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Discussione: Ricchezza E Morale

  1. #11
    God, Gold & Guns
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    La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a colazione. La libertà è un agnello ben armato che contesta il voto. (Benjamin Franlink)
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    Per Pasquino.

    Naturalmente se vivessi in uno VERO stato, tipo gli States, sarei anch'io patriottico. Ma visto che l'Italia, PER PRIMA, disprezza se stessa (ne e' una prova inconfutabile la "festa" del 24+1 aprile) perche' non la devo disprezzare anche io ?

  2. #12
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    in questa società viola sistematicamente le leggi che CI siamo LIBERAMENTE dati.
    Questa poi... nessuno mi ha mai chiesto il mio parere sulle leggi che liberamente ci HANNO dato. A partire da quella più importante, la Costituzione. Pensare che il voto di un cittadino conti qualcosa, peraltro, significa avere gli occhi foderati di prosciutto. In ogni caso, io rifiuto categoricamente la logica democratica per cui la maggioranza ha ragione (perchè la maggioranza non ha alcun diritto su chi non le concede alcuna delega).
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  3. #13
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    Originally posted by Il Condor
    Per Pasquino.

    Naturalmente se vivessi in uno VERO stato, tipo gli States, sarei anch'io patriottico. Ma visto che l'Italia, PER PRIMA, disprezza se stessa (ne e' una prova inconfutabile la "festa" del 24+1 aprile) perche' non la devo disprezzare anche io ?
    Sta a tutti noi fare in modo che quello in cui viviamo sia un VERO stato. C’è qualcuno che crede che ci sia qualche suo concittadino disposto a preferire la vita in uno stato che si disprezza?
    La realtà è che tutti miriamo al miglioramento delle nostre condizioni e della società in cui viviamo e quindi dello stato in cui viviamo. Ovviamente ognuno pone più o meno importanza ad alcuni aspetti privilegiando soluzioni diverse ed è appunto dal dialogo e dal dibattito che emergono le soluzioni che possono soddisfare e conciliare le esigenze di tutti.
    Ora se ci sono delle cose che non apprezziamo o che non ci piacciono nella nostra società non sembra corretto voltare solo le spalle a questi problemi. O li si accetta o ci si batte per il miglioramento per la nostra società. La nostra è una società democratica e quindi il potere è in mano al popolo cioè in tutti noi. Disponiamo di tutta una serie di norme democratiche per intervenire non ultima quella di impegnarci in prima persona per il portare avanti delle nostre idee. Se la maggioranza le trova convenienti (e se sono buone è logico che la maggioranza le sostenga) e se sono ben presentate queste istanze verranno sicuramente applicate.
    Mi sfugge in parte la polemica sul 25 aprile anche se forse, in parte, la comprendo e forse, sempre in parte, la potrei anche condividere.
    Saluti
    Pasquino

  4. #14
    God, Gold & Guns
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    Originally posted by il Pasquino


    Sta a tutti noi fare in modo che quello in cui viviamo sia un VERO stato. C’è qualcuno che crede che ci sia qualche suo concittadino disposto a preferire la vita in uno stato che si disprezza?
    La realtà è che tutti miriamo al miglioramento delle nostre condizioni e della società in cui viviamo e quindi dello stato in cui viviamo. Ovviamente ognuno pone più o meno importanza ad alcuni aspetti privilegiando soluzioni diverse ed è appunto dal dialogo e dal dibattito che emergono le soluzioni che possono soddisfare e conciliare le esigenze di tutti.
    Ora se ci sono delle cose che non apprezziamo o che non ci piacciono nella nostra società non sembra corretto voltare solo le spalle a questi problemi. O li si accetta o ci si batte per il miglioramento per la nostra società. La nostra è una società democratica e quindi il potere è in mano al popolo cioè in tutti noi. Disponiamo di tutta una serie di norme democratiche per intervenire non ultima quella di impegnarci in prima persona per il portare avanti delle nostre idee. Se la maggioranza le trova convenienti (e se sono buone è logico che la maggioranza le sostenga) e se sono ben presentate queste istanze verranno sicuramente applicate.
    Mi sfugge in parte la polemica sul 25 aprile anche se forse, in parte, la comprendo e forse, sempre in parte, la potrei anche condividere.
    Saluti
    Pasquino

    Te parli cosi' perche' privilegi la SOCIALITA', io invece privilegio la LIBERTA'. Per te lo Stato deve essere la RISULTANTE delle richieste democratiche dei cittadini, per me invece deve essere un SERVO al servizio dei cittadini. Sei fortunato perche' vivi in uno Stato che corrisponde alla tua visione, io invece sono sfortunato.

    La volonta' della maggioranza (democrazia) per me dovrebbe servire da INDIRIZZO, non dovrebbe essere IMPOSTA anche a chi non e' d'accordo.

    Faccio un esempio: lo statuto dei lavoratori, con leggi scritte dallo stato, mi puo' anche star bene, pero' ogni norma dovrebbe essere valida salvo patto contrario fra le parti. La volonta' della maggioranza puo' essere imposta alla minoranza solo per i bisogni indivisibili (difesa, ordine pubblico, infrastrutture, ecc). Questa sarebbe VERA democrazia, quella di ora e' una dittatura travestita da democrazia.

