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  1. #21
    vicepres Destra cricetale
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    Predefinito Re: e be'!

    Originally posted by jabot



    ps: di quali lager pollonici parli, di quelli
    'illegali' che c'erano pure in Germania prima
    della Guerra Mond?


    Dopo la seconda guerra mondiale, accanto ai campi di concentramento Usa in cui vennero rinchiusi militari tedeeschi (sbbene la pratica venne estesa a chiunque possedesse una divisa, inclusi spazzini, pompieri e vigili urbani...) ci sono stati anche in POlonia e nei Sudeti campi di detenzione organizzati dall'Armata Rossa in cui chiudere i tedeschi locali per "accertare" il loro livello di "nazistà"....vennero affidati per lo più a reduci dai lager nazisti, in gran parte ebrei...
    'Sta storia la denunciò un giornalista americano, ebreo, John X non mi ricordo il cognome provo a ritrovarlo

  2. #22
    vicepres Destra cricetale
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    Predefinito x JABOT

    La fonte è un sito revisionista (www.revisionismo.com) tuttavia il libro esiste ed ho avuto modo di prenderlo in prestito.
    Opinione personale: posso capire che qualche sopravvissuto di Auschwitz si sia fatto prendere la mano ma tali campi non andavano messi in mano di questa gente...



    Le atrocità anti-tedesche commesse da ebrei nell'ex-Governatorato

    Estratti dal libro:_
    John Sack, "Occhio per occhio" (sottotitolo. "Polonia 1945: la storia della vendetta ebraica contro i nazisti"), Baldini & Castoldi, Milano 1995.

    Parte prima - Parte seconda

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    "Dio sa se gli ebrei erano stati provocati, ma io scoprii che nel 1945 uccisero un gran numero di tedeschi: e non si trattava di nazisti,... ma di civili, uomini e donne, bambini, neonati, il cui unico crimine era di essere tedeschi. A causa della collera degli ebrei... i tedeschi persero più civili che a Dresda (200 000 n.d.r.), più, o almeno altrettanti, di quanti ne avessero persi i giapponesi a Hiroshima... Questo scoprivo, e ne ero inorridito" .
    Chi scrive non è un revisionista, è un ebreo! John Sack, inviato per "Harperís", "The Atlantic" e "The New Yorker", corrispondente speciale e produttore per la CBS, giornalista da quarantotto anni. Nel 1945 líesercito sovietico occupò la Polonia e parte della Germania. Venne immediatamente organizzato un Ufficio per la Sicurezza dello Stato, per "denazificare" il Paese. "Oltre a polacchi desiderosi di vendicarsi, i russi reclutarono anche ebrei (...) I tedeschi che finirono nei (...) campi di concentramento erano per il 99% civili che non avevano mai combattuto, compresi le donne e bambini: coloro che sopravvissero alle torture vennero spesso falciati dal tifo e dagli stenti" . Dopo cinquanta anni John Sack ha ritrovato negli Stati Uniti e in Polonia, i protagonisti di questa vicenda: li ha intervistati, ha confrontato le loro testimonianze e ha scritto il succitato libro. La maggior parte delle interviste di cui si compone il libro è stata registrata: i nastri, per una durata di oltre trecento ore, fanno parte del fondo John Sack presso la Boston University, dove chiunque li potr‡ consultare.

    ------------------------------------------------------------------------

    L`Ebreo Shlomo Morel responsabile del campo di concentramento di Schwientochlowits dove decine di migliaia di civili Tedeschi vennero internati, torturati ed uccisi. Egli si vantò di;
    "avere fatto in cinque mesi a Schwientochlowits ció che i nazisti non avevano fatto in cinque anni ad Auschwitz."
    INTRODUZIONE
    Tra gli eventi storici che sono stati rimossi, poiché non confacenti alla versione imposta dai vincitori della guerra, rientra anche la sorte dei milioni di civili tedeschi che subirono sulla propria pelle la controffensiva sovietica (in pratica l'avanzata del comunismo verso occidente, con l'avallo degli alleati anglosassoni): Prussia, Slesia, Turingia, Sudeti e altri territori, abitati da circa dieci milioni di tedeschi, furono furiosamente invasi dai sovietici, che poterono applicare le consuete tecniche di comunistizzazione, aggravate dalla sete di vendetta del regime comunista nei confronti della Germania che era stata ad un passo dal conquistare la Russia con l'operazione Barbarossa. I più "fortunati" tra quei tedeschi riuscirono a sfuggire all'orda avanzante, riversandosi sui territori del Reich più occidentali ‚ in un esodo immane di cui parleremo in un capitolo apposito ‚ mentre chi non riuscì o non volle fuggire subì gli stupri e i saccheggi dell'Armata Rossa, e, a guerra conclusa, l'efficienza stalinista dell'Ufficio per la Sicurezza dello Stato, che con la scusa di iniziare una politica di denazificazione, fece in pratica di tutto.
    Oltre ai nazionalisti polacchi desiderosi di vendicarsi, i russi annoveravano tra le loro fila commissari ebrei e reparti di torturatori ebraici come quello di cui ci narra l'autore in questo libro. I malaugurati tedeschi che finirono nei 1225 campi di concentramento rossi [per i campi di concentramento anglo-franco-americani si veda il libro di James Bacque, Gli altri lager, Mursia 1993] erano per il 99 per cento civili che non avevano mai combattuto, compresi donne e bambini: coloro che sopravvissero alle torture, vennero spesso falciati dal tifo e dagli stenti. Le stime raccolte da John Sack parlano di cifre minime che vanno dai 60 000 agli 80 000 morti. L'ebreo Shlomo, uno dei protagonisti degli eccidi anti-tedeschi in terra polacca ex-prussiana, si vantó di "avere fatto in cinque mesi a Schwientochlowits ció che i nazisti non avevano fatto in cinque anni ad Auschwitz."_

