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    Predefinito Nuovo traguardo del Governo Berlusconi: Castelnuovo di Porto primo ECOMOSTRO di Stato

    ogni ulteriore commento è superfluo........

    solo NAUSEA




    Alla Protezione Civile poteri straordinari incondizionati. A Castelnuovo di Porto il primo ecomostro di Stato

    "Una legge per non rispettare le leggi. E' l'ennesima falla aperta dal Governo Berlusconi nel nostro sistema normativo."
    Legambiente svela l'ultimo capitolo della saga di un Governo insofferente delle regole che lavora in barba alle leggi paesaggistiche, urbanistiche, ambientali: la protezione civile potrà agire in deroga alle leggi vigenti non più - come fino ad ora e come logica vorrebbe - solo in casi di emergenza, ma anche per i grandi eventi che si troverà a gestire. E decidere quali saranno questi grandi eventi, neanche a dirlo, spetta alla discrezionalità del ministro degli Interni. D'ora in avanti si potranno così realizzare edifici, strade, sbarramenti artificiali senza una valutazione di impatto ambientale e scavalcando tutte le leggi in materia.

    "Il Governo - dichiara Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente - delinea una zona franca della legalità alla quale ricorrere ogni qualvolta, e i casi sono estensibili a piacere, le vie ordinarie indicate dal Parlamento sembreranno troppo complesse o troppo lunghe. La Protezione civile diventa il braccio operativo dell'esecutivo che agisce al di là delle leggi."

    Alla Protezione civile è già riconosciuto il potere di ordinanza che, in occasione di calamità naturali o catastrofi, le consente di scavalcare le leggi. "Ma questo, al governo che ha dichiarato guerra ai lacci e lacciuoli delle leggi italiane non poteva bastare". E così, con la legge 9 novembre 2001, n. 401 veniva esteso il campo d'applicazione del potere di ordinanza anche ai grandi eventi […] diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza. "on questa legge dunque i superpoteri vengono estesi anche a grandi eventi, individuati dal Governo, che non hanno niente di emergenziale e sono programmabili con ampio anticipo. Un altro modo, dunque, per non aggirare le garanzie delle leggi italiane."

    Questa estensione concede in pratica alla Protezione civile "un potere cementificatorio che aggira una trentina di leggi e regolamenti, e che scrive le premesse per una stagione di abusivismo di stato" Il primo ecomostro di Stato è anzi già in gestazione.

    Molte delle manifestazioni connesse al semestre italiano di presidenza Ue (dichiarato "grande evento" con un decreto ad hoc del Governo del marzo scorso) si terranno a Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, sede della Protezione Civile. Per quest'area, già in passato oggetto di forti polemiche a causa della collocazione nel bel mezzo di un’area a rischio periodicamente alluvionata dal Tevere, in occasione della presidenza italiana dell'Ue la protezione civile vuole mettere in cantiere un lungo elenco di opere che non prevede affatto Valutazione di impatto ambientale: la sede della Protezione Civile verrà notevolmente ampliata, sarà realizzato un reticolo di strade di servizio e di collegamento con le principali arterie, verranno espropriate aree limitrofe a questo centro polifunzionale e poi è prevista una non meglio precisata serie di lavori per la messa in sicurezza della struttura (argini, sbarramenti e altro ancora). Insomma interventi che alterano gli assetti idrogeologici verranno messi in atto, senza adeguati accertamenti, proprio da chi il rischio deve contrastare.

    "E’ desolante
    - chiosa Della Seta - che il Governo pensi di accogliere i rappresentanti dell’Unione europea in una sede costruita in barba non solo alle leggi, ma anche al buon senso. Ignorare le norme vigenti contribuisce a quel dissesto idrogeologico provocato dall’abusivismo, dal saccheggio del territorio che nell’ultimo decennio ha portato sul territorio nazionale tragedie come quella di Sarno".


  2. #2
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    Abusivismo di Stato
    Storia e applicazione di una legge fuorilegge


    La fragilità del nostro Paese, causato dalla scellerata gestione del territorio, da decenni di malgoverno, dal fenomeno dell’abusivismo e dall’urbanizzazione irrazionale hanno creato i presupposti per i quali la maggior parte dei comuni italiani sono a rischio di eventi calamitosi, quali frane, inondazioni, incendi, incidenti industriali, sismi ed eruzioni vulcaniche, rendendo drammaticamente quotidiana la possibilità di catastrofi.

