«Ma il cambiamento fa riemergere gli scheletri dall’armadio»
«La Lega è l’unica che non teme le brigate rosse o le brigate gialle. È un movimento popolare, e il popolo non ha paura dei giochi da catacombe». Così Umberto Bossi ha commentato stasera, a margine di un comizio a Sant’Anna di Alfaedo nel veronese, il riapparire delle sigle delle Br e degli Nta in Veneto. «Si capisce che il momento delle riforme è quello più adatto a fare emergere certe cose - ha proseguito -, certi scheletri nell’armadio. E qualcuno li ha tenuti quegli scheletri». «È chiaro però - ha detto ancora il leader della Lega - che il terrorismo l’abbiamo visto uscire nel momento in cui il governo faceva le riforme sostenute dalle ipotesi di Marco Biagi, che poi erano le stesse ipotesi della Lega, mentre loro - ha aggiunto, con riferimento all’Ulivo - dicevano esattamente il contrario e allora partì un terrorismo strisciante». «La sinistra era contraria, e inizialmente anche la Margherita - ha spiegato - al rinnovamento dei rapporti di lavoro: volevano un paese aperto all’immigrazione, cosa che vuol dire che per ogni posto di lavoro si presenterebbero sempre più persone, mentre dall’altra parte parlavano di garantire i diritti dei lavoratori. Ma queste sono due cose che non si possono combinare insieme. C’erano dunque contraddizioni politiche che hanno favorito l’emergere della contraddizione più irrazionale, che è il terrorismo». Quanto alla proposta di Castagnetti di costituire una commissione parlamentare d’inchiesta anche sul terrorismo, Bossi è stato cauto, dicendo che prima di pronunciarsi vorrebbe saperne di più. «Sono comunque convinto che il governo e la Cdl - ha ribadito - devono tenere le finestre aperte, perché non abbiamo nulla da nascondere». Ma, ha aggiunto, «a me Castagnetti non piace, perché è una persona che strumentalizza tutto».