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Discussione: Sul Re Sole:

  1. #1
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  2. #2
    Le fondamenta di POL
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    Mi metto subito alla ricerca. Per il momento accontentati di questa...

    Ciao!

  3. #3
    Le fondamenta di POL
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    Predefinito LUIGI XIV, IL RE SOLE

    Tanti amori, una sola passione: Versailles
    Roberta Gallina

    Luigi XIV nacque a Saint Germain - en - Laye il 5 settembre 1638, da Luigi XIII e Anna d'Austria. Alla morte del padre, avvenuta nel 1643, fu nominato Re, ma rimase sotto la reggenza della madre fino a quattordici anni, quando venne proclamato maggiorenne.
    In quel momento la Francia era nel pieno dei tumulti provocati dalla Fronda, guerra che si combatté in Francia dal 1648 al 1653. La Fronda ebbe origine dal tentativo del parlamento parigino di trasformarsi da corte giudiziaria in assemblea politica, per sostituirsi agli Stati Generali e per sorvegliare il potere reale. Prudentemente, in quanto ancora molto giovane, si tenne alla larga dalle cose dello Stato, lasciandole in mano sia alla regina madre sia al formidabile cardinale Mazzarino (Pescia, Abruzzo, 14 luglio 1602 - Vicennes 9 marzo 1661). Quest'ultimo, ambizioso ed abilissimo diplomatico, riuscì, poco dopo la firma della "Pace dei Pirenei" nel 1659, a combinare il matrimonio tra il suo reale pupillo e Maria Teresa, figlia del re di Spagna Filippo IV. Alla cerimonia era presente l'intera corte francese, i cui membri più giovani, amici del re, risero malignamente alla vista della sposa. Infatti, Maria Teresa non si poteva definire una bellezza: aveva bei capelli biondi e bella carnagione, bianca come porcellana, ma i lineamenti del viso erano volgari e la figura tozza. Parlava male il francese, adorava consumare enormi quantità d'aglio ed aveva i denti scuriti dal consumo di cioccolato, definito dai francesi "...un orribile miscuglio liquido e marroncino...". Inoltre, la sua marcata religiosità l'avrebbe fatta andare più d'accordo con le austere dame di compagnia della regina Anna, piuttosto che con la scanzonata e gaudente corte. Luigi seppe, comunque, nascondere i veri sentimenti ispiratigli dalla moglie e la trattò "da perfetto gentiluomo, con tutti gli onori dovuti al suo rango..." Dal canto suo, la nuova regina s'innamorò subito del consorte. A ventun anni, infatti, il re era definito un bell'uomo: alto, di corporatura robusta, con occhi scuri e magnifici capelli neri, che amava portare lunghi e ricci, fin oltre le spalle. Due anni dopo il cardinale Mazzarino, malato da lungo tempo, morì: le sue ultime parole furono per il re "...Voi solo, governate, nessun altro che voi...". Addolorato dalla perdita di un uomo cui voleva molto bene, Luigi uscì dalla stanza. I ministri che lo attendevano, chiesero chi, d'ora in poi, sarebbe stato il primo ministro. Il re rispose: "Nessun primo ministro, nessun favorito: Signori lo Stato sono Io!". Gli astanti, dapprima stupiti, s'inchinarono reprimendo un sorrisetto canzonatorio: il giovane re amava molto le feste, i balli, la caccia, non avrebbe avuto tempo per il regno, "Non durerà" pensavano. Sarebbe durata cinquantaquattro anni.
