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    Predefinito Intervista al Nobel Saramago

    INTERVISTA DELLA BBC A JOSÉ SARAMAGO

    (Josè Saramago, portoghese, Premio Nobel per la letteratura 1998)

    BBC - La stampa internazionale ha pubblicato delle dichiarazioni attribuite
    a lei riferendosi alle azioni dell'esercito israeliano come azioni
    "naziste" e criticando abbastanza duramente il governo di Israele. Qual è
    esattamente la sua posizione sul conflito del Medio Oriente?

    José Saramago - La dichiarazione che l'esercito israeliano sia diventato
    "ebreo nazista" fu di un grande intellettuale ebreo (Yeshayahu Leibowitz,
    morto nel 1994), rispettato tanto dal punto di vista morale che intellettuale.
    Non mi sto mettendo dietro la sua ombra per proteggermi dalla tempesta. Ma
    questa idea che qualcosa di profondamente negativo, distruttivo, sia
    entrata nello spirito di Israele, non fu espressa da me per la prima volta.
    Molti ebrei oggi giorno lo riconoscono.


    BBC - Un'altra affermazione che lei avrebbe fatto su Israele fu quella di
    paragonare con l'apartheid la forma in cui il governo israeliano tratta i
    palestinesi ...

    José Saramago - Non è una specie di apartheid, è rigorosamente un
    apartheid, e su questo solo quelli che non sono mai venuti qui posso avere
    dei dubbi.
    Se qualcuno vuole essere informato, supponendo che le autorità militari
    consentano l'accesso, i passaggi dai check points per arrivare ai villaggi
    e città palestinesi sono completamente isolati, dove non si puó entrare e
    da dove non si puó uscire senza l'autorizzazione dell'esercito israeliano,
    se si vuole effettivamente vedere ció che sta accadendo si deve venire qui.
    L'informazione che abbiamo, quella che circola internazionalmente, fa
    vedere solo un lato omettendo l'altro, oppure fa vedere solo i palestinesi
    che sparano in aria quando accompagnano i propri morti. Non sto dicendo che
    gli israeliani siano dei demoni e che i palestinesi siano degli angeli, non
    è quello, angeli e demoni esistono da entrambe le parti. Ció che sta
    succedendo politicamente qui, peró, la situazione di guerra che si è
    creata, ha avuto come risultato l'occupazione militare di praticamente
    tutto il presunto territorio palestinese, o l'isolamento di tutti i
    villaggi e città palestinesi e l'impossibilità di circolare nel proprio
    territorio. Questo se non è apartheid, come lo dobbiamo chiamare?


    BBC - Lei direbbe che, negli ultimi anni, principalmente durante il governo
    del primo ministro Ariel Sharon, questa situazione si è agravata?

    José Saramago - Si è agravata negli ultimi tempi. Ma, in quanto Barak fu
    primo ministro, si costruirono piú colonie all'interno del territorio
    palestinese rispetto a quelle costruite dal governo di Netanyahu. Vuol dire
    che Barak che, suppostamente si proponeva di fare la pace, installava
    sempre piu' colonie all'interno dei territori occupati. Qui c'é un punto
    che bisogna riconoscere: le colonie hanno bisogno dell'esercito per
    difendersi. Ma l'esercito ha bisogno delle colonie per essere installato
    lì. E da questa logica, che è assolutamente infernale, non se ne esce,
    perché effettivamente la pace che vuole il governo di Israele non è la pace
    giusta, non è una pace che riconosce effettivamente i diritti dei
    palestinesi ad avere uno Stato, ad avere una propria identità, una vita che
    sia loro. I palestinesi sono disprezzati dalla popolazione di Israele, e
    questo non è demagogia, è la pura verità, e chi vuole delle conferme venga
    qui a vedere.


    BBC - Lei ha parlato di come la comunità internazionale vede questo
    conflitto. Ma non crede che, sopratutto dopo atti di estrema violenza come
    l'attentato di ieri (mercoledi, in cui 20 israeliani sono rimasti uccisi in
    una esplosione), diventa ancora piu' difficile per la comunità palestinese
    di divulgare la propria lotta, le proprie rivendicazioni alla comunità
    internazionale?

    José Saramago - In primo luogo, non sto giustificando ne difendendo questo
    atto. Ma tutti gli atti di violenza praticati dai palestinesi sono degli
    ostacoli alla pace. Peró gli atti di violenza praticati dall'esercito
    israeliano non sono ostacoli alla pace... villaggi rasi al suolo, migliaia
    di morti, gente espulsa nel 1948... se ne parla del olocausto ebreo, ma c'é
    anche stato una specie di olocausto palestinese.
    Un milione di persone deportate dalle loro case nel 1948.
    Ancora ieri siamo stati a Gaza, e 150 case sono state distrutte dai carri
    armati. Qui si punisce un'azione praticata da un palestinese con la
    distruzione di casa sua, o di tutte le case di un villaggio. Come mai gli
    atti di violenza degli israeliani non sono ostacoli alla pace?


    BBC - In questa situazione, quali prospettive vede per il conflitto? Ha
    dell'ottimismo riguardo il piano di pace saudita o riguardo le attuali
    negoziazioni?

    José Saramago - Io non ho alcun ottimismo, perché effettivamente il governo
    di Israele non vuole la pace. Vuole la pace che gli convene, non una pace
    giusta che prenda in considerazione il diritto del popolo palestinese ad
    avere la propria vita. Sono completamente scettico sull'esito di qualsiasi
    piano.
    E, recentemente, in una proposta degli USA nelle Nazioni Unite, e' stato
    riconosciuto che il popolo palestinese ha il diritto di vivere in un suo
    proprio Stato. Ma come si organizza questo Stato se le colonie israeliane
    nei territori occupati sono 205, e tutte quante protette dall'esercito e
    tutte quante armate? Come si puó parlare di un piano di pace che ignori
    questa realtá?


    BBC - Dovuto alle sue piú recenti dichiarazioni, in Israele c'é un
    boicotaggio dei suoi libri. Come vede questo tipo di reazione?

    José Saramago - É naturale. Penso che, in fondo, sono reazioni di persone
    che non sopportano che gli si dica la veritá. Ritirare i miei libri dalle
    librerie é, probabilmente, il primo passo che puó portare a un secondo
    passo che consiste in bruciarli in pubblica piazza. Tutto puó succedere.

  2. #2
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    Predefinito Non conosco Samaranco...

    ...e non so neppure perchè nè con cosa abbia vinto il Nobel.

    Mi posso permettere un paio di osservazioni?

    La prima sulla "apartheid" in Israele.
    Quale Paese in guerra lascerebbe liberamente circolare e lavorare persone appartenenti al popolo col quale si sta combattendo.

    La seconda sul rammarico espresso sul fatto che esisterebbe un boicottaggio in Israele sui suoi libri.
    Strana questa abitudine di prendersela con qualcuno che non apprezza la sua opera, specialmente se quel qualcuno vive nel Paese criticato. Già vede bruciare (a sua gloria eterna) i suoi libri nella piazze d'Israele solo perchè in parte sono stati ritirati dalle locali librerie; e se il fatto dipendesse dalle scarse vendite?
    Con il suo ragionamento si potrebbe anche dire che a suo tempo i nazisti affermavano che erano gli ebrei a non accettare che gli si dicesse loro la verità.

    saluti

    da un "non ebreo"...e non me ne vanto.

 

 

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