EUSKADI / Il ministro degli Interni ha paura e vorrebbe tutta Hb in galera
Madrid: «Indipendentisti fuori legge»
MADRID Cresce a livello vertiginoso la paura dello Stato spagnolo di fronte alla possibilità della formazione di un unico blocco nazionalista nei Paesi baschi che arrivi a rivendicare apertamente l'indipendenza di Euskal Herria. Ieri il ministro degli interni di Madrid, Jaime Mayor Oreja, in una intervista al quotidiano "El Mundo", ha addirittura assunto toni neofranchisti, dicendosi favorevole alla messa al bando del partito indipendentista basco Herri batasuna (Hb), ritenuto il braccio politico dei guerriglieri dell'Eta. Nessun dialogo, quindi, sulla falsariga di quanto avvenuto in Ulster, come richiesto anche dai movimenti moderati, ma ancora e sempre repressione. «Ogni gruppo legato o unito all'Eta deve finire in prigione - ha detto Oreja - in alcuni casi il giudice può interdire una organizzazione. È una strada spiacevole, ma non bisogna avere paura». Hb, che ha due deputati al parlamento di Madrid e raccoglie oltre il 13 per cento dei voti nei Paesi baschi, si è vista imprigionare nei mesi scorsi tutti i suoi 23 dirigenti centrali per «collaborazione con l'Eta», per aver diffuso l'ormai famoso video con la proposta di "alternativa democratica" per la pacificazione. Più di recente, la magistratura si è spinta anche a colpire la libertà di stampa, ordinando la chiusura del giornale basco "Egin", voce ufficiale di Hb, ed ha smantellato una serie di società di finanziamento ai gruppi estremisti baschi. I Paesi baschi, con i loro 2,5 milioni di abitanti, andranno alle urne per rinnovare l'assemblea regionale il prossimo 25 ottobre. Attualmente sono governati dal Partito nazionalista basco (indipendentista moderato) e da un piccolo partito nazionalista, Eusko Alkartasuna. I socialisti sono usciti un mese fa dalla coalizione, e non si esclude che il prossimo governo possa avere l'appoggio o l'astensione di Hb, una eventualità vista come il fumo negli occhi dal Partito popolare del premier Josè Maria Aznar e che ora sta provocando il rigurgito repressivo di Madrid anche contro i semplici "delitti d'opinione".