    John Sack, giornalista della rete CBS, intendendo scrivere un libro che denunciasse "l'inutilità di ogni vendetta e di ogni violenza", riuscì a raccogliere queste testimonianze (comunque parziali e frammentarie) per il solo fatto di essere egli stesso ebreo, ed aver potuto così avvicinare e intervistare alcuni ex-commissari ebrei che si macchiarono di quegli orrendi delitti. _

    La storia degli eccidi anti-tedeschi compiuti dagli ebrei cominció ad essere scoperta dalla stampa polacca solo recentemente. La lenta, minuziosa indagine e una serie di titoli come "L'inferno è cominciato dopo la guerra", cominciarono a comparire sulla prima pagina di un giornale di Cracovia, il "Wiesci", a partire dal 24 novembre 1991, ma tale storia, a quanto pare, non interessava il "New York Times" o il "Los Angeles Times" [chissà perchè...]. Sack, tra non poche difficoltà, rintraccia i protagonisti in Israele e nelle varie diaspore, ricevendo non di rado minacce per questo suo lavoro di investigazione (che non porterà comunque ad alcuna incriminazione dei responsabili, nonostante una richiesta di incriminazione da parte dell'Adelaide Institute)._

    Pinek, ex Segretario per la Sicurezza dello Stato per la Slesia, richiesto se non ritenesse che il comandante Shlomo Morel (uno degli autori degli eccidi) avesse potuto venire incriminato in seguito alla scoperta di quei fatti, si mostró incredulo ed esclamó: "Per avere ucciso qualche tedesco? Ma per questo dovrebbero dargli una medaglia!" E John Sack: "Ma Moshe [pseudonimo di Pinek], lei è veramente sicuro che quei tedeschi fossero nazisti? Oppure..." Pinek: "Come potrei saperlo?" Sack: "O erano solo dei tedeschi che erano stati presi a caso?" Pinek: "Peggio per loro." Sack: "Ma qualche tedesco..." Pinek: "E per questo possono incriminare qualcuno?" Sack: "Ma alcuni avevano solo quattordici, quindici anni..." Pinek: "[...] Crepino anche loro. Avremmo dovuto sganciare una bomba atomica sulla Germania e ucciderli tutti, innocenti o colpevoli, e scommetto che il novantanove per cento della gente, qui [sono ad un raduno ebraico. Ndc.], la pensa nello stesso modo. Lo chieda a lui", e si giró verso un uomo che un tempo si chiamava Mendel ed era stato guardiano nel campo di concentramento di Plaszow. "Dovevano sopravvivere i tedeschi?" gli chiese Pinek. "Assolutamente no!" rispose l'uomo._

    La storia di questo gruppo di simpatici reduci ebrei in pensione rintracciati da John Sack comincia con le "centinaia di ebrei [che] si arruolarono nell'organizzazione che gestì le prigioni e i campi per civili tedeschi in Polonia e nella Germania sotto amministrazione polacca." [pag.235]
    I nostri simpatici protagonisti avevano in mano il campo di Schientochlowitz (uno dei 1225 campi di concentramento rossi) ed ecco a voi alcuni brani tratti dal libro.
    _
    BRANI TRATTI DAL LIBRO "OCCHIO PER OCCHIO"
    [Pag. 260:] "Le stime sulla popolazione del campo andavano dalle millecinquecento alle seimila persone. Alla sera, le guardie andavano nelle baracche delle donne, sceglievano una mezza dozzina di prigioniere, le portavano nei loro alloggi all'esterno del filo spinato e le violentavano in gruppo. Alcune stime della conta dei morti durante l'epidemia di tifo indicano da sessanta a più di cento persone decedute al giorno. Alcune stime della conta successiva dei morti arrivano al novanta per cento dei prigionieri tedeschi. Un prigioniero vide il rapporto sugli appelli a settembre o ottobre: diceva che mancavano all'appello trentacinque tedeschi. Presso la cancelleria della città, a Swietochlowice, sono conservati i certificati di morte di milleottocento o duemila prigionieri del campo di Shlomo, ma Shlomo non denunció tutti i decessi. Secondo Dietmar Brehmer, capo della comunità tedesca di Katowice, la metà dei tedeschi che ebbero dei parenti morti nel campo di Shlomo non ricevette alcun certificato di morte, così Brehmer stima che ne morirono almeno quattromila. Non so se il prete di Adam fosse tra loro. Nel 1945, almeno centotrentuno preti cattolici morirono in Slesia, e almeno tre di loro morirono a Schwientochlowitz: [...] Non so di alcun prete di Schwientochlowitz che sia sopravvissuto."_
    'Alla sera, le guardie andavano nelle baracche delle donne, sceglievano una mezza dozzina di prigioniere, le portavano nei loro alloggi all'esterno del filo spinato e le violentavano in gruppo."Pag. 66: "La conversazione si svolgeva per lo più in yiddish. Per grazia di Dio, o di qualche fata buona, circa i tre quarti degli ufficiali -‚duecento ragazzi turbolenti ‚ dell'Ufficio per la sicurezza dello Stato di Kattowitz erano ebrei, e sentivano il sangue ribollire, contrarsi i muscoli e fare male le ossa per l'odio [...]"_

