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Risultati da 31 a 38 di 38
  1. #31
    brescianofobo
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    Originally posted by FENRIR
    No Brunnike, i sondaggi gli lascio a te e ai tuoi "nemici" di forza itaggia.........
    d'altronde non c'è peggior cieco di chi non vuol........
    salucc
    E' più facile raccontare palle che dire numeri, vero?

    Ciao, ciao, padanogeno. Torna a parlare dei crimini stranieri sul tuo bel forum, che lì sono tutti pronti ad abboccare all'amo.

    Io ho sempre avuto l'impressione che l'Italia fosse il paese con meno stranieri e con meno criminalità nel mondo occidentale, ma se voi dite il contrario, sarà certo così. Siete tutte persone così preparate, voi.

  2. #32
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    brunik, siamo tutti felici che tu sia tornato. Sapessi che noia i tuoi amici, sono piu` pallosi della messa tutti i giorni. Almeno tu come pagliaccio sai far bene il tuo mestiere. Riesci sempre a trovare un modo nuovo per farci ridere.


    [QUOT
    Date retta a me, seguite il mio consiglio. Fatevi la vostra Padania, che qua intanto lo xenofobo non attacca.
    [/QUOTE]

    E allora tentenna siamo o non siamo xenofobi a Bergamo?
    Secondo me hai ragione: non siamo xenofobi.




    Oppure che dire dell’altra perla:
    Nessuno straniero ha ammazzato un padanogeno negli ultimi due anni, qua in Bergamaschia.

    Forse tu sei a conoscenza di fatti che ti consentono di escludere l’intromissione di una mano in questo duplice omicidio e da buon sinistrogeno omertoso non l’hai comunicato alle autorita` o forse anche peggio non l’hai comunicato perche` direttamente implicato:

    Si parlò di «omicidio puntivo» legato al mondo della droga quando, nella notte del 29 agosto ad Erbusco (Brescia), vennero ritrovati i corpi semicarbonizzati di Giuseppe Leonardi, 32 residente a Sarnico, e della convivente 19enne Alena Koldelacova, originaria della Repubblica Ceca. Gli assassini uccisero i giovani a colpi di pistola, dando poi fuoco ai corpi all'interno dell'auto, una Fiat uno.
    Per non parlare dell’altra tua buffonata di questo thread:

    Anzi, molti degli omicidi vengono commessi dai padanogeni contro gli stranieri.

    Rileggendo l’articolo all’inizio del thread non potuto fare a meno di notare che di omicidi di supposti (da te) padani contro allogeni ne ho trovato solo uno su venti!!
    Mi raccomando continua a postare che ci fai fare 2 risate e di cabarettisti veri c’e` sempre bisogno.

  3. #33
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    Ma questi articoli presi dall’Eco invece non li hai letti, vero? Sono tutti di questa settimana.


    «Più controlli in via Quarenghi e in Borgo San Leonardo»


    Più controlli. Sia negli appartamenti, sia negli esercizi commerciali. In fondo la ricetta per combattere il degrado è semplice. Anche il prefetto Cono Federico l'ha ribadito - e ha promesso di attuarla con maggiore assiduità e coordinamento tra le varie forze dell'ordine - ai rappresentanti di due delle zone cittadine più colpite da questi fenomeni: via Quarenghi e borgo San Leonardo. Un incontro che residenti e commercianti chiedevano da tempo e che ieri, accompagnati dai consiglieri regionali Carlo Saffioti e Pietro Macconi, da tempo impegnati al loro fianco, hanno finalmente ottenuto. Sul tavolo del prefetto il presidente del comitato «Borgo San Leonardo e le sue botteghe» Roberto Spagnolo, ma soprattutto il rappresentante del comitato di via Quarenghi che si sta costituendo proprio in questi giorni, Dario Guerini, hanno portato i problemi di sempre. Spaccio, risse, inquinamento acustico, sosta selvaggia. «Siamo indignati - si legge nel memorandum del comitato di via Quarenghi - per lo stato di abbandono in cui siamo relegati da parte delle autorità pubbliche. Ci sentiamo umiliati e senza protezione».
    Il prefetto Cono Federico li ha rassicurati. Non solo con la promessa di maggiori controlli e un maggior coordinamento tra le forze dell'ordine, ma anche con la proposta di riceverli periodicamente, coinvolgendo, parallelamente l'amministrazione comunale: «Siamo soddisfatti - afferma Roberto Spagnolo - essere ascoltati è importante e ancor più importante è ottenere la garanzia di poter essere ascoltati anche in futuro. Non vogliamo però che si sprechino tempo e risorse preziose. Anche da parte nostra stiamo cercando maggior coordinamento affinché la voce sia unica. Dopo il gemellaggio con via Quarenghi, tenteremo quindi di coinvolgere anche il Consorzio Bergamo centro (che riunisce quasi 200 esercizi commerciali, ndr) affinché le richieste siano univoche e le istituzioni possano confrontarsi con un unico rappresentante».


    Via Quarenghi, controlli
    su una ventina di stranieri

    Controlli nel pomeriggio di ieri della polizia in via Giacomo Quarenghi. Si è trattato di un servizio predisposto dal questore Giuseppe Arcodia Burriolo per combattere la cosiddetta microcriminalità. Nell'operazione sono state mobilitate alcune pattuglie della Volante e della Squadra mobile, i cui agenti hanno provveduto a identificare diversi extracomunitari.
    Via Quarenghi è da tempo interessata a un preoccupante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti, tanto che i residenti e i commercianti della zona a più riprese hanno invocato una maggiore presenza delle forze dell'ordine. E in questo senso anche il prefetto Cono Federico proprio nei giorni scorsi aveva promesso più controlli per dare sicurezza agli abitanti della via e per riscattare la zona dal degrado in cui versa.
    L'intervento delle forze dell'ordine non ha mancato di attirare l'attenzione e la curiosità dei residenti e dei passanti. Le persone controllate sono state una ventina: a queste vanno aggiunti anche alcuni automobilisti. Nei confronti di qualche tossicodipendente seguirà la segnalazione alla Prefettura.
    Quella di ieri non sarà un'operazione isolata. I controlli si ripeteranno periodicamente e saranno estesi a più zone della città, sia in centro sia in periferia, al fine di prevenire il fenomeno dello spaccio.