    Io ho fin troppo da lavorare e non ho ne' tempo ne' intenzione di dedicarmi alla politica, anche perche' so che le mie idee non avranno mai successo in Italia. Sopporto finche' riesco a sopportare, cercando di estraniarmi quanto possibile. Ad esempio buona parte dei miei risparmi li investo in paesi liberi, cioe' negli States e nel mondo anglo-sassone in genere. Forse se non fosse per la lingua potrei pensare anche ad espatriare.


    Polemica sul 24+1 aprile. Uno stato che festeggia una sconfitta e' uno stato che si auto-disprezza. Uno stato che dice pomposamente di fondarsi sull'antifascismo, quando tutti sappiamo che il Fascismo era benvoluto dalla grande maggioranza del popolo fino a pochi anni prima, e' uno stato che disprezza buona parte del suo passato e dei suoi cittadini. Un po' come se gli States facessero festa nazionale per celebrare la fine della guerra di secessione !

  5. #15
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    Originally posted by Stonewall


    Questa poi... nessuno mi ha mai chiesto il mio parere sulle leggi che liberamente ci HANNO dato. A partire da quella più importante, la Costituzione. Pensare che il voto di un cittadino conti qualcosa, peraltro, significa avere gli occhi foderati di prosciutto. In ogni caso, io rifiuto categoricamente la logica democratica per cui la maggioranza ha ragione (perchè la maggioranza non ha alcun diritto su chi non le concede alcuna delega).
    I compiti legislativi cioè di approvare proposte di leggi (che tra l’altro possono essere presentate anche dai cittadini purché si raccolgano le firme sufficienti) e di trasformarle in leggi dello stato spetta al parlamento. Parlamento che eleggiamo proprio noi. Le leggi quindi vengono approvate da dei nostri rappresentati. Dal momento che li deleghiamo dovremmo poter accettare quello che approvano. Fino a poco tempo fa vigeva in Italia il solo il sistema di elezione proporzionale. Per cui chi veniva eletto non era solo la rappresentazione della maggioranza ma di tutti noi. Che poi le leggi vengano approvate dalla maggioranza rappresentata del paese è una logica che vige in qualsiasi regime democratico. Ovviamente con un sistema rappresentativo della minoranza anch’essa può dire la sua proponendo modifiche od intervenendo nella approvazione della legge.
    Dequalificare il proprio voto è sintomo del peggior qualunquismo. Le colpe sono spesso da ricercarsi nella scarsa capacità rappresentative dei nostri delegati. Una degenerazione del sistema che può essere modificata solo da una più forte partecipazione degli individui alla vita politica del paese. Sempre più siamo presi dagli impegni quotidiani, dagli oneri o piaceri familiari o dal lavoro di conseguenza deleghiamo sempre più altri compiti. Ne guadagneremmo tutti se dedicassimo più tempo ad intervenire ed a partecipare di più alla vita sociale del paese e delle nostre realtà locali. Una critica che spesso rivolgo anche a me stesso.
    Così facendo mostriamo un disinteresse che demotiva dallo svolgere oculatamente i compiti istituzionali ai nostri delegati alla amministrazione pubblica.
    Il detto l’occhio del padrone ingrassa il cavallo vale anche nei confronti dei nostri delegati che se attentamente seguiti e controllati sarebbero più spinti a svolgere in modo onesto il proprio lavoro.
    Lasciando campo libero a questi politici di professione abbiamo contribuito al formarsi di una categorie di personaggi che hanno fatto della politica una forte fonte di guadagno, perdendo di vista il vero compito per cui vengono eletti.
    Di tutto ciò ce ne dobbiamo fare colpa noi stessi. Gli spazi ci sono. Sta a noi impegnare parte del nostro tempo per sentirci meglio rappresentati.
    Saluti

  6. #16
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    Originally posted by Il Condor



    Te parli cosi' perche' privilegi la SOCIALITA', io invece privilegio la LIBERTA'. Per te lo Stato deve essere la RISULTANTE delle richieste democratiche dei cittadini, per me invece deve essere un SERVO al servizio dei cittadini. Sei fortunato perche' vivi in uno Stato che corrisponde alla tua visione, io invece sono sfortunato.

    La volonta' della maggioranza (democrazia) per me dovrebbe servire da INDIRIZZO, non dovrebbe essere IMPOSTA anche a chi non e' d'accordo.

    Faccio un esempio: lo statuto dei lavoratori, con leggi scritte dallo stato, mi puo' anche star bene, pero' ogni norma dovrebbe essere valida salvo patto contrario fra le parti. La volonta' della maggioranza puo' essere imposta alla minoranza solo per i bisogni indivisibili (difesa, ordine pubblico, infrastrutture, ecc). Questa sarebbe VERA democrazia, quella di ora e' una dittatura travestita da democrazia.