    Pag. 73: "[...] 'Vuoi veramente vendetta?' 'Sì.' 'Bene, ma come l'avrai?' Lola non lo sapeva. [...] Avrebbe messo veramente loro le mani attorno alla gola e avrebbe usato i due pollici, quello sano e quello rovinato, per strozzarli? O avrebbe piuttosto usato la sciarpa che aveva trovato in un armadio a Koenigshuette? O la cintura che aveva trovato insieme alla sciarpa? [...] Avrebbe chiesto ai ragazzi ebrei dell'Ufficio per la sicurezza dello Stato di tenerli fermi mentre li uccideva? O di legare le loro braccia alla sedia per poterli uccidere a suo piacere?"_

    Pag. 75: "[...] 'E' un lavoro dove tu puoi dire: 'adesso il capo sono io. Posso fare tutto quello che voglio'[...] E lui le offrì il posto di comandante della prigione di Gleiwitz [...] A Gleiwitz avrebbe trovato il modo di far esplodere l'odio che aveva dentro."_

    Pag. 76: "Nei giorni che seguirono, i russi, tutti asiatici, coperti di pellicce, fisarmoniche, mitragliatori e nastri di proiettili incrociati sul petto, continuarono a uccidere la gente di Gleiwitz praticamente senza ragione. Urlavano: 'Du Hitler!' Tu Hitler!' e sparavano a poliziotti, pompieri, postini, controllori dei treni nelle loro divise blu marina e persino a un uomo che aveva in casa uno spadino della prima guerra mondiale con l'impugnatura dorata. Spararono a medici, avvocati, sarti, infermiere, carpentieri, scultori, barbieri, contabili, orologiai, proprietari di negozi di sigari, calzolai, rilegatori di libri, presidi, minatori, [...] Nelle loro cantine i tedeschi versavano l'acquavite negli scarichi per evitare che i russi si ubriacassero, e le donne si tagliavano i capelli perchè ai russi non venisse voglia di violentarle. 'Frau komm! Donna vieni!' dicevano ugualmente i russi e si mettevano in fila per violentare persino bambine di otto anni e suore di ottanta."_
    _
    _

    Pag. 77:
    "[...] I russi andavano nelle loro case, dicevano loro: 'Mitkommen. Venite con noi', e li trascinavano per le strade, anche se avevano settant'anni. Nella prigione i tedeschi furono fatti camminare in circolo e in senso antiorario finchè non furono caricati sui carri bestiame, centoventi per ogni vagone._

    Pag. 80:
    [L'ebreo Barek]: "'Possiamo costruire una nuova Polonia, una nuova Europa, un nuovo mondo', gli disse. A trentatrè anni, era davvero un vecchio comunista. Era nato a Lublino da una famiglia di ebrei ortodossi. Aveva tre anni quando aveva cominciato a frequentare la scuola ebraica. [...] All'età di quindici anni scoprì la soluzione in un libro scritto da un ebreo, Karl Marx."_

    Pag. 83:
    [L'ebreo Adam] "divenne capitano nella sezione interrogatorio. Fece un corso di una settimana con un tenente ebreo. 'Potete anche non usare la forza', spiegó con una lavagna alle spale e un mezzo battaglione di ebrei davanti a sè, 'ma [...] non siete tenuti a stare con le mani in mano' [...] Al diploma fu nominato inquisitore capo nella città assegnata a Lola, Gleiwitz."_

    Pag. 84:
    "'Otvirai! Aprite!' urlavano davanti alla porta dei tedeschi e, una volta entrati, rapinavano gli uomini, violentavano le donne, giocavano con i bambini, si lavavano nella tazza del cesso, poi si ubriacavano [...]"
    "I russi non si domandavano se un tedesco fosse un SS. Un plotone russo arrivava in un caseggiato, portava tutti gli uomini di età superiore ai sedici anni alla prigione di Gleiwitz. [...] Adam [...] aspettó i tedeschi da interrogare e da mandare, se non parlavano, al campo di Schwientochlowitz e, al momento opportuno, davanti ai tribunali, nelle prigioni, o davanti al plotone d'esecuzione a Kattowitz."_

