incredibilmente accusati di deviazionismo da esponenti di questo governo.



Droga al ministero, la Cdl adombra il complotto


ROMA — Miccichè non pensa proprio alle dimissioni. E la Casa delle libertà fa quadrato attorno al viceministro. Sospettato dai carabinieri di essere il fruitore della cocaina portata all'interno del ministero dell'Economia dal putcher Martello, Miccichè ha rigettato con sdegno l'accusa. Contrattaccando: all'interno degli organi di polizia «c'è qualche persona deviata».
La polemica
Un'affermazione che ha provocato l'indignazione del centrosinistra. Ma ieri il ministro per gli Affari regionali, La Loggia si è schierato a fianco del collega: «Voglio esprimere — ha detto — piena solidarietà e piena fiducia nei confronti di Miccichè su questa vicenda che sta assumendo caratteri sempre più inquietanti. Il fiorire di illazioni e presunte rivelazioni, che per altro dovrebbero essere coperte da segreto istruttorio, si rivelano come un vero e proprio attacco nei suoi confronti nel tentativo di screditarlo e delegittimarlo politicamente». «È' doveroso aspettarsi — ha concluso la Loggia — in un Paese civile e democratico ben altro atteggiamento e ben altre procedure che non diano adito a indegne insinuazioni e calunnie ed è legittimo augurarsi che non abbiano più a ripetersi tali situazioni».
Solidarietà anche dal portavoce di Foza Italia, Sandro Bondi: «Possibile che non ci si renda conto dell'inciviltà, della vera e propria barbarie che si compie, questa volta ai danni del vice ministro Miccichè, con la pubblicazione sugli organi di stampa di materiale coperto da segreto istruttorio e perfino di verbali delle indagini?». «Tale situazione — sottolinea Bondi — è indegna di un paese democratico e di uno Stato di diritto. Mentre riconfermiamo la nostra totale fiducia e la nostra piena solidarietà al vice ministro Miccichè, chiediamo che venga posto fine allo stillicidio di notizie che alimentano ogni sorta di insinuazioni e di calunnie».
Solidarietà anche dalla Sicilia. «Non si può mettere in discussione il lavoro che da tanti anni sta facendo Gianfranco Miccichè per la Sicilia», afferma il presidente della Regione Salvatore Cuffaro. «Non si capisce, infatti — ha proseguito Cuffaro — dove si amministra la giustizia. Pur col giusto obiettivo di fornire informazioni, nella vicenda che coinvolge il vice ministro per l' Economia, si finisce col dare alla stampa notizie anticipatrici di un giudizio che, ancorché morale, è politico, e tende a delegittimare tutta una classe dirigente che in Sicilia, pur tra mille difficoltà, tenta di lavorare per il bene di tutti».
Il Presidente della Regione invita Miccichè a proseguire serenamente nel suo lavoro e così conclude: «All'amico Gianfranco dico che abbiamo bisogno del suo impegno e che non deve sottrarsi alla responsabilità del compito che si è assunto».
p. be.