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Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
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    La Lupa romana è una cagna bastarda che muore allattando 2 figli di puttana
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    Predefinito Troppi americani sono belliobesi arriva la legge anticiccia

    Una proposta "bipartisan" per incentivare la propaganda
    contro i rischi del grasso. Ma l'allarme è generale
    Troppi americani sono obesi
    arriva la legge anticiccia
    Si prevedono cause contro i produttori di fast food
    e le grandi catene del settore alimentare corrono ai ripari
    dal nostro inviato PIETRO VERONESI


    Ciccioni di tutto il mondo, in guardia: abboffatevi prima che sia troppo tardi. Tempi durissimi, tempi di insalatine, macedonie e cibo ipocalorico. Nel mirino ci sono gli obesi d'America, ma esattamente come accadde per i fumatori, la tendenza è fatalmente destinata a dilagare. Due senatori intendono presentare la settimana prossima al Congresso una loro proposta di legge anti-ciccioni, il primo Obesity bill nella storia bicentenaria degli Stati Uniti.

    Il grasso non è né di destra né di sinistra e infatti l'iniziativa dei due legislatori americani è perfettamente bipartisan. Uno di loro, il senatore Jeff Bingaman del New Mexico, è democratico; l'altro, Bill Frist del Tennessee, di professione medico, è repubblicano. Se mai verrà adottato, l'Obesity bill non annuncia ancora un nuovo proibizionismo: non prevede la messa al bando di patatine fritte e torte al doppio burro. È, in realtà, un provvedimento piuttosto blando, che autorizza gli enti federali a spendere quote maggiori del loro bilancio per mettere in guardia i cittadini contro i pericoli del sovrappeso. La tendenza è tuttavia chiarissima: una lunga serie di segnali indica che l'America è alla vigilia di una nuova guerra, questa volta contro la ciccia.

    I più allarmati non sono tanto i consumatori, quanto i produttori e i distributori del cosiddetto junk food, quella robaccia da mangiare sintetica e ad altissimo tasso di zuccheri e di colesterolo tanto amata da grandi e piccini. La paura corre nei consigli d'amministrazione delle grandi catene di fast-food e delle multinazionali che hanno invaso il mondo con le bollicine delle loro bibite. Il timore è uno solo e molto preciso: che prima o poi - più prima che poi - la storia finisca dov'è finita quella delle campagne anti-fumo. In tribunale.

    Gli avvocati si stanno già preparando. Il pioniere delle azioni legali contro i fabbricanti di sigarette, John Banzhaf, che oggi insegna alla facoltà di Legge della George Washington University, studia da tempo la materia. "Non sarà facile vincere una causa contro un'industria alimentare", dice Banzhaf, "ma dopo i successi legali contro quella del tabacco, nulla è impossibile in un tribunale".

    Ci sono dei precedenti. La McDonald's è stata denunciata dalle associazioni degli indù di varie città, perché nascondeva il fatto che le sue patatine fritte venivano messe a rosolare - prima che in "olio vegetale al 100 per cento" - anche in grasso di manzo. E' "un torto intenzionale contro la nostra religione", hanno sostenuto i pii indù d'America. E la McDonald's ha dovuto ammettere il torto, chiedere umilmente scusa e pagare nove milioni di euro. Casi analoghi hanno trascinato davanti al giudice la catena di pizzerie Pizza Hut e altri giganti del junk food. Certo, non è la stessa cosa che dimostrare la responsabilità legale di un produttore di maionese nella morte per infarto di un obeso o costringere una fabbrica di cioccolatini a pagare le costose cure di un malato di diabete.

    Da questo punto di vista, le cose per gli avvocati erano molto più facili quando avevano a che fare con le multinazionali del tabacco. Il cibo, in fin dei conti, non è dannoso in sé e - a differenza delle sigarette - non dà assuefazione. Ma i legali delle grandi industrie alimentari hanno annusato il vento e hanno consigliato ai manager di correre ai ripari.

    Tutto è incominciato con il rapporto pubblicato nel dicembre scorso dal Surgeon-general, il capo della Sanità Usa. Il problema dell'obesità nella società americana è una vecchia storia ma ormai, diceva il rapporto, è diventata una vera e propria "epidemia": il 61 per cento degli americani è sovrappeso; i decessi dovuti a questa causa sono 300mila all'anno - e qui per la prima volta un testo ufficiale ha fatto un paragone esplicito con le morti causate dal fumo. I bambini con troppi chili sono il doppio, e gli adolescenti il triplo, di quanti erano nel 1980. Ogni anno si spendono 117 miliardi di dollari per i costi sanitari e sociali associati a questo problema. Il rapporto della Sanità chiamava esplicitamente "all'azione".

    Qualche mese dopo George Bush, il primo cittadino d'America, ha inteso dare il buon esempio facendo installare in uno dei prati della Casa Bianca attrezzature sportive e apparecchi per misurare la pressione del sangue e la percentuale del grasso corporeo. Il presidente ha anche invitato (ufficialmente?) gli elettori a seguire il cosiddetto "programma cinque volte al giorno": almeno cinque porzioni di verdura o frutta fresca al giorno. Ma anche l'industria alimentare ha sentito il campanello d'allarme e si è messa in moto. Avrebbe potuto argomentare che il problema non è soltanto colpa sua: metà della responsabilità va anche a uno stile di vita sempre più sedentario. Insieme ai produttori di merendine dovrebbero trovarsi sotto accusa anche quelli di televisori e videogiochi.

    McDonald's, Coca-Cola e compagnia hanno invece preferito dare prova di buona volontà e hanno preso una serie di iniziative per dimostrare che non sono meno nemiche della ciccia di quanto non lo siano il Surgeon-general o gli zelanti senatori Frist e Bingaman. Hanno dedicato buona parte dei loro siti web alla salute e alla fitness; la Coca-Cola ha regalato podometri agli studenti di varie città, per incentivarli a misurare la oro attività fisica. Un gruppo di grandi aziende ha lanciato un programma di educazione e lotta contro l'obesità infantile, denominato "Activate" (Attivatevi), che cerca di allontanare i ragazzini dalla tv e avvicinarli invece ai campi sportivi. La guerra, tuttavia, è solo agli inizi e molti nuovi provvedimenti sono in arrivo. Il temibile Internal Revenue Service, l'Ufficio federale delle imposte, ha deciso per esempio di rendere deducibili alla denuncia dei redditi le spese "contro l'obesità", comprese le quote pagate ai circoli sportivi e i farmaci dietetici. Basterà tutto questo a rimettere in forma il paese che ha inventato la Coca-Cola e il Big Mac? Vedremo. Peccato comunque che non esista in materia alcuna giustizia distributiva: avere degli americani più magri non farà ingrassare gli affamati di questo mondo.

    (13 luglio 2002)

  2. #2
    Padania Mitteleuropea
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    Con la cucina che hanno.....................................e il metodo di vita

  3. #3
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    Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!
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    Shaitan sei il solito ossigenato con tanto di "mesch"...




  4. #4
    Erwann
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    E pensare che basterebbe limitarsi ad una sana dieta padana per non diventare belli obesi.

    Ma evidentemente c'è chi preferisce cous cous e spaghettatone all'italiana.

 

 

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