    (Abbiamo poi due passaggi molto rivelatori, che indirettamente parlano a favore delle argomentazioni revisioniste.)
    Pag. 91: "Lola [...] sapeva che il governatore della Slesia aveva detto: 'Credevo che i tedeschi avessero ucciso tutti gli ebrei. Ma ora, gli ebrei stanno prendendo il sopravvento' [...]"
    (Ma come?? Secondo la propaganda ebraica i nazisti hanno ucciso praticamente tutti gli ebrei europei, ed ora eccoli spuntare a bizzeffe da ogni parte, sani come pesci e pronti a parassitare le organizzazioni comuniste ‚ oltrecortina ‚ e quelle alleate all'ovest...)_
    (Altro brano interessante a pag. 94
    "Lola restó a sorvegliare. Sapeva che i tedeschi potevano avere i pidocchi, i quasi invisibili portatori del tifo, la malattia che aveva decimato gli ebrei ad Auschwitz.";
    (Senti, senti... Nonostante la censura, le mistificazioni e le balle della propaganda filo-ebraica, la verità riesce comunque ad emergere tra le righe: gli unici morti dei lager furono dovuti ad alcune epidemie di tifo petecchiale che riuscirono a scoppiare nonostante le precauzioni prese dall'amministrazione tedesca. Il Zyklon-B ‚ comunque in quantità per cui sarebbe stato impossibile "gasare" masse umane ‚ serviva appunto a disinfestare gli abiti dei deportati, spesso provenienti da lercie condizioni di vita incompatibili con il senso di pulizia della società tedesca. I bombardamenti americani dell'inverno '44-'45 sui campi, provocarono un drastico abbassamento delle condizioni di vita, che causó lo spargersi del tifo e le conseguenti diarree, magrezze e morti in serie, che sono poi i cadaveri ripresi ‚ sotto tutte le angolature possibili ‚ dai registi propagandistici americani al loro ingresso ad Auschwitz, assieme all'ignobile e sciacallesca aggiunta anche di filmati di pire di cadaveri di tedeschi morti sotto i bombardamenti alleati, e alla deliberata e criminale uccisione per fame di due milioni di tedeschi per ordine degli alti comandi anglo-americani allo scopo di fabbricare immagini da addebitare alla Germania! Nonostante le fiabe propagandistiche alla Benigni siano considerate ormai indiscutibili, i filmati, le foto e i rapporti della Croce Rossa ci mostrano detenuti grassi, sorridenti, e a spasso all'interno dei lager. Ndc.) _

    Pag. 95:
    "Più tardi, il giorno stesso, Lola ricevette un altro camion di tedeschi. Ai primi di maggio ne aveva quasi un migliaio, stipati in otto o più per cella, due o più per branda e gli altri sul pavimento. [...]"_


    Pinek Maka
    L`Ebreo Pinek Maka, ex Segretario per la Sicurezza dello Stato per la Slesia, richiesto se non ritenesse che il comandante Shlomo Morel (uno degli autori degli eccidi) avesse potuto venire incriminato in seguito alla scoperta di quei fatti, si mostró incredulo ed esclamó: "Per avere ucciso qualche tedesco? Ma per questo dovrebbero dargli una medaglia!" E John Sack: "Ma Moshe [pseudonimo di Pinek], lei è veramente sicuro che quei tedeschi fossero nazisti? Oppure..." Pinek: "Come potrei saperlo?" Sack: "O erano solo dei tedeschi che erano stati presi a caso?" Pinek: "Peggio per loro." Sack: "Ma qualche tedesco..." Pinek: "E per questo possono incriminare qualcuno?" Sack: "Ma alcuni avevano solo quattordici, quindici anni..." Pinek: "[...] Crepino anche loro. Avremmo dovuto sganciare una bomba atomica sulla Germania e ucciderli tutti, innocenti o colpevoli, e scommetto che il novantanove per cento della gente, qui [sono ad un raduno ebraico. Ndc.], la pensa nello stesso modo. Lo chieda a lui", e si giró verso un uomo che un tempo si chiamava Mendel ed era stato guardiano nel campo di concentramento di Plaszow. "Dovevano sopravvivere i tedeschi?" gli chiese Pinek. "Assolutamente no!" rispose l'uomo._
    Pag. 96:
    "L'aiutante, Moshe Grossman [...] aveva la capacità di arrangiarsi, di mediare o [...] di mercanteggiare. [...] Andava spesso da quell'uomo per farsi dare le patate per i tedeschi di Lola, portandosi via anche della vodka da barattare per esempio con un barile di aringhe, che poi vendeva ai ristoranti per comprare anelli d'oro da una donna bisognosa."_

    Pag. 97:
    "[Moshe] notó [tra i prigionieri] un uomo con la divisa dell'esercito tedesco. Saltando le procedure, Moshe non lo portó nella stanza degli interrogatori, accanto all'ufficio di Lola, ma direttamente da lei. [...] 'Va bene', disse Lola a Moshe. 'Spoglialo.' [...] La mano le scattó all'indietro, ma rimase sospesa in aria come la lama di una ghigliottina mentre Moshe riempiva l'uomo di pugni. Un'altra guardia che si trovava nell'ufficio di Lola, un ebreo, prese anche lui a colpire il tedesco che perdeva sangue dal naso, finchè cadde sul pavimento, dove i due uomini continuarono a colpirlo con pugni e calci. 'Du mieses Schwein! Du elendes Schwein! Du...' non smetteva di gridare Lola.
    'Nein! No, vi prego!' farfugliava il tedesco tra le lacrime. Si raggomitoló su sè stesso per proteggersi dai colpi, strisciando ai piedi di Lola e aggrappandosi ai suoi stivali di cuoio. 'No, signora comandante!' [...] 'Gnade! Abbiate pietà di me!' [...] Allontanó con un calcio le mani [...] che cercavano di aggrapparsi a lei, e urló: 'Moshe! Portalo via!' 'Cosa devo farne?' 'Basta che non lo uccida!' E a suon di pugni, Moshe e l'altra guardia lo trascinarono nelle viscere di quel luogo dove gli ultimi erano diventati i primi, e i primi gli ultimi. 'Bitte nein! Per favore, no!' Lola lo sentì gridare e, mentre scriveva il rapporto, udì le sue urla diffondersi come le note di un organo, sotto l'immensa navata della prigione, finchè il suono salì fino al livello più alto, e i lucernari coperti di ghiaccio ne rimandarono in basso l'eco. 'Nein!' 'Bitte nein!' 'Bitte Gnade!' 'Bitte nein!'"_