    Io ho fin troppo da lavorare e non ho ne' tempo ne' intenzione di dedicarmi alla politica, anche perche' so che le mie idee non avranno mai successo in Italia. Sopporto finche' riesco a sopportare, cercando di estraniarmi quanto possibile. Ad esempio buona parte dei miei risparmi li investo in paesi liberi, cioe' negli States e nel mondo anglo-sassone in genere. Forse se non fosse per la lingua potrei pensare anche ad espatriare.


    Polemica sul 24+1 aprile. Uno stato che festeggia una sconfitta e' uno stato che si auto-disprezza. Uno stato che dice pomposamente di fondarsi sull'antifascismo, quando tutti sappiamo che il Fascismo era benvoluto dalla grande maggioranza del popolo fino a pochi anni prima, e' uno stato che disprezza buona parte del suo passato e dei suoi cittadini. Un po' come se gli States facessero festa nazionale per celebrare la fine della guerra di secessione !
    Differenza tra un SERVO ed una RISULTANTE è molto lieve. Di fatto è uno strumento come tanti che ci consente di convivere mantenendo la nostra libertà senza ledere quella degli altri. Le norme che regolano questo strumento sono dettate da ragioni di convivenza civile. Uno stato senza regole permetterebbe sopraffazioni e violenze andando a distruggere la convivenza pacifica tra i propri membri. Per questo lo stato non può limitarsi a dare solo indirizzi senza imporre delle regole. Nei fatti quegli indirizzi verrebbero sempre disattesi senza sanzioni od altri metodi che non ne imporrebbero l’applicazione.
    Quanti imprenditori accetterebbero l’applicazione delle norme restrittive nei loro confronti o di tutela per i dipendenti potendo imporre, forti della loro posizione, condizioni a loro più favorevoli?
    Lo stato e le regole che lo governano servono appunto per equilibrare almeno in parte le condizioni dei soggetti più deboli.
    In modo da impedire che questi, oppressi da elementi più forti, debbano ricorrere alla violenza per difendersi.
    Il fatto da astenersi dalla vita sociale e politica del paese non può che condannarci a subire le scelte di altri. Il fatto che delle idee non vengano condivise totalmente dalla maggioranza non vuol dire che, se le ragioni sono valide, non si riesca a trovare soluzioni di compromesso che soddisfino tutti.
    Non voglio intervenir sulle scelte di investimento dei propri risparmi ma, Enron insegna, anche gli States non sono esenti da comportamenti poco corretti. Anche affermazioni del tipo:”c’è pericolo di incendi? Tagliamo tutti gli alberi!” possono lasciare perplessi sulla pochezza logica che c’è dietro.
    Il nostro di sicuro non è la società migliore possibile ma di sicuro quella anglosassone od USA non è esente da gravi disfunzioni. Di sicuro il carattere remissivo e particolare delle masse povere del paese facilmente influenzabile, il forte senso di appartenenza al sistema non percepito in Italia, paese molto più individualista consentono di mantenere in piedi un sistema che non reggerebbe assolutamente nel nostro paese. Culture diverse non consentono il l’accettazione di principi così diversi. Molti americani anzi criticano questo nostro abbandonare la nostra cultura per scimmiottare quella molto meno evoluta di quel grande paese. Un paese che in più di una occasione ha dimostrato di essere ricco ma popolato da dei “bambinoni” spesso privi di una vera cultura, di filosofia e conoscenze umanistiche, storiche e geografiche che possiamo trovare nelle scuole italiane ma che difficilmente troviamo insegnate nelle scuole americane.

    Come immaginavo, in parte condivido le critiche sul 25 aprile (non trovo niente da vergognarmi per una sconfitta (cosa dovrebbero fare i tedeschi che hanno perso sia la prima che la seconda guerra mondiale? ))
    Quella che si festeggia è la liberazione da una guerra che nessuno voleva, fascisti compresi (Mussolini voleva solo non essere estraniato dal tavolo dei vincitori).
    Per coloro che vissero da contestatori del regime fu una vittoria ed una liberazione da un regime che sicuramente non era democratico e quindi per la ottica attuale fortemente negativo.
    Di sicuro non è sentita da tutti nello stesso modo, ma deve essere presa soprattutto per quell’aspetto che ho citato di liberazione da una guerra. Di si sicuro una festa di parte, una festa di coloro che quella guerra l’hanno combattuta a fianco degli alleati.

    Saluti

  7. #17
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    La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a colazione. La libertà è un agnello ben armato che contesta il voto. (Benjamin Franlink)
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    [QUOTE]Originally posted by il Pasquino

    "Differenza tra un SERVO ed una RISULTANTE è molto lieve. Di fatto è uno strumento come tanti che ci consente di convivere mantenendo la nostra libertà senza ledere quella degli altri. Le norme che regolano questo strumento sono dettate da ragioni di convivenza civile. Uno stato senza regole permetterebbe sopraffazioni e violenze andando a distruggere la convivenza pacifica tra i propri membri. Per questo lo stato non può limitarsi a dare solo indirizzi senza imporre delle regole. Nei fatti quegli indirizzi verrebbero sempre disattesi senza sanzioni od altri metodi che non ne imporrebbero l’applicazione."