    Sarno e Soverato sono solo le catastrofi più evidenti avvenute nel nostro Paese, 1.500 sono stati i Comuni interessati da alluvioni nell’ultimo decennio, 2.000 da frane (7 morti per frana al mese), senza considerare il territorio devastato dai terremoti e dagli incendi.

    In un contesto di questo tipo è ovviamente giusto ed indispensabile dotare il servizio nazionale di protezione civile del potere di andare in deroga alla legge in caso di catastrofe, al fine di garantire una capacità di reazione veloce e snella agli eventi calamitosi imminenti o in corso.

    Questo potere è riconosciuto al sistema nazionale di protezione civile con la legge n° 225 del 24 febbraio 1992 che concede il potere di ordinanza in occasione calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari e per attività finalizzate ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose.

    E’ però inaccettabile che questo potere, utile alla mitigazione del rischio, possa essere utilizzato per altri scopi, che nulla hanno a che vedere con le attività di protezione civile.

    Con la legge 9 novembre 2001, n. 401 recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile veniva approvato il seguente passaggio:

    “Le disposizioni di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, si applicano anche con riferimento alla dichiarazione dei grandi eventi rientranti nella competenza del Dipartimento della protezione civile e diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza.” (Art. 5)

    Questo passaggio si traduce nella possibilità da parte della protezione civile di andare in deroga alle leggi vigenti, un’azione pericolosa per la democrazia di un paese, condivisibile in occasione di situazioni di emergenza, dove la non prevedibilità, l’eccezionalità e la drammatica portata distruttiva dell’evento, rende necessario attivare procedure immediate, che portino il prima possibile alla ripresa delle normali condizioni di vita.


    Riesce difficile comprendere le motivazioni che spingono al conferimento di un potere eccezionale di questo tipo per eventi che sono programmabili con anni di anticipo, e quindi con la possibilità di rispettare la legge ordinaria, e che non comportano alcun rischio per la vita umana, per i beni, gli insediamenti e l'ambiente. Poter andare in deroga ai vincoli paesaggistici e urbanistici potrebbe, al contrario, accrescere i danni all’ambiente e ai beni del nostro Bel Paese.

    Con questa legge il Governo può stabilire, senza nessun contraddittorio democratico, quale sia un grande evento e nominare direttamente il commissario che lo gestisca, anche, fatto gravissimo, andando in deroga alla legge.

    Il Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero il Ministro dell'interno da lui delegato, si prepara con il semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea, dopo le vere e proprie “prove generali” del Vertice NATO, del Vertice FAO e della beatificazione di Padre Pio, ad un’applicazione di tale legge in grande stile, con, di fatto, un vero e proprio abusivismo di stato.



    Da Maggio 2003 ci si troverà di fronte a svincoli stradali, allargamento di corsie, nuovi edifici e nuovi argini per proteggere tali strutture, il tutto edificato senza il rispetto delle leggi vigenti in materia.
    Ma non si tratterà di ville abusive nella valle dei Templi ad Agrigento, ma di una struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri alle porte di Roma!

    Il 20 marzo 2002 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il Semestre di Presidenza italiana nell’unione europea viene dichiarato grande evento.

    Gli incontri e le manifestazioni connesse a questo grande evento, che vedranno coinvolti rappresentanti e delegazioni aderenti all’Unione Europea, si terranno principalmente presso il centro polifunzionale della protezione civile di Castelnuovo di Porto.

    Tale centro polifunzionale è stato costruito in un area di prima esondazione del fiume Tevere, quindi in un’area a grande rischio idrogeologico. Possiamo dire tranquillamente che ha rappresentato sino ad oggi l’esempio negativo da citare per rendere evidente il cambiamento positivo del sistema nazionale di protezione civile e di gestione del territorio italiano. “Fino a ieri la stessa protezione civile costruiva in aree a rischio, oggi la cultura della prevenzione dei rischi si è sviluppata nel nostro paese”.


