Il presidente esterna: "Basta storielle ideologiche, racconteremo come sono davvero accaduti i fatti". Insorgono i ds: "Parole da squadrista". Un plauso da An: "Anche Zavoli ci provò".
ROMA - Pensa che la storia d'Italia vada riscritta da capo, perché finora è stata raccontata in modo ''unilaterale e ideologico''. Non ha escluso scioperi nell'azienda pubblica in risposta alla sua "battaglia"
per la garanzia del pluralismo. E ha avvisato i sindacati Rai che perderanno i loro privilegi.
Non c'è che dire: è stata una giornata piena per Antonio Baldassarre. A base di esternazioni e annunci, rilasciate al convegno sulla cultura di destra organizzato a Roma da An.
Da qui il presidente Rai si è lanciato in una sorta di "campagna revisionista". E ha affidato un obiettivo alla
nuova Rai Educational; quello cioè "di dare una storia rispondente ai fatti come avvenuti e non alle ideologie che hanno dato ai fatti una connotazione particolare''. Baldassarre ha spiegato che per questi motivi è stata cambiata la dirigenza di Rai Educational, che è stata affidata recentemente a Gianni Minoli. ''Ci hanno raccontato delle storielle: è il momento di fare il punto su tutto questo e la Rai può fare molto''.
Dopodiché ha evocato scioperi e agitazioni a Viale Mazzini. "E' possibile - ha detto - che la decisione di mettere mano ad una riforma interna della Rai possa provocare reazioni nel sindacato, che potrebbero sfociare in scioperi. Ma questo non fermerà l' azione del nuovo CdA". A tarda sera preciserà che quella degli scioperi è un'ipotesi del tutto irrealistica. Resta il fatto però che ha spedito un chiaro avvertimento ai sindacati. Soprattutto quando ha spiegato che ''la nuova Rai'' porterà avanti con determinazione la riforma della ''vecchia Rai'': anche andando a toccare privilegi esistenti nell' azienda.
Le reazioni - Sconcerto e indignazione fra i Ds, un bravo da An. Le esternazioni di Baldassarre provocano, come ovvio, reazioni di segno opposto. Sotto la Quercia è tutta una corsa a scagliarsi contro il presidente Rai. Pietro Folena, esponente del correntone, scatta per primo: ''Dopo aver occupato la Rai, abolito le trasmissioni scomode, normalizzato l'informazione radiotelevisiva, ora la Casa delle Libertà, attraverso il suo portavoce che dirige l'azienda pubblica, si propone di riscrivere la storia, rovesciando la verità, a uso e consumo del regime berlusconiano. L'Italia ha memoria di ciò che avvenne negli anni 20 e negli anni 30 e non permetteremo che nessun Minculpop in versione mediatica, violi la liberta della cultura del nostro Paese''.
La pensa allo stesso modo, il vicepresidente della Camera Fabio Mussi, che non esita a parlare di ''annuncio squadristico''. ''Il dottor Baldassarre - dice Mussi - annuncia il prossimo uso della Rai in funzione del revisionismo storico (riabilitazione del fascismo?) e dichiara guerra ai sindacati. L'annuncio è squadristico".
Per cambiare musica basta sintonizzarsi su An. D'altronde il revisionismo tratteggiato da Baldassarre può anche assomigliare a quello improvvisato da Storace sui libri di testo. ''Ripristinare'' le verità storiche anche attraverso Rai educational? ''Beh - risponde Gasparri- sono anni che sosteniamo questa tesi. Riteniamo sia giusto che gli studenti siano liberi di scegliersi il libro di testo che preferiscono''.
Quanto alla Rai e la storia, il ministro delle Comunicazioni rivela un particolare eloquente: ''Già nei primi anni '70 Sergio Zavoli fece una serie di pregevoli trasmissioni sul fascismo, ascoltando sia alcuni dei protagonisti di quel fenomeno sia alcuni studiosi, e si sentì parlare per la prima volta di De Felice. E non si può certo dire che Zavoli fosse un estremista di destra... A maggior ragione oggi la Rai ha le possibilità di dar vita a trasmissioni storiche non faziose".
(da IL NUOVO - 16 luglio 2002)
Che sia la volta buona?