…di Luigi Faccia, l’ultimo “serenissimo”?
Uno dei tanti, troppi “scomparsi” nel sistema democratico-penitenziario italiano ma uno dei pochi (forse l’unico) che di quel sistema è vittima perlopiù a causa delle sue idee. Idee “sbagliate”, ma idee.
Luigi Faccia è il cosiddetto ideologo dei cosidetti “Serenissimi”, quelli che 5 anni fa “presereo d’assalto” il campanile di San Marco a Venezia, con quel mezzo blindato che pareva piuttosto una specie di torpedone ricuperato da chissà quale sfasciacarrozze e poi travestito con i colori di una patetica grinta militare.
A quest’atto di eversione non partecipò mai, materialmente, Luigi Faccia, né gli sono imputati altri atteggiamenti delittuosi: solo un’idea di irredentismo veneto, chiamiamolo così.
E il fatto di non pentirsene.
Tutto è bastato a condannarlo. E a considerarlo così pericoloso da non poter fruire pienamente delle attenuanti di pena e di quel affidamento ai servizi sociali che altri certamente non meno pericolosi riescono a ottenere senza troppa fatica. Possiamo lasciarli ai tecnici, agli avvocati, ai giudici i dettagli e gli impedimenti processuali si questa vicenda. Ma il succo, amaro, è che il nostro sistema legislativo e giudiziario rende possibile una evidente ingiustizia come questa: finire in galera a causa di una legge indifendibile, e non uscirne perché, per soprammercato, quella legge è pure applicata con ingiusto rigore.
Sono stranamente e diversamente apprezzate le idee, dai magistrati, in questo Paese. A volte, se si tratta di quelle “giuste”, bastano ad assolvere il responsabile di un fatto certo di violenza.
Altre volte, quando si tratta di quelle “sbagliate”, bastano a rappresentare un delitto. E non importa che non ci sia nessun fatto, tanto meno di violenza, di cui chi porta quelle idee “ sbagliate” è responsabile.
La civiltà di un Paese non si misura soltanto sulla mancanza di lehhi liberticide e ingiuste: pgni Paese, per quanto civile, ne ha. E’ sulla capacità di emendarsene che bisognerebbe contare: sulla capacità dei governanti di intervenire quando un caso minuto, apparentemente insignificante, rende manifesta e fa esplodere contro la vita di una persona, di un imputato, di un condannato, di un “soggetto pericoloso”, tutta l’ingiustizia di quella legge sbagliata e tutta l’inaderenza di un sistema giudiziario obbligato (obbligato?” ad applicarla con un simile rigore.
Vedremo come la magistratura deciderà sulle limitazioni di libertà di Luigi Faccia. Ma di questa faccenda, dei “serenissimi” e del loro “ideologo”, non dovrebbe ricordarsi soltanto questo giornale: dovrebbe ricordarsene chiunque si occupi o anche solo parli di “giustizia” in questo Paese.
Dal presidente della Repubblica, Guardasigilli compreso, in giù.
Iuri Maria Prado.
La vicenda pare tanto assurda, in effetti, che viene da chiedersi se l’avvocato difensore sia stato e sia all’altezza del compito.
E (pensar male è peccato ma spesso si ha ragione) , può essere che gli uomini che “fanno” politica a volte “mentono quando affermano che essi mettono in gioco il loro presente per il nostro futuro, facendo invece il contrario?
Fuori dai denti, cosa cavolo sta facendo la Lega?.
saluti