    Valcalepio, per tre paesi
    una sola polizia municipale

    valcalepio Servizio di pattuglia nelle ore serali e nei giorni festivi, nuovi veicoli e strumentazione, potenziamento delle apparecchiature per la videosorveglianza: Carobbio degli Angeli, Bolgare e Bagnatica uniscono le risorse e associano il servizio di polizia municipale. L'obiettivo è, in primo luogo, aumentare la presenza degli agenti sul territorio. «Si tratta di un'aggregazione – spiega l'istruttore di vigilanza Mario Valente, responsabile del progetto – e non di un consorzio. Questo significa che l'unione è temporanea e durerà fino al 31 dicembre. Se otterremo buoni risultati, potremmo ripetere l'esperimento anche in futuro».
    Il servizio, che è partito a giugno, migliorerà la prevenzione, il controllo e la repressione dei crimini, in particolare di atti vandalici, schiamazzi, furti, risse, con un'attenzione particolare ai fenomeni di prostituzione, immigrazione clandestina e spaccio di stupefacenti. La gestione amministrativa è curata dal Comune di Bolgare, mentre la sede operativa è dislocata a Bagnatica. Gli agenti in servizio sono otto, ma è previsto anche l'intervento di collaboratori esterni.
    Da lunedì a sabato il servizio di pattuglia è garantito sia la mattina che il pomeriggio. Due giorni alla settimana anche dalle 20 all'una. I giorni festivi solo la mattina. «Ci occupiamo soprattutto – continua Valente – del controllo di esercizi pubblici e attività commerciali, verifichiamo la presenza di clandestini e nomadi abusivamente accampati, controlliamo parchi, giardini e le aree adiacenti agli edifici pubblici». Considerando l'acquisto delle apparecchiature, il servizio costerà circa 114 mila euro, che potrebbero essere finanziati al 70% dalla Regione. La richiesta è già stata inoltrata.
    Al. Ba.


    arceneÈ accusato di aver fatto parte di un'organizzazione mafiosa che spacciava in provincia

    Traffico di droga, in cella latitante
    Blitz dei carabinieri in una cascina, arrestato un marocchino clandestino

    ARCENE Era ricercato dallo scorso febbraio perché legato a un'organizzazione che gestiva il traffico di stupefacenti tra Lecce e la nostra provincia. Si tratta di Abdelali Echchaheqy, marocchino di 34 anni, clandestino, che i carabinieri di Treviglio hanno arrestato nella notte tra mercoledì e ieri in un cascinale lungo la provinciale Francesca, al confine tra i comuni di Arcene, Verdello e Verdellino.
    L'immigrato era ospite di un italiano di 38 anni che è stato denunciato per favoreggiamento. Il marocchino era l'unico ancora in libertà tra i componenti di una banda collegata anche alla Sacra corona unita e che, secondo le accuse, oltre al traffico di droga, avrebbe procurato delle basi d'appoggio, nella Bergamasca, a latitanti della mafia pugliese, in attesa di farli fuggire all'estero. La banda era stata sgominata nella notte tra il 18 e il 19 febbraio scorsi dagli agenti della squadra mobile della questura di Bergamo, che avevano arrestato cinque insospettabili bergamaschi, in esecuzione di ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del tribunale di Brindisi, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. In quell'occasione soltanto Abdelali Echchaheqy non era stato rintracciato: i carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Treviglio, tramite appostamenti e pedinamenti durati alcuni mesi, sono riusciti a individuare il marocchino, da qualche tempo ospitato alla Bolza, un cascinale lungo la strada Francesca. Sul marocchino pende l'accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
    Il blitz è scattato attorno alle 3.30 della notte tra mercoledì e ieri: i militari, coordinati dal capitano Francesco Merone, hanno accerchiato il cascinale e fatto irruzione nell'abitazione dove il latitante era ospitato. Alla vista dei carabinieri il marocchino ha tentato la fuga, ma è stato subito bloccato. L'immigrato è stato anche trovato in possesso di un permesso di soggiorno falso: i carabinieri se ne sono accorti grazie al timbro apposto in calce al documento, sopra la firma del presunto dirigente, che recava la qualifica «ing.», ovvero ingegnere, anziché quella di «dott.», dottore. Il marocchino è stato quindi denunciato anche per uso di atto falso.
    Lo scorso febbraio, nell'ambito della stessa indagine, erano state arrestate, in tutta Italia, anche altre sette persone: cinque a Brindisi, una a Napoli e una a Milano. I cinque bergamaschi coinvolti nell'inchiesta e arrestati risiedevano invece a Cologno, Orio al Serio, Fara d'Adda e Urgnano. Secondo le accuse la droga veniva trasportata lungo l'asse Lecce-Bergamo per poi essere spacciata anche nella nostra provincia: punto di riferimento per queste operazioni erano i cinque arrestati a febbraio dalla polizia e il marocchino catturato l'altra notte dai carabinieri di Treviglio. Nell'ambito della stessa indagine era già stato arrestato, nel 1999 a Cologno, anche un altro latitante brindisino, che si trovava nella nostra provincia in attesa di fuggire in Svizzera. Pare che gli appartenenti a questa organizzazione fossero anche coinvolti in giri di usura, estorsione, oltre allo spaccio.
    Fa. Co.



