AGRIGENTO - Un italiano convertito all'Islam, Domenico Quaranta, 29 anni, imbianchino di Favara (Agrigento). E' lui secondo gli inquirenti il responsabile di una serie di quattro attentati con bombole del gas, in particolare di quelli ad Agrigento e a Milano (al tempio della Concordia di Agrigento, il 5 novembre 2001, e al metrò di Milano, l'11 maggio 2002). In tutti i casi furono ritrovati ordigni esplosivi fabbricati in modo rudimentale appunto con bombole di gas. Accanto sempre un lenzuolo con sopra scritte inneggianti ad Allah e alla causa islamica. L'uomo, un piccolo pregiudicato per reati contro il patrimonio, è stato arrestato oggi dai carabinieri di Agrigento. Secondo gli investigatori gli attentati avrebbero come sfondo proprio il fanatismo religioso.
I militari, giunti a identificarlo dopo complesse indagini, avevano forti sospetti sul suo conto e avevano messo sotto controllo tutte le sue utenze telefoniche. Alle indagini ha collaborato anche la Digos agrigentina e addirittura l'Fbi: studiando i tabulati, gli investigatori hanno ricostruito anche i movimenti del pregiudicato e ritengono che si trovasse a Milano nei giorni dell'attentato in metropolitana.
Nei suoi confronti è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare del gip Walter Carlisi, su richiesta del procuratore di Agrigento, Ignazio De Francisci. Su Quaranta pendono le accuse anche per altre due azioni, meno eclatanti. Il 14 febbraio l'attentatore sarebbe entrato nuovamente in azione nei pressi del carcere di contrada Petrusa: solita bombola da gas e solito lenzuolo dentro un auto rubata. Due settimane dopo la scena si ripete con un altro ordigno dentro un cassonetto, a 200 metri dal nuovo tribunale.
I carabinieri avevano esaminato assieme agli agenti dell'Fbi il filmato registrato la sera dell'attentato al tempio della Concordia ad Agrigento, ma non erano riusciti a mettere bene a fuoco la figura dell'attentatore. E' stata disposta allora una perizia psicoantropologica, attuata con tecniche sofisticatissime, che hanno consentito anche di descrivere il soggetto sotto il profilo psicologico. Dopo questa analisi i carabinieri hanno iniziato la ricerca tra le persone che corrispondevano alla descrizione. La svolta è arrivata alla fine grazie a un comandante di stazione di un paese dell'Agrigentino, che, sulla base dei dati fornitigli, ha individuato il presunto responsabile.
"L'inchiesta che ha portato all'arresto di Domenico Quaranta non si è conclusa - dichiara Il procuratore di Agrigento, Ignazio De Francisci - Indagini sono in corso per accertare e identificare collegamenti con il mondo islamico e con le cellule presenti in Sicilia e nel resto d'Italia. Apparentemente Quaranta sembrerebbe uno sbandato. Abbiamo fondati motivi di credere che non lo sia poi così tanto. Sulla vicenda credo che nei prossimi giorni ci saranno interessanti sviluppi''. Al suo legale Domenico Quaranta ha detto, smarrito e in lacrime: "Avvocato mi creda, con questa storia io non c'entro nulla".
(17 LUGLIO 2002, ORE 170; ultimo aggiornamento alle 21:10)
Che dire? Come non bastassero gli integralisti "D.O.C.", ora pure quelli itagliani.....
SECESSIONE!!!