un altro articolo dall'Arena di Verona:
Disagio sociale e aggressività in uno dei quartieri più popolari
Veronetta, dove tutto può accadere
I residenti hanno paura, ma anche molti stranieri in regola non si sentono sicuri
L’accoltellamento dell’altra sera, ultimo episodio di violenza accaduto a Veronetta non sorprende i residenti, convinti che nel quartiere tutto possa accadere. «La concentrazione di extracomunitari è troppo alta e non tutti gli immigrati se la passano bene», spiegano. «E quando si mettono insieme persone problematiche, è logico che prima o poi il disagio sfoci nell’aggressività». Un timore diffuso non solo tra i veronesi, ma anche tra gli extracomunitari che sono riusciti a inserirsi, trovando casa e lavoro. Soprattutto in questo periodo, in cui il quartiere è «in mano» agli immigrati, che non avendo i soldi per andare in vacanza, né l’aria condizionata in casa, trascorrono le sere e il fine settimana sulla strada. Formando anche gruppi di venti persone. La zona «calda», cioé più popolata dagli stranieri, inizia a metà di via XX Settembre e prosegue verso Porta Vescovo e largo San Nazaro. «Non mi stupisce che una ragazza sia stata ferita», commenta Adriana Danieli, residente nel quartiere. «Tempo fa nella zona ci sono stati altri accoltellamenti. Uscire di sera è pericoloso, lo dico sempre a mia figlia di stare attenta. Una volta è stata anche seguita: proprio in via XX Settembre un ragazzo extracomunitario ha cercato di abbordarla e ha continuato a pedinarla. E la cosa sconcertante è che quando succede qualcosa qui nessuno vede e sente nulla. Altro che Meridione». Poco tranquilli anche due anziani residenti. «E’ un inferno, peggio della casba, ma bisogna che ci adattiamo», affermano. «L’errore è stato concentrare tanti immigrati in un’unica zona. Noi ormai siamo in minoranza, ci sentiamo soli ed esposti a qualsiasi violenza. Qui le forze dell’ordine si limitano a passare in macchina, non si fermano quasi mai. L’accoltellamento della ragazza non ci stupisce: può succedere questo e di peggio. Comunque finché si feriscono tra loro...». Secondo Massimo Molinari i veronesi non corrono rischi. «Le violenze sono sempre tra immigrati», commenta. «Sono molo chiusi tra loro e hanno un modo di trattare le donne diversissimo dal nostro. Litigano spesso sulla strada, ad alta voce, e in questo periodo si notano di più perché nel quartiere sono rimasti solo loro. E comunque», sottolinea, «se fossi una ragazza avrei paura degli slavi, non degli africani». Procedendo lungo via XX Settembre ci imbattiamo in Busalem Buualem, algerino. «In questo quartiere, anzi in questa città si vive malissimo», si sfoga. «C’è lavoro, ma non si trova casa. Faccio il carpentiere, guadagno, ma sono costretto a dormire al Camploy e i miei figli in una casa abbandonata». Lungo la strada si notano parecchi gruppetti di persone di colore. Chiacchierano ad alta voce. Alcune donne indossano vestiti sgargianti. Quasi tutte hanno il cellulare. «Troppi immigrati e troppi "giri" strani», sottolinea una donna che vuole mantenere l’anonimato. «Qui vivono molte prostitute e, di conseguenza, anche i loro protettori. Io però non ho paura e di sera esco lo stesso». Se lei è tranquilla, non altrettanto lo sono le altre donne che vivono nella zona. «Non c’è da fidarsi», commenta Serena Sorrentino, residente vicino a Porta Vescovo. «Io di sera non esco mai da sola. La mia paura è quella di essere aggredita, non saprei come difendermi. E non lo dico perché sono razzista, ma perché molti immigrati guardano le ragazze con un’espressione che non lascia dubbi». D’accordo con lei Raffaella Saluzzi che per sentirsi più sicura ha comprato un cane da guardia. «La notte dell’accoltellamento, tornando a casa ho visto le forze dell’ordine sulla strada e ho subito pensato che ci fosse stata una rissa», spiega. «Vivere qui non è semplice. Ogni tanto di notte si sentono le donne straniere correre e piangere sulla strada. Ormai sono poche le città nelle quali si può vivere senza paura». E c’è anche chi non si fida ad uscire neppure con il cane. «Preferisco portarlo a spasso io quando c’è buio», spiega Emiliano Poli, il ragazzo di Alessandra Vianello, residente in via XX Settembre e proprietaria del «quattrozampe». «Non ho sentito niente la sera dell’accoltellamento», spiega lei. «Ma abito nella parte della via dove di rado accadono violenze. Qui vivono soprattutto veronesi ed extracomunitari regolari, con lavoro e famiglia. E’ la zona delle case ristrutturate, mentre da metà via in poi gli appartamenti sono vecchi, rovinati e affittati a prezzi spaventosi. In certe case ci sono anche trenta-quaranta immigrati». Ma non hanno paura solo le veronesi. Anche alcune immigrate non vivono tranquille. «Questo quartiere è pericoloso», assicura Franca Obiaku, studentessa nigeriana che da sei anni vive a Verona e frequenta le Sanmicheli. «Io ho sempre paura che mi violentino, che mi facciano male. Qui ci sono persone che non lavorano e stanno sempre sulla strada. Non vedo l’ora di poter andare a vivere altrove, magari in Borgo Venezia».
(ripeto qui il mio commento finale che avevo aggiunto in calce all'articolo postato ieri, sempre sul medesimo tristissimo argomento:
ma quelli che si lamentano come avranno votato alle ultime, tragiche per Verona, elezioni amministrative? Se non hanno votato Lega Nord, dovrebbero almeno avere la dignità di stare zitti e subire in silenzio...)