Cara Sonia,

Questa te la devo proprio contare, ciò!

Scolta cossa me xe capitàa l’altro giorno mentre spetavo el bus in piassa dei Cinquecento a Roma.

Un episodio che mi ha rimembrato un vecchio adagio degli antichi filosofi greci, che tanto antichi poi non erano:

“Quando il sole la neve indora, pensa, pensa, pensa ancora”.

Una raccomandazione, questa, rimasta piuttosto oscura e misteriosa, nonostante gli innumerevoli tentativi di chiarirne il significato per mezzo delle più approfondite analisi filosofiche, esegetiche, iperboliche e numismatiche che non siano mai state fatte nel corso dei secoli.

Molti ritengono che gli stessi antichi filosofi greci non ne conoscessero il segreto. Taluni studiosi l’hanno attribuita a Platone, altri a Socrate, altri ancora a qualche discepolo della Scuola Eleatica.

Ma che c’entrava la neve sotto il sole dell’Olimpo greco?

Bravo, bel quesito questo! Probabilmente anche là di tanto in tanto nevicava.

Insomma: un vero mistero.

Io, Buleghin, però un’ideuzza in proposito l’avrei. Secondo me gli antichi filosofi greci, che non solo erano grandi pensatori ma anche generosi burloni, erano fin da quei tempi preoccupati delle nostre sorti, soprattutto in previsione dell’avvento e del dominio degli attuali mezzi di comunicazione massmediatici televisivi.

Cosicché ad un certo momento decisero di lasciarci in eredità il suddetto rompicapo.

Proprio per indurci a riflettere una volta ogni tanto, magari dopo aver seguito attentamente programmi quali “Quelli che il calcio glielo schiafferei in …”, oppure dopo aver imparato a memoria la pubblicità anglosexona gratuita e varie altre utili amenità televisive.

Ecco che cosa mi ha messo la pulce nell’orecchio e, forse, sulla buona strada verso una spiegazione scientifica e inconfutabile di quel proverbio.

L’occasione propizia per formulare la mia tesi mi si presentò, in modo del tutto casuale, qualche giorno fa mentre aspettavo l’autobus in piazza dei Cinquecento a Roma.

Sai com’è, non c’è di meglio che ascoltare le casuali conversazioni della gente per capire i veri problemi della nostra epoca, per fiutare quale minestrone bolle nel pentolone della società geopolitica.

Ma vengo al dunque.

Mentre aspettavo e vagavo con lo sguardo nel cielo azzurro, ad un certo momento odo un paio di voci che mi pareva avere già sentito altrove.

Mi giro e chi vedo?

Erano nientemeno che Enzo Biagi e Pierino Diessino!

Ovviamente, trovandomi lì a due passi, non potevo fare a meno d’ascoltare, anche perché mi sarebbe parso un tantino maleducato tapparmi le orecchie così, in pubblico.

Più o meno la loro conversazione fu questa:

<Enzo Biagi>
Toh, chi si vede, Pierino Diessino!

< Pierino Diessino>
Enzooo, che sorpresa! Era un pezzo che non ci s’incontrava. Ma che ci fai tu qui da queste parti?

<Enzo Biagi>
Sto aspettando l’autobus.

< Pierino Diessino>
L’autobus? Quale autobus?

<Enzo Biagi>
Non lo so.

< Pierino Diessino>
Come non lo sai? Che numero è? Da dove proviene, dove deve andare?

<Enzo>
Te l’ho detto. Non lo so. Non si sa da dove proviene né tanto meno dove deve recarsi. Si sa solo che deve passare di qui. Però quando non si sa. Deve essere uno di quei nuovi percorsi stabiliti nel piano per il miglioramento del traffico urbano. Sai, quel piano regolatore ideato da Rutelli e Veltroni per vivacizzare la vita dei pendolari romani?

<Pierino>
Capperi, non n’ero al corrente! Però bisogna ammettere che Rutelli e Veltroni, quando si tratta di migliorare il livello qualitativo della vita dei propri concittadini, non scherzano affatto.

<Enzo>
Sorbole! Hai ragione. In questo caso sono stati persino geniali.