    Io non sono un libertario e un anarchico come la maggioranza dei forumisti qui presenti. Per me lo Stato DEVE esistere, e deve imporre il rispetto delle regole, se necessario anche con la forza. Ma deve farlo solo e soltanto quando Tizio invade la liberta' di Caio, oppure non rispetta gli accordi liberamente sottoscritti, oppure, come detto, per i bisogni indivisibili.


    "Quanti imprenditori accetterebbero l’applicazione delle norme restrittive nei loro confronti o di tutela per i dipendenti potendo imporre, forti della loro posizione, condizioni a loro più favorevoli?
    Lo stato e le regole che lo governano servono appunto per equilibrare almeno in parte le condizioni dei soggetti più deboli.
    In modo da impedire che questi, oppressi da elementi più forti, debbano ricorrere alla violenza per difendersi."

    Come gia' sapevo non possiamo raggiungere nessun compromesso perche' partiamo da due concetti opposti: per me siamo tutti uguali, non esistono soggetti piu' deboli e soggetti piu' forti (a parte chi ha subito delle gravi menomazioni fisiche). Definire i lavoratori (o chiunque altro) come dei soggetti deboli, lo trovo, oltre che sbagliato, profondamente offensivo.


    "Come immaginavo, in parte condivido le critiche sul 25 aprile (non trovo niente da vergognarmi per una sconfitta (cosa dovrebbero fare i tedeschi che hanno perso sia la prima che la seconda guerra mondiale? ))"

    Una cosa e' non vergognarsi, tutt'altra e' FESTEGGIARE una sconfitta (cosa che infatti i tedeschi NON fanno).
    Troppo facile e, questo si' da bambinone poco cresciuto , dire che la sconfitta in verita' e' una liberazione perche' era una guerra non voluta !

  8. #18
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    Originally posted by Il Condor

    Io non sono un libertario e un anarchico come la maggioranza dei forumisti qui presenti. Per me lo Stato DEVE esistere, e deve imporre il rispetto delle regole, se necessario anche con la forza. Ma deve farlo solo e soltanto quando Tizio invade la liberta' di Caio, oppure non rispetta gli accordi liberamente sottoscritti, oppure, come detto, per i bisogni indivisibili.

    Come gia' sapevo non possiamo raggiungere nessun compromesso perche' partiamo da due concetti opposti: per me siamo tutti uguali, non esistono soggetti piu' deboli e soggetti piu' forti (a parte chi ha subito delle gravi menomazioni fisiche). Definire i lavoratori (o chiunque altro) come dei soggetti deboli, lo trovo, oltre che sbagliato, profondamente offensivo.

    Una cosa e' non vergognarsi, tutt'altra e' FESTEGGIARE una sconfitta (cosa che infatti i tedeschi NON fanno).
    Troppo facile e, questo si' da bambinone poco cresciuto , dire che la sconfitta in verita' e' una liberazione perche' era una guerra non voluta !
    Lo stato infatti non è così presente come in regimi dittatoriali ove interviene su ogni aspeto della vita sociale. Anzi in Italia è molto meno presente se non per le tassazioni (ma questo è dovuto più alla incapacità (o volontà(?)) di gestire i conti pubblici in modo da non sprecare il denaro pubblico) di molti altri paesi democratici. Impone (molto blandamente vista l’esiguità delle pene) solo delle regole per la convivenza civile esattamente come sostiene.
    Per quanto riguarda la mancanza della possibilità di non poter raggiungere compromessi non dispero mai.
    Purtroppo o per fortuna la natura non ci ha fatto tutti uguali. Esistono persone forti con fisico massiccio e persone gracili come pure per la forza di carattere, alcuni sono più forti di altri. Alcuni poi sono ricchi ed altri non lo sono. Queste diversità nelle varie vicende della vita ci pone nei confronti degli altri in condizioni di superiorità o di inferiorità. Nel campo del lavoro con un tasso di disoccupazione a due cifre è logico che chi offre lavoro si trovi in condizioni di vantaggio rispetto a chi cerca un lavoro e dal cui stipendio dipende la propria vita. Non ci si deve offendere se una persona è più forte di noi. Credo che nessuno si vergogni a dire di essere meno forte o capace nello sport di tanti atleti o di essere meno intelligente di scienziati o di altri uomini di cultura.
    Sulla polemica sul 25 aprile come le ho detto è più una festa scelta da coloro che quella guerra l’hanno vinta. Potremmo anche aprire una discussione sul come i protestanti in Irlanda del nord festeggino una loro vittoria sui cattolici loro concittadini, da noi pare che la guerra l’abbia voluta solo Mussolini e che solo lui abbia perso. Gli altri pare che non vi abbiano partecipato o chi vi ha partecipato o non la voleva ed è stato costretto oppure era con coloro che hanno vinto. Per cui il risultato è che una parte degli italiani non l’hanno persa ed una parte l’ha vinta di conseguenza si festeggia.
    Non mi sembra opportuno discutere o fare una polemica su un aspetto così secondario di voler rimuovere dalla nostra storia un episodio non eclatante, non meno di quello dei tedeschi di voler rimuovere dalla loro storia i campi di sterminio. Almeno noi lo facciamo festeggiando.

