In occasione dell'ultimo efferato crimine padanogeno avvenuto nella nostra provincia (un padanogeno con l'esaurimento nervoso ha ucciso un allevatore bresciano dopo uno stupido litigio), l'Eco di Bergamo ha pubblicato un riassunto degli omicidi avvenuti negli ultimi 2 anni nella nostra provincia.
Leggerlo può essere interessante: apprendiamo che il problema della criminalità è dovuto solamente in piccola parte agli stranieri.
Anzi, molti degli omicidi vengono commessi dai padanogeni contro gli stranieri.
Su 20 omicidi 3 sono di stranieri, e sempre verso loro connazionali. Nessuno straniero ha ammazzato un padanogeno negli ultimi due anni, qua in Bergamaschia.
Viceversa gli altri omicidi sono tutti di padanogeni, che hanno ammazzato anche quattro stranieri immigrati.
L'odio xenofobo sparso a piene mani dai leghisti ha un unico scopo: trovare un nemico comune che non ha voce per difendersi contro cui compattare le truppe leghiste disorientate dai festini mangerecci romani di Umberto Bossi.
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Venti omicidi dall'inizio del 2000: undici risolti
Sono venti i delitti commessi in provincia di Bergamo o che hanno visto coinvolti bergamaschi negli ultimi due anni. Dieci gli omicidi consumati nel 2000. Sette sono stati risolti, tre ancora no. Nel 2001 i delitti sono scesi a quattro e i colpevoli sono stati sempre individuati. In questi primi sette mesi del 2002, escludendo l'omicidio di ieri a Darfo Boario Terme, sono stati commessi sei delitti.
Il primo omicidio del 2000 risale al 4 marzo, quando Massimo Lorenzi, 35 anni, operaio di Curno, violentò e strangolò a Stezzano Olena Psneac, una prostituta moldava ritrovata cadavere a Sforzatica di Dalmine. Al processo si stabilì che al momento del delitto l'uomo non era in pieno possesso delle sue facoltà mentali e la condanna fu a 18 anni, quindici da scontare in carcere e tre in una casa di cura.
Fu condannata a dieci anni di carcere Barbara Re, la casalinga di Fiorano al Serio madre di due figli, che il 24 marzo uccise il marito Filippo Magistrato, 46 anni originario di Messina, con un colpo di pistola durante una lite. La donna confessò tutto ai carabinieri di Bergamo, raccontando nel dettaglio ogni particolare del delitto.
Il 15 giugno, a Ghisalba, Natalina Canonico, casalinga di 62 anni, fu assolta per incapacità di intendere e di volere dall'omicidio dell'anziana madre Maria Tolotti, novantenne, accoltellata alle braccia e al collo. La donna tentò anche di uccidersi tagliandosi le vene, ma fu salvata dall'arrivo del marito.
Il 22 giugno a Casnigo, Giuseppe Bettinaglio, operaio 35enne di Leffe, uccise l'amante Irma Maffeis a martellate e confessò tutto 24 ore dopo. Fu condannato a 30 anni di carcere. Il cadavere della donna fu ritrovato quattro giorni dopo nelle acque del Serio a Cene, trascinato fino là dalla corrente del fiume.
Si parlò di «omicidio puntivo» legato al mondo della droga quando, nella notte del 29 agosto ad Erbusco (Brescia), vennero ritrovati i corpi semicarbonizzati di Giuseppe Leonardi, 32 residente a Sarnico, e della convivente 19enne Alena Koldelacova, originaria della Repubblica Ceca. Gli assassini uccisero i giovani a colpi di pistola, dando poi fuoco ai corpi all'interno dell'auto, una Fiat uno.
A Pizzino, frazione di Taleggio, il 14 settembre il trentenne Attilio Giupponi strangolò la madre Guida Vitali durante una lite nel giardino della loro abitazione. Gli fu riconosciuta la seminfermità mentale e venne condannato a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni più altri tre anni da scontare in un ospedale psichiatrico giudiziario.
La notte tra il 3 e il 4 ottobre, ad Albano Sant'Alessandro, fu bastonato e sgozzato un marocchino di 31 anni residente a Tagliuno. Il suo corpo fu ritrovato in un canale a Cividino di Castelli Calepio. Per l'omicidio furono condannati a 18 anni Veronica Organista e Marco Moretti, e a 23 anni Roberto Armati. Organista, vessata dalle violenze dell'immigrato, decise di dargli una lezione con l'aiuto dei due complici. Ma la spedizione punitiva sfociò in un assassinio.