<Pierino>
Sarebbe a dire?

<Enzo>
Semplice. Per questi autobus, numero, provenienza, destinazione e orario sono quattro parametri fondamentali stabiliti in modo casuale, con tanto di calcolo matematico-statistico cosiddetto “random”. Il responso è poi comunicato agli autisti in tempo reale, lì per lì, là per là.

<Pierino>
Wow, geniale! Io non ci avrei mai pensato. Chissà quali emozionanti attese si godono i viaggiatori locali?

<Enzo>
Figurati quelli stranieri o di passaggio! Ecco perché devo stare molto attento. Guai se dovessi perdere questo autobus. Sarebbe una fregatura. Ecco, questo è il vero problema.

<Pierino>
A proposito di problemi: hai visto cos’è accaduto l’altro ieri in Parlamento?

<Enzo>
No, cos’è successo?

<Pierino>
Come cos’è successo? Stai scherzando? Pera, il Presidente del Senato s’è rifiutato di togliere dal calendario dei lavori parlamentari la proposta di legge sul presunto legittimo sospetto, con l’evidente intento di favorire il Primo Ministro nonché Primo Cavaliere, evitandogli così ulteriori noie processuali.

<Enzo>
Ellllammmiseria! Addirittura? Non per nulla io ripeto da anni che il Cavaliere è un tipo pericoloso per la vita democratica del nostro Paese. È inaffidabile, non c’è ombra di dubbio. Se lo dico io, che sono noto in tutto il mondo per la mia proverbiale arguzia e imparzialità prosaica e politica, sarà pur vero, no? Sai che ti dico? Mi sembrerebbe quasi il caso d’organizzare un nuovo programma Rai e una nuova rubrica sul Corriere intitolata “Mai dire al Cittadino quant’è buono il Senato con il Pera”. Che te ne pare?

<Pierino>
Porcaccia! Ottima idea. Presto detto, presto FATTO. Mi faccio carico di fare le opportune interpellanze in tal senso in Parlamento. A settembre, però. Anche perché a settembre la cosa potrebbe farci comodo per aumentare l’ostruzionismo contro la legge Bossi-Fini, la Devolussion, il Federalismo e tutte le altre iniziative riformiste di questa spudorata maggioranza antidemocratica che è la CdL.

<Enzo>
Ottima idea. Mi sembra il meno che noi DOVESSIMO fare per tutelare degnamente i diritti dei cittadini di questa repubblica. Certo che sta legge Bossi-Fini è una gran tragedia, una iettatura, un vero problema per la prosperità degli industriali di questo paese.

<Pierino>
Lo puoi ben dire! Ma soprattutto per le nostre cooperative e per i NOSTRI industriali, quelli che per decenni noi della sinistra democratica abbiamo coraggiosamente cercato di sostenere per mezzo dei nostri sindacati, anzi di tutti i sindacati democratici, anche a costo di privatizzare i profitti e statalizzare le perdite. Ahh, se non fosse stato per noi della sinistra democratica, che cosa avrebbero fatto tutti i nostri amici e tutti i loro amici? Ma d’ora in poi, come faranno le nostre coop e i nostri industriali a reperire nuova manodopera a bassa paga e alto costo pubblico, con ricambio automatico, senza doversi accodare a quelle interminabili file nei porti di sbarco clandestino o negli uffici di collocamento? E pensare che avevamo un gioiello di legge turca-napoletana che ci aveva praticamente risolto tutti i problemi industriali e anche quelli elettorali. Voglio dire che avremmo sicuramente dato il voto a tutti gli immigrati, anche a quelli senza impronte digitali. Hai perfettamente ragione: sta legge Bossi-Fini è deleteria, un vero problema.

<Enzo>
Mannooo, guarda che il problema è un altro.

<Pierino>
Come un altro? Ma se hai appena affermato che …

<Enzo>
Che c’entra quello che ho appena affermato? Tu non badare a quanto ho appena affermato. Il problema è altro. È una questione di ragionamento logico, no? Ti dico che il problema è un altro.