    Saluti
    P.S.- Faccio gentilmente notare che non ho dato del "bambinone poco cresciuto" a nessun membro di questo forum .

  9. #19
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    Predefinito La truffa democratica

    Scrive Il pasquino:

    << I compiti legislativi cioè di approvare proposte di leggi (che tra l’altro possono essere presentate anche dai cittadini purché si raccolgano le firme sufficienti) e di trasformarle in leggi dello stato spetta al parlamento. Parlamento che eleggiamo proprio noi. Le leggi quindi vengono approvate da dei nostri rappresentati. Dal momento che li deleghiamo dovremmo poter accettare quello che approvano. >>


    Non capisco come si possano considerare i parlamentari come nostri rappresentanti. I concetti di rappresentanza e di delega hanno un contenuto completamente diverso, se non opposto, a quello che viene usato in democrazia.

    In realtà i cosiddetti "rappresentanti" non sono rappresentanti di nessuno, se
    non di loro stessi e degli interessi dei loro amici e sostenitori.

    Infatti, come spiegava Spooner, senza essere mai stato confutato da nessuno:

    1) Non possono essere considerati rappresentanti di coloro che non hanno
    dato il proprio consenso alle regole del gioco: molte persone non desiderano
    attribuire a nessuno un potere arbitrario e illimitato sulle proprie vite,
    libertà e proprietà: tantomeno a qualche centinaio di persone che non
    conosce personalmente e che si riuniscono in qualche città lontana. Anche
    coloro che hanno approvato la costituzione, hanno vincolato solo se stessi:
    non certo altri cinquanta milioni di persone, o gli innumerevoli propri
    discendenti.

    2) Qualsiasi mandato attribuito agli uomini politici è
    nullo secondo tutte le regole del diritto e della ragione. Innanzitutto la
    procura (data attraverso il voto) segreta è nulla. Come può qualcuno
    sostenere di essere mio rappresentante, se il voto è segreto, e non può
    mostrare prova di quanto afferma? Il principio della contemplatio domini
    impone, a chiunque vanti di avere dei poteri di rappresentanza verso
    qualcuno, di mostrare la procura debitamente firmata dal mandante. I
    rappresentanti democratici non sono in grado di farlo, e quindi non sono
    rappresentanti di nessuno.

    3) la procura agli uomini politici è completamente nulla perchè il mandato
    non è imperativo. Nessuno può essere considerato mio procuratore o
    mandatario, ed essere al contempo totalmente fuori dal mio controllo. Un
    mandato in cui il rappresentante può decidere unilateralmente a proprio
    piacimento devo pagarlo (attraverso le tasse), e a cui non posso revocare la
    procura in ogni momento, nel caso non segua le istruzioni impartite, NON è
    il mio rappresentante, ma il mio padrone, e io sono il suo schiavo.

    4) Il fatto che uno vada a votare non dimostra affatto la sua accettazione
    delle regole del gioco. Egli può averlo fatto per legittima difesa, o per
    limitare i danni scegliendo il meno peggio. Alla possibilità di scegliersi
    un padrone, forse avrebbe preferito la possibilità di non avere alcun
    padrone. A maggior ragione, non si capisce come qualcuno possa dichiarasri
    rappresentante di coloro che non sono andati a votare o che hanno votato un
    diverso candidato.

    5) Anche il fatto di pagare le tasse non dimostra l'accettazione del
    governo. Le imposte, come dice il nome, sono obbligatorie e non volontarie,
    e quindi non sono espressione di alcuna volontà.

    6) Neanche il semplice fatto di vivere in un certo territorio dimostra
    un'accettazione tacita del governo esistente, poichè il potere che esso
    esercita è abusivo. L'effettività del potere non ha nulla a che fare con la
    sua legittimità. Se un gruppo di criminali invade e occupa la zona dove
    abito, non per questo significa che io devo accettare il loro dominio, o
    emigrare.

    7) Infine, nel caso già raro che i parlamentari agiscano secondo i voleri della maggioranza, non esiste alcun motivo per cui questo volere si debba imporre alla minoranza.

    Riassumiamo: secondo la teoria democratica, i parlamentari sarebbero rappresentanti di coloro che hanno accettato la costituzione e di coloro che non l'hanno approvata; di coloro che sono andati a votare e di coloro che non vi sono andati; di coloro che hanno votato per il candidato eletto e di coloro che hanno votato per il candidato non eletto; di coloro che hanno votato per il governo e di coloro che hanno votato per l'opposizione; di coloro che sono d'accordo con le politiche votate dal proprio candidato e di coloro che sono contrari alle sue scelte politiche. Insomma, come rappresentanza mi sembra un po' tirata, o no?