    Per prima cosa Luigi XIV, che aveva un'intelligenza riflessiva ed un temperamento volitivo ed autoritario, pensò a riordinare le finanze del regno: cominciò con l'ordinare l'arresto del ministro N. Fouquet, sovrintendente delle Finanze, con l'accusa di essersi impadronito di parte del tesoro "…che apparteneva alla Francia ed al suo re", per spenderlo nella costruzione del castello Vaux - le - Vicomte. Dalla reale decisione non era estranea una certa invidia, Luigi desiderava costruire per sé una reggia ancora più sontuosa, fuori dalla capitale dei cui abitanti non si fidava più dopo il voltafaccia della Fronda. Aveva già scelta l'ubicazione: poco lontano da Parigi, vicino Fontainebleau, sorgeva un castello di caccia, voluto da suo padre, circondato da paludi ed acquitrini, chiamato Versailles, con poche stanze e piccoli giardini. Disprezzato per le sue scarse attrattive era in stato d'abbandono da molti anni, ma Luigi ne era attratto, specie da quando era divenuto il suo rifugio d'amore. Conscio delle scarse attrattive della moglie mai amata, ma sposata per ragioni di Stato, s'era invaghito di Enrichetta Anna, moglie di suo fratello Filippo il quale era impegnatissimo a truccarsi, a scegliere sempre nuove parrucche ed a occupare il tempo in compagnia di avvenenti e dissoluti giovanotti. L'intervento della regina madre, preoccupatissima per questo legame, suggerì ai due amanti un piano. Il re si sarebbe finto innamorato di una dama di compagnia della cognata. La prescelta fu Louise de La Vallière, diciassette anni, figlia di un nobile di provincia. Louise era timidissima, impacciata ed emotiva. Bionda, con bellissimi e malinconici occhi blu, possedeva quella femminilità di cui Maria Teresa era priva: con grande costernazione di Enrichetta, Luigi s'innamorò perdutamente della sua dama di compagnia. Nel piccolo castello di Versailles trascorrevano lunghe ore, separati dal mondo, facevano lunghe passeggiate a cavallo nei dintorni: tutto ciò confermò ulteriormente la decisione del re di rendere Versailles degna di chi vi abitava. Inutilmente il ministro delle Finanze, J. B. Colbert, ammonì il re di non spendere più denaro di quanto non ne fosse disponibile: per rendere abitabile Versailles la cifra da spendere sarebbe stata incalcolabile. Invano, Luigi iniziò col far prosciugare le paludi, poi affidò i lavori all'architetto L. Le Vau: il nucleo centrale (costruito tra il 1624 ed il 1633) sarebbe rimasto intatto, si sarebbero aggiunte le ali, composte di due grandi edifici in mattoni rossi, contrapposte, divise da un ampio cortile, che sarà chiamato "Corte Reale". Davanti a questa fu sistemato un piazzale semicircolare, delimitato da due obelischi. Ma non bastava, i giardini ed i giochi d'acqua erano la grande passione del re, che li volle in quantità sbalorditiva nella sua nuova reggia. Incaricò il capo - giardiniere Le Nôtre di realizzare i suoi sogni botanici, con l'ordine di creare, nel lato sud, un aranceto, dato che le arance erano i suoi frutti preferiti. Sembrava che le cose non potessero andare meglio per il nuovo re: le finanze dello Stato (grazie agli sforzi di Colbert e del cancelliere M. Le Tellier) stavano riassestandosi, la regina, nel 1661, aveva dato alla luce un figlio maschio, Luigi, il Gran Delfino, la relazione con la La Velliere andava a gonfie vele. L'unico neo fu il decesso della regina madre Anna, morta di cancro nel 1666. Con la sua scomparsa la corte perse un freno limitatore ed il sovrano era libero di gestire la propria vita privata senza continui sermoni di disapprovazione: la sua amante ebbe il titolo di duchessa e la loro terzogenita, unica sopravvissuta ai primi anni, fu legittimamente riconosciuta. Tanti onori non ingannarono Louise. Il re incominciava a stancarsi di lei. La neo - duchessa zoppicava leggermente: ciò non le impediva di ballare con molta grazia, ma restava il fatto che zoppicava. Era sempre stata molto esile, dopo l'ultima gravidanza non si era più ripresa del tutto ed era dimagrita ancora di più. I cortigiani, per adularla, la paragonavano alla dea Diana ed alle ninfe silvestri, ma non cambiava la sostanza: era senza forme femminili. I suoi begli occhi blu erano circondati dagli aloni scuri delle occhiaie. Il re incominciava a temere che una simile amante non gli facesse onore.