<Pierino>
Se lo dici tu …

<Enzo>
Certo che lo dico io! Il vero problema è che … occhio, ooccchiooooooo sta arrivando un autobus … porc… non è quello …

<Pierino>
Scusa, neh! Ma come fai a sapere che non era quello il tuo autobus?

<Enzo>
Non hai notato? È un fatto! È passato un po’ più in là piuttosto che un po’ più in qua.

<Pierino>
Se lo dici tu!

<Enzo>
Certo che lo dico io! È una questione di ragionamento psico-deduttivo, una questione di semplice intelligenza …

<Pierino>
Già, giàaaaa... A proposito, giacché stiamo chiacchierando privatamente, inter nos come si suole dire, toglimi una curiosità: ma tu quando esattamente ti sei accorto d’essere intelligente?

<Enzo>
Chi, io? Mai! Non me ne sono affatto accorto, però l’ho sempre saputo o intuito. È una dote naturale.

<Pierino>
Maddaiii! Non fare il modesto. Per conseguire il successo miliardario che hai conseguito, avrai per lo meno studiato a Harward o al MIT. Altrimenti come avresti potuto scrivere delle prose così erudite e ricche di arguzie …

<Enzo>
Ma quale Harward! Ma quali arguzie! Ma fammi il piacere! Il mio successo si basa solo su ASTUZIE. Ci mancherebbe altro. Ma cosa credi che ai lettori e agli elettori interessino le arguzie? Ma dove vivi? Per l’audience ci vogliono serie e genuine riflessioni riguardanti il misfatto del giorno. Il requisito fondamentale è che il misfatto sia poco formale e men che meno sostanziale. Però bisogna saperlo comunicare con la dovuta espressione facciale intelligente. Bisogna saper convogliare un’impressione di vissuta e condivisa preoccupazione…

<Pierino>
È per questo che andrai ad intervistare Putin? Ma è proprio vero? Ciumbia, ragazzo mio, quale scoop! Ma come hai fatto a convincerlo a lasciarsi intervistare da te?

<Enzo>
Non parlarmene, va! Il fatto è che non l’ho affatto convinto io. È stato il mio editore che ha saputo toccare certi tasti geopolitici e, soprattutto, assicurativi.

<Pierino>
Assicurativi?

<Enzo>
Massì, assicurativi. Al Putin, che sembra essere di lontana origine veneta (vicentina, si narra), i rubli non interessano un gran che. Non più che tanto. Però gli preme la futura sorte della nuova Russia. Quando ha saputo che l’intervistatore sarebbe stato Enzo Biagi, ha posto una condizione.

<Pierino>
E cioè?

<Enzo>
Che la casa editrice sottoscrivesse un’assicurazione megagalattica – in dollari o in euro - a favore della nuova Russia. Just in case, come si suole dire. Ma non ho mai capito perché.

<Pierino>
Ho capito io, invece! Eccome! Però, chissà alla fin fine chi pagherà?

<Enzo>
Non certo io. Mica son scemo. O no?

<Pierino>
Ma pensa un po’! Piuttosto svelami un segreto: qual è la prima cosa che pensi quando ti alzi ogni mattino?

<Enzo>
Quando mi alzo, io non penso. Io mangio. E quando mangio non mi alzo. Almeno, fino a sera

<Pierino>
Ahhh, ho capito la battuta! Ecco perché circola un vecchio adagio “Quando si fa sera, Enzo Biagi si dispera”…

<Enzo>
Soccmel, ma senti che raffinato questo! Vacci piano con le prese in giro, tu … perché potrei anche dedicarti un girotondo personalizzato in Rai e sul Corriere!

<Pierino>
Mavvvàlaaa, Enzo, lasciatelo dire: sei un mago! Io invece, per quanto mi sforzi di sembrare riflessivo e intelligente, tutti mi chiedono sempre perché in Transatlantico non m’offrano una maggiore quota di cappuccini con brioche bavaresi bombolotte. Un vero problema, neh …

<Enzo>
Mannoooo! Te l’ho detto, il problema è un altro. Ti stavo dicendo che il vero problema adesso è costituito dal subdolo tentativo di stravolgere la nostra amata Costituzione con una demenziale dose di cosiddetto Federalismo Centro-Regionale, insomma quella mezza rivoluzione che quel furbone di Bossi sta cercando di portare avanti per dare maggiore potere alle Regioni togliendone invece al Senato e al Presidente della Repubblica.