    Eppure nell’ordinanza n° 3199 del 24 Aprile 2002 recante disposizioni urgenti per la celebrazione del semestre di Presidenza italiana sella Unione Europea, si leggono aumenti delle volumetrie del centro polifunzionale della protezione civile di Castelnuovo di Porto, opere di collegamento viario e di difesa idraulica.
    In altre parole quella struttura “imbarazzante” per il sistema nazionale di protezione civile invece di essere accantonata, viene ripresa, ampliata, ingrandita, per il semestre di Presidenza italiana sella Unione Europea.


    In particolare sono autorizzati, prescindendo dalla valutazione di impatto ambientale, dalle disposizioni in materia di paesaggistica, architettonica, archeologica, urbanistica e di tutela dei beni culturali ed ambientali e da quelle in materia idraulica ed idrogeologica e da quelle in materia di conferenza di servizi:

    1. interventi ed opere di riqualificazione e completamento del centro polifunzionale di protezione civile di Castelnuovo di Porto, già oggi di dimensioni notevoli, anche attraverso aumenti di volumetrie, interventi che potranno essere estesi anche ai comuni limitrofi;


    2. interventi infrastrutturali e strutturali per il potenziamento dei collegamenti viari funzionali al centro polifunzionale della protezione civile di Castelnuovo di Porto nella zona del Comune di Castelnuovo di Porto, compresa fra il fiume Tevere, la strada provinciale “Tiberina”, la strada provinciale “Traversa del Grillo” e l’allineamento parallelo a quest’ultima, posto a circa 2.500 metri di distanza dalla stessa sul lato Roma. Tali interventi possono essere estesi anche al di fuori del suddetto perimetro.


    3. interventi ed opere di messa in sicurezza idraulica del Centro Polifunzionale di protezione civile di Castelnuovo di Porto e delle reti viarie di accesso.


    4. Rifacimento e completamento del castello “La Rocca” e del palazzetto “Paradisi” e della pavimentazione ed illuminazione di Piazza Vittorio Veneto e di Piazza Cavour nel centro urbano di Castelnuovo di Porto.


    5. individuazione e immediata occupazione d’urgenza delle aree da esporpriare per realizzare le opere e gli interventi, con decreto di esproprio emanato ed eseguito senza particolari indagini e formalità


    6. stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e autorizzazione a prestare lavoro straordinario per il personale del Dipartimento della Protezione Civile e della regione Lazio in deroga ai contratti nazionali di lavoro e relativi statuti.


    Tutti questi provvedimenti potranno essere concretizzati in deroga ad oltre 30 tra leggi e decreti.


    Appare chiaro quanto il potere di ordinanza sia pericoloso e grave, in particolare per le opere di messa in sicurezza idraulica, che senza un’attenta valutazione ambientale, possono alterare il delicato e pregiato ecosistema dell’alto Tevere e spostare ed accrescere più a valle, a Monte Rotondo Scalo, il problema delle esondazioni.

    Opere infrastrutturali e strutturali conseguite in questo modo, in deroga alle leggi fondamentali di urbanistica, idraulica e paesaggio, sono un passo indietro che ricorda la metodologia costruttiva dell’abusivismo, che già troppi danni ha creato al nostro Bel Paese.

    Ci chiediamo quando, in questo modo, ci troveremo di fronte a parchi pubblici romani trasformati in enormi parcheggi e intanto speriamo che nel semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea non piova troppo nel Lazio, per non vedere immagini imbarazzate di evacuazione delle delegazioni europee dal centro della protezione civile allagato dalle acque del Tevere.

    Dopo le polemiche e le indagini sulla gestione dell’ordine pubblico a Napoli e a Genova, rispettivamente in occasione del WTO e del G8, siamo fortemente preoccupati, in occasioni simili, dell’accentramento di tanto potere nelle mani di un commissario del governo e siamo preoccupati che l’andare in deroga alla legge possa essere esteso anche all’ordine pubblico.

    Per i rischi per l’ambiente e per la democrazia Legambiente boccia il conferimento del potere di ordinanza in occasione dei grandi eventi e chiede al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno che vengano immediatamente abrogate le ordinanze relative alla gestione che si prefigura per il semestre di Presidenza italiano dell’Unione Europea.


    fonte: clorofilla.it


 

 

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