioevo, neoplatonici del rinascimento, seicenteschi rosacrociani.......sciamani senza tempo….
Dal libro la Dimora dei Saggi di M.Agostini e R.Zengarini
“Divenire Intelletto” è dunque pervenire a una condizione di perfetta trasparenza nella relazione con se stesso, scartando precisamente l'aspetto individuale dell'io, legato a un'anima e a un corpo, per non lasciare sussistere che la pura interiorità del pensiero che pensa se stesso:
“Noi stessi siamo divenuti Intelletto quando, separando le altre cose da noi stessi, guardiamo l'Intelletto attraverso questo Intelletto, guardiamo noi stessi attraverso noi stessi.” (Plotino, Enneadi, 5.8 (31) 10.40)
Pierre Hadot, Che cos’è la filosofia antica? pag. 161
Marco Zambon
«Nessun dio è mai sceso quaggiù»
La polemica anticristiana dei filosofi antichi
L’espansione del cristianesimo nell'Impero romano, tra II e VI secolo, è stata accompagnata da un processo multiforme di selezione, interpretazione e appropriazione del patrimonio culturale greco-latino da parte di coloro che si erano convertiti alla nuova religione o erano nati in essa. Tale processo ha provocato la reazione, spesso diffidente o ostile, delle persone comuni, delle autorità e degli intellettuali. Il libro si occupa delle ragioni per le quali, nel corso dell’età imperiale, un buon numero di filosofi di tradizione platonica ha preso posizione contro i cristiani e composto anche scritti destinati a confutarne la dottrina. Contro la pretesa dei cristiani di essere anch'essi filosofi, anzi, gli unici, i platonici loro avversari obiettavano che il cristianesimo è per sua natura una dottrina non filosofica, sia perché fondato sulla fede (quindi irrazionale), sia perché i suoi contenuti sono contraddittori e, in ciò che hanno di vero, non fanno che copiare insegnamenti provenienti da tradizioni più antiche e autorevoli, mentre, in ciò che hanno di originale, sono del tutto falsi e insensati.
Parte prima
Vita e dottrina dei cristiani nell’opinione dei contemporanei
1. La requisitoria di uno scettico (Minucio Felice, Octavius V-XIII)
In difesa della tradizione romana/La condotta riprovevole dei cristiani/Le dottrine aberranti dei cristiani
2. Cristianesimo e razionalità: la difesa di Eusebio di Cesarea
Contesto e scopo dell’apologia di Eusebio/Obiezioni da parte dei pagani/Obiezioni da parte dei giudei/Razionalità del cristianesimo/Antichità e verità del cristianesimo
Parte seconda
I temi della polemica anticristiana sul piano religioso e sociale
3. Il cristianesimo come superstitio straniera
Superstizione come malattia dell’anima e trasgressione/Il cristianesimo e la “superstizione” dei giudei
4. Ateismo ed empietà
Ateismo come abbandono dei culti tradizionali/Ateismo come minaccia nei confronti della pax deorum
5. Accuse concernenti la condotta dei cristiani
Odio per il genere umano/Martiri e monaci: le conseguenze della misantropia cristiana/Lo spirito di rivolta 6. Accuse concernenti il culto dei cristiani
Magia/Il problema delle immagini e del sacrificio/Pratiche cultuali aberranti
Parte terza
Una religione nuova e irrazionale: le obiezioni dei filosofi
7. La novità del cristianesimo
Novità come indizio di scarsa credibilità/Novità e perdita di contatto con il Logos /Novità e ripristino di un culto autentico
8. Irrazionalità
Una religione per gli ignoranti/Irrazionalità della fede/Una conoscenza di Dio alternativa a quella filosofica?
9. Miseria delle Scritture e divisioni tra i cristiani
Povertà letteraria/Inattendibilità/Conflitti e divisioni tra i cristiani
10. Le Scritture cristiane non trasmettono alcuna rivelazione
Il problema dell’interpretazione dei testi rivelati/Chi e come può interpretare i testi?/Obiezioni contro l’allegorizzazione della Bibbia
11. Empietà del culto reso a un unico dio
Il monoteismo dei filosofi e il monoteismo dei cristiani/Necessità del politeismo/Politeismo e ordinamento dell’Impero/Un solo Dio, molte vie?