    Per tutte le ragioni esposte, e per tante altre ancora, dobbiamo considerare gli uomini politici come
    nient'altro che degli usurpatori e dei tiranni, e tutti i poteri che
    esercitano come illegittimi.

  10. #20
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    Predefinito Re: La truffa democratica

    Originally posted by Paleo
    Scrive Il pasquino:

    << I compiti legislativi cioè di approvare proposte di leggi (che tra l’altro possono essere presentate anche dai cittadini purché si raccolgano le firme sufficienti) e di trasformarle in leggi dello stato spetta al parlamento. Parlamento che eleggiamo proprio noi. Le leggi quindi vengono approvate da dei nostri rappresentati. Dal momento che li deleghiamo dovremmo poter accettare quello che approvano. >>


    Non capisco come si possano considerare i parlamentari come nostri rappresentanti. I concetti di rappresentanza e di delega hanno un contenuto completamente diverso, se non opposto, a quello che viene usato in democrazia.

    In realtà i cosiddetti "rappresentanti" non sono rappresentanti di nessuno, se
    non di loro stessi e degli interessi dei loro amici e sostenitori.

    Infatti, come spiegava Spooner, senza essere mai stato confutato da nessuno:

    1) Non possono essere considerati rappresentanti di coloro che non hanno
    dato il proprio consenso alle regole del gioco: molte persone non desiderano
    attribuire a nessuno un potere arbitrario e illimitato sulle proprie vite,
    libertà e proprietà: tantomeno a qualche centinaio di persone che non
    conosce personalmente e che si riuniscono in qualche città lontana. Anche
    coloro che hanno approvato la costituzione, hanno vincolato solo se stessi:
    non certo altri cinquanta milioni di persone, o gli innumerevoli propri
    discendenti.

    2) Qualsiasi mandato attribuito agli uomini politici è
    nullo secondo tutte le regole del diritto e della ragione. Innanzitutto la
    procura (data attraverso il voto) segreta è nulla. Come può qualcuno
    sostenere di essere mio rappresentante, se il voto è segreto, e non può
    mostrare prova di quanto afferma? Il principio della contemplatio domini
    impone, a chiunque vanti di avere dei poteri di rappresentanza verso
    qualcuno, di mostrare la procura debitamente firmata dal mandante. I
    rappresentanti democratici non sono in grado di farlo, e quindi non sono
    rappresentanti di nessuno.

    3) la procura agli uomini politici è completamente nulla perchè il mandato
    non è imperativo. Nessuno può essere considerato mio procuratore o
    mandatario, ed essere al contempo totalmente fuori dal mio controllo. Un
    mandato in cui il rappresentante può decidere unilateralmente a proprio
    piacimento devo pagarlo (attraverso le tasse), e a cui non posso revocare la
    procura in ogni momento, nel caso non segua le istruzioni impartite, NON è
    il mio rappresentante, ma il mio padrone, e io sono il suo schiavo.

    4) Il fatto che uno vada a votare non dimostra affatto la sua accettazione
    delle regole del gioco. Egli può averlo fatto per legittima difesa, o per
    limitare i danni scegliendo il meno peggio. Alla possibilità di scegliersi
    un padrone, forse avrebbe preferito la possibilità di non avere alcun
    padrone. A maggior ragione, non si capisce come qualcuno possa dichiarasri
    rappresentante di coloro che non sono andati a votare o che hanno votato un
    diverso candidato.

    5) Anche il fatto di pagare le tasse non dimostra l'accettazione del
    governo. Le imposte, come dice il nome, sono obbligatorie e non volontarie,
    e quindi non sono espressione di alcuna volontà.

    6) Neanche il semplice fatto di vivere in un certo territorio dimostra
    un'accettazione tacita del governo esistente, poichè il potere che esso
    esercita è abusivo. L'effettività del potere non ha nulla a che fare con la
    sua legittimità. Se un gruppo di criminali invade e occupa la zona dove
    abito, non per questo significa che io devo accettare il loro dominio, o
    emigrare.

    7) Infine, nel caso già raro che i parlamentari agiscano secondo i voleri della maggioranza, non esiste alcun motivo per cui questo volere si debba imporre alla minoranza.

    Riassumiamo: secondo la teoria democratica, i parlamentari sarebbero rappresentanti di coloro che hanno accettato la costituzione e di coloro che non l'hanno approvata; di coloro che sono andati a votare e di coloro che non vi sono andati; di coloro che hanno votato per il candidato eletto e di coloro che hanno votato per il candidato non eletto; di coloro che hanno votato per il governo e di coloro che hanno votato per l'opposizione; di coloro che sono d'accordo con le politiche votate dal proprio candidato e di coloro che sono contrari alle sue scelte politiche. Insomma, come rappresentanza mi sembra un po' tirata, o no?

    Per tutte le ragioni esposte, e per tante altre ancora, dobbiamo considerare gli uomini politici come
    nient'altro che degli usurpatori e dei tiranni, e tutti i poteri che
    esercitano come illegittimi.

