Marco Pannella al Caffè Moment
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di Deborah Fait
Marco Pannella con la bandiera israeliana allacciata sul cuore e' stato uno
spettacolo che ha commosso i presenti al Caffe' Moment di Gerusalemme e
anche gli italiani amici di Israele che ai tg lo hanno visto e hanno
ascoltato la sua conferenza stampa.
Il caffe' Moment di Gerusalemme era stato visitato tre mesi fa da un
terrorista suicida che, facendosi scoppiare, aveva portato con se' nella
morte 12 ragazzi israeliani.
E' stato riaperto e inaugurato sabato 15 giugno e i radicali erano la',
puntuali, con le bandiere, quelle con la Stella di Israele e quelle col viso
di Ghandi del Partito Radicale Transnazionale.
I clienti giovanissimi del Caffe' guardavano questi italiani pieni di
bandiere, guardavano soprattutto quel signore dai capelli bianchi, alto e
imponente anche se magro per il digiuno, abbronzato, dagli occhi celesti da
bambino che si intonavano con la loro bandiera allacciata a mo' di bavaglino
sul petto, col Maghen David appoggiato proprio sul cuore.
Non capivano quello che Pannella diceva ma lo fotografavano e sorridevano
sorpesi e forse anche commossi. Sicuramente molto stupiti da questi
stranieri che si dimostravano amici, che dico, innamorati del loro paese.
Gli israeliani sono abituati a ben altro tipo di stranieri. In questi due
anni si sono viste da queste parti manifestazioni di altro genere con lo
sventolio di bandiere palestinesi, persone che si fanno chiamare
"pacifiste" che chiamano Israele "stato nazista", che vanno a gettare
sassi ai soldati, che urlano il loro disprezzo e il loro odio per questo
paese.
Gli israeliani non hanno mai visto in questi due anni di guerra
manifestazioni di solidarieta' organizzate da partiti politici italiani,
davanti ai bar, alle pizzerie, alle fermate d'autobus dove sangue e pezzi
di corpi dilaniati sono il risultato della politica dell'odio di Arafat.
Coloro che si fanno chiamare pacifisti non sono mai andati davanti alla
pizzeria Sbarro o appunto davanti al Caffe' Moment per gridare ai terroristi
"venite se avete coraggio, noi siamo qui a proteggere gli innocenti che voi
volete ammazzare".
E allora ha ragione Pannella che parlando appoggiato a un tavolino del nuovo
Caffe' risorto dal dolore della morte alla giusta gioia per la vita, ha
chiamato queste persone, questi pacifisti, vigliacchi che appoggiano il
terrorismo e la violenza".
Vigliacchi, pacifisti e vigliacchi, cosi' diversi dai non violenti che
sanno essere giustamente aggressivi quando devono combattere per la
giustizia e la liberta'.
E ha ragione Pannella quando definisce Israele una “metastasi di democrazia”
che minaccia il mondo arabo totalitario e feudale, terrorizzandolo.
La democrazia, un' idea che fa paura, che potrebbe togliere il potere ai
capetti arabi corrotti e violenti.
Il terrore della democrazia ha indotto Arafat a incominciare la guerra per
non perdere il potere minacciato dallo scontento del popolo palestinese
stanco di corruzione, di terrore e di mancanza di liberta'.
Cosa poteva fare il capetto Arafat per mantenere il potere? Poteva soltanto
diventare un eroe facendo scoppiare la guerra contro il nemico di sempre:
Israele e la democrazia.
E si sfrega le mani il capetto Arafat perche' adesso, da eroe, puo'
permettersi di vendere ai palestinesi i prodotti inviati dall'Europa.
L'Europa li regala e lui li vende. E i palestinesi accecati dall'odio per
Israele e dalla mancanza di informazione non se ne accorgono.
Giustizia e liberta', negate ai palestinesi dal loro raiss miliardario al
potere grazie alla guerra, sua ragione di vita oltre ai soldi e al
terrorismo.
E ha ancora ragione Marco Pannella quando dice che l'unica speranza e'
israelizzare il medio oriente, impresa titanica e forse impossibile ma da
tentare con coraggio, il coraggio dei radicali, il coraggio dei pazzi che
hanno vinto contro il Vaticano le battaglie del divorzio e dell'aborto.
E' per questo che i radicali vogliono far entrare Israele, l'unica
democrazia del Medio Oriente, nell'Unione Europea e sono venuti in Israele
per dirlo a tutti, agli israeliani, ai deputati della Knesset, ai ministri,
al Presidente.
Sabato 15 giugno il ricordo delle giovani vittime uccise da un giovane
assassino e domenica 16 giugno conferenza stampa per spiegare ai
giornalisti e al pubblico israeliano cosa puo' significare per Israele
entrare nella UE.
Era presente tra il pubblico il papa' di una vittima dell'attentato al
Caffe' Moment incontrato per caso salendo sul suo taxi e chiedendogli di chi
fosse la fotografia di quella bella ragazza che teneva sul cruscotto.
E' venuto alla conferenza stampa Shlomo e si e' commosso e ci ha commossi
parlando di sua figlia, 27 anni, morta per l'odio e il fanatismo di un
giovane arabo.
Il sogno dei radicali ha piu' di vent'anni. Pannella ne aveva parlato nel
1988 a Gerusalemme, al Congresso radicale, perche' convinto che
l'instabilita' del MO non sia la sacrosanta autodifesa di Israele ma la
mancanza assoluta di democrazia, liberta' e giustizia dei 21 paesi arabi che
lo compongono in un'unica, immensa e feroce dittatura.
Israele in Europa e' un sogno che forse persino in Israele molti non
capiscono e non approvano per il timore di perdere l'identita' ebraica,
l'idea stessa del sionismo e l'autonomia nazionale.
E' un sogno che trovera' molti intoppi, che forse l'Europa stessa, ancora
antisemita, non accettera'.
Non era un sogno anche la legalizzazione del divorzio e dell'aborto? Eppure
ci sono riusciti. Ci siamo riusciti.
Non era forse un sogno manifestare per la liberazione di Nathan Sharanski e
i prigionieri di Sion dopo decenni di manicomi criminali e di Siberia?
Eppure oggi sono in Israele, liberi.
Tutto e' un sogno. Anche giustizia e liberta' per molti popoli sono ancora
un sogno irrealizzabile e fra tutti i popoli oppressi proprio quelli del
Medio Oriente hanno una possibilita': Israele.
Peccato che non lo sappiano