    Pag. 99:
    "In realtà, gli interrogatori non erano compito di Lola. In teoria a lei spettava la parte amministrativa, mentre il compito di torchiare i sospetti era affidato agli ebrei e ai gentili della sezione interrogatorio."_


    Adam Krawecki
    L'ebreo Adam Krawecki era capitano nella sezione interrogatorio nel campo di concentramento di Gleiwitz dove fu sopprannominato 'l`inquisitore'. "Spesso Adam non andava agli interrogatori ma restava seduto nel suo ufficio a bere e ad ascoltare le grida lontane di 'Nein!'... Immaginava che uno dei ragazzi stesse sbattendo con forza la porta sul braccio di un tedesco mentre gli ficcava degli spilli sotto le unghie."
    Pag. 100:
    "A Gleiwitz, l'inquisitore capo era Adam [...]"
    Pag. 101:
    "[...] Adam prendeva a pugni la faccia da smargiasso del tedesco. All'inizio Adam usava le mani nude quando un tedesco cercava di ingannarlo. Ma così si faceva male, e presto cominció a usare un bastone per picchiare i bugiardi più evidenti. I suoi assistenti usavano spazzoloni, manici di scopa, bastoni grossi come clave e uno strumento che i tedeschi chiamavano Totschlaeger, 'picchiatore a morte', una molla lunga sessanta centimetri con una pesante palla di piombo in cima. Dando un colpo secco all'attrezzo come se fosse una racchetta da tennis, un inquisitore poteva vibrare un colpo triplo alle braccia, alle gambe, al corpo o alla faccia di un tedesco, evitando di prendersi slogature. Il 'picchiatore a morte' era lo strumento preferito nella prigione di Lola; [...]"_

    Pag. 101:
    "L'uomo [...] aveva fatto delle dichiarazioni inammissibili. [...] Lo interrogarono una notte sì e una no, finchè non ci fu più neppure un'oasi di bianco sul suo corpo nero-bluastro, che, se non fosse stato per i lamenti, sarebbe sembrato il cadavere di un uomo morto da un mese."_

    Pag. 102:
    "Spesso Adam non andava agli interrogatori ma restava seduto nel suo ufficio a bere e ad ascoltare le grida lontane di 'Nein!' Immaginava che uno dei ragazzi stesse sbattendo con forza la porta sul braccio di un tedesco mentre gli ficcava degli spilli sotto le unghie, ma non se la sentiva di andare a vedere."_

    Pag. 104:
    "Anche Lola era infastidita dalle grida dei tedeschi. A un isolato di distanza dalla prigione, la gente diceva: 'Perchè urlano così? E' spaventoso', ma per Lola quelle urla erano come il miagolio di un gatto [...]"_

    Pag. 107:
    "Qualche giorno dopo era venerdi, l'inizio dello Shabbat. [...] Gli alberi di castagno lungo la via di Lola erano pieni di festoni [...] Una ragazza che stava da Lola, nipote di Zlata, setacció le botteghe vuote, finchè trovó le due candele necessarie. Le sistemó in due candelieri di stagnola e, al tramonto, le accese dicendo: 'Baruch attah. Che Tu sia benedetto, Signore nostro Dio, che ci hai ordinato di accendere le luci dello Shabbath'. Poi cominció lo Shabbath e la nipote di Zlata disse: 'Shabbath shalom. La pace dello Shabbath'. 'Shabbath shalom', risposero in coro Lola e gli altri. A cena mangiarono aringhe. Poi Lola li assicuró [...] ''Sto dando ai tedeschi molto tsures', molta sofferenza, disse Lola in Yiddish."_
    _

    Pag. 110:
    "[...] Quando il camion arrivó a Neisse, Shlomo vide la vecchia piazza del 15ƒ secolo, ora una spianata deserta, la chiesa di San Giacomo ridotta a un cumulo di macerie.
    I miseri superstiti si facevano strada fra le rovine. Pochi di loro erano stati nelle SS, perchè non c'erano stati campi in prossimità di Neisse, ma, come ovunque in Germania, probabilmente uno su dieci era stato nazista e il compito dei ragazzi era di snidarli. [...] Andarono giù per la via Bresmauer, [...] portando con sè dei tedeschi che per l'equivalente di duecento dollari ad arresto, dicevano: 'Ecco! Quell'uomo era un nazista! Ecco! Anche quella donna lo era!' Brandendo le calibro 38, i ragazzi arrestavano allora i sospetti e, a piedi, li portavano nelle celle della via Koch. Presto ci furono tedeschi in ogni branda, ma le delazioni non si fermavano e i ragazzi continuavano a imprigionarne un numero sempre maggiore. Per la fine di maggio, ce n'erano due, tre, quattro, in ogni branda coperta di paglia, e altrettanti sotto le brande e nei passaggi tutto intorno."_

