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«Non abbiamo bisogno di elemosina»


Lula Saranno pure belli e accattivanti i visi super abbronzati delle dive televisive e delle star del pallone che ogni anno affollano i club di Porto Cervo e dintorni. Saranno pure di buon cuore le attrici e le celebrità del momento, che tra un tuffo in piscina e un servizio fotografico, trovano anche il tempo di fare beneficenza. A Lula però, storcono il naso e il denaro ‘raccolto’ dal bel mondo smeraldino per i bambini lulesi, durante la serata di inaugurazione del Billionaire, non fa gola a nessuno. Anzi in paese monta un po’ di rabbia e s’innesca la polemica. Quei 60mila euro, metà dell’intera somma donata (il restante andrà ai bimbi di un istituto di Arzachena) dal fior fiore del mondo vip, ai lulesi proprio non vanno giù. La notizia della ‘donazione’ è arrivata attraverso la tv e i giornali. Ieri mattina, nell’ufficio del primo cittadino c’era solo Francesco Calia, vicesindaco e assessore all’Urbanistica nella giunta di Maddalena Calia. Seduto alla sua scrivania, è di poche parole, ma disapprova. «Come amministratore non voglio rilasciare nessuna dichiarazione» chiosa. «Ma come lulese le dico che non condivido affatto l’iniziativa. Non è questa la modalità giusta per far arrivare i fondi in paese». Come dire: va bene i problemi, va bene le difficoltà, ma che tutto si risolva con il denaro di stato e regione. C’è chi usa anche termini più franchi. «Non abbiamo bisogno di elemosina», dice una donna anziana che vuole mantenere l’anonimato. «E poi, quei soldi dovevano andare agli orfani. I nostri bambini grazie a Dio, non hanno esigenze urgenti come quelle». E c’è chi vuole costituire un comitato con tanto di lettera e firme per far valere il proprio dissenso. Far sentire la propria voce, dicono, in una situazione che stà diventando davvero insostenibile. «Abbiamo ancora una dignità. Non abbiamo bisogno di questo tipo di finanziamento economico. E’ una vergogna. Quando sono venuto a conoscenza dell’iniziativa sono rimasto di sasso». Giampiero Boe, è un impiegato comunale «non scriva il mio nome per carità», commenta con rabbia all’inizio. Poi il discorso si allarga e tanti altri partecipano alla discussione. «Se fate la lettera, firmo anch’io». «Anche io». «E io no?» Allora i nomi diventano tanti: Matteo Calia, pastore in pensione e sua moglie Giorgina, Carmelo Salvai meccanico, Rina Mussinu operaia forestale e gran parte dei dipendenti comunali.Una protesta gridata e civile a cui vanno ad aggiungersi tutte le opinioni di coloro che ieri mattina, chi più chi meno, hanno voluto dire la loro. Non poteva essere altrimenti, visto che lo strano accostamento Briatore, Costa Smeralda, Lula era sulla bocca di tutti. E qualche rimprovero se l’è preso pure il presidente della regione Mauro Pili, “l’ideatore morale” della donazione. In verità, i consensi per l’iniziativa sono stati pochi. Mario Goddi, professore in pensione e presidente dell’associazione Croce Verde è esterrefatto:«l’unico modo per rigirare tutta questa vicenda in modo positivo per il paese -dice- è che questi soldi, vengano messi in mano ad associazioni di volontariato che comunque vivono di offerte e donazioni. Altrimenti, non posso credere che si sia arrivati a questo punto: fare una colletta per aiutare il paese. Assurdo».
Il sindaco, Maddalena Calia è a Cagliari quando risponde al telefono: «non capisco perchè si sia creata tutta questa polemica». Per lei il denaro donato dai vip di Porto Cervo, riuniti al Billionaire di Flavio Briatore per inaugurare le vacanze estive è «un’ iniziativa simpatica... Non è il comune come istituzione che riceve i soldi» spiega il sindaco: «non sono d’accordo che questi soldi vengano usati solo per il campo sportivo -dice- penso invece che mercoledì faremo una riunione con tutte le associazioni di volontariato, quelle sportive e quelle culturali per decidere insieme a chi andrà il denaro». Il comune in questo caso è solo una sorta di intermediario. «Mi è stato chiesto a chi dovranno andare questi fondi... E io cosa devo fare? Devo rifiutare? Io penso che se qualcuno è più fortunato di noi e vuole darci una mano, ben venga. Non sempre deve essere lo Stato ad elargire, ma queste sono questioni politiche».


Caterina Tatti