Fu condannato a 14 anni di carcere per omicidio volontario Modou Dione, 38 anni, il senegalese che uccise a coltellate un connazionale durante una lite scoppiata nel loro appartamento di Paratico (Brescia) il 22 ottobre.
In un viottolo sterrato a due passi dalla Rivoltana, nel comune di Arzago, venne trovato il 19 novembre, il corpo di una lucciola albanese di 24 anni, tramortita con un pugno al volto e poi soffocata. La mancanza di indizi impedì di risalire al colpevole. Si sospettò di un cliente colto da improvviso raptus omicida o di una punizione da parte di qualche protettore.
Il 31 dicembre, infine, l'ex agente immobiliare Giulio Rossi fu freddato con sette colpi di pistola sotto la sua abitazione ad Albano Sant'Alessandro, per mano di killer rimasti ignoti. È difficile stabilire anche il movente del delitto.
Il primo omicidio del 2001 si è consumato il 30 maggio: un pensionato residente a Masano di Caravaggio, Piero Ciocca di 69 anni, fu legato, picchiato e ucciso prima di essere derubato delle 300 mila lire che aveva in casa. Luciano Severgnini, imbianchino pregiudicato di 43 anni residente a Vidalengo di Caravaggio e Rossano Conti, operaio 28enne incensurato residente a Caravaggio, furono condannati al carcere a vita. Condannate a pene minori anche due complici: Alessandra Legramandi (moglie di Severgnini) e Maria Tadini di Treviglio.
Un altro delitto si consumò pochi giorni dopo, il 17 giugno, a Vertova: Alejandro España, 23enne colombiano, uccise la convivente Valencia Angelj, connazionale di 25 anni, con 68 fendenti. Alcune ore dopo telefonò ai carabinieri autodenunciandosi. Il tribunale lo condannò a 30 anni.
Il 24 luglio Mauro Pezzali, 32 anni, uccise la madre 54enne Bianca Bertoletti a coltellate, nella loro abitazione a Casazza. Il giovane era da lungo tempo in cura al Centro psichiatrico di Trescore Balneario. Sedici anni di cella furono la condanna di Mario Carbo Menendes, l'immigrato equadoregno 34enne che il 29 novembre uccise la moglie Maria Lucero Spinoza, connazionale della stessa età, in un appartamento di Treviglio. La donna aveva confessato al marito di voler partire per Genova con un altro uomo.
Il primo delitto di quest'anno risale al 23 febbraio: Giuseppe Salvi, stuccatore di 58 anni di Bergamo, fu trovato cadavere nella sua abitazione di via Brogo Palazzo ucciso da dieci coltellate. In un primo momento finì in carcere il figlio Paolo, 28 anni, poi rimesso in libertà.
Il 23 marzo scorso, a Telgate, Singh Kulwant, 25 anni, di origine indiana, fu assassinato a coltellate durante una lite per futili motivi. Per l'omicidio fu fermato un connazionale.
Il 26 marzo, Paola Mostosi, 24 anni praticante commercialista di Torre Boldone, fu trovata cadavere in un canale asciutto dell'Enel, a Marne di Filago. Roberto Paribello, un camionista salernitano di 32 trapiantato a Zingonia di Verdellino, confessò di avere sequestrato e ucciso la giovane temendo che lei lo denunciasse per presunte molestie avvenute durante una constatazione amichevole in seguito a un banale incidente in A4. Il giovane, tentò il suicidio in carcere ad aprile ma fu salvato dai compagni di cella.
E a fine marzo, il delitto di Paspardo. Moira Squaratti, 26 anni, la sera del 31 marzo, fu picchiata selvaggiamente e uccisa con almeno quindici coltellate nel suo appartamento a Paspardo in Alta Valle Camonica. Accusato dell'omicidio è il fidanzato Luigi Marchetti, 32 anni di Pianico, che dopo un mese di latitanza si costituì a Brescia.
Ma la lunga serie di delitti non finisce qui. Il 17 aprile, a Curno, una mamma 31enne affetta da grave depressione post partum gettò il figlio di appena sei mesi dalla finestra. Il piccolo morì dopo alcuni giorni di agonia. La donna è indagata per omicidio volontario.
L'ultimo omicidio, prima di quello accaduto ieri a Boario, era quello di Giovanna Algeri, 43 anni di Pedrengo, uccisa con una coltellata alla gola il 26 maggio scorso a Valbondione. È accusato di omicidio volontario il marito Domenico Moraschini, trovato dai carabinieri a poca distanza dal cadavere con il coltello insanguinato in mano. Il giorno dell'omicidio, l'uomo tentò di togliersi la vita.
Alessandro Baldelli