No: i libertari vedono le rivendicazioni etniche come una parte della contestazione economica (in senso lato). Decidere quali scuole far frequentare ai propri figli, quali lingue insegnargli, come impostare i programmi scolastici, eccetera rientra nella sfera di autonomia degli individui. Devono essere i singoli e le famiglie che stabiliscono tutto ciò: l'obiettivo polemico sono i programmi ministeriali e la scuola pubblica, e non--astrattamente--una "nazione" o un'altra, qualunque cosa significhi il termine "nazione". (Che è una risposta che non ho a una domanda che non mi faccio).Voi liberisti anteponete la contestazione economica alle rivendicazioni etniche
Su questo non ci piove. La critica che io faccio agli etnonazionalisti è che essi antepongono la comunità al singolo, senza rendersi conto che così legittimano ogni forma di tirannide. Anzi: così giustificano quello stesso stato moderno, nato dalla Rivoluzione francese, che dicono di avversare. Per i libertari spetta all'individuo scegliere a quale comunità appartenere, e come esercitare la propria libertà: libertà che è certamente di escludere, ma anche di accogliere, tanto per dirne una. Se la comunità (attraverso i suoi rappresentanti, non mi interessa come vengono scelti) comprime questa libertà, io non posso che essere dalla parte opposta.Etnicamente ed economicamente per noi il nemico è lo stesso.