    Pag. 111:
    [...] I reclusi non avevano altro che dei secchi per depositare i loro escrementi. L'aria, nelle celle, divenne insopportabilmente fetida; il caldo ricordava quello di Calcutta, e il soffitto era nero di mosche. Sto soffocando, pensavano i tedeschi, e uno arrivó a prendere la lama del rasoio che serviva alla comunità e, in preda alla disperazione, si taglió la gola. Il tedesco morì rantolando [...]"
    "Ogni giorno i tedeschi del sotterraneo di Shlomo venivano condotti nelle stanze del secondo o del terzo piano. Almeno otto inquisitori, per lo più ebrei, stavano in piedi intorno a un tedesco e gli chiedevano: 'Eri nel partito nazista?' Qualche volta il prigioniero rispondeva 'S^' e i ragazzi urlavano: 'Du, Schwein! Maiale!' e lo picchiavano e magari gli rompevano un braccio [...]. Spesso il tedesco si ostinava [a negare l'appartenenza al NSDAP] e i ragazzi dovevano continuare a picchiarlo, finchè non urlava: 'Sì, ero un nazista!' Ivi:
    "Ogni giorno i tedeschi del sotterraneo di Shlomo venivano condotti nelle stanze del secondo o del terzo piano. Almeno otto inquisitori, per lo più ebrei, stavano in piedi intorno a un tedesco e gli chiedevano: 'Eri nel partito nazista?' Qualche volta il prigioniero rispondeva 'S^' e i ragazzi urlavano: 'Du, Schwein! Maiale!' e lo picchiavano e magari gli rompevano un braccio [...]. Spesso il tedesco si ostinava [a negare l'appartenenza al NSDAP] e i ragazzi dovevano continuare a picchiarlo, finchè non urlava: 'Sì, ero un nazista!' [...] Molto di frequente, peró, i tedeschi non confessavano. In questa situazione si trovó un uomo sulla cinquantina che se ne andava a zonzo quando un informatore lo aveva indicato [...]. L'uomo fu portato nell'edificio grigio [...] 'Non è vero', ribattè il tedesco. Aveva perso il braccio sinistro durante la prima guerra mondiale e, con il destro, fece un gesto che al ragazzo dovette sembrare un saluto nazista. L'inquisitore si infurió, afferró l'uomo per il colletto, gli sbattè la testa contro il muro per una decina di volte, lo scaraventó sul pavimento e gli saltó sul petto con gli stivali, come se saltasse alla corda. Una mezza dozzina di altri inquisitori, quasi tutti ebrei, spinsero l'uomo sul divano, gli tolsero i pantaloni, e lo picchiarono con mazze di gomma piena e con tubi di gomma dura pieni di sassi. Il sudore cominció a scorrere lungo le braccia del tedesco e il sangue lungo le sue gambe nude.
    'Warst du in der Partei?'
    'Nein!' urlava il tedesco. Urlava tanto che i ragazzi dovettero andare nella cucina di Shlomo a prendere un cucchiaio di legno che usarono per cacciargli degli stracci nella gola. Poi ripresero a picchiarlo.
    Ma le urla avevano attraversato il fiume Neisse ed erano arrivate anche nell'ufficio di Shlomo. Spero che sia un nazista! Aveva pensato Shlomo, e così pensavano gli stessi inquisitori. Più andavano avanti a picchiarlo, più diventava importante per loro che li rassicurasse con un: 'Sì! Ero nel Partito nazista! Merito tutto quello che mi state facendo! Voi siete delle persone giuste!' Perció continuarono a picchiarlo sempre più forte, finchè, a un certo punto, si fermarono e gli tolsero gli stracci dalla bocca. 'Warst du in der Partei?'
    'Nein! [...]'
    'Hinunter!Portatelo di sotto!' urló un ragazzo con la pistola in pugno, e spinsero il tedesco giù per le scale, nel sotterraneo e dentro la cella affollata. [...]"_

    Pag. 113:
    "Due giorni più tardi, durante lo Shabbath, il giorno in cui Shlomo sentì che un uomo non deve fare del male al più piccolo dei suoi simili [cioè ai soli ebrei. Ndc.], i ragazzi portarono di nuovo il tedesco al piano di sopra per convalidare i drastici trattamenti del giovedì. [...] 'Eri nel partito?' [...] 'No', ripresero a picchiarlo e a frustarlo. Più lui si contraddiceva, più aumentava l'odio nei suoi confronti. [...] Sparavano dei colpi [...] tenendogli l'arma vicino alle orecchie, gli dicevano: 'Adesso ti diamo il resto', e lo spingevano in giro con la pistola col cane alzato. [...] Passavano i giorni [...] i ragazzi continuavano a portarlo nella stanza degli interrogatori, e [...] i suoi 'Nein!' continuavano a volare al di là della Neisse. Insieme alle urla di tanti altri, uomini e donne, nella prigione di Shlomo."_