    La rappresentanza e la delega è una necessità di un qualunque sistema democratico a meno che non si pretenda di applicare un meccanismo assembleare del tutto inapplicabile in società delle dimensioni di una nazione.

    A tutti sfugge o non si vuole tener conto della possibilità di ognuno di presentarsi a delle elezioni ed essere eletto. Non c'è bisogno di essere dei politici di professione.

    Chiunque quindi può farsi eleggere o in un partito istituzionale cioè già presente in parlamento sia in sede locale che in sede nazionale Basta avere il numero sufficiente di persone che abbiano fiducia in voi. La vera difficoltà è avere idee chiare, saperle presentare e disporre del tempo e della volontà di farlo.

    Molti degli attuali politici hanno cominciato così frequentando le sedi dei partiti. Molti partiti nati su base locale sono partiti dal nulla e sono arrivati in parlamento.

    Il disconoscere compiti di rappresentanza a chi è stato eletto poi è una grande sciocchezza.
    ---------------------------------------------------
    (1)Il motivo principale è che un paese, una società in qualunque posto si trovi di qualsiasi compito si occupi ha bisogno di qualcuno che la coordini e prenda delle decisioni. Ne consegue che, scartata l'ipotesi assembleare, rimane come sistema democratico solo il sistema della delega e della rappresentanza. Il fatto che questi rappresentanti si riuniscano nella capitale è dettata da ragioni logistiche e storiche. La rappresentanza come tale deve mantenere un aspetto decoroso e deve trovarsi possibilmente al centro del paese, in modo da consentire equidistanza ai delegati che sono stati eletti nei distretti estremi.
    ------------------------------------------
    (2)Come certamente saprete allo spoglio delle schede ed alla verifica delle votazioni possono essere presenti i rappresentanti di tutti i partiti presenti nella lista del distretto. Poiché chiunque riesca a raccogliere le firme sufficienti può fondare un partito anche in sede locale, chiunque può controllare la regolarità del voto e lo spoglio delle schede.
    Gli stessi scrutatori ed i presidenti di seggio sono solo semplici cittadini che hanno fatto richiesta di svolgere quel lavoro. Non si capisce perché alcuni vedano tutto ciò come estraneo a se stessi.
    Basterebbe poco per diventare protagonisti in questo sistema.
    Non è abbastanza democratico?
    -----------------------------------------
    (3)E' vero che non possiamo rimuovere i nostri rappresentanti dal proprio incarico e questo è un limite del sistema democratico. In tutti i paesi democratici però è sempre valso il principio che di fronte ad accese contestazioni della maggioranza del paese ed ove venga palesemente a mancare il sostegno del popolo i governi ed il parlamento rimettano il mandato.
    Questa è una regola non scritta che viene di fatto applicata in quasi tutti i paesi democratici. Un principio che non sembra però essere accettato dal governo oggi al potere nel nostro paese. Sia chiaro non pretendo assolutamente che questo governo ed il parlamento si dimetta.
    Non c'è nei fatti quella profonda mancanza di fiducia da motivare un simile atto anzi mi infastidiscono le pretese della opposizione di far dimettere a spallate il governo quando ancora vengono a mancare i presupposti. Non è però accettabile che il governo bolli questo meccanismo in modo dispregiativo come "democrazia di piazza".
    Ad ogni modo ogni 4 anni vi è una verifica elettorale ed abbiamo il diritto ed il dovere di rimuovere non votandolo chi non ha saputo o voluto svolgere in modo adeguato il compito di nostri amministratori delegati.
    Ben difficilmente si può definire padrone chi viene delegato a svolgere dei compiti amministrativi altrimenti varrebbe anche ad esempio per l'amministratore di un palazzo o di una azienda o per il presidente di un circolo sportivo o culturale.
    Siamo noi i padroni di chi deleghiamo e per poter far valere fortemente questa ragione dobbiamo per primi esserne noi coscienti in modo da poter effettuare scelte oculate e per poter intervenire il più attivamente possibile nella vita politica del paese.
    Per non lasciare l'idea al nostro amministratore, che ci disinteressiamo di come opera, consentendogli di operare male "tanto a loro non importa nulla". Occorre invece fare in modo che chi agisce male non venga confermato.
    -----------------------------------------
    (4)Il fatto che chi voti potrebbe non volere essere rappresentato, non ha fondamento proprio perché, come detto, apparteniamo ad una società che si chiama Italia e che ha bisogno di qualcuno che svolga compiti di rappresentanza ed amministrativi necessari per il buon andamento dell’economia del paese, compresi quelli di raccogliere parte dei profitti per assegnarli alle attività necessarie per il bene comune: istruzione, sanità, difesa, viabilità, ecc.
    Ovviamente chi non va a votare rinuncia ad un proprio diritto, nello scegliere colui che dovrà amministrare questi beni comuni e si rimette alle scelte degli altri.
    Questo purtroppo è il sintomo di scarsa partecipazione nella scelta degli amministratori delle cose comuni (repubblica =res pubblica) giustificabile talvolta dalla scarsa rappresentatività dei candidati.
    Poiché pare che questo non interessi ai partiti (evidentemente anch'essi demotivati dallo svolgere il loro compito istituzionale di presentare persone ed amministratori graditi) sarebbe nostro compito incaricarci di trovare qualcuno che veramente sia gradito al maggior numero degli elettori.
    Esattamente come faremmo, da condomino ,quando trovassimo ad esempio sgradito ai condomini un amministratore di condominio.
    Se non vogliamo rieleggere un inetto od un ladro ci dovremmo dare da fare per trovare chi sappia svolgere adeguatamente il compito di amministratore del nostro bene comune: il condominio. Che fosse riconosciuto valido anche da tutti gli altri condomini e quindi eletto.
    -------------------------------------
    (5)La riscossione dei tributi non sono altri che la raccolta dei fondi per mantenere le strutture pubbliche cioè tutti quei servizi e beni comuni che abbiamo accennato in precedenza. Questa raccolta è svolta secondo delle regole eque che tengono conto delle maggiori o delle minori disponibilità economiche di ciascun membro della collettività.
    In pratica ciascuno mette in comune una parte di quello che ha. Chi ha di più paga di più chi ha di meno paga di meno.
    Credo che nessuno possa negare la giustezza del pagamento delle spese condominiali in base ai millesimi. Chi abita nel seminterrato, in pochi metri quadri, è giusto che contribuisca con una cifra inferiore rispetto a chi abita l'attico, che copre tutto un piano.
    -------------------------------------
    (6)La ripartizione delle nostre società in stati indipendenti legati al territorio sono da attribuirsi a motivi storici e di appartenenza culturale. Un tempo anche di razza.
    Oggi è molto più facile che qualcuno si trasferisca da uno stato all'altro e che magari cambi nazionalità. Questo è motivato da scelte personali o di vita.
    Può essere che qualcuno nato e vissuto per anni in una località non si identifichi con le tradizioni e la cultura del luogo e preferisca rinunciare alle proprie radici per trasferirsi definitivamente in località o nazioni differenti.
    In tal caso dato che cambia l'utilizzo dei beni e dei servizi comuni è logico che voti rappresentanti del nuovo territorio e si paghi i beni e servizi comuni nella nuova società.
    ------------------------------------------------
    (7)La rinuncia a parte dei propri interessi individuali per il bene comune fa parte della convivenza civile.
    Purtroppo quando occorre mettere in comune delle risorse, dei beni o servizi è ovvio che per poter usufruirne in comune si rinuncia a parte della propria libertà individuale.
    Se per ragioni economiche o di isolamento ad esempio non possiamo permetterci di vivere in un edificio individuale siamo costretti a vivere in un condominio.
    In questo modo dobbiamo rinunciare a certe libertà come ad esempio quello di non far rumore oltre una certa ora della sera. Oppure non si possono fare opere o modifiche non necessarie senza che la maggioranza degli altri condomini siano d'accordo. D'altra parte sarebbe ancora più ingiusto che una minoranza od anche un singolo condomino imponesse le proprie volontà agli altri.

