dal Mattino di Padova:
Scorribanda notturna nel porcile
Camin: i ladri irrompono con bastoni e martelli in un piccolo allevamento
Feriscono alcuni maiali, poi ne ammazzano uno, lo squartano e fuggono
«E' la quarta volta che succede» lamenta Antonio Rossetto «credo sia opera di stranieri affamati»
Nel buio pesto della stalla colpivano i maiali alla cieca, con un grosso martello, cercando di centrarli in mezzo alla testa. Per ucciderli, secondo le vecchie e barbare usanze. Ne hanno feriti sei per riuscire ad ammazzarne uno, che hanno sgozzato, gli hanno tolto le viscere, tagliato i piedi e diviso in quattro parti. Per fare bistecche e prosciutti, in maniera da garantirsi il cibo per diversi giorni. Ipotesi molto più probabile di quella delle messe nere o di altri strani riti satanici per i quali vengono usati altri animali. «Gente affamata, albanesi o rumeni», assicura Antonio Rossetto, settantenne allevatore.
«Hanno cominciato a novembre ad ammazzarmi i maiali. Uno dopo l'altro - continua il proprietario dell'azienda agricola di via XX aprile 46, a Camin - Ogni due mesi vengono a prendersene uno, uccidendolo con lo stesso sistema barbaro. Che da noi si usava in tempo di guerra. Questo è il quarto maiale che mi portano via, ora me ne sono rimasti nove. L'altra notte ne hanno feriti altri cinque, due in maniera più seria, colpendoli e massacrandoli alla testa con un martello da manovale, che non è nemmeno l'arma adatta per tramortirli, in quanto è troppo piccolo. E' solo un modo per maltrattarli. Ora sto aspettando il veterinario perchè un animale non ne vuole più sapere di mangiare, mentre gli altri fortunatamente si sono ripresi. Non è tanto il valore, che non arriva ai 500 euro, quanto il sistema. Mi hanno detto in questura che i responsabili rischiano l'arresto proprio per maltrattamento di animali».
L'incredibile episodio è avvenuto l'altra motte, all'interno di una delle stalle della grande azienda agricola, che si trova a ridosso dell'argine del Bacchiglione. La famiglia del proprietario vive a poca distanza, ma non si è accorta di nulla. Come nelle precedenti occasioni. «I maiali, se vengono colpiti in quel modo, non si fanno sentire», spiega ancora l'allevatore. La mattina dopo ha trovato l'ennesimo macello. Ha ritrovato il martello, ma non il coltello usato dai malviventi. Sicuramente con una grossa lama seghettata. A terra c'era la testa tagliata di netto al maiale ammazzato: parte delle viscere gliele avevano tolte nella stessa stalla. Poi l'avevano caricato su una grossa tavola di legno e portato faticosamente in mezzo al vicino campo di mais, dove hanno completato l'opera. «Gente che ci sa fare con questi animali, in quanto l'hanno ripulito completamente, quindi gli hanno tagliato i piedi e l'hanno diviso in almeno quattro pezzi. Tanti erano probabilmente i ladri, poi ciascuno si è caricato la sua parte nella macchina. Del resto il maiale pesava non meno di 150 chili, difficile quindi da sollevare e portare via. Per questo l'hanno svuotato».
L'allevatore non sa più come fare per difendersi da questi predatori. «In questura hanno tutte le mie denunce - continua - in quanto sta diventando una persecuzione. Oltre che una barbarie per questi poveri animali. Sono convinto che si tratti di extracomunitari spinti dalla fame, proprio per il modo arretrato con il quale ammazzano i maiali. Da noi vengono portati al macello, dove vengono uccisi con la pistola o le scariche elettriche. Mi riesce più difficile pensare che sia opera di italiani, ma tutto è possibile»..
Anche l'altra mattina Antonio Rossetto ha chiamato la polizia. Gli agenti delle Volanti sono andati ad effettuare un accurato sopralluogo nell'azienda agricola, sequestrando il coltello e la tavola insanguinata. Anche per gli inquirenti le razzìe dovrebbero essere opera delle bande di immigrati.