"Il modello Blair- D'Alema è finito"


"La sinistra laburista, aperta al capitalismo è sul viale del tramonto", dice Sergio Cofferati. A Bertinotti: "Mai parlato di partito democratico". "Farò politica solo nei week-end".


ROMA - Sergio Cofferati ha una certezza. Quella cioè che il modello Blair, della sinistra laburista e aperta al capitalismo, sostenuto tanto per intenderci anche da D'Alema quand'era a Palazzo Chigi , sia sul viale del tramonto. "E' difficile azzardare previsioni in materia - dice il segretario della Cgil in una lunga intervista a La7 - ma mi pare che si stia facendo strada l'idea di come sia importante la somma di regole che orientano e governano la globalizzazione. Le preoccupazioni che soprattutto i giovani hanno portato in piazza sono destinate a far riflettere tutti. Soprattutto la sinistra, che mi pare stia recuperando l'importanza dei diritti, delle tutele, della rappresentanza collettiva che non è alternativa al far da sé, dell'abbandono delle persone in una società complessa e articolata. Magari illudendo quella persona che senza regole e senza leggi è più libera. In verità è più sola e più debole''.

Il grande Ulivo - Anche sulla politica interna, il Cinese ha le idee chiare. Ritiene cioè necessario dar vita ''prima a un progetto di società, che poi può e deve diventare un programma politico''. ''Credo che per una singola forza politica - spiega il leader della Cgil - sia più semplice la ricerca di una linea all'interno di un progetto più ambizioso e ampio. Se ognuno cerca prima la sua linea, poi l'assemblaggio diventa difficile. Più alto è il profilo della ricerca e l'intensità con cui si va a stabilire priorità e valori di riferimento, più semplice diventa la gestione delle attività ordinarie. Anche in sede parlamentare, la battaglia diventa più efficace. Questo - ha proseguito Cofferati - vale sia per le forze che facevano parte dell'Ulivo, così come per il partito della Rifondazione Comunista che potrà avere con queste forze un rapporto fecondo, come già avviene in molte amministrazioni locali''.

E' possibile, secondo Cofferati, un rapporto tra le diverse voci dell'opposizione ma questo non comporta necessariamente l'eclisse dei partiti: ''Non ho mai parlato di partito democratico - afferma il numero uno di Corso Italia - Non ci penso affatto. Se questo serve a tranquillizzare l'onorevole Bertinotti - sottolinea - dico che non sta nelle mie intenzioni''.

La politica ? Nei week-end - Ribadisce di voler tornare, al termine dell'esperienza della guida della Cgil, al suo posto di lavoro originario. Ma, aggiunge, la professione non è incompatibile con il voler continuare ad ''occuparsi degli altri''. ''Tornerò alla mia attività professionale in Pirelli - afferma Cofferati - non a tempo parziale, ma per le ore previste per qualsiasi dipendente. Per fortuna il sindacato ha ridotto questo tempo a non più di otto ore al giorno. Avrò quindi spazio ogni giorno e nel fine settimana per altre attività ''. ''Manterrò la presidenza della Fondazione Di Vittorio - aggiunge Cofferati - con compiti precisi che riguardano il sindacato e non la politica. Penso che si possano sommare attività professionale ad il resto senza doverli considerare alternativi tra loro''.

Autunno caldo - Sarà una autunno ''molto delicato, difficile e carico di conflitti" Cofferati sottolinea che ''dal '94 ad oggi molti progressi sono stati fatti, ma improvvisamente in questo quadro positivo si sono determinate le incognite e le nuvole pesanti dell'autunno. Questo processo non è stato completato, ma soprattutto bisognerebbe dar seguito a politiche economiche efficaci, cosa che questo governo - sottolinea il numero uno della Cgil - non sta facendo''.

La battaglia sui diritti - Cofferati sottolinea anche la profonda comunanza tra movimento dei lavoratori e mondo cattolico. ''Nella storia italiana in generale - afferma nell'intervista tv - il processo di emancipazione delle persone è passato dall'attività di tanti soggetti diversi che si sono progressivamente affiancati. Penso, ad esempio, al riformismo di stampo marxista che si è sempre affiancato a quello laico e a quello cattolico. Il filo che ha unito questa idea di progresso è stato spessissimo il filo delle protezioni sociali e ancor piu' dei diritti. E in questo ci sono elementi di comunanza profondi''.

(10 AGOSTO 2002, ORE 180)