    martinengoMarocchino 35enne fermato dai carabinieri a un posto di blocco

    Getta la cocaina dall'auto, arrestato

    Martinengo Stava guidando con in tasca una bustina contenente 4 grammi di cocaina. Quando i carabinieri lo hanno fermato per un normale controllo ha cercato di disfarsi degli stupefacenti, ma i militari se ne sono accorti e lo hanno tratto in arresto con l'accusa di detenzione a fine spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di un marocchino di 35 anni, operaio e residente a Palazzolo sull'Oglio, nel Bresciano. Il fatto si è verificato martedì sera attorno alle 22,30 alla periferia di Martinengo. Il marocchino, in regola con il permesso di soggiorno, stava viaggiando a bordo della sua Peugeot 206 quando è stato fermato da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Martinengo: i militari erano impegnati in un normale servizio di controllo del territorio. Alla vista dei carabinieri il marocchino ha cercato di gettare dal finestrino la bustina contenente i quattro grammi di cocaina, già divisi in dosi da un grammo ciascuna e, secondo le accuse dei militari, pronte per lo spaccio nella zona. I carabinieri si sono però accorti del suo gesto e lo hanno arrestato. Lo straniero aveva l'obbligo di firma dai carabinieri di Palazzolo perché resosi responsabile di altri reati legati al traffico di sostanze stupefacenti.



    Preso a Osio Sopra. Un arresto anche a Martinengo

    In auto 2 etti di hashish
    Condannato marocchino

    A tradirlo è stata la sua agitazione di fronte alle forze dell'ordine. Se non si fosse messo a tremare per lo spavento, un marocchino di 30 anni, clandestino e incensurato, se la sarebbe infatti cavata soltanto con una denuncia a piede libero perché trovato in possesso di due grammi di cocaina, che avrebbe potuto giustificare come uso personale.
    Invece la sua inquietudine ha spinto i carabinieri di Osio Sotto e Treviglio e gli agenti della polizia municipale di Osio Sopra a perquisire l'auto a bordo della quale il marocchino era stato fermato, l'altra sera a Osio Sopra, durante un normale posto di controllo. Nascosto nel motore della vettura i carabinieri hanno infatti rinvenuto un panetto da due etti e mezzo di hashish: per questo il marocchino è stato tratto in arresto con l'accusa di detenzione a fine spaccio di sostanze stupefacenti e accompagnato nel carcere di via Gleno a Bergamo. L'episodio risale a venerdì sera: attorno alle 23 i carabinieri della stazione di Osio Sotto, accanto ai colleghi della compagnia di Treviglio e ai vigili di Osio Sopra, avevano organizzato un normale posto di controllo lungo l'ex statale 525 nel territorio comunale di Osio Sopra. Il marocchino di trent'anni stava viaggiando in direzione di Zingonia a bordo della Peugeot 305 intestata al fratello, regolare e residente a Verdellino, quando è stato fermato per un controllo. I carabinieri hanno rinvenuto, nelle tasche dell'immigrato, i due grammi di cocaina, mentre il panetto di hashish era nascosto nel vano per l'aria dell'impianto di condizionamento del mezzo. Il marocchino è stato infine denunciato anche perché trovato sprovvisto del permesso di soggiorno. Ieri l'extracomunitario è comparso davanti al giudice Giovanni Petillo, che ha convalidato l'arresto e lo ha condannato a un anno di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale della pena, e al pagamento di una multa di tremila euro (circa sei milioni di lire). Dopo la sentenza l'immigrato è tornato in libertà senza alcuna misura cautelare.
    Un altro arresto per spaccio di droga è stato effettuato ieri pomeriggio a Martinengo. I carabinieri della stazione locale hanno notato un giovane marocchino che si aggirava in piazza Maggiore, nei pressi dell'ospedale. Fermato per un controllo, i militari lo hanno trovato sprovvisto del permesso di soggiorno e dopo una perquisizione gli hanno trovato addosso una bustina con dieci grammi di cocaina. Il giovane è stato arrestato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e portato in carcere a Bergamo in attesa del processo per direttissima che si terrà domani.



    In manette tre immigrati. I carabinieri li hanno fermati sulla strada fra Endine e Sovere

    Sfuggono all'alt: presi dopo sparatoria

    costa volpino Li hanno inseguiti da Costa Volpino fino a Endine, resistendo ai violenti colpi con i quali hanno ripetutamente tentato di buttarli fuori strada, e sono riusciti a bloccarli dopo aver esploso alcuni colpi di pistola alle ruote dell'auto e aver ingaggiato con loro una colluttazione.
    È così che nella notte tra mercoledì e ieri sono finiti in manette tre giovani extracomunitari: si tratta di due marocchini, entrambi con permesso di soggiorno e precedenti, e un cittadino algerino, clandestino, anch'egli già noto alle forze dell'ordine. Li hanno arrestati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Clusone e i militari della stazione di Lovere.
    Tutto è cominciato verso l'1,30 dell'altra notte quando i tre immigrati, a bordo di una Suzuki, non hanno rispettato l'alt dei militari. È scattato l'inseguimento in direzione Lovere. Per una decina di minuti i carabinieri hanno tallonato il terzetto in fuga. I maghrebini, dal canto loro, hanno cercato più volte di buttare fuori strada le gazzelle dei militari dell'Arma. Alla fine, in località More, tra i comuni di Sovere ed Endine, i carabinieri sono stati costretti a esplodere tre colpi d'arma da fuoco per bloccare l'auto. La zona, disabitata e a quell'ora praticamente deserta anche per quanto riguardava il traffico, ha consentito loro di agire senza rischi per la pubblica sicurezza.
    Gli spari sono andati a segno e la Suzuki è finita fuori strada. Ma gli immigrati non si sono arresi e hanno cercato di scappare a piedi. I militari hanno stroncato sul nascere il tentativo, ingaggiando con loro una colluttazione: due carabinieri sono rimasti leggermente contusi e i tre sono finiti in manette per resistenza e lesioni. A questa accuse se n'è aggiunta poi una terza: ricettazione. Nell'auto degli extracomunitari le forze dell'ordine hanno trovato tre fra condizionatori e deumidificatori d'aria, ancora avvolti nelle rispettive confezioni. Nella loro abitazione di Clusone, invece, sono stati rinvenuti alcuni capi di abbigliamento sportivo: i militari stanno facendo accertamenti per verificare se la merce recuperata sulla vettura e in casa sia provento di furto.
    I tre ieri sono comparsi davanti al giudice, che li ha rimessi in libertà con l'obbligo di firma ai carabinieri. Processo la prossima settimana.