<Pierino>
Attenzione, neh! Guarda che, al contrario di Prodi, Bossi non è così tonto come sembra. Quello lì è un fintone, neh! Assume un’aria tontolona, ma è solo una tattica che Bossi sa usare con gran maestria per spiazzarci a noi della sinistra sulle prossime mosse politiche … un passo alla volta missàtanto che ci sta fregando tutti noi della sinistra democratica nonché estremista.

<Enzo>
Stortole, non esageriamo mica. Sorbolazze, ma quale maestria dei miei stivali? Guarda cosa sta tentando di fare con la riforma federalista della RAI, con quella specie di decentramento delle risorse e dei programmi da Roma a Milano…

<Pierino>
Ma pensa te... anch’io mi sto chiedendo se non stia tentando di passare da una imperialismo romano-centrico a una dominazione milano-centrica?

<Enzo>
Bravo, vedi che quando vuoi ci arrivi anche tu! A cosa credi servano i centri Rai solo a Roma, Milano, Torino, Napoli e men che nulla a VENEZIA? Il vero problema è un altro …

<Pierino>
Acc…Enzo sei un mago. Mannnooo, il problema è che, a settembre, in Veneto si risveglieranno con anima poetica e si convinceranno che, a settembre, è tempo di SCALARE … ma non il Campanile, bensì la Madunina …

<Enzo>
Ulllavache! Credi davvero che la gente veneta abbia ancora voglia di sentir parlare di scalate?

<Pierino>
Come no? Non dimentichiamo che da quelle parti si trovano le Dolomiti con numerose cime tempestose. E quando i Veneti s’insguazzano … non bisogna sottovalutarli, neh!

<Enzo>
Ma che se ne farebbero i Veneti di programmi televisivi locali? Da settembre in poi, per qualche decennio, vedo già che saranno ben alle prese con … la presa di sonore multe fiscali per la questione delle famose eccedenze sulle cosiddette quote latte. Ergo, il tempo per guardare la televisione (e nemmeno per ascoltare Radio Padania Libera) proprio non l’avranno.

<Pierino>
Il rischio è che i Veneti in questione se la prendano proprio con Bossi e la Lega Nord, anche se questi sono stati fra i principali, se non gli unici, difensori dei Cobas del Latte Padano e della Mucca Ercolina. Il guaio è che ora la Lega è al governo e …

<Enzo>
Ahhhhh, ma allora a quel punto, se fossi Bossi, io m’offenderei. In fin dei conti e dei fatti, è un fatto che Bossi ha fatto di tutto per cercare di scuotere i suoi cosiddetti Popoli Padani. Maddai, obiettivamente che cos’è che il Bossi NON ha ancora tentato di fare? Magari camminare su un filo d’acciaio teso fra il campanile leonino di Venezia e la cima della Madunina milanese?

<Pierino>
Sssst … Enzo statte zitto per la carità di tutti gli Dei del Komintern! Non farti sentire che sennò quello, il Bossi, oltre che fare l’equilibrista politico, pur di ottenere un vero Federalismo e l’Indipendenza della Padania è capace di mettersi a fare anche l’equilibrista fuoripista. Camminare su un filo teso fra il Duomo di Milano e il Campanile di Venezia? Però, bisogna ammettere che anche tu, caro Enzo, ogni tanto una qualche rarissima idea originale ce l’hai…

<Enzo>
Ah sì? Sorbolazzee … mi fa piacere, però attenzioneeeee … ma quale scalata al Campanileeeee. Io devo scalare quell’autobus! Aspettatemiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …

--- FINE ---

Post Scriptum

Così gridando, Enzo Biagi con un balzo felino scavalcò quattro corsie, poi saltò su un altro marciapiede, in un disperato tentativo di rincorrere il treno.

Il treno? Ehhssì, sissignori, il treno.

Enzo Biagi aveva proprio ragione: il SUO problema era davvero un altro!