Popper, paladino delle idee
Cento anni fa nasceva il grande filosofo austriaco. Innovatore delle teorie democratiche, segnò profondamente la storia della filosofia del Novecento.
dal sito IL NUOVO
ROMA Cento anni fa, (il 28 luglio 1902), nasceva a Vienna Karl Raimund Popper, uno dei massimi filosofi e saggisti del Ventesimo secolo. E' stato il paladino della libertà come struttura di pensiero. Attraverso le sue due opere fondamentali, la Logica della scoperta scientifica (1935) e La società aperta e i suoi nemici (1945)si è imposto come uno dei maggiori filosofi della scienza, opponendo al positivismo logico, marxismo, determinismo e filosfia linguistica, la sua versione del razionalismo critico. F requentò il ''circolo di Vienna'' opponendosi al positivismo logico che lo caratterizzava. In contrasto con la tradizione epistemologica dai tempi di Francis Bacon (1561-1626) si oppose alla concezione tradizionale del progresso della scienza come catena di induzioni verificate, proponendo invece un modello deduttivo, basato sulla proposta di ''congetture e refutazioni''. Questa visione epistemologica è in termini kantiani - ossia che presuppone non la conoscenza progressiva della realtà.
Finita la guerra, nel 1946, approdòin Inghilterra. Nel 1945 pubblicòLa società aperta e i suoi nemici , la sua opera più nota: in essa il filosofo ricostruisce la genealogia del pensiero ''chiuso'' o ''tribale'' caratteristico dei totalitarismi dai presocratici alle filosofie contemporane. Popper traccia due linee storiche di sviluppo parallelo del pensiero ''chiuso'' e ''aperto'', evidenziando in Hegel e Kant i massimi esponenti moderni delle due tendenza. Critico spietato della psicanalisi - alla quale negava ogni validità epistemologica, come a tutte le scienze sociali - e delle filosofie linguistiche sviluppate Popper continuò a partecipare nel dibattito intellettuale fino alla morte.
Presentando il pensiero di Popper nella sua biografia dell'intellettuale austriaco, Bryan Magee sostiene che per lui la filosofia nasceva dal fatto che ''tutti diamo per scontate molte cose, molte delle quali hanno un carattere filosofico, e le applichiamo nella nostra vita privata, nella politica, nel lavoro e in ogni aspetto della vita: m anche se alcune di esse sono esatte, la maggior parte tende a essere sbagliata e alcune diventano pericolose, e dunque l'esame critico delle nostre supposizioni puo' essere considerato il lavoro piu' importante che ci sia, tanto dal punto di vista intellettuale come da uello morale''.
(26 luglio 2002, ore 16,45)