    Nel 1667 Luigi lasciò i piaceri della corte per recarsi dal suo esercito, nelle Fiandre: aveva dichiarato guerra ai Paesi Bassi per rivendicare il "Diritto di Devoluzione" secondo cui, morto Filippo IV di Spagna (1665), la regina Maria Teresa era l'erede di quei territori, nonostante la rinuncia al diritto di successione, poiché la Spagna non aveva ancora pagato la dote pattuita con la pace dei Pirenei. La guerra si concluse con la Pace di Aquisgrana, ratificata il 2 maggio 1668: la Francia restituì la Franca Contea, ma tenne alcune città delle Fiandre. Poco dopo, nel parco di Versailles, una magnifica festa (costata ben 100.000 scudi), per celebrare la vittoria, riunì tutta la nobiltà francese e, in quell'occasione, fu reso noto il nome della nuova favorita del re: Athenaïs Rochechouart de Mortemart, marchesa di Montespan. Costei era amica della duchessa La Valliere che l'aveva pregata di ravvivare, con la sua conversazione brillante, le viste del re. Athenaïs era l'opposto di Louise: bellissima, vistosa, vivacissima, sarcastica ed ambiziosa. Luigi, dapprima diffidente verso un carattere così aggressivo, col tempo iniziò ad apprezzare la prepotente personalità della bella marchesa e se ne innamorò: aveva tutte le carte in regola per essere la degna amante del re Sole. Tuttavia rimaneva un problema: la malinconica duchessa di La Valliere non poteva essere ripudiata ufficialmente a causa del marito di Atenaïs.
    Enrico Pardillan, marchese di Montespan, aveva un'indole tutt'altro che accomodante, non era disposto a condividere la moglie con nessuno, tantomeno con il re. Quando iniziarono a circolare i pettegolezzi sulla marchesa, fece continue scenate, arrivò perfino a schiaffeggiare la moglie in pubblico. Una volta fermò la carrozza davanti al cancello del cortile di Versailles e urlò ai presenti che non poteva passare dall'ingresso principale perché le sue corna erano troppo lunghe! Dopo altre simili imbarazzanti esplosioni, il re "fu costretto" ad allontanare il collerico marchese e lo esiliò nelle sue terre in Guascogna. Ormai Atenaïs aveva campo libero e trionfava. Spendacciona, amica delle arti, gran giocatrice d'azzardo, arrogante, era la complice ideale di Luigi XIV quando si trattava di assecondare la sua smania di costruire o di apportare abbellimenti alla reggia. Il re era incapace di negarle qualsiasi cosa: per lei fece erigere un piccolo castello, isolato da giardini, vicino al villaggio di Trianon, in una strano stile cinese che andava di moda all'epoca. Ma all'ambiziosa marchesa non bastava, sperava in qualcosa di più "adatto a lei". Nel 1674 il re ordinò la costruzione, a Clagny, di un castello per la sua amante: affidò i lavori ad un giovane e promettente architetto J. Mansart. Nel frattempo Lousie chiese al re il permesso di ritirarsi in convento: aveva solo ventitré anni e alle spalle una storia d'amore splendida e travagliata. Al vedere quella bellezza ormai consunta, appassita il re acconsentì: la duchessa di La Valliere, madre di quattro bastardi reali, divenne sorella Luisa della Misericordia in un convento di Carmelitane.
    Quattro anni più tardi Luigi trasferì ufficialmente a Versailles la sede del governo. Si resero necessari altri lavori d'ingrandimento: anche questi furono affidati a Mansart che aggiunse, alla costruzione voluta da Le Vau, altre due ali in lunghezza e due in profondità che formarono il "cortile dei Ministri". La reggia di Versailles assunse così un aspetto simile a quello definitivo (che risale al 1829). Lo stabilirsi della corte nella nuova reggia non fu un caso, ma era l'esito di un preciso piano del re: voleva avere tutta la nobiltà vicino per poterla controllare ed evitare una nuova Fronda. Inoltre, la vita dei cortigiani era costosissima: per ogni minimo avvenimento era obbligo indossare un nuovo abito, che la moda voleva essere sfarzosissimo, per questo si spendevano somme ingenti. Per far fronte a queste continue spese le entrate dei cortigiani erano insufficienti, specie quando si aggiungevano le perdite al gioco. Entravano allora in ballo le cariche a corte, la liberalità del re, traffici di privilegi, tutte cose che vertevano sulla persona reale e sulla necessità di un'assidua presenza a corte. Inoltre, molto difficilmente Luigi XIV accordava ai cortigiani il "permesso di ritirarsi nelle loro terre" per rimpinguare le finanze.