    Pag. 114:
    "[...] Il tedesco che aveva detto loro: 'Io non ero nel partito', fu portato fuori per l'ottavo interrogatorio. Ormai l'uomo era quasi fuori conoscenza a causa dei colpi ricevuti e non riusciva più a pensare con lucidità. I ragazzi lavoravano su di lui con mazze di gomma e di legno di quercia [...]. 'Allora eri nel partito?'
    'Sì!'
    I ragazzi smisero di picchiarlo. Tirarono un vero sospiro di sollievo, come se fossero usciti da un incubo. Accesero le sigarette e, mentre il tedesco sedeva stordito, presero a parlare della loro vita privata prima della guerra. 'Io ero un commerciante all'ingrosso molto importante', diceva uno, 'e tu?'
    'Io possedevo delle case da appartamenti.'
    'Levati di torno', dissero poi al tedesco. L'uomo si alzó in piedi, e aveva già la mano sulla maniglia della porta quando uno dei ragazzi, d'impulso, lo colpì alla nuca e lo fece cadere sul pavimento, privo di conoscenza. 'Aufstehen, du deutsches Schwein. In piedi, maiale di un tedesco', dissero i ragazzi, e lo presero a calci finchè non si fu alzato in piedi per poi crollare di nuovo. "_

    Ivi:
    "Ormai, nella prigione di Shlomo, il novanta per cento dei tedeschi, 85 uomini su 94, avevano ammesso il proprio passato di nazisti. E lo stesso aveva fatto la maggior parte degli uomini e delle donne nelle altre prigioni amministrate dall'Ufficio per la sicurezza dello Stato."_
    'Frau komm! Donna vieni!' dicevano ugualmente i russi e si mettevano in fila per violentare persino bambine di otto anni e suore di ottanta."Pag. 115:
    "[...] 'Eri nel partito?' e se il tedesco rispondeva con le parole dei Dieci comandamenti: 'No, io credo in un solo Dio, non in due', i ragazzi lo picchiavano, uomo o donna che fosse, con scudisci, bastoni e catene dei carrelli da miniera; gli sbattevano una porta sulle mani o gli ficcavano sotto le unghie delle schegge di legno e li spingevano dentro, finchè lui o lei diceva di sì. I ragazzi cercavano la verità come si estrae l'olio d'oliva: spremendo la sostanza che circonda il nocciolo. A volte i ragazzi picchiavano un tedesco prima ancora delle sue proteste di innocenza. A Bielsko-Biala, in Polonia, il comandante ebreo chiese a un sospetto nazista: 'Come ti chiami?'
    'Matthias Hemschik.' Era un nome tedesco e due ragazzi dell'Ufficio cominciarono a prenderlo a schiaffi. 'Signore? Perchè mi picchiano?' chiese il tedesco.
    'Ho perso diciotto parenti', disse il comandante, 'e ora mi vendico.'
    A calci nei testicoli, i ragazzi chiusero il tedesco in una cella, finchè, due settimane più tardi, gli chiesero: 'Eri membro del partito?'
    'No.'
    'Sì che lo eri. Perchè non lo ammetti?'
    'Mi chiesero di entrare, ma io rifiutai.'
    'Eri anche nei giovani agricoltori.'
    'Come potevo? Ho sessantacinque anni.'
    'Steso a terra!' L'uomo eseguì, e un ragazzo con uno scudiscio e un altro con una sciabola lo percossero a sangue [...]"_

    Ivi:
    "Spesso i ragazzi non si limitavano a chiedere se il sospetto fosse membro del partito. Nella prigione di Neisse-Neuland interrogarono un tedesco:'Quante volte hai picchiato il tal dei tali?' Alla risposta 'Mai!' gli fecero scoppiare i timpani._

    Ivi:
    "Nella prigione di Bunzlau, il comandante ebreo chiese a una donna: 'Quanto tempo sei stata nella Germania Libera?' Lei rispose: 'Non ne ho mai sentito parlare', e il comandante le disse: 'Confessa o impicchiamo i tuoi genitori'.
    Nella prigione di Wuenschelburg, i ragazzi chiesero a un tedesco: 'Dove hai nascosto la pistola?' e quando lui rispose: 'Ma io non ho una pistola!' uno gli calpestó le mani, un altro i piedi. Naturalmente i ragazzi picchiavano i tedeschi tanto per i loro 'sì', quanto per i loro 'no'.
    A Glatz, il comandante ebreo chiese a un poliziotto tedesco: 'Eri membro del partito?'
    'Naturalmente! Ero obbligato a esserlo!'
    'Steso a terra!', ordinó il comandante e sei settimane più tardi i ragazzi gli stavano ancora frustando le piante dei piedi."_

    Ivi:
    "In un'altra prigione, a Glatz, i ragazzi ruppero le costole a un tedesco finchè non scrisse: 'Mi impegno a collaborare con l'Ufficio'.
    Nella prigione di Ottmachau fecero stare un tedesco in piedi nell'acqua gelida, nudo, finchè non mise la firma sotto queste parole: 'Prometto di fare la spia per conto dell'Ufficio'.
    Dove sono i Lupi Solitari?' chiedevano i ragazzi di Schreiberhau, e quando una donna rispose: 'Non lo so', uno dei ragazzi la colpì venti volte con una mazza di gomma.
    'Dov'è il signor Klose?' chiesero nella prigione di Markt Bohrau, e picchiarono fino a fargli perdere i sensi un prete che aveva risposto: 'Non lo so'._

    Pag. 124:
    "Che via di scampo aveva il tedesco che ora si faceva piccolo piccolo per la paura nell'ufficio di Lola? Condannato sia che ammettesse, sia che negasse, scontava il fatto di essere nato in Germania [...]"_


    Continua parte seconda

  3. #23
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    Predefinito Re: Re: e be'!