    Retata anticlandestini
    Nella Bassa 29 irregolari

    bassa I carabinieri della compagnia di Treviglio hanno effettuato nuovi controlli contro il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
    Nella notte tra giovedì e ieri i militari del nucleo operativo radiomobile di Treviglio e delle stazioni della Bassa, coordinati dal capitano Francesco Merone, comandante della compagnia trevigliese dell'Arma, hanno controllato diverse zone della Bassa. In particolare le operazioni hanno interessato Treviglio, dove i carabinieri hanno operato insieme agli agenti della polizia municipale. Complessivamente militari e vigili hanno controllato i documenti a più di cento stranieri: di questi, 29 sono stati trovati sprovvisti del regolare permesso di soggiorno e quindi accompagnati in caserma, a Treviglio, per le procedure di identificazione e fotosegnalazione. Si tratta di 23 uomini, in gran parte di nazionalità albanese, e 6 donne, trovate senza i documenti di soggiorno lungo strade battute dalla prostituzione. I controlli sono scattati attorno alle 18 di giovedì a Treviglio: carabinieri e polizia municipale hanno fermato numerosi cittadini di varie nazionalità nei pressi delle due stazioni ferroviarie, nel centro storico – in particolare in piazza Garibaldi – e nel parcheggio del centro commerciale «Pellicano». I controlli sono poi proseguiti fino alle prime luci dell'alba di ieri lungo le strade frequentate da prostitute, in particolare la provinciale Francesca, nel tratto da Pontirolo a Ghisalba, e l'ex statale 525 da Boltiere a Dalmine. I 29 clandestini fermati sono stati invitati a presentarsi, nei prossimi giorni, in questura a Bergamo.
    Quella della notte tra giovedì e ieri è l'ultima di una lunga serie di operazioni dei carabinieri di Treviglio contro l'immigrazione clandestina: dall'inizio dell'anno ne sono state effettuate nove. Nel corso del 2002 i carabinieri hanno controllato i documenti a poco meno di 900 immigrati, dei quali 250 sono stati trovati sprovvisti del regolare permesso di soggiorno. Due delle nove retate sono state effettuate in collaborazione con gli agenti del commissariato di polizia di Treviglio e degli agenti della polizia municipale di alcuni comuni della Bassa. In particolare lo scorso 20 marzo carabinieri e agenti del commissariato avevano passato al setaccio quattro condomini del centro di Zingonia, controllando il permesso di soggiorno a oltre 400 stranieri: 89 di loro erano risultati clandestini. Un'altra maxi retata che aveva visto impegnate tutte le forze dell'ordine della Bassa risale allo scorso 8 marzo: in quell'occasione erano stati identificati 150 immigrati, dei quali 43 non in regola con il permesso di soggiorno. I carabinieri di Treviglio hanno poi effettuato una serie di controlli anche il 20 aprile, 10 e 23 maggio, 14 giugno e 6 luglio.
    Fa. Co.

  4. #34
    brescianofobo
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    Tutto qua quello che è successo in settimana in Bergamaschia, mentre io non c'ero? Un marocchino arrestato per cocaina in una banda di bergamaschi (5 ne erano stati arrestati a febbraio: ma li leggi gli articoli che posti?) E cosa dimostra? Che per ogni 5 padanogeni che delinquono ce n'è uno straniero? Lo sapevo già, grazie.

    Il problema è che voi parlate sempre degli stranieri e fate finta di dimenticare che la maggior parte dei crimini è commessa da padanogeni.

    Perchè fate questo? A chi giova?

    Mi dicono anche che il 50% dei nuovi muratori assunti dalle imprese edili bergamasche è straniero.

    Perchè nessuno di voi mai li ringrazia per il fatto che l'edilizia bergamasca andrebbe a rotoli senza di loro?

  5. #35
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    [QUOTE]Originally posted by brunik
    [B]Il problema è che voi parlate sempre degli stranieri e fate finta di dimenticare che la maggior parte dei crimini è commessa da padanogeni.


    6 sempre più esilerante....perchè devi sempre mistifcare ciò che è sotto gli occhi di tutti? prenditi qualsiasi giornale locale e leggi la cronaca....il rapporto 1 lo trovi solo su Liberazione!! se poi vuoi continuare a mistificare facendo passare per Padani anche chi è nato a Casablanca o Nappule oppure Ballermo, bhè...fai pure!
    Salucc

  6. #36
    Totila
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    I cinque "beggamasculi" arrestati insieme al marocchino sono padani?
    Ciao Brukin...Non te ne va bene una...Anche il tuo sostituto Patatrac è stato un disastro...Continuate pure con questi thread e post. Sono irresistibili...