    Nel 1672 scoppiò la guerra contro l'Olanda, già nei guai per le lotte intestine, nel 1678 la pace di Nimega riconobbe alla Francia la Franca Contea. Ma Luigi XIV rivendicò i diritti sull'Alsazia e sulla Lorena ed occupò Strasburgo. Contro la Francia si formò, ad Augusta nel 1681, una Lega per contrastare la potenza francese. Ne conseguì un'altra guerra, "Contro la Lega di Augusta" che si concluse con la Pace di Ryswick (20 settembre 1697): la Francia dovette restituire il Lussemburgo e la Lorena, ma conservò Strasburgo.
    Nel frattempo Madame de Montespan aveva affidato la cura dei figli avuti dal re (otto, in tutto), all'amica Françoise Scarron D'Aubigné (Niort, 1635 - Saint Cyr, 1719), di cui aveva apprezzato sia l'avvenenza fisica, sia la serietà e la devozione. Al re riuscì poco simpatica, tanto che la definì "intellettuale e cavillosa"; dovette ricredersi quando constatò l'abilità e la discrezione della giovane donna, rendendosi conto dell'amore che aveva verso i bambini e della sua abilità nell'educarli. Dal canto suo Françoise era affezionata ai piccoli molto più della loro stessa madre che, molto spesso, li trascurava per lungo tempo. Nel tempo, Luigi continuò ad apprezzare sempre di più la giovane donna, dotata di una notevole intelligenza, con cui si poteva parlare di argomenti molto più seri delle frivole banalità della sua amante. Per ringraziarla della devozione che dimostrava nello svolgere i suoi compiti, il re le regalò il castello di Maintenon, vicino Chartres: Françoise Scarron divenne marchesa de Maintenon. Subito le malelingue della corte iniziarono a spettegolare e Madame de Montespan si preoccupò. Dopo l'ultima gravidanza era sgraziata e grassa, soggetta sempre ad un pessimo umore che si alternava a momenti di ilarità affettata, con il risultato di allontanare il re, che si dedicò ai lavori di Versailles e... ad altre donne. Prima ebbe una relazione con la principessa di Soubise, poi con la marchesa di Thianges, sorella di Atenaïs, ed infine con mademoiselle de Fontanges che aveva solo diciotto anni. La vita a corte stava diventando sempre meno piacevole, anche perché iniziarono a venire a galla scandali di ogni tipo. Prima ci fu la questione delle messe nere. Fu scoperto che moltissimi cortigiani erano soliti recarsi da una certa Caterina Monvoisin, detta La Voisin, donna dalle molteplici attività: procurava aborti, era esperta in veleni ed afrodisiaci (il confine tra entrambi era molto esile), prediceva l'avvenire, celebrava messe nere con la complicità di un vecchio abate traviato, risolveva problemi amorosi e "sistemava questioni d'eredità" (non è difficile immaginare come). La stessa Madanme de Montespan era una sua cliente abituale, s'era valsa del suo aiuto molte volte, con messe nere e con "pozioni magiche". Quando lo seppe, Luigi rimase esterrefatto dalla gravità della situazione, non osava credere che la sua ex amante fosse arrivata a tanto. Nel frattempo la vita a Versailles proseguiva, ogni giorno scandita da orari rigidissimi: di mattina il re si alzava e veniva vestito con un rituale immutabile cui erano ammessi, in ordine di rango, i cortigiani, poi seguivano la messa e le ore di lavoro. Nel pomeriggio tutti erano costretti a seguire il re nella passeggiata quotidiana, in cui gli uomini avevano l'obbligo di restare a capo scoperto, eccetto