    Originally posted by enrique lister


    ci sono stati anche in POlonia e nei Sudeti campi di detenzione organizzati dall'Armata Rossa in cui chiudere i tedeschi locali per "accertare" il loro livello di "nazistà"....vennero affidati per lo più a reduci dai lager nazisti, in gran parte ebrei...
    'Sta storia la denunciò un giornalista americano, ebreo, John X non mi ricordo il cognome provo a ritrovarlo
    che fossero in mani juden nn lo sapevo,
    però già avevo sentito di 'sta storia
    della verifica della 'nazistità'. Pure
    se in mezzo ci capitarono un po' tutti.

    Bella roba che pubblica B&C, e pensare
    che ha rifiutato il libro a Biloslavo
    solo perché da giovine era fascio e ché
    riportava una versione non di comodo della
    morte di Ciriello in israel.

    Comunque non è che bisogna prender per
    oro colato tutto ciò che si dice, anche
    da parte iudaea. Anche se parecchie vicende
    andrebbero approfondite.
    Che il problema dei lagers post WW era
    solo di carattere 'igenico-sanitario'?

  4. #24
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    La cifra di 200K civili tedeschi non è
    che mi convinca tanto, a dire il vero.
    E pure la visione della storia come
    azione-reazione è un po' deboluccia.
    Sarà...

  5. #25
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    Originally posted by Paul Atreides


    Lenin & Co filogiudei (nel senso di assimilazionisti) e antisionisti

    Stalin antisemita e sostenitore della risoluzione Onu pro-Israel

    Come vedi, tutto e il contrario di tutto
    Di singole DIVERSE persone, di qualsiasi etnia, è chiaro che si può dire tutto e il contrario di tutto, perchè i singoli sono diversi. Chiaro che mentre un Trotsky condanna la proprietà privata, un Rotschild la difende.
    Quello che non mi sta bene (e vedo nemmeno a te) è quando di un intero popolo si dice tutto e il contrario di tutto.
    Se una stessa persona dice che gli ebrei sono tutti comunisti e tutti fascisti, è lui che è schizofrenico.
    Se due persone diverse dicono l' uno che gli ebrei sono tutti comunisti e l' altro che sono tutti fascisti, non c'è incoerenza dei singoli, ma c'è eccome incoerenza del pregiudizio antiebraico.
    A quel punto si capisce che l' antipatia generale degli ebrei non dipende da quello che tutti (o molti di loro) fanno, ma dipende dalla percezione di chi ce l' ha con loro, che tende a vedervi COMUNQUE il contrario di quello che è lui.

  6. #26
    Bannabile!!!
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    Originally posted by gribisi
    Di singole DIVERSE persone, di qualsiasi etnia, è chiaro che si può dire tutto e il contrario di tutto, perchè i singoli sono diversi. Chiaro che mentre un Trotsky condanna la proprietà privata, un Rotschild la difende.
    Quello che non mi sta bene (e vedo nemmeno a te) è quando di un intero popolo si dice tutto e il contrario di tutto.
    Se una stessa persona dice che gli ebrei sono tutti comunisti e tutti fascisti, è lui che è schizofrenico.
    Se due persone diverse dicono l' uno che gli ebrei sono tutti comunisti e l' altro che sono tutti fascisti, non c'è incoerenza dei singoli, ma c'è eccome incoerenza del pregiudizio antiebraico.
    A quel punto si capisce che l' antipatia generale degli ebrei non dipende da quello che tutti (o molti di loro) fanno, ma dipende dalla percezione di chi ce l' ha con loro, che tende a vedervi COMUNQUE il contrario di quello che è lui.
    Non ho capito perche quando si parla di ebrei e americani e si elencano i loro sbagli (che non sono pochi) debba uscire fuori subito l'antiamericanismo o antiebraismo.
    Ma quand'e' che certe persone prenderanno atto degli orrori fatti da questi paesi oppure siete come coloro che negano il nazismo?
    C'e' chi fa il revisionismo storico e chi la storia la vuole raccontare a modo proprio, Grisibi e' il secondo caso.

  7. #27
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    Originally posted by FLenzi


    Non ho capito perche quando si parla di ebrei e americani e si elencano i loro sbagli (che non sono pochi) debba uscire fuori subito l'antiamericanismo o antiebraismo.
    Ma quand'e' che certe persone prenderanno atto degli orrori fatti da questi paesi oppure siete come coloro che negano il nazismo?
    C'e' chi fa il revisionismo storico e chi la storia la vuole raccontare a modo proprio, Grisibi e' il secondo caso.
    Gli ebrei non sono un "paese"ma una comunità religiosa presente in tutto il mondo.
    Se vuoi parlare di stati, parla di Israele.
    Se vuoi parlare di individui, fai nomi e cognomi.

 

 
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