    Riassumendo…
    I deputati eletti dal popolo sono degli amministratori delegati scelti dalla maggioranza del popolo attraverso libere elezioni liberamente verificabili, che sarebbe bene noi tutti partecipassimo attivamente per la loro scelta.
    Alcuni rappresenteranno la maggioranza, altri, la opposizione, ma che dovranno ugualmente rappresentarci alle riunioni.
    Le decisioni di carattere amministrativo verranno svolte dal potere esecutivo cioè dal governo.
    Quindi coloro che sono stati delegati dalla maggioranza del paese ad amministrare la nostra società svolgeranno questo compito mentre il potere legislativo di approvare leggi verrà svolto da tutti i cittadini delegati a rappresentarci che hanno raggiunto a livello locale (secondo delle circoscrizioni) il maggior numero di voti.
    Il modo di assegnazione della rappresentatività può essere diversa a secondo che si privilegi la governabilità o la rappresentatività stessa ma il principio è sicuramente valido.

    Personalmente sono per il sistema elettorale di tipo proporzionale secco ma con una consistente riduzione dei deputati e senatori. Il primo assicura che il parlamento fotografi effettivamente nel miglior modo possibile il paese e le sue opinioni. Il secondo dovrebbe favorire la governabilità, la riduzione della lunghezza dei dibattiti lo snellimento dei lavori parlamentari, la riduzione delle spese per mantenerlo e soprattutto ci riporterebbe al numero normale di tutte le democrazie europee. Oggi sembra più un Soviet che un parlamento con quasi 1000 delegati!

    Infine, se per qualcuno, tutti gli attuali amministratori eletti sono "degli usurpatori e dei tiranni" si adoperi per non farli più eleggere, magari, se si sente in grado di svolgere questo compito, raccogliendo personalmente i consensi necessari per essere eletto.
    Se si hanno buone idee e si sanno portare avanti perché negare a se stessi ed alla società a cui si appartiene questa opportunità? Potrebbero essere migliori di tanti rappresentanti eletti più per inedia degli elettori che per capacità.
    Saluti

 

 
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