il re, ma guai a dimenticare il cappello: Sua Maestà poteva richiederlo in qualsiasi momento. La sera era dedicata al pasto principale composto da quattro primi, tre secondi a base di carne, insalate, frutta e dolci canditi. Il re aveva un appetito formidabile: mangiava tutte le portate, il suo piatto preferito erano le uova, cotte in qualsiasi modo. Madame de Maintenon partecipò raramente alla vita di corte, disprezzava quell'ambiente in cui "...la dissolutezza regna sovrana, l'omosessualità è un fatto comune che il re non può estirpare in pieno, perché colpirebbe direttamente il proprio fratello. Aggiungiamo a questo il vino, visto che a tarda notte sono quasi tutti ubriachi fradici...". E' facile capire perché, in questo clima, Luigi desiderasse avere una dimora sua, personale, in cui poter ricevere solo gli amici più cari: fece abbattere il Trianon di porcellana voluto per la marchesa di Montespan e fece costruire, sempre da Mansart, il Trianon di Marmo, in pietra gialla e marmo rosa circondato da uno splendido giardino. Essere invitati al Trianon costituiva, per i cortigiani, un onore altissimo, ad esserne esclusi si era prossimi alla disgrazia. Verso la fine del secolo la regina Maria Teresa morì e, due anni dopo, Luigi sposò in nozze private la marchesa de Maintenon, che, ormai cinquantenne, conservava un gradevole aspetto fisico ed uno humor raffinato. Con la sua influenza molte regole della vita di corte cambiarono: non si poteva giocare durante la quaresima, furono banditi, con pena di morte, tutti i giochi d'azzardo, era vietatissimo parlare, sia pure sottovoce, durante le funzioni religiose. In poco tempo la novella sposa si creò numerosi nemici ed altrettante antipatie. Con il nuovo secolo due lutti colpirono la famiglia reale: nel 1701 morì il fratello Filippo, dopo una violenta lite con il re, nel 1707 morì la marchesa di Montespan; nel 1711 un'epidemia di vaiolo fece strage tra i cortigiani, una della vittime fu il Gran Delfino, l'erede al trono. L'anno seguente morì anche il figlio di quest'ultimo, a soli trent'anni. Dopo simili avvenimenti la corte divenne un luogo malinconico, senza più feste, anche perché le finanze del regno erano dissestate. Nel mese di agosto del 1715 Sua Maestà iniziò a lamentare forti dolori alle gambe, ma i medici non seppero trovare la causa, non riusciva più a camminare e rimase confinato nel suo letto, da dove continuò a dirigere la vita di corte o, almeno, di quel che ne restava. Quando i medici scoprirono che la causa del male era una cancrena, Luigi XIV si sentì vicino alla fine che giunse la sera del 1 settembre. Morì circondato dai cortigiani il cui rango consentiva di assistere sia alla nascita sia alla morte di un re dell'Ancien Régime basato sulla grazia divina, che tramontava definitivamente.

  4. #4
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  5. #5
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    grazie tantissime, ost.
    cmq a me piace molto il busto marmoreo che ritrae il Re Sole da giovane

  6. #6
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    Originally posted by DrugoLebowsky
    grazie tantissime, ost.
    cmq a me piace molto il busto marmoreo che ritrae il Re Sole da giovane
    Credo di ricordarlo.... in occasione del film di qualche anno fa, La maschera di ferro, si tornò a parlare molto del Re Sole.... chissà, forse si riesce a trovare ancora qualcosa...

    Ciao

  7. #7
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    intanto uno scoop: pare che la maschera di ferro fosse un dignitario savoiardo, che aveva tramato contro la Francia.

  8. #8
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    bellissimo!!! consultatrelo!!

    http://www.geocities.com/bard842/louisxiv.html


 

 

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