Anche Di Bella (Tg3) contro il suo vicedirettore: chi non rispetta le regole tragga le conseguenze
Bracalini: c’è un asse fascio-comunista. Il presidente del Lazio: da teleKabul a teleRaglio
ROMA - «Un asse fascio-comunista», che rema contro lo spostamento di fette di produzione e potere Rai da Roma a Milano. E’ ancora una volta la Padania , quotidiano leghista, a far discutere. Questa volta con un’intervista al vicedirettore del Tg3, Romano Bracalini, in quota Lega. L’oggetto è sempre lo stesso, l’obiettivo indicato dal presidente della Rai, Antonio Baldassarre: spostare il 25% delle produzioni Rai della sede romana lontano dalla Capitale. Secondo Romano Bracalini questo obiettivo «viene considerato come un principio di lesa maestà», grazie «alla solita ammucchiata in difesa degli interessi di bottega, l’asse fascio comunista Veltroni-Moffa-Storace: è bastato la sola idea del cambiamento per mettere insieme il diavolo e l’acqua santa».
Parole che hanno immediatamente prodotto una valanga di reazioni, con una coda sulla situazione personale di Bracalini: «C’è qualcosa che mi sfugge - ha aggiunto il vicedirettore del Tg3 - devo a chiedere a Di Bella (il direttore del Tg3, ndr) se sono vicedirettore di tutto il tg o solo dell’edizione delle 12. Nel primo caso dovrei partecipare alle scelte come gli altri vicedirettori. Viceversa pretendo più autonomia per quello delle 12».
Francesco Storace, presidente della Regione Lazio, che nei giorni scorsi ha duramente criticato le indicazioni di Baldassarre, replica così: «Chissà se il presidente Baldassarre legge la Padania. Questa volta, a dire stupidaggini, fantasticando di assi fascio-comunisti è il dottor Bracalini, vicedirettore di una testata del servizio pubblico radiotelevisivo. Ho un legittimo sospetto e rivolgo alcune domande al presidente della Rai: quel giornalista ha l'equilibrio necessario per le responsabilità che gli sono affidate? Risponde ad una linea editoriale della Rai il suo livore contro pubblici amministratori eletti dai cittadini? Il decentramento è un omaggio alla moderazione di questo campione dell'obiettività? TeleKabul si trasforma in teleRaglio?».
Ma è durissima soprattutto la replica del direttore Di Bella: «Sono tentato di condividere i dubbi di Storace. Chi non è in grado di rispettare regole e galateo non può altro che trarne le debite conseguenze».
Protesta anche l’opposizione, che chiede un intervento dei vertici Rai contro «il funzionario leghista Bracalini». Giuseppe Giulietti, ds, rivolge una domanda al direttore generale della tv pubblica, Agostino Saccà: «Non esita a inviare richiami disciplinari contro Santoro e altri giornalisti, mi piacerebbe sapere cosa pensa di un vicedirettore che esterna sempre contro il suo direttore». «Le dichiarazioni di Bracalini lasciano interdetti - aggiunge Roberto Giachetti, Margherita -. Dal vice direttore di un tg nazionale ci si aspetterebbe maggiore rispetto per le istituzioni. Alla luce di attacchi tanti scomposti, si capisce sempre meglio l'importanza che il patrimonio costituito dalla Rai per Roma non venga messo a rischio dal buio leghista».
M.Gal.
Politica