  7. #37
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    Tutto qua quello che è successo in settimana in Bergamaschia, mentre io non c'ero? Un marocchino arrestato per cocaina in una banda di bergamaschi (5 ne erano stati arrestati a febbraio: ma li leggi gli articoli che posti?) E cosa dimostra? Che per ogni 5 padanogeni che delinquono ce n'è uno straniero? Lo sapevo già, grazie.

    In meno di 5 giorni per l’esattezza e non mi sono neppure minimamente sforzato nella ricerca. Oltretutto stiamo parlando di solo Bergamo. Vogliamo estendere il discorso a tutto il territorio padano?
    Ma testina di melone, la cultura della droga in Padania chi ce l’ha portata?
    Chi e` che anche la scorsa legislatura voleva fare di tutto per farla dilagare legalizzandola anziche` combattendola? Chi e` che dal ’68 ha fatto di tutto per mettere in croce la famiglia tradizionale con dottrine sballate?
    Anche a me verrebbe da chiederti se leggi le stronzate che scrivi perche`, a parte i dubbi profondi sull’origine di certi cognomi, non vorrai venirmi a dire che i tossici con siringa o taglierino che assaltano i bancomat sono leghisti o padanisti?? Dai su` dimmi di si` e dimmi che sei andato personalmente a controllare le tessere di partito e continua con le tue buffonate da circo.
    Ammesso e non concesso che il tasso di criminalita` sia di 5 a 1 ma dell’incremento del 16% possiamo ringraziare solo voi sinistrogeni, lassisti, terzomondisti e immigrazionisti, cosi` come della quasi totalita` del resto visto la cultura della droga e dello sballo e` tutta farina del vostro sacco.
    Se oltretutto fossero vere le stronzate che hai scritto sopra sulle cifre sul numero di immmigrati, non riesco a pensare che percentuali siamo destinati a raggiungere il giorno che ci allineeremo al resto del mondo!!
    A questo punto capisco che per un sinistrogeno lassista e omertoso come te e` piu` facile scaricare i propri sensi di colpa parlando di “padanogeni”.





    Perchè fate questo? A chi giova?

    Mi dicono anche che il 50% dei nuovi muratori assunti dalle imprese edili bergamasche è straniero.

    Perchè nessuno di voi mai li ringrazia per il fatto che l'edilizia bergamasca andrebbe a rotoli senza di loro?
    Ci penseranno casomai gli industriali del cemento a ringraziarli tutti i mesi pagando loro uno stipendio adeguato che consentira` loro di avere una vita dignitosa.
    Noi padani sappiamo di ringraziarli gia` abbastanza consentendo loro di vivere in un posto che offre molto di piu` di quello da cui provengono e che abbiamo costruito con le nostre mani.
    Semmai mi sembra che il ringraziamento che riceviamo di ritorno sia alquanto deficitario.

    Perche` tu invece non ringrazi mai i bergamaschi e i padani di averti fatto nascere in un posto che e` molto diverso dalla Corea del Nord e dall’Albania??
    Noi sappiamo quello che facciamo e sappiamo che purtroppo ne giovera` anche un pirla come te. E adesso spiegami tu perche` fai tutte queste pirolette da circo pur di non assumerti le responsabilita`??

  8. #38
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    Avevi ragione brunik, era davvero troppo poco per Bergamo


    Il fenomeno riguarda anche le motociclette. Parla l'avvocato: meglio far ricorso al giudice di pace, dimostrando che quel giorno il veicolo era in un altro luogo

    Targhe clonate al Sud: in Bergamasca boom di multe «impossibili»


    Sembra destinata ad allungarsi la lista delle vittime delle targhe clonate. Solo nelle ultime quattro settimane sono stati segnalati al nostro giornale una decina di casi di persone, residenti a Bergamo e provincia, che hanno ricevuto multe «impossibili», visto che il giorno dell'infrazione non si trovavano nella località indicata (per lo più città del sud Italia). L'automobilista può far ricorso, ma in questi casi gli esperti consigliano di rivolgersi a un giudice di pace, dimostrando con testimoni che quel giorno il veicolo era in un altro luogo.
    Nava a pagina 11


    caravaggioDenunciato per ricettazione un giovane marocchino che era già stato schedato dalla Finanza

    Cd falsi, clandestino tradito dalle impronte digitali

    CARAVAGGIO A incastrarlo sono state le impronte digitali. Un marocchino di 25 anni, clandestino, fermato l'altra sera a Caravaggio perché trovato in possesso di oltre 300 compact disc copiati e altro materiale contraffatto, ha cercato di far credere ai militari della guardia di finanza di Treviglio di essere nuovo a questo tipo di reato. Invece ulteriori accertamenti hanno permesso alle fiamme gialle di verificare che il giovane extracomunitario era già stato fermato, mesi fa nella Bassa, per lo stesso reato.
    In quell'occasione il marocchino, sprovvisto del regolare permesso di soggiorno, aveva però fornito delle generalità false: stavolta a smascherarlo è stato il controllo delle impronte digitali, che erano già state schedate durante il primo controllo. Gli agenti avevano già a disposizione anche la fotografia del marocchino: quando infatti vengono fermati dei cittadini di nazionalità straniera privi del regolare permesso di soggiorno le forze dell'ordine li accompagnano nelle rispettive sedi, dove vengono schedati e fotosegnalati.
    Sabato sera nel centro di Caravaggio il giovane aveva con sé oltre 300 compact disc musicali, tutti masterizzati illegalmente, oltre a 18 orologi di marca contraffatti, tra i quali anche alcuni Rolex, 34 occhiali finti Rayban e altro materiale che riportava loghi e marchi registrati.
    Ad accorgersi del marocchino, attorno alle 22.30 in piazza San Fermo, nel centro storico di Caravaggio, sono stati gli agenti della polizia municipale della cittadina della Bassa. I vigili hanno quindi richiesto l'intervento dei militari della guardia di finanza di Treviglio, che hanno inviato sul posto una propria pattuglia.
    Le fiamme gialle hanno controllato la merce e il marocchino è stato denunciato a piede libero con le accuse di ricettazione e di violazione delle normative vigenti sui diritti d'autore.


