Secondo una leggenda medioevale la papessa Giovanna sarebbe stata papa subito dopo il pontificato di Leone IV (855 circa). Nacque in Inghilterra (o forse in Germania da genitori inglesi) e frequentò le scuole di Magonza dove si innamorò di un suo compagno. Fingendosi uomo, riuscì a farsi prete e a farsi assegnare al monastero dove lui era monaco benedettino.
Alla morte del suo amante, Giovanna si trasferì a Roma dove insegnò nella scuola dei greci e divenne ben presto famosa ed ammirata, pur continuando a nascondere il suo sesso.
Alla morte di papa Leone IV, i cardinali non ebbero dubbi sulla scelta e Giovanna divenne papa con il nome di Giovanni VIII.
La cosa non fu di alcun ostacolo alla relazione che Giovanna intraprese con un cameriere del quale rimase incinta.
La veste papale nascose lo stato di gravidanza, ma un giorno durante una processione, alla papessa vennero le doglie, partorì un bambino e morì.
Il mito, precedentemente di dominio pubblico e sorprendentemente accettato dalla chiesa, tanto è vero che nel 1400 un suo busto fu collocato nel duomo di Siena, fu definitivamente demolito dallo storico cattolico Johann Dollinger nel 1963.
La prima menzione di questa leggenda apparve nella Chronica universalis del 1250 del domenicano Jean de Mailly:
Si tratterebbe di un papa o piuttosto di una papessa, perché era donna. Travestendosi da uomo in virtù dell'integrità del suo ingegno, divenne prima notaio della curia, poi cardinale ed infine papa. Un giorno che montò a cavallo diede alla luce un bambino e immediatamente la giustizia romana lo fece legare per i piedi e attaccare alla coda di un cavallo; fu trascinato, lapidato dal popolo per mezza lega e seppellito nel luogo in cui morì. Qui venne posta un'iscrizione: Pietro, Padre dei Padri, rendi Pubblico il Parto della Papessa. Sotto il suo pontificato fu istituito il digiuno delle Quattro tempora che fu chiamato digiuno della papessa. (MGH, Scriptores,XXIV, Hannover, 1879, pag. 514.)
Un altro domenicano, Martino il polacco, o meglio, una versione ritoccata della sua Chronica de romanis pontificibus et imperatoribus (poco dopo il 1260), diede forma definitiva al racconto, chiamando la papessa Giovanni l'inglese e datando il suo pontificato 854-856. Questa leggenda ebbe una grandissima diffusione e fu creduta vera da tutti prima del XVI secolo. Nella letteratura italiana essa è presente nell'opera di Boccaccio: De claris mulieribus, cap. 101. Oggi si ritiene che l'invenzione della papessa Giovanna sia avvenuta a Roma, in un contesto carnevalesco che parodiava un particolare incomprensibile al popolo del rituale dell'incoronazione del papa, in vigore dal 1099 al 1513: il neoeletto papa doveva sedersi su due seggi di marmo aranciato, chiamati seggi curuli sul seggio di destra il pontefice riceveva il bastone e le chiavi, in quello di sinistra una cintura rossa dalla quale pendevano dodici gemme. Entrambi avevano un'apertura centrale. Il popolo probabilmente colse questo particolare costruendovi sopra una burlesca spiegazione: l'apertura serviva a toccare il papa per verificare che fosse effettivamente un uomo ed impedire per sempre alle donne, come Giovanna, di ascendere al pontificato.