12. La falsa teologia dei cristiani
Un’immagine sbagliata di Dio/Un Dio onnipotente?
13. Cristologia e dottrina della salvezza
Gesù era soltanto un uomo/Gesù non realizzava alcuna profezia e non aveva doni divini/Incongruenze della dottrina cristiana del Logos incarnato/La dottrina cristiana della salvezza
14. Cosmologia ed escatologia
Creazione e dignità del cosmo sensibile
La fine del mondo/La risurrezione
Parte quarta
I cristiani nell’Impero romano prima e dopo Costantino
15. La situazione fino al III secolo
Da Tiberio a Nerone/La corrispondenza tra Plinio e Traiano/Il rescritto di Adriano /Da Marco Aurelio ai Severi/Il fondamento giuridico della repressione del cristianesimo
16. Le persecuzioni generali
La persecuzione di Decio/La persecuzione di Valeriano/La persecuzione di Diocleziano/Gli intellettuali e le persecuzioni
17. La svolta costantiniana
La “rivoluzione” del IV secolo/Imperatore e sacerdote/L’evoluzione religiosa di Costantino e l’editto di Milano/Verso un Impero cristiano/Costantino costruttore/Dopo Costantino
Conclusione
Una tradizione testuale indiretta e frammentaria
Difficoltà nel ricostruire le obiezioni anticristiane
Il cristianesimo è estraneo alla filosofia
Conciliare filosofia e religione
Come si conosce la verità?
Come interpretare le Scritture?
Il problema della fede
Una nuova fase nella storia del pensiero
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Questo libro possiede l’indubbio fascino che emana come di riflesso da Platone ogni volta che se ne parli in maniera competente e appassionata. Tuttavia – cosa che forse da un lato ne accresce il fascino, dall’altro talvolta fa storcere il naso – ci troviamo di fronte a una scritto ambiguo, quantomeno su alcuni punti critici, su giudizi e interpretazioni di molti passi platonici. Anche il mio giudizio su di esso, dunque, non potrà che essere ambiguo.
Parte consistente del testo è costituita da spiegazioni ed esegesi dei miti di cui è disseminata l’opera di Platone: la biga alata, la teoria della linea, la caverna, Er, la scrittura. Colamedici è molto attento a seguire passo passo il testo platonico, in modo tale da non lasciarsi sfuggire passaggi importanti che solitamente vengono tralasciati o a cui non viene attribuito il giusto peso. Sotto questo aspetto, il libro può essere considerato come un’utile e importante introduzione per chi voglia accostarsi a questi temi, trattati in maniera chiara e comprensibilissima.
Oltre questo primo livello di lettura, troviamo anche pane per i denti del lettore più avvertito, che può confrontarsi con le interpretazioni offerte da Colamedici. Salta subito all’occhio l’importanza conferita a Platone dall’autore: solitamente si cita il noto passo di Whitehead secondo cui la storia della filosofia occidentale non sarebbe altro che una serie di note a piè di pagina a Platone; secondo Colamedici, invece, «Whitehead è stato fin troppo cauto nel definire la portata del filosofo greco: è la storia dell’Occidente a essere una serie di note a piè di pagina a Platone, tanto la nostra mente è stata modellata dalle sue opere» . Se però è vero che probabilmente tutta la storia della filosofia, con le influenze dirette e indirette sugli eventi storici, deve moltissimo a Platone, ed è altrettanto vero che con tutta probabilità questi sia il filosofo più importante della storia del pensiero, cionondimeno non posso concordare con le conclusioni a cui porta il ragionamento di Colamedici, ossia che in un modo o in un altro siamo tutti platonici, qualunque cosa facciamo, qualunque cosa pensiamo: «Puoi essere kantiano oppure marxista, puoi rivolgerti al dio chiamandolo il grande Altro, puoi fare parte dei nichilisti, ma se vivi nel mondo occidentale, psicologicamente sei platonico, marchiato indelebilmente con il segno della caverna nel cuore e nella mente e in ogni fibra del corpo» . Tale affermazione mi sembra tanto suggestiva quanto falsa, come del resto la seguente: «È con Platone che nasce il soggetto, l’io. È lui l’inizio dell’esaltazione della razionalità che sfocerà poi nel cristianesimo, nello scientismo, nel capitalismo e nella società dei social, pura esaltazione del soggetto» .
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se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...