    Borgo PalazzoIntervento dei vigili del fuoco per un incendio: era un falò per riscaldarsi. Undici rumeni ora accampati in via Serassi

    Casa inagibile sgomberata, c'è anche una bimba di 7 mesi

    Una famiglia di immigrati rumeni - composta da cinque donne, quattro uomini, una piccina di sette mesi e un bambino di nove anni - sono stati allontanati dalle forze dell'ordine da una palazzina diroccata e dichiarata inagibile dai vigili del fuoco in via Borgo Palazzo 124.
    A richiedere ieri sera alle 21,30 l'intervento dei vigili del fuoco alla centrale operativa del Comando provinciale di via Codussi è stato un passante che aveva notato del fumo uscire dal piano terra dell'edificio, situato a poca distanza dall'ex ospedale neuropsichiatrico.
    All'arrivo sul posto i vigili del fuoco hanno accertato che in un locale della palazzina un gruppo di immigrati aveva acceso un fuoco per riscaldarsi e che, pertanto, non si trattava di un incendio. Considerato che la struttura era altamente a rischio e che non poteva, perciò, essere abitata, gli stessi pompieri hanno avvertito il 113 della questura. Hanno allora raggiunto via Borgo Palazzo cinque pattuglie della «Volante».
    Gli agenti, sul luogo, hanno identificato i presenti. Come dicevamo, si trattava di undici rumeni - un'intera famiglia - tutti in possesso di regolare passaporto, intenzionati a trascorrere la notte in quell'edificio.
    I poliziotti hanno pure provveduto a rifocillare gli extracomunitari distribuendo anche bottigliette di acqua minerale. Una volta effettuati i controlli, durati circa un'ora, gli extracomunitari sono stati fatti sgombrare. Nel frattempo si era portato sul posto anche un equipaggio della polizia municipale. I vigili urbani hanno poi invitato gli immigrati a trascorrere la notte al campo di via Serassi e a recarsi questa mattina negli uffici dell'assessorato ai servizi sociale del Comune per trovare un'adeguata sistemazione.
    La presenza di un certo numero di forze dell'ordine ha attirato l'attenzione sia di parecchi residenti della zona sia di automobilisti di passaggio che hanno assistito alle varie fasi dell'intervento.



    Vendita abusiva Oggetti sequestrati a tre senegalesi

    Cassette audio, accendini e gadgets di vario genere sono stati sequestrati dai carabinieri di Treviglio a tre giovani senegalesi che vendevano abusivamente nel parcheggio di fronte all'ospedale trevigliese. Uno di loro, trovato sprovvisto del permesso di soggiorno, è stato anche denunciato per clandestinità. Il controllo dei carabinieri è scattato nel pomeriggio di martedì, dopo che una ragazza è caduta a terra - stando a quanto la giovane avrebbe riferito - per l'insistenza dei senegalesi nel volerle fare acquistare qualcosa. La ragazza ha chiamato i carabinieri e raccontato il fatto. I militari hanno sequestrato la merce ai venditori abusivi.


    bottanucoOtto mesi a una madre di 41 anni che aveva acquistato la droga alla stazione dei treni

    Festa di compleanno con «assaggio» di cocaina

    bottanuco La festa di compleanno l'ha conclusa in cella per detenzione, ai fini di spaccio, di sostanze stupefacenti, nella fattispecie pochi grammi di cocaina.
    Venerdì sera una donna, 41 anni compiuti l'altro ieri, originaria della Calabria e residente a Bottanuco, nessun precedente penale, aveva riunito alcuni amici e amiche per il suo compleanno con la probabile intenzione, secondo le informazioni raccolte dagli investigatori presso il gruppetto, di fare una «sniffata in compagnia» e di concludere poi la serata con una cena. I componenti del gruppo erano seduti su un muretto nei pressi di Bottanuco, vicino alla riva del fiume Adda, quando una pattuglia di carabinieri di Calusco si è fermata per un controllo. Nella borsetta della donna i militari hanno trovato sei grammi di cocaina, per cui è scattato l'arresto. Anche la giovane figlia della donna è stata trovata in possesso di un grammo della medesima sostanza, che teneva nel portafogli e che era di proprietà della madre.
    Ieri la quarantunenne è stata processata per direttissima e condannata a otto mesi di reclusione con i benefici di legge, cioè con la sospensione condizionale della pena. Davanti al giudice e al pubblico ministero Angelo Tibaldi ha raccontato che la cocaina non l'aveva comprata ma le era stata regalata da un conoscente, del quale però non ricordava il nome, e che aveva incontrato alla stazione dei treni in città, dove si era recata per alcune compere nella stessa giornata di venerdì, quella del suo compleanno.
    La donna, assistita dall'avvocato Emilio Tanfulla, ha inoltre precisato di non aver avuto alcuna intenzione di spacciare la droga, ma di averla presa soltanto per festeggiare in maniera diversa la serata del suo compleanno, condividendo la cocaina con alcuni amici.
    Il giudice Giovanni Petillo ha convalidato l'arresto e l'ha rimessa in libertà.


    antegnateSpiati dalle telecamere a svuotare zainetti con portafogli, cellulari e scarpe di marca

    Derubavano i bagnanti, presi
    Due ragazze e un giovane arrestati al parco acquatico. In fuga un complice

    ANTEGNATE Aspettavano che i bagnanti entrassero in piscina per fare piazza pulita di zaini, portafogli, cellulari e scarpe di marca. Grazie alle telecamere a circuito chiuso del "Center park", parco acquatico di Antegnate, sono però stati individuati e tratti in arresto dai carabinieri con l'accusa di furto aggravato con destrezza: si tratta di tre giovani, due ragazze di 19 anni, una residente a Treviglio e l'altra a Caravaggio, e un ragazzo di 21 anni, anche lui di Caravaggio. I militari sono alla ricerca del quarto presunto complice, un giovane di nazionalità marocchina, marito della diciannovenne residente a Treviglio, che si è dato alla fuga a bordo della propria vettura prima dell'arrivo dei carabinieri. I fatti risalgono a ieri pomeriggio: vista la giornata di sole il "Center park" di Antegnate era particolarmente affollato di bagnanti. A mettere a segno i furti, secondo le accuse, erano le due ragazze, che tenevano d'occhio gruppi di giovani e famigliole che prendevano la tintarella: quando i bagnanti entravano nelle piscine le due diciannovenni si avvicinavano alle sdraio e sottraevano cellulari, scarpe di marca, portafogli e zainetti. «Per non insospettire gli altri bagnanti – racconta una testimone dell'accaduto – fingevano di conoscere le loro vittime: infatti per giustificare il fatto che frugavano negli zaini si dicevano tra loro, ma facendosi ben sentire, frasi del tipo "mi ha chiesto di portargli il cellulare", riferendosi ovviamente alla vittima». Invece le ragazze, una volta fatta razzìa negli zaini, si avvicinavano alla recinzione del parco e lanciavano il bottino all'esterno dove, ad attenderle con i bauli di due auto aperti – una Ford Fiesta e una Audi A4 – c'erano i due ragazzi, il marocchino e il ventunenne di Caravaggio. In tutto sono stati sottratti una decina di cellulari, sette zaini, cinque portafogli e varie paia di scarpe. Verso le 17 alcuni ragazzi si sono però presentati alla reception del parco a denunciare i furti. «Abbiamo allora tenuto d'occhio il parco attraverso le telecamere a circuito chiuso – spiega il titolare del "Center park" – e ci siamo accorti dell'atteggiamento sospetto di queste due ragazze. Per caso tra i bagnanti c'erano anche alcuni carabinieri di Treviglio in borghese: li abbiamo contattati e, a loro volta, i militari hanno avvertito i loro colleghi in servizio». Sul posto è quindi giunta una pattuglia di carabinieri della compagnia di Treviglio, che ha identificato e arrestato i tre ragazzi. Il marocchino era già invece fuggito a bordo della sua vettura. Già alcune settimane fa al parco acquatico di Antegnate altri bagnanti avevano denunciato il furto di alcuni oggetti. La refurtiva è stata riconsegnata ai legittimi proprietari.



    viaggio nel disagioDai giardini Donizetti alle visite ai disadattati ricoverati in ospedale: così lavorano i volontari di don Fausto Resmini

    L'aiuto arriva in camper, ma d'estate non basta
    Emarginati: nelle zone più a rischio della città in campo il pulmino dell'associazione «inStrada»


    «Da quella parte dei giardini, proprio davanti al Sentierone stanno i rumeni, o i russi. Qualcuno riesce ad arrangiarsi, non sanno dove dormire. Più avanti, ai Propilei, ci sono i marocchini: cosa fanno? Beh, tanti spacciano. E non è razzismo, è così, alcuni lavoravano, poi gli è bastato poco, un contratto perso, per agganciarsi alla criminalità: si mettono a vendere. Chi compra? I ragazzi. Noi siamo per strada per tutti, i ragazzi bergamaschi allo sbando e gli extracomunitari senza tetto né legge: sono sulla strada, tanto ci basta, non servono i documenti, con noi».
    Parla uno degli «angeli» di don Fausto Resmini, angeli senza volto e senza nome: sono una cinquantina i volontari, dell'Associazione inStrada, cinque gli operatori, hanno esperienza da vendere, per l'assistenza ai senza tetto, e da aprile hanno organizzato un servizio «pilota», in aggiunta al «classico» camper della Stazione, ormai insufficiente per i bisogni del disagio (servizio, quest'ultimo, in collaborazione con la Caritas, appoggiato dal Patronato San Vincenzo e con una convenzione del Comune). Così don Fausto e i suoi angeli dell'Associazione inStrada, con un servizio questa volta autonomo dalla Caritas, hanno messo in campo un pulmino: un minicamper che da aprile circola nelle zone «calde» della città, al martedì, mercoledì e venerdì dalle 20 alle 22.
    Giardini Donizetti, Propilei, piazza Sant'Anna, Redona, una puntata al piazzale degli Alpini: il tour del disagio è questo. «Non facciamo domande, non chiediamo spiegazioni: cerchiamo di esserci, ecco, per agganciare il lumicino di speranza che ogni tanto chi vive ai margini del mondo coltiva per essere strappato dalla deriva. Ma sono casi rarissimi - spiega uno degli operatori del servizio - . Siamo un'azienda in perdita: non produciamo numeri, e quindi siamo guardati con diffidenza, il rapporto con le istituzioni diventa difficile, se non vanti dati di successo. Eppure è questa l'importanza del servizio: esserci. L'abbiamo capito, stando al camper, quando vedevamo aumentare il numero dei ragazzi che arrivavano da noi per chiederci siringhe. Fantasmi, giovanissimi, che fino all'ultimo cercano di mantenere una doppia vita: in casa sembrano insospettabili, escono e si drogano. Di qualunque cosa, ecstasy, eroina, anfetamine, speedy. Miscugli mortali, a meno di vent'anni: è questo il primo contatto con la strada. Poi, quando arrivi a chiedere una siringa e vuoi nasconderti, vuoi restare senza volto, allora sei davvero sull'orlo del precipizio. Per questo ci siamo detti: andiamo dove questi giovani si nascondono, facciamoci vedere».
    Reparto malattie infettive, la chiamiamo Giovanna questa ragazza che sta aspettando un sorriso, al caldo dell'estate, tra le lenzuola madide di sudore: è ai Riuniti da un mese, dovrà restare lì almeno altri 30 giorni. Se tutto va bene. È uno degli itinerari del pulmino, l'ospedale: «Il 95 per cento dei giovani che entrano in nostro contatto è sieropositivo - continua l'operatore - . Tutti sono rimasti soli: i genitori non sanno più dove sono, a volte non vogliono neppure vederli, questi figli». È così anche per Giovanna: «Mia madre non sa neppure che sono in ospedale. Beh, la capisco, mi drogo da quando avevo vent'anni, ne ho ventotto: tante volte le ho detto "aiutami", ma l'ho presa in giro perché dentro di me sapevo che appena mi fossi ripresa avrei ricominciato a farmi. Lei credeva alla mia buona volontà: poi alla fine mi ha detto "io non mi prendo un esaurimento per te, casomai lo faccio prendere a te". Così, quando mi capitava di andare a bussare alla sua porta non mi faceva neppure salire in casa: mi parlava al citofono, perché si vergognava dei vicini. Non so nemmeno come darle torto». Giovanna è in ospedale perché, per una dose di cocaina iniettata in un'arteria, stava rischiando di perdere una gamba: «Puzzavo, avevo la gamba piena di pustole, ma andavo zoppicando alla stazione a cercare una dose. Mi hanno portato qui, mi hanno salvata. Dico che vorrei smettere, che questa volta vorrei provare a farcela, ma non so. L'ho detto così tante volte. La prima volta l'ho fatto perché mi piaceva, poi, è inevitabile, subentra la dipendenza: e così la mia storia è diventata quella di tanti, ho lasciato casa di mia madre, ho dormito nei treni, sono arrivata a spendere quasi un milione al giorno, mi sono prostituita. Forse è importante che i ragazzi sappiano che il mondo dello sballo non è fatto di amicizia; è un mondo di delinquenti, di persone infide, di coltelli: si è amici solo della droga. Forse è per questo che non vale la pena: pensateci, io sono qui da sola, i ragazzi che sono nelle altre stanze e stanno morendo di Aids li conosco tutti, li vedevo alla stazione a farsi, venivano con me a bucarsi. Nessuno mi cerca, forse pensano che sono morta da qualche parte. Tornate, domani?». L'operatore saluta Giovanna, la rassicura: stessa ora, stesso sorriso, sarà lì il giorno dopo. Sono quasi le 22: il tour di soccorso ai disperati sta per finire. Con un imprevisto. Nei pressi della stazione Mohamed fa dei cenni quando nota il pulmino dell'angelo di don Fausto. «Mi portate a casa? Vi prego, non so come fare». Non fa parte dell'itinerario classico, ma stare sulla strada per gli altri significa anche questo: nessuna domanda, nessun perché. Mohamed indica la strada all'operatore: qualche chilometro, a poca distanza da Bergamo, una fabbrica dismessa in collina. Mohamed si muove fra sterpaglie e pezzi di bottiglia, sale le scale, accende una lampada a gas, apre una porta. «Attenti, nel corridoio c'è un materasso con delle coperte. Non calpestatelo, è il letto di un matto che viene a dormire qui. È un italiano, non dà fastidio: l'importante è che la polizia non ci scopra». La casa di Mohamed è ingombra di terriccio, polvere, spazzatura: una branda, qualche poster con starlette nude sulle pareti, vestiti appesi. E una scatola: zeppa di siringhe. «Mi faccio - ammette Mohamed - . All'inizio lavoravo, poi non ho più riavuto un posto e mi è scaduto il permesso di soggiorno. Come mi compro la droga? Beh, mi arrangio - e si capisce che è arrivato anche a venderlo, quel veleno che lo sta mangiando - Certo, se avessi capito in tempo che la fatica e il sacrificio danno più soddisfazione di un buco di eroina non sarei qui. Ma nessuno me lo ha mai spiegato, prima».


    In fuga da via Quarenghi
    Crollano i prezzi delle case

    «Ormai qui è diventato quasi impossibile camminare sui marciapiedi, per il continuo bivacco di gruppi di persone. Senza contare gli schiamazzi, le risse, la sosta selvaggia dei motorini che rendono la zona invivibile. È chiaro che in questa condizioni la gente, appena può, scappa, anche a costo di perderci dei soldi». Gianfederico Belotti, uno dei massimi esperti del mercato immobiliare bergamasco, lancia un grido d'allarme per via Quarenghi, a due passi dal centro, una delle direttrici di accesso alla città, strada ricca di storia e tradizione: «Succede di tutto. Risse, retate, spaccio». In queste condizioni di degrado il prezzo degli appartamenti viene dimezzato: «Chi si azzarderebbe ad acquistare a prezzi di mercato? – si chiede Belotti –. Soltanto un pazzo. Anche in borgo San Leonardo, in particolare alle Cinque Vie, le quotazioni